djfilippo
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sabato 1 ottobre 2011
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stupendo....
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Da vedere assolutamente....
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francesco morelli
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venerdì 30 settembre 2011
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il commento di francesco morelli
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un film veramente eccezzionale, effetti speciali visivi prorpio unici, insomma un capolavoro.
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raptus
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venerdì 30 settembre 2011
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e chi se lo aspettava
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Devo dire che pur avendo seguito tutta la saga ero molto scettico su quest'ultimo, in senso cronologico, capitolo della serie delle Scimmie.
E invece mi sono trovato davanti un bel film con alcuni spunti toccanti e altri veramente elettrizzanti.
Complimenti a chi ha avuto l'idea e altrettanti a chi lo ha reso visibile.
Un solo dubbio, oramai risale a troppo tempo la visione del primo film, ma se non ricordo male iniziava con una navicella spaziale che
cadeva su un deserto.
E gli occupanti sempre se non ricordo male fuggivano da una guerra, ora in questo prequel pare che la causa della catastrofe mondiale sia di
tutt'altra natura.
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Devo dire che pur avendo seguito tutta la saga ero molto scettico su quest'ultimo, in senso cronologico, capitolo della serie delle Scimmie.
E invece mi sono trovato davanti un bel film con alcuni spunti toccanti e altri veramente elettrizzanti.
Complimenti a chi ha avuto l'idea e altrettanti a chi lo ha reso visibile.
Un solo dubbio, oramai risale a troppo tempo la visione del primo film, ma se non ricordo male iniziava con una navicella spaziale che
cadeva su un deserto.
E gli occupanti sempre se non ricordo male fuggivano da una guerra, ora in questo prequel pare che la causa della catastrofe mondiale sia di
tutt'altra natura...
Possibile che abbiamo preso un simile abbaglio ?
Piu' probabile che mi ricordi male io. ;-)
Quindi ottimo film assolutamente consigliato anche se non avete visto i precedenti.
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fabian t.
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giovedì 29 settembre 2011
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per chi si accontenta
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Non si può certo dire che "L'alba del pianete delle scimmie" sia un brutto film, ma neppure che siamo finalmente di fronte a qualcosa di originale e sorprendente per il cinema targato USA. Ancora una volta, a visione conclusa, la sensazione di aver assistito a qualcosa di artificioso, inverosimile, inconcludente, seppur spettacolarizzato ed enfatizzato dagli effetti digitali, rimane alquanto preminente. Inutile soffermarsi sulla sceneggiatura, scandalosamente priva di creatività e stile, perché tanto il concetto è chiaro: questo è l'ennesimo prodotto usa e getta, privo di sfumature e profondità concettuali (il vero elemento "alieno" dei recenti film di fantascienza).
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Non si può certo dire che "L'alba del pianete delle scimmie" sia un brutto film, ma neppure che siamo finalmente di fronte a qualcosa di originale e sorprendente per il cinema targato USA. Ancora una volta, a visione conclusa, la sensazione di aver assistito a qualcosa di artificioso, inverosimile, inconcludente, seppur spettacolarizzato ed enfatizzato dagli effetti digitali, rimane alquanto preminente. Inutile soffermarsi sulla sceneggiatura, scandalosamente priva di creatività e stile, perché tanto il concetto è chiaro: questo è l'ennesimo prodotto usa e getta, privo di sfumature e profondità concettuali (il vero elemento "alieno" dei recenti film di fantascienza). Bravi gli attori, sì, buoni gli effetti speciali (sebbene abbastanza falsi e ostentati), scorrevole la sequenza narrativa (anche perché prevedibile), lodevoli le scenografie; come negarlo? Peccato però che, a quanto pare, qualcuno ancora chiede qualcosa in più dal Cinema, che corrisponde non solo alla qualità della storia in sé, anzitutto, ma almeno alla possibilità (del tutto inesistente in questo film) di poter riflettere su quanto presentato dal assenza di prospettiva, che tradisce intenzioni alquanto limitate e preprogrammate atte a realizzare un prodotto di intrattenimento certamente efficace ma rozzetto, tagliato con la scure. I sentimenti e l'atteggiamento psicologico dei personaggi sono quanto di più stereotipato si possa avere, con un eccellente attore come John Lithgow che interpreta il povero padre malato del protagonista, trattato - nella storia - con un tale cinico distacco da far capire quanto superficiale e vuoto sia l'approccio registico con temi titanici come la malattia e il mistero dell'esistenza. Rimane allora in ripetuto primo piano lo sguardo torvo e cupo di Cesare, mosso da infinito rancore dall'inizio alla fine del film, il quale però, con tutta la ragione che possa avere nell'agire, rimane il personaggio più antipatico e improbabile di tutto il film. Prendersi troppo sul serio, poi, è il peccato mortale di questo regista che, se da un lato ha avuto il pregio di sfornare una storia non plagiata dall'originale con Charlton Heston, dall'altro - e a differenza proprio con il capolavoro di Franklin J. Schaffner - manca di quell'ironia e "sense of wonder" che avrebbe di certo giovato all'intero film. Nonché a noi, inguaribili e finti-disillusi sognatori.
