michele 96
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domenica 15 gennaio 2012
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stupida scimmia!!!
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Meraviglioso: non posso farne a meno!!! Ottimo cast, specialmente l'interpretazione di Cesare, assolutamente il migliore della saga, ottimi effetti speciali,... Sicuramente uno dei 10 film migliori che abbia visto!!! Niente di più.
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cianoz
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venerdì 23 dicembre 2011
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ottimo film
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Un altro capitolo, sia pure prequel anziché sequel, di una saga già sfruttata oltre misura negli anni (molto) passati poteva facilmente far pensare all'ennesimo reimpasto noioso e privo di idee. Invece quest'Alba del pianeta delle scimme si dimostra decisamente godibile e ben fatto, coinvolgente e non scontato (nei limiti del possibile). Non era facile ma bisogna fare i complimenti al regista e agli sceneggiatori, perché sono riusciti a tirare fuori una storia avvincente e ben costruita partendo da una base da cui era già stato attinto pressoché tutto. Ottimo film.
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ultimoboyscout
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mercoledì 30 novembre 2011
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la rivolta degli evoluti.
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Un esperimento finito scimmiescamente male altera il DNA di un cucciolo di scimpanzè che finisce tra le braccia del ricercatore James Franco. Lo alleva, adattandogli una stanza della propria casa ma l'animale sogna l'esterno e la libertà. La storia prosegue arrampicandosi su un padre malato, un medicinale sperimentato privatamente, una veterinaria sedotta e lo scimpanzè che si fa splendidamente adulto in motion capture. Fino a quando il primate non si farà capo della ribellione dei suoi simili contro gli umani, che avrà culmine sul Golden Gate. Un'avventura ribelle si può definire questo film, un prequel rispetto a quello del 1968 con Charlton Heston, particolarmente efficace a livello visivo, eticamente gustoso ed in campo di catastrofi animali uno dei migliori in assoluto di sempre.
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Un esperimento finito scimmiescamente male altera il DNA di un cucciolo di scimpanzè che finisce tra le braccia del ricercatore James Franco. Lo alleva, adattandogli una stanza della propria casa ma l'animale sogna l'esterno e la libertà. La storia prosegue arrampicandosi su un padre malato, un medicinale sperimentato privatamente, una veterinaria sedotta e lo scimpanzè che si fa splendidamente adulto in motion capture. Fino a quando il primate non si farà capo della ribellione dei suoi simili contro gli umani, che avrà culmine sul Golden Gate. Un'avventura ribelle si può definire questo film, un prequel rispetto a quello del 1968 con Charlton Heston, particolarmente efficace a livello visivo, eticamente gustoso ed in campo di catastrofi animali uno dei migliori in assoluto di sempre. Come fu "Batman begins" è una storia delle origini, in cui si mescolano aspetti e interrogativi umanistici, filosofici, etici, ecologici e scientifici, con il tema della fine della nostra civilizzazione che è assolutamente attuale ed inesauribile. Franco è il nome di punta, ma ancora una volta è Andy Serkis a rubare la scena, digitalmente impellicciato, un ibrido digital/umano di difficilissima interpretazione che esprime tantissimo senza l'utilizzo della parola e dei dialoghi. La sceneggiatura è un altro punto di forza, interessante e soprattutto originale, legata alla saga ma totalmente libera e indipendente. Il motion capture rende poi le scimmie così umane, vere e dalle espressioni profonde tanto da riuscire a mettere a disagio lo spettatore quasi commovendolo.
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gabri88
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mercoledì 19 ottobre 2011
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molto bello
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primo film della serie che vedo...interessante, belle scene ed effetti...consigliato
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writer58
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sabato 15 ottobre 2011
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riposa in pace, darwin...
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Generalmente diffido dei prequel e dei sequel: mi paiono formule commerciali, che sfruttano il successo di un film e lo rendono simile a una fiction, a un serial dai tempi narrativi dilatati strumentalizzando l'identificazione del pubblico con i protagonisti e la vicenda narrata. "L'alba del pianeta delle scimmie", tuttavia, rappresenta un prequel atipico, poiché la "pellicola-madre" -"Il pianeta delle scimmie"- è del 1968 e il film sviluppa una sua autonoma proposta narrativa fruibile anche da chi non ha visto la pellicola di riferimento.
Come scrive Becattini nella sua bella recensione, il film rielabora i miti di Frankenstein e di Prometeo, con Cesare -la scimmia protagonista- nel ruolo di Prometeo-Spartaco e gli umani che giocano a fare Dio e preparano invece la propria rovina.
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Generalmente diffido dei prequel e dei sequel: mi paiono formule commerciali, che sfruttano il successo di un film e lo rendono simile a una fiction, a un serial dai tempi narrativi dilatati strumentalizzando l'identificazione del pubblico con i protagonisti e la vicenda narrata. "L'alba del pianeta delle scimmie", tuttavia, rappresenta un prequel atipico, poiché la "pellicola-madre" -"Il pianeta delle scimmie"- è del 1968 e il film sviluppa una sua autonoma proposta narrativa fruibile anche da chi non ha visto la pellicola di riferimento.
