digito
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lunedì 7 maggio 2012
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un film che cambia l'immagine dell'italia
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Non so se stanotte riuscirò a dormire in modo normale, dopo aver visto il film Diaz, forse non mi sento quasi più lo stesso, non mi sento più rappresento, protetto, tutelato da una possibile giustizia di questo paese nè tanto meno dalle forze dell'ordine che dovrebbero esser simbolo di sicurezza, rifugio e protezione.
Ho l'amaro in bocca per tanta violenza gratuita, per tanta crudeltà rimasta impunita e sottaciuta.
Forse tutti, come cittidini, dovrebbero vedere questo ed altri film verità ... andrebbero divulgati all'estero, andrebbe fatto qualcosa, punito escutori e mandanti, perchè ci sia la speranza che non accada più quello che è successo in quel contesto del G8 e in chissà quante altre occasione che mai ci hanno fatto sapere perchè la cronaca non ha potuto raccontare o perchè sapientemente occultate da chi era coinvolto.
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Non so se stanotte riuscirò a dormire in modo normale, dopo aver visto il film Diaz, forse non mi sento quasi più lo stesso, non mi sento più rappresento, protetto, tutelato da una possibile giustizia di questo paese nè tanto meno dalle forze dell'ordine che dovrebbero esser simbolo di sicurezza, rifugio e protezione.
Ho l'amaro in bocca per tanta violenza gratuita, per tanta crudeltà rimasta impunita e sottaciuta.
Forse tutti, come cittidini, dovrebbero vedere questo ed altri film verità ... andrebbero divulgati all'estero, andrebbe fatto qualcosa, punito escutori e mandanti, perchè ci sia la speranza che non accada più quello che è successo in quel contesto del G8 e in chissà quante altre occasione che mai ci hanno fatto sapere perchè la cronaca non ha potuto raccontare o perchè sapientemente occultate da chi era coinvolto.
Veramente triste sapere di vivere in un paese così ... come è triste dover dimenticare certi fatti perchè impotenti di fronte ad un sistema dove chi avrebbe il potere e il compito di fare giustizia, non fa nulla, ma si lava le mani e la coscienza facendo scorrere tutto in prescrizione.
Andatelo a vedere e ... se qualcuno può fare qualcosa per cambiare questo sistema, lo faccia per favore.
Stefano P.
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[+] proiezione al parlamento europeo
(di eles )
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eles
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domenica 6 maggio 2012
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intervista tg3 web e succ. articolo
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Mi preme segnalare, perché davvero esaustive, la video intervista e successivo articolo 'Diaz è un film libero' del regista Daniele Vicari; potete trovarla sul sito Rai tv-Tg3web.
Troverete le motivazioni del regista, oltre che il suo pensiero sulle polemiche sorte (nomi, sceneggiatura, testimonianze, riscontro dei personaggi reali, diffusione del film).
Ho apprezzato molto.
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lella53
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sabato 5 maggio 2012
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crudo ma ben costruito
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Ogni volta che vado a vedere un film di solito so perfettamente a che cosa vado incontro, perchè sono una fanatica di cinema. Questa volta sono rimasta sorpresa dalla reale violenza che trasmette il film. Avevo seguito le vicende della Diaz a suo tempo, ma ora la botta allo stomaco è stata secca. Il film è ben fatto e complimenti a tutto il cast, al regista e a tutte le persone che hanno voluto questa uscita. E' da vedere, credetemi, ma preparatevi a una pellicola di spessore non indifferente e parecchio scomodo.
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jensen
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venerdì 4 maggio 2012
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"mi vergogno di essere umana"
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Ho appena visto il film e ne sono rimasta molto sconvolta, per cui quanto scrivo ha più del commento che della recensione.
Hannah Arendt (Ebrea) quando qualcuno le diceva :"Mi vergogno di essere tedesco, per le violenze compiute dal mio popolo" rispondeva: "Io sarei tentata di dire che mi vergogno di essere umana"... E mi viene da pensare la stessa cosa leggendo alcuni commenti scritti su questo film in alcuni forum. La violenza massifica le persone: i poliziotti diventano una massa di "macellai", chi protesta una massa di "merde". Dove sono finite le persone? Le singole persone? Con che coraggio certuni riescono a guardarsi allo specchio?
Se quei poliziotti si fossero ricordati di essere persone si sarebbero dovute fermare, avrebbero dovuto fermare i colleghi.
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Ho appena visto il film e ne sono rimasta molto sconvolta, per cui quanto scrivo ha più del commento che della recensione.
Hannah Arendt (Ebrea) quando qualcuno le diceva :"Mi vergogno di essere tedesco, per le violenze compiute dal mio popolo" rispondeva: "Io sarei tentata di dire che mi vergogno di essere umana"... E mi viene da pensare la stessa cosa leggendo alcuni commenti scritti su questo film in alcuni forum. La violenza massifica le persone: i poliziotti diventano una massa di "macellai", chi protesta una massa di "merde". Dove sono finite le persone? Le singole persone? Con che coraggio certuni riescono a guardarsi allo specchio?