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spike
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giovedì 29 settembre 2011
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prequel a metà
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Un blockbuster intelligente. Il film è ben fatto, ottima la scrittura e la regia, bravi gli attori, ottimi gli effetti speciali. Per essere un antefatto del 'Pianeta delle scimmie' però manca la spiegazione di come le scimmie hanno preso il controllo della società. ATTENZIONE SPOILER E' vero che il virus uccide gli uomini e rende le scimmie più intelligenti, ma tutto è lasciato troppo all'immaginazione dello spettatore. E' necessario un secondo capitolo che racconti questa vicenda (e con il successo che il film ha avuto negli Stati Uniti arriverà presto).
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giannafabiani
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giovedì 29 settembre 2011
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gran bel film
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Sono un estimatore di tutta la serie sia la prima 1968-1974 e sia l'ultimo diretto da tim burton nel 2001, devo dire che non mi aspettavo un prequel cosi ben congeniato.
Effettivamente nel 2001 non si capiva molto di come le scimmie prendevano il pianeta, effettivamente è l'uomo che si fa da parte, attraverso questa volta non le guerre atomiche ma con una più realistica pandemia planetaria che da un lato estingue l'uomo e dall'altro rende intelligenti le scimmie..... veramente una gran bella trovata l'idea del più aggressivo virus 113.
Da vedere assolutamente anche ai non amanti del genere.
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riccardo76
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giovedì 29 settembre 2011
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tecnologia e contenuto di altissimo livello
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Acclamato dalla critica di tutto il mondo come uno dei migliori prequel di sempre, L’Alba del Pianeta delle Scimmie s’insinua violentemente nella mente e nel cuore dello spettatore, conquistandosi un posto di tutto rispetto tra i film più belli.
Altissima è la qualità di questa pellicola, sia dal punto di vista tecnico che del contenuto. La performance capture della Weta ha fatto ulteriori passi in avanti, riuscendo a creare delle scimmie credibilissime, sia nei movimenti, che, soprattutto, nelle espressioni. Il miracolo della casa neozelandese, infatti, valendosi anche dell’esperienza dell’attore Andy Serkis – oramai un veterano in campo di recitazione con la suddetta tecnica (si pensi al Gollum de Il Signore degli Anelli) – è quello di essere riusciti a rendere incredibilmente umano il personaggio di Cesare.
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Acclamato dalla critica di tutto il mondo come uno dei migliori prequel di sempre, L’Alba del Pianeta delle Scimmie s’insinua violentemente nella mente e nel cuore dello spettatore, conquistandosi un posto di tutto rispetto tra i film più belli.
Altissima è la qualità di questa pellicola, sia dal punto di vista tecnico che del contenuto. La performance capture della Weta ha fatto ulteriori passi in avanti, riuscendo a creare delle scimmie credibilissime, sia nei movimenti, che, soprattutto, nelle espressioni. Il miracolo della casa neozelandese, infatti, valendosi anche dell’esperienza dell’attore Andy Serkis – oramai un veterano in campo di recitazione con la suddetta tecnica (si pensi al Gollum de Il Signore degli Anelli) – è quello di essere riusciti a rendere incredibilmente umano il personaggio di Cesare. C’è più umanità negli occhi di questa scimmia che in quelli degli attori, seppur di alto livello. Il cast infatti è di tutto rispetto: oltre al validissimo James Franco, oramai una garanzia, troviamo una grandissima interpretazione di John Lithgow, nel difficile ruolo di persona affetta da Alzheimer. Tuttavia la bravura dei due attori viene offuscata dall’eccezionale performance della scimmia, che si impone come il protagonista assoluto del film, conquistando subito la simpatia e la compassione del pubblico. Lo spettatore, infatti, rimane subito colpito dalla dolcezza del piccolo scimpanzé, e ne segue con partecipazione la crescita e i progressi intellettivi, condividendo con lui le emozioni che la scoperta del mondo e della vita gli provoca, fino alla rabbia e alla completa compassione per i soprusi che è costretto a subire.
