mauri67
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martedì 7 novembre 2017
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un film dai molti difetti!!!!
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Lisa (Claudia Gerini) è una facoltosa manager che di notte frequenta club per scambisti nella periferia di Roma. La doppia vita di Lisa sarà sconvolta quando una serie di omicidi colpiscono proprio alcuni dei clienti di uno dei locali a luci rosse che la donna frequenta, il Tulpa.Tuttavia, benché il riferimento alla tradizione dell’horror all’italiana sia più che evidente e a tratti sfiori addirittura un’adorante emulazione - è un film dai molti difetti, tra cui i più evidenti riconducibili a diverse ingenuità e inverosimiglianze, oltre che da un diffuso gusto per il kitch e per inquadrature ostinatamente antiestetiche,La sceneggiatura del film è di Dardano Sacchetti noto per aver sceneggiato i film cult Zombi 2 e Roma a mano armata.
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Lisa (Claudia Gerini) è una facoltosa manager che di notte frequenta club per scambisti nella periferia di Roma. La doppia vita di Lisa sarà sconvolta quando una serie di omicidi colpiscono proprio alcuni dei clienti di uno dei locali a luci rosse che la donna frequenta, il Tulpa.Tuttavia, benché il riferimento alla tradizione dell’horror all’italiana sia più che evidente e a tratti sfiori addirittura un’adorante emulazione - è un film dai molti difetti, tra cui i più evidenti riconducibili a diverse ingenuità e inverosimiglianze, oltre che da un diffuso gusto per il kitch e per inquadrature ostinatamente antiestetiche,La sceneggiatura del film è di Dardano Sacchetti noto per aver sceneggiato i film cult Zombi 2 e Roma a mano armata.
Voto 6
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francismetal
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martedì 18 luglio 2017
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un po' argento, un po' twin peaks...
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L'unica cosa buona è l'atmosfera gotica delle scene notturne, anche in quelle di sesso.
Per il resto è un mix di scene noiose e inutili al lavoro, scene di sesso e inutile splatter.
Claudia Gerini è una brutta copia di Laura Palmer, invece l'assassino in tutto e per tutto sembra preso dai film di Argento, soprattutto Profondo Rosso..,
Se voleva criticare i cattivi costumi della borghesia lo ha fatto nel modo sbagliato....
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dario
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lunedì 19 ottobre 2015
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inqualificabile
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Un disastro sotto tutti i punti di vista. Storia sanguinolenta narrata con mano pesante per mancanza totale di idee decenti. Attori pessimi, la Gerini su tutti. Regia da oratorio.
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enzo70
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martedì 5 agosto 2014
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un frullato di generi non riuscito
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Zampaglione mischia diversi generi, thriller, horror, che confondono lo spettatore e lasciano non poche perplessità. Le tinte fosche della notte si accavallano alle riunioni da manager della protagonista, Claudia Gerini, divisa tra la carriera ed una sessualità prorompente che la conduce a cercare la trasgressione in un club privè, il Tulpa. Il risultato è un film tutto sommato modesto perché gli manca un vero filo conduttore, Zanpaglione vorrebbe dare un volto al disagio sociale, ma non ci riesce. Gli omicidi dei frequentatori del Tulpa sembrano ispirarsi ai film di Dario Argento, ma quelle erano pellicole di trenta anni fa e di acqua sotto i ponti, anzi di sangue sugli schermi, ne è passato.
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Zampaglione mischia diversi generi, thriller, horror, che confondono lo spettatore e lasciano non poche perplessità. Le tinte fosche della notte si accavallano alle riunioni da manager della protagonista, Claudia Gerini, divisa tra la carriera ed una sessualità prorompente che la conduce a cercare la trasgressione in un club privè, il Tulpa. Il risultato è un film tutto sommato modesto perché gli manca un vero filo conduttore, Zanpaglione vorrebbe dare un volto al disagio sociale, ma non ci riesce. Gli omicidi dei frequentatori del Tulpa sembrano ispirarsi ai film di Dario Argento, ma quelle erano pellicole di trenta anni fa e di acqua sotto i ponti, anzi di sangue sugli schermi, ne è passato. Ed alla fine è difficile dare un senso a questo film e la difficoltà stessa deriva non solo dalla debolezza della sceneggiatura ma dall’indugio, quasi autocelebrativo del regista, che avrebbe potuto trarre molto di più sia dal soggetto, comunque originale, che dalla Gerini.
