Yossi

Dopo aver trovato se stesso e l'amore da giovane ufficiale in Libano, l'israeliano Yossi, invecchiato di dieci anni, si dedica anima e corpo al suo lavoro di cardiologo in un ospedale di Tel Aviv. Ma il lavoro non è tutto nella vita. La sera Yossi torna a casa da solo e non c'è nessuno ad aspettarlo. Le sue giornate scorrono monotone, senza colpi di testa, se non qualche sporadico e deludente appuntamento in chat per soli uomini. Schivando le avances di un'infermiera che non crede alle chiacchiere sui gusti sessuali del dottore e respingendo le esortazioni goliardiche di un collega convinto che l'unico modo per godersi la vita sia bere e andare a letto con le donne, Yossi prova a superare il lutto che gli ha strappato via l'amore in Libano.
A distanza di dieci anni dall'uscita di Yossi and Jagger, diventato un piccolo cult in patria, il regista israeliano Eytan Fox torna a raccontarci la vita dell'ufficiale che ha accettato la propria omosessualità nel pieno della guerra in Libano. Mentre nel film del 2002 Yossi era un giovane uomo alla ricerca della propria identità, qui è un adulto di 34 anni con una carriera lanciata e un'abnegazione totale al suo lavoro di medico. Eppure Yossi non ha smesso di farsi domande su se stesso. Solo che le risposte trovate non sono consolanti. Il problema non è più la condizione omosessuale. Certo, la superficialità grossolana di alcuni colleghi non è piacevole ed esistono ancora persone che, in una società progredita, fanno fatica ad accettare l'omosessualità, soprattutto se riguarda la loro famiglia. Ma la sicurezza che Yossi nutre nei confronti dei propri sentimenti gli dà adesso la forza per sopportare i pregiudizi. Da questo punto di vista, la sequenza del coming out in casa dei genitori del soldato scomparso in Libano rappresenta il vertice emozionale dell'intero film.
A rendere triste, e ben poco vitale, l'esistenza di Yossi è la condizione di solitudine in cui racchiude tutto il dolore per una perdita non elaborata e con cui si schermisce dal mondo. È una crisi comune, quella del protagonista, una fase in cui si annaspa nella ricerca di una felicità che solo l'amore e il donarsi totalmente a un'altra persona possono dare. Un momento di passaggio che a tutti, a prescindere dall'orientamento sessuale, capita di attraversare. Proprio questo è il pregio del regista: trattare Yossi come un uomo qualunque, con i dubbi, le paure, le frustrazioni, le emozioni, le speranze e i desideri che tutti conosciamo. In questo racconto di vita, che non raggiunge particolari vertici cinematografici, Fox sceglie di adottare uno stile narrativo semplice, lineare, impalpabile - da leggera ma mai superficiale commedia agrodolce - aderendo completamente alle istanze sentimentali di un personaggio per cui non si può fare a meno di provare una tenera simpatia, mentre, protagonista assoluto davanti alla macchina da presa, tenta, con malcelata goffaggine, di ritrovare l'amore. 