Il protagonista si ritrova a scontrarsi contro problemi insormontabili che la vita offre, come l’abbandono, l’isolamento da parte dei suoi simili, la consapevolezza della propria diversità, il peso di un passato tragico e, soprattutto, la malvagità dell’uomo; problemi che lo uccidono lentamente all’interno della sua anima, portandolo a maturare una nuova personalità, più forte, basata sulla rabbia disillusa nei confronti del genere umano, ma anche sulla consapevolezza del proprio posto che deve occupare nel mondo. Sarà tale consapevolezza, insieme alla rabbia accumulata da giorni di soprusi inauditi, a spingerlo a ribellarsi contro l’uomo usurpatore e a rivendicare la propria libertà, in un assordante grido di rifiuto che squarcia il silenzio, colpisce e ammutolisce tutti, spettatore compreso. Una scena intensa, bellissima, inaspettata, che si carica di significati impliciti. Il primate acquisisce la parola, e il primo uso che ne fa è per ribellarsi: un atto linguistico, dove parola e azione si fondono, un “Nooo!” primordiale, che racchiude in sé tutti gli atti di rivolta dovuti a soprusi della storia dell’uomo. Il movimento dei diritti civili dei neri, quello delle donne, come tantissimi altri, trovano la loro origine in questo atto di parola primitivo, fatto da una scimmia, che invita a dire basta alle ingiustizie e a combattere per i propri diritti e per affermare la propria dignità. Cesare, dal Giulio Cesare di Shakespeare, diverrà il capo di un esercito di scimmie, e le guiderà verso la libertà; il novello Mosè, scampato al massacro, diverrà il profeta di un popolo di primati, e li guiderà verso la terra promessa, al di là del mare, dove finalmente potrà affermare: “Cesare è a casa!”. Ogni essere ha il suo posto nel mondo e Cesare ha trovato il suo, ma nel raggiungerlo, lascia una grande lezione all’uomo: il rispetto per la vita di ogni essere. La rivolta è infatti un grande esempio di civiltà, dove la violenza viene bandita.
Il fatto che il regista Rupert Wyatt ci mostri degli animali che rispettano la vita degli uomini quando viceversa questo non avviene la dice lunga sulla visione che esso ha della nostra società, che, giunta oramai ad un punto di non ritorno, è destinata a crollare. Molto eloquenti a tal proposito sono i titoli di coda, che lasciano lo spettatore sconvolto, il quale tuttavia, abbandona la sala carico di forti emozioni, di riflessioni e, soprattutto, con la consapevolezza di aver vissuto due ore di grande cinema.
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derriev
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mercoledì 28 settembre 2011
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uno spartacus solo più peloso
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Non mi stupirei se gli sceneggiatori del film in questione si fossero ispirati al personaggio Spartacus...
citazioni a parte, questo prequel è condito dal solito schema sci-fi american style: lo scienziato perde il controllo del suo esperimento e il risultato è catastrofico (ovviamente ci sono i soliti biechi affaristi di mezzo...) insomma: un "già visto" ormai epocale.
La cosa più banale è che lo schema comunque cerca di rendere giustizia alle scimmie che nel lontano futuro poi ci opprimeranno, quasi a voler evidenziare che si tratta solo della giusta punizione!
Bah!!... un filmetto...
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(di fabian t.)
[ - ] hai ragione
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obiscan
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mercoledì 28 settembre 2011
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ma ci sara' un seguito vero?
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TRE STELLE!
Sono stato un pò severo perchè mi aspettavo di più nel finale in quanto non si riallaccia bene, a mio parere, al vecchio film (quello di quarant'anni fa').
E' vero che ci sono dei riferimenti al vecchio film come ad esempio il lancio nello spazio e degli astronauti dispersi "LOST IN SPACE" come indicato dai giornali ma non comprendo il finale cos'ì striminzito è veloce forse perché, probabilmente, c’è l’intenzione di fare un sequel.