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il cascio
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mercoledì 14 maggio 2014
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originale e geniale... ma non convincente
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Ammetto che è il primo film di Zampaglione che ho visto, e non mi ha convinto appieno, la trama è originale ma lo sviluppo non è che sia così tanto buono.
È vero, so che è un film indipendente quindi ci sono dei fattori diciamo “giustificabili” come la recitazione che il più delle volte è scarsa e attori come la Gerini e Michele Placido che comunque sono di alto livello, almeno in Italia, non mi hanno impressionato più di tanto, per non parlare degli attori non protagonisti come Kiran (Nuot Arquint) e Michela Cescon.
Il film non dura molto e per allungarlo, probabilmente, le scene iniziali di vita quotidiana e lavorativa sono state allungate per dare un po’ più di minutaggio al film, ma insomma i primi 30 minuti non succede praticamente niente se non qualche scena in flashback della protagonista.
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Ammetto che è il primo film di Zampaglione che ho visto, e non mi ha convinto appieno, la trama è originale ma lo sviluppo non è che sia così tanto buono.
È vero, so che è un film indipendente quindi ci sono dei fattori diciamo “giustificabili” come la recitazione che il più delle volte è scarsa e attori come la Gerini e Michele Placido che comunque sono di alto livello, almeno in Italia, non mi hanno impressionato più di tanto, per non parlare degli attori non protagonisti come Kiran (Nuot Arquint) e Michela Cescon.
Il film non dura molto e per allungarlo, probabilmente, le scene iniziali di vita quotidiana e lavorativa sono state allungate per dare un po’ più di minutaggio al film, ma insomma i primi 30 minuti non succede praticamente niente se non qualche scena in flashback della protagonista.
Le scene di tensione sono ben fatte ma non capisco perché uno come Zampaglione ha messo quella musica orribile, insomma lui è uno che di musica se ne intende eccome, ma non mi spiego la scelta di questa colonna sonora da parte sua.
Altro elemento difficile da capire, almeno per me, è: perché Kiran parla inglese?? Ma nemmeno il finale fa capire il perché.
Le note positive di questo film sono il trucco riuscito alla perfezione nonostante il budget limitato (credo) e le uccisioni. Appunto le uccisioni del killer sono qualcosa di veramente malato e originale, Zampaglione ha centrato in pieno su questo, la gente che vede i film horror vuole vedere sangue e violenza malata, la recitazione o la musica non importa più di tanto.
Zampaglione infatti sta cercando di far rinascere il genere horror in Italia e questo film nonostante a me non sia piaciuto un granché per via della recitazione non ha niente a che vedere con la solita pappa Americana che ci sbattono perennemente nei cinema, questo è molto meglio. Tulpa non ha nemmeno niente a che vedere con i film italiani che escono per fare incassi e basta, Zampaglione ci ha messo il cuore.
Ciò che ho detto prima sono solamente considerazioni e può sembrare incoerente, ma Zampaglione deve continuare così perché la sua è passione, non fame di denaro, e si vede.
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toty bottalla
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martedì 13 maggio 2014
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miscuglio di mediocrità all'italiana!
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Tulpa è un film imbarazzante, dalla trama banale, mal recitato placido compreso, con dialoghi elementari e situazioni sceniche amatoriali, sempre poco credibile, non suscita nessuna emozione nemmeno quando tenta di impressionare con scene di sangue e macellamento gratuito, il finale poi, completa l'opera...si fa per dire. Saluti.
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gianleo67
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martedì 18 marzo 2014
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la gerini lo fa di nuovo...'strano'
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Brillante e irreprensibile manager di giorno, la notte la bella Lisa si trasforma nella spregiudicata e disinibita frequentatrice di un locale sado-maso dove si pratica sesso estremo e discipline tantriche. Quando tra le vittime di un misterioso e sanguinario killer seriale, iniziano a comparire alcuni suoi colleghi di lavoro con cui sembra aver avuto violenti dissapori, i sospetti convergono inevitabilmente su di lei...