Se quei poliziotti si fossero ricordati di essere persone si sarebbero dovute fermare, avrebbero dovuto fermare i colleghi.
Vanagloriosi e pavidi, nascosti dietro divise, dietro il numero, dietro le armi.
Il coraggio, l'orgoglio, la dignità italiana, tanto ostentata, dovrebbero tirarla fuori per autodenunciarsi.
Solo così potrebbero riacquisire un po' di rispetto.
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marezia
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venerdì 4 maggio 2012
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grazie agli italiani è ancora lì
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A poco meno di 30 gg dalla sua uscita è ancora lì. Oggi all'8° posto, domani al 10° ma sempre l e ai prossimi David vedremo quale sarà la gratificazione DEGLI ADDETTI AI LAVORI.
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franco cesario
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venerdì 4 maggio 2012
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don't clean up this movie
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Niente nomi e niente spiegazioni sulle motivazioni del Movimento e le sue ragioni.
Tutto questo è vero e costituiscono un errore anche perchè le sentenze ci sono e si poteva avere più coraggio.
Ma l’opera di Vicari si intitola “Diaz: don’t clean up this blood” e quindi si concentra sulle vicende capitate nella scuola genovese.
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Niente nomi e niente spiegazioni sulle motivazioni del Movimento e le sue ragioni.
Tutto questo è vero e costituiscono un errore anche perchè le sentenze ci sono e si poteva avere più coraggio.
Ma l’opera di Vicari si intitola “Diaz: don’t clean up this blood” e quindi si concentra sulle vicende capitate nella scuola genovese. Il film oltre che ben interpretato da Santamaria, dal grandissimo Elio Germano e da tutti i protagonisti, è necessario ed utile perchè ha il grande merito di parlare di argomento su cui ancora è aperta una ferita enorme e della quale quasi nessuno aveva avuto il coraggio di parlare se non di sfuggita (ricordo ad esempio “Ora o mai più” del 2003 di Pellegrini con la Placido, Gabriellini e lo stesso Germano).
Del film è apprezzabile la mancanza di una visione puramente manichea della tragedia genovese facendo vedere 2 (due!) poliziotti con comportamenti semi umani (credibile pensarlo).
Senza fondamento, a mio avviso, le critiche che dipingono “Diaz” come una ricostruzione che tenderebbe a fare dell’irruzione nel dormitorio del Genoa Social Forum come un fatto isolato di tutori dell’ordine invasati. Fin dall’inizio, al contrario, è evidente l’idea di Vicari, suffragata dalle carte processuali, (e dall’arrivo in aereo del dirigente di polizia) che la strategia sia stata pianificata a tavolino ed utilizzata dalle istituzioni per screditare il Movimento, per annientarlo, per tarpare le ali ad una intera generazione di “concreti sognatori”.
Lo stile quasi documentaristico si dilunga, giustamente, sulle violenze gratuite compiute da tutti i tutori dell’ordine; viene voglia di alzarsi ed andarsene tanta è la rabbia e l’insopportabile visione del sangue e del massacro sistematico di giovani inermi e sorpresi nel sonno.
Bella anche la scena in cui il pensionato, con il braccio rotto, steso su di una barella nel pronto soccorso intasato dai tanti pestati senza pietà dai celerini, viene apostrofato da uno di questi con un irrispettoso ” ‘a nonno ma tu che ci facevi in mezzo a questi?” sentendosi rispondere “in mezzo a questi chi?” come a rimarcare la gigantesca mistificazione messa in atto e il tremendo “errore” compiuto da chi, successivamente, sopratutto ai massimi livelli, non ha mai pagato per le responsabilità oggettive.
Vicari quindi prende parte, si capisce che ha una opinione ben precisa anche se cerca di essere il più possibile asettico ed imparziale.
Film come questi servono, eccome, non fosse altro per i dibattiti che scatenano e per i sentimenti che suscitano anche chi non c’era (io invece c’ero e ci sarò sempre) ma vuole conoscere la verità su quella che (e ora più che mai non è una frase fatta) è stata fra le pagine è più buie della fragile e zoppicante democrazia italiana.
Franco Cesario
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giacomogabrielli
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martedì 1 maggio 2012
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lacrime di sangue. *****
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'Diaz' è un capolavoro. Daniele Vicari sprigiona tutta la sua potenza registica e la concentra in quello che è il miglior film italiano degli ultimi 15 anni e uno dei migliori di sempre. La freddezza con la quale il regista de 'Il passato è una terra straniera' immortala i fatti accaduti nel 2001 a Genova è impressionante. 'Diaz', vista la veridicità dei fatti, è anche uno dei film più violenti che abbia mai visto. Un film diretto, senza pietà, in tutti i sensi. La crudezza delle immagini lascia spiazzati. Il primo elemento che però lascia stupiti è la bellezza delle immagini.