In questo film, per com’è il finale, è lo spettatore a dover riallacciarlo con quello vecchio immaginando la decimazione della specie umana, a causa del virus, e il prevalere della specie delle scimmie…
Ma nel VECCHIO FILM gli astronauti che atterranno sulla terra la trovano così devastata a tal punto da pensare che si trattasse di un altro pianeta.
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TRE STELLE!
Sono stato un pò severo perchè mi aspettavo di più nel finale in quanto non si riallaccia bene, a mio parere, al vecchio film (quello di quarant'anni fa').
E' vero che ci sono dei riferimenti al vecchio film come ad esempio il lancio nello spazio e degli astronauti dispersi "LOST IN SPACE" come indicato dai giornali ma non comprendo il finale cos'ì striminzito è veloce forse perché, probabilmente, c’è l’intenzione di fare un sequel.
In questo film, per com’è il finale, è lo spettatore a dover riallacciarlo con quello vecchio immaginando la decimazione della specie umana, a causa del virus, e il prevalere della specie delle scimmie…
Ma nel VECCHIO FILM gli astronauti che atterranno sulla terra la trovano così devastata a tal punto da pensare che si trattasse di un altro pianeta. Essa era stata distrutta da una probabile “guerra atomica”! Di tutto questo non c’è nessun collegamento nel film e quindi, suppongo, ci sia un seguito.
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[+] il film non si collega a quello del 1968
(di giannafabiani)
[ - ] il film non si collega a quello del 1968
[+] il film del 2001 è stato un flop!
(di obiscan)
[ - ] il film del 2001 è stato un flop!
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hollyver07
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mercoledì 28 settembre 2011
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un "prequel" corretto e piacevole
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Ciao. Interessante realizzazione di un prequel che si riallaccia correttamente al sempre valido, per quanto datato, "Il pianeta delle scimmie". La trama è stata principalmente centrata intorno alla figura dello scimpanzè Cesare (una ottima realizzazione CG) il quale presenta una caratterizzazione tale da renderlo emotivamente vicino allo spettatore. Inoltre, i personaggi umani sono stati accuratamente "orientati" per esaltare le qualità del fittizio primate, questo anche al di sopra della storia stessa. In merito, mi associo volentieri alla recensione di E. Becattini, in quanto la storia è considerevolmente "rivoluzionata" in termini di: suggestioni, motivazioni, eventi cardine ecc.
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Ciao. Interessante realizzazione di un prequel che si riallaccia correttamente al sempre valido, per quanto datato, "Il pianeta delle scimmie". La trama è stata principalmente centrata intorno alla figura dello scimpanzè Cesare (una ottima realizzazione CG) il quale presenta una caratterizzazione tale da renderlo emotivamente vicino allo spettatore. Inoltre, i personaggi umani sono stati accuratamente "orientati" per esaltare le qualità del fittizio primate, questo anche al di sopra della storia stessa. In merito, mi associo volentieri alla recensione di E. Becattini, in quanto la storia è considerevolmente "rivoluzionata" in termini di: suggestioni, motivazioni, eventi cardine ecc., rispetto agli incipit del film originale e dei sequel più o meno correlati. Ottima, scimpanzè digitalizzato a parte, la recitazione di James Franco. Il nostro ha evitato di fare la superstar e si è evidentemente accontentato di assumere una parte da cooprotagonista umano apparendo ampiamente intonato al ruolo. Bene anche John Lithgow nel ruolo del padre. Per l'aspetto tecnico... - Ottima la regìa ed il montaggio, abilmente proiettati a mantenere un buon ritmo narrativo - valida la sceneggiatura che assecondata dalla regìa ha dato abilmente spazio al background cognitivo sui vari "perchè" di collegamento al film originale (ed è opportuno attendere i titoli di coda per avere ulteriori chiarimenti)- Dialoghi... forse sono l'unica cosa sottotono del film, evidentemente e chiaramente non rappresentatavano il vero fulcro della vicenda - Davvero ottima la qualità della C.G. la quale, oserei dire... per fortuna, non rasenta la perfezione nel realismo di scene, scenari ecc.. Il resto... musiche, scenografie, make-up è tutta roba di ottimo mestiere delle produzioni USA. In sostanza... a mio avviso si tratta di un film "da cassetta" più che discreto e di sicuro appeal per molti spettatori, arricchito anche da qualche interessante spunto di riflessione sulla sperimentazione dei farmaci. Mi sento quindi di augurare una buona visione. Saluti a tutti
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