Forse nel tentativo di rinverdire i fasti del giallo-horror che rese celebri le perversioni splatter e le trovate artigianali del cinema 'de paura' dell'Argento nazionale, Federico Zampaglione si lancia a capofitto in un'operazione che, con totale sprezzo del ridicolo, vorrebbe contaminare la matrice letteraria del giallo esoterico con gli stereotipi più classici e consumati del cinema slasher, dal maniaco solitario nerovestito e impenetrabile che dissemina la notte di cadaveri orribilmente mutilati alle sottili e ambigue perversioni di una insospettabile ed avvenente yuppie di successo (vi ricorda qualcuno.
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Brillante e irreprensibile manager di giorno, la notte la bella Lisa si trasforma nella spregiudicata e disinibita frequentatrice di un locale sado-maso dove si pratica sesso estremo e discipline tantriche. Quando tra le vittime di un misterioso e sanguinario killer seriale, iniziano a comparire alcuni suoi colleghi di lavoro con cui sembra aver avuto violenti dissapori, i sospetti convergono inevitabilmente su di lei...
Forse nel tentativo di rinverdire i fasti del giallo-horror che rese celebri le perversioni splatter e le trovate artigianali del cinema 'de paura' dell'Argento nazionale, Federico Zampaglione si lancia a capofitto in un'operazione che, con totale sprezzo del ridicolo, vorrebbe contaminare la matrice letteraria del giallo esoterico con gli stereotipi più classici e consumati del cinema slasher, dal maniaco solitario nerovestito e impenetrabile che dissemina la notte di cadaveri orribilmente mutilati alle sottili e ambigue perversioni di una insospettabile ed avvenente yuppie di successo (vi ricorda qualcuno...magari dalle parti di Manhattan?). Puntando sui contrasti circadiani tra il tran tran di una vita diurna scandita dalle strategie di marketing e l'immancabile jogging a 'Central Park' (pardon 'ar Pincio') e le 'innocenti evasioni' di un menage notturno di orge e sproloqui simil-buddisti (a proposito: prima di ordinare state sempre attenti a chi trovate al banco di mescita!), il buon Zampaglione suggerisce un'atmosfera di ambiguità e mistero indecisa e confusa tra Freud (vestita per uccidere?) e Venerdì 13 (mascherata per uccidere!), laddove latitano inspiegabilmente tanto la detection (irrinunciabile in qualunque giallo che si rispetti) quanto un qualunque personaggio necessario all'uopo (un Tony Musante piuttosto che un David Hemmings qualsiasi), mentre tutto viene affidato da un lato all'inconsistenza di personaggi di cartapesta (i finti colleghi di un consiglio di amministrazione che farebbe fallire persino un convento di carmelitane scalze piuttosto che un guru che biascica incomprensibili frasi in un affettatissimo accento british) e dall'altro dalle pretestuose dinamiche relazionali della bella e disinvolta protagonista che sembra il fulcro (inconsapevole?) di uno smodato spargimento di sangue. Incongruente quanto inconsistente da un punto di vista narrativo, il plot si divide tra l'assurdità tanto delle motivazioni apparenti (la rivalità,la gelosia) quanto la presunzione di quelle afferenti (l'esercizio di un mefistofelico portere esoterico) finendo per gettare discredito su di un soggetto non privo di un certo fascino e meritevole di uno sviluppo adeguato. Tra pornografia a buon mercato e raccapriccianti e gratuite scene splatter, l'autore dirige una imbarazzante compagine di attori (perfino un professionista stimato come Placido,sic!) tranne forse che per la protagonista principale, una Claudia gerini bella e conturbante come sempre che,una volta in più, ha deciso di farlo prorpio 'strano'.
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ultimoboyscout
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giovedì 30 gennaio 2014
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free your tulpa.
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Zampaglione, alla sua terza regia, cerca di rilanciare il cinema italiano di genere e lo fa asffidando il soggetto a Dardano Sacchetti, autore tra gli altri, di Dario Argento, Lucio Fulci, Umberto Lenzi e Mario Bava: un vero maestro della tensione insomma. Il regista confeziona un giallo molto all'italiana, di quelli old style e a tratti estremamente violento, con un'anima nera e un lato oscuro che prendono il sopravvento togliendo (almeno sulla carta) il sonno, che agita ma non riesce ad essere efficace ne scorrevole a livello narrativo. Sesso e sangue, erotismo e paura legano perfettamente e scuotono lo spettatore, il film ci riesce solo in parte, con l'assassino che incarna il ruolo di censore delle libertà sessuali ma che si lascia sgamare (da chi guarda) prima del dovuto.