Come scrive Becattini nella sua bella recensione, il film rielabora i miti di Frankenstein e di Prometeo, con Cesare -la scimmia protagonista- nel ruolo di Prometeo-Spartaco e gli umani che giocano a fare Dio e preparano invece la propria rovina.
La trama è nota: in un'azienda farmaceutica di San Francisco, un giovane ricercatore sperimenta sugli scimpanzé una cura contro le demenze senili . Riesce a sintetizzare un farmaco che provoca uno straordinario sviluppo cognitivo nei primati. Cesare, figlio di una delle cavie abbattuta a causa di una reazione violenta, viene adottato dal ricercatore e, crescendo, mostra un'intelligenza molto superiore a quella dei suoi simili. Ma, insieme allo sviluppo delle funzioni intellettive, Cesare presenta bisogni umani, in primis quello della libertà. Il farmaco, che accelera lo sviluppo degli scimpanzé, si rivelerà invece letale per gli umani...
La Pellicola di Wyatt ha un ritmo molto rapido e avvincente, ibrida la fantascienza catastrofista con il racconto gotico e, sul piano della fruizione visiva ed estetica, appare un ottimo prodotto. Distaccano le scene in cui gli scimpanzé attaccano la polizia sul ponte di San Francisco o quella in cui Cesare, salito su un albero altissimo, riesce a percepire il paesaggio della baia e prende consapevolezza dell'ambiente in cui vive.
Un piccolo appunto; gli effetti speciali sono stati molto lodati e considerati funzionali all'azione. Personalmente, avrei gradito una narrazione più piana e un ricorso minore a scene troppo spettacolari per essere considerate verosimili. La sequenza in cui il capo-scimpanzé effettua un balzo in alto di almeno dieci metri per abbordare un elicottero con uomini armati che gli sparano addosso, mi è parsa sì prometeica, ma così eccessiva da generare un senso di incredulità fastidiosa.
P.S ho provato a pubblicare questa recensione sul forum, ma non riesco a visualizzarla, nonostante abbia provato a inviarla almeno tre volte. Se venissero pubblicate 3 o 4 recensioni identiche, mi scuso in anticipo...
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leooooo
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giovedì 13 ottobre 2011
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bello ma non migliore del primo
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gli effetti speciali sono fatti benissimo la storia interessante ma non supera il prima (il pianeta delle scimmie) anche se è comunque un ottimo film. magari la sceneggiatura si poteva migliorare
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paperinik
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mercoledì 12 ottobre 2011
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un po "vuoto"
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Onesto.
Visivamente bello.
Ci si immedesima abbastanza nello struggente primate.
Certo che sulla sceneggiatura si poteva spendere qualche mezz'ora in piu!
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steffi.83
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lunedì 10 ottobre 2011
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tratto da next di crichton?
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Il Film scorre velocemente e fa immedesimare gli spettatori dalla parte degli scimpanzè maltrattati e usati per gli esperimenti. Come prequel funziona, ottima anche la scelta degli attori protagonisti.
Trovo strano che nessuno abbia notato notevoli somiglianze con il romanzo Next di Crichton: una scimmia allevata in casa, che riesce a parlare e sviluppa una diatriba interiore tra il suo lato umano e il suo lato animale. Mi sembra davvero molto simile!!
[+] le similitudini sono presenti...
(di hollyver07)
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serra890
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sabato 8 ottobre 2011
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bel film
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Senza dubbio non al livello del "Pianete delle scimmie". FIlm interessante, caratterizzato da una trama intrigante e originale, incentrato soprattutto su Cesare, vero e proprio protagonista. Consigliato a tutti
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brian77
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venerdì 7 ottobre 2011
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finalmente cinema
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Fra tanti blockbuster tediosi, dominati da una concezione dell'immagine decorativa, derivata dal fumetto, ecco finalmente un film spettacolare che riesce anche ad essere energico sia dal punto di vista narrativo che visivo. C'è dentro una memoria del cinema classico americano che non è mai citazionismo esteriore, ma è materia concreta, racconto, immagine, tensione. Gli effetti speciali ci sono, eccome, ma sempre funzionali all'azione: non c'è l'azione che si ferma per farci annoiare con minuti di effetti pedanti, ma gli effetti speciali servono a rendere l'azione più incisiva. E la vicenda non è nemmeno banale, come buon peso.
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Fra tanti blockbuster tediosi, dominati da una concezione dell'immagine decorativa, derivata dal fumetto, ecco finalmente un film spettacolare che riesce anche ad essere energico sia dal punto di vista narrativo che visivo. C'è dentro una memoria del cinema classico americano che non è mai citazionismo esteriore, ma è materia concreta, racconto, immagine, tensione. Gli effetti speciali ci sono, eccome, ma sempre funzionali all'azione: non c'è l'azione che si ferma per farci annoiare con minuti di effetti pedanti, ma gli effetti speciali servono a rendere l'azione più incisiva. E la vicenda non è nemmeno banale, come buon peso. Forse meriterebbe "solo" tre stellette, ma siccome è sempre più raro vedere prodotti hollywoodiani di questo tipo con questa qualità, ne aggiungo una: se i blockbuster fossero mediamente di questo livello, andrebbero a vederli anche spettatori che sanno cos'è il cinema anziché i soliti mangiatori di popcorn.
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