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'Diaz' è un capolavoro. Daniele Vicari sprigiona tutta la sua potenza registica e la concentra in quello che è il miglior film italiano degli ultimi 15 anni e uno dei migliori di sempre. La freddezza con la quale il regista de 'Il passato è una terra straniera' immortala i fatti accaduti nel 2001 a Genova è impressionante. 'Diaz', vista la veridicità dei fatti, è anche uno dei film più violenti che abbia mai visto. Un film diretto, senza pietà, in tutti i sensi. La crudezza delle immagini lascia spiazzati. Il primo elemento che però lascia stupiti è la bellezza delle immagini. Ogni singola inquadratura è perfetta, studiata nel minimo dettaglio per risultare il più completa ed espressiva possibile. 'Diaz' non è un film di parte, o meglio, è un film che prende posizioni solide su fatti però incontestabili; la sciocchezza è stata fatta e ora bisogna sorbirne le conseguenze. Scioccante la rappresentazione dei dirigenti della Polizia di Stato coinvolti nell'"operazione". Il primo stadio della mia commozione è iniziato sin dal principio, quando ho subito pensato: "non è possibile che stia assistendo ad un tale spettacolo, non è possibile che in questo paese di molte parole e pochi fatti, qualcuno abbia creato un tale capolavoro". Il film prosegue e con esso aumenta l'emozione. Sin dai primi istanti regia, musica e messinscena creano un'ansia incredibile. Capisci che da un momento all'altro qualcosa esploderà. Così è stato. Cast, stuntman, scenografia, montaggio e macchina da presa danno il loro meglio nelle scene dell'irruzione nella scuola. Scene che rimandano a tempi oscuri di un passato non poi così distante, ritornano senza censure. Un po' 'Bloody Sunday' e un po' 'Schindler's List'. Manganellate, teste che sbattono sui muri, denti fracassati e altre violenze indescrivibili, ma che il film non mette a tacere, sono a mio pare la punta massima della potenza di questo capolavoro indelebile. Indimenticabili le scene che vedono protagonista la Ulrich, dosate e ben riuscite le scene con Elio Germano, stupendo il personaggio dall'uscita anti-hollywoodiana di Claudio Santamaria e bravi, bravissimi e credibilissimi tutti gli altri attori. Con orgoglio si deve sottolineare che la troupe del film è composta prevalentemente da giovani cineasti che con questo film, grazie al produttore Domenico Procacci, portano in alto il nome del nostro cinema come di rado è stato fatto di recente. Un film che parla di fatti, senza inutili giri di parole. Un film che ti travolge dal primo all'ultimo secondo, che spiazza e sconvolge, picchia e grida, soffre e piange. Il finale è il climax del film. Stupenda la ricostruzione del quartiere di Genova dove si trova la Diaz. Perfetti e impercettibili gli effetti visivi. Il montaggio concilia perfettamente le immagini di repertorio e quelle ricostruite. Fotografia e regia da Oscar, non per modo di dire. Un film che è parte della storia, di noi e di chi non ne vuole parlare. LACRIME DI SANGUE *****
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molenga
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sabato 28 aprile 2012
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impressionante.
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A volte viene da dire, ricostruendo i giorni di Genova, che la morte di Carlo Giuliani ne ha risparmiate molte altre, mese in preventivo dal governo e dalla polizia. Per quanto mi riguarda non finirò mai di ringraziare la sorte che mi spinse a evitare la partecipazione al social forum, avevo 21 anni e preferii restare a far baldoria a casa. Inoltre , da tifoso( e non ultrà, mai lanciato neanche una cartaccia allo stadio), avevo visto come il reparto celere si era preparato al G8 negli stadi per tutto l'anno precedente, visto e sentito sulla schiena.
Diaz è un docu-horror ansiogeno e claustrofobico, molto ben giratoe ben recitato. Mi accodo a chi dice che andare a vederlo è un dovere civico.
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A volte viene da dire, ricostruendo i giorni di Genova, che la morte di Carlo Giuliani ne ha risparmiate molte altre, mese in preventivo dal governo e dalla polizia. Per quanto mi riguarda non finirò mai di ringraziare la sorte che mi spinse a evitare la partecipazione al social forum, avevo 21 anni e preferii restare a far baldoria a casa. Inoltre , da tifoso( e non ultrà, mai lanciato neanche una cartaccia allo stadio), avevo visto come il reparto celere si era preparato al G8 negli stadi per tutto l'anno precedente, visto e sentito sulla schiena.
Diaz è un docu-horror ansiogeno e claustrofobico, molto ben giratoe ben recitato. Mi accodo a chi dice che andare a vederlo è un dovere civico.
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spike
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venerdì 27 aprile 2012
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un incubo
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Se queste sono le forze dell'ordine capisco perchè il nostro Paese sta degenerando. Dove non c'è Giustizia non c'è Democrazia.
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