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Zampaglione, alla sua terza regia, cerca di rilanciare il cinema italiano di genere e lo fa asffidando il soggetto a Dardano Sacchetti, autore tra gli altri, di Dario Argento, Lucio Fulci, Umberto Lenzi e Mario Bava: un vero maestro della tensione insomma. Il regista confeziona un giallo molto all'italiana, di quelli old style e a tratti estremamente violento, con un'anima nera e un lato oscuro che prendono il sopravvento togliendo (almeno sulla carta) il sonno, che agita ma non riesce ad essere efficace ne scorrevole a livello narrativo. Sesso e sangue, erotismo e paura legano perfettamente e scuotono lo spettatore, il film ci riesce solo in parte, con l'assassino che incarna il ruolo di censore delle libertà sessuali ma che si lascia sgamare (da chi guarda) prima del dovuto. Nel film ha un ruolo centrale l'erotismo, nemmeno troppo celato, come succedeva nella cinematografia di parecchi anni fa, prima di essere anestetizzato se non del tutto disinnescato per non urtare troppo la sensibilità. Il gusto retrò si mescola ad elementi di attualità e a qualche sprazzo di soprannaturale scomodando la mitologia tibetana che da anche il titolo alla pellicola. Nel genere horror, tra l'altro, è di fondamentale importanza la recitazione e qui gli attori, Gerini compresa, non fanno nulla per essere ricordati e aiutare la causa. Ma ad essere mediocre è la regia e anche la scrittura, pessimo il montaggio e i dialoghi e diverse scene di cui si può solo ridere per quanto patetiche riescono ad essere. Film sbagliato in tutto e per tutto, Zampaglione dopo una buona prima regia ha completamente smarrito la via. E se la visione che ha del mondo del sesso estremo è quella dellla pellicola, beh, allora c'è veramente da preoccuparsi!
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[+] cinema di genere...generico
(di gianleo67)
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onufrio
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domenica 1 dicembre 2013
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trova il tuo "tulpa"
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Il binomio Horror/italiano di questi tempi non è certo un sinonimo di buon film, Zampaglione riesce a raggirare le critiche già pronte in partenza, riuscendo a girare nel suo insieme un buon film basato su un mondo oscuro, un mondo se vogliamo perverso, fatto di scambismo, di sesso estremo e bondage. A questo club chiamato Tulpa, vi è iscritta anche Lisa, di giorno impiegata alle dipendenze di Michele Placido, di notte libera i suoi piaceri lasciandosi andare in questo luogo oscuro. Ma qualcosa comincia ad andare male, una serie di efferati omicidi colpiscono alcuni iscritti del club, Lisa inizia ad avere paura e non sa più a chi rivolgersi per fuggire via da questa perdizione mortale.
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Il binomio Horror/italiano di questi tempi non è certo un sinonimo di buon film, Zampaglione riesce a raggirare le critiche già pronte in partenza, riuscendo a girare nel suo insieme un buon film basato su un mondo oscuro, un mondo se vogliamo perverso, fatto di scambismo, di sesso estremo e bondage. A questo club chiamato Tulpa, vi è iscritta anche Lisa, di giorno impiegata alle dipendenze di Michele Placido, di notte libera i suoi piaceri lasciandosi andare in questo luogo oscuro. Ma qualcosa comincia ad andare male, una serie di efferati omicidi colpiscono alcuni iscritti del club, Lisa inizia ad avere paura e non sa più a chi rivolgersi per fuggire via da questa perdizione mortale. Una Gerini sopra le righe, con una bellezza implacabile; il ruolo del gestore del Tulpa, Kieran è interpretato in modo maniacale da Nuot Arquint. Zampaglione ha vinto la sfida, complimenti.
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akyro
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lunedì 25 novembre 2013
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flop nel segno di argento
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ma come si fa a produrre un film del genere?
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