riccardo76
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mercoledì 5 ottobre 2011
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il potente grido del primate
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Acclamato dalla critica di tutto il mondo come uno dei migliori prequel di sempre, L’Alba del Pianeta delle Scimmie s’insinua violentemente nella mente e nel cuore dello spettatore. Altissima è la qualità di questa pellicola dal punto di vista tecnico. La performance capture della Weta Digital ha fatto ulteriori passi in avanti, riuscendo a creare delle scimmie credibilissime, sia nei movimenti, che, soprattutto, nelle espressioni. Il miracolo della casa neozelandese, infatti, valendosi anche dell’esperienza dell’attore Andy Serkis – oramai un veterano in campo di recitazione con la suddetta tecnica (si pensi al Gollum de Il Signore degli Anelli) – è quello di essere riusciti a rendere incredibilmente umano il personaggio di Cesare.
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Acclamato dalla critica di tutto il mondo come uno dei migliori prequel di sempre, L’Alba del Pianeta delle Scimmie s’insinua violentemente nella mente e nel cuore dello spettatore. Altissima è la qualità di questa pellicola dal punto di vista tecnico. La performance capture della Weta Digital ha fatto ulteriori passi in avanti, riuscendo a creare delle scimmie credibilissime, sia nei movimenti, che, soprattutto, nelle espressioni. Il miracolo della casa neozelandese, infatti, valendosi anche dell’esperienza dell’attore Andy Serkis – oramai un veterano in campo di recitazione con la suddetta tecnica (si pensi al Gollum de Il Signore degli Anelli) – è quello di essere riusciti a rendere incredibilmente umano il personaggio di Cesare. C’è più umanità negli occhi di questo scimpanzé che in quelli degli attori, seppur di alto livello. Il cast infatti è di tutto rispetto: oltre al validissimo James Franco, oramai una garanzia, troviamo una grandissima interpretazione di John Lithgow, nel difficile ruolo di persona affetta da Alzheimer. Tuttavia la bravura dei due attori viene offuscata dall’eccezionale performance della scimmia, che si impone come il protagonista assoluto del film, conquistando subito la simpatia e la compassione del pubblico. Lo spettatore, infatti, rimane subito colpito dalla dolcezza del piccolo scimpanzé, e ne segue con partecipazione la crescita e i progressi intellettivi, condividendo con lui le emozioni che la scoperta del mondo e della vita gli provoca, fino alla rabbia e alla completa compassione per i soprusi che è costretto a subire.
Il protagonista si ritrova a scontrarsi contro problemi insormontabili che la vita offre, come l’abbandono, l’isolamento da parte dei suoi simili, la consapevolezza della propria diversità, il peso di un passato tragico e, soprattutto, la malvagità dell’uomo; problemi che lo uccidono lentamente all’interno della sua anima, portandolo a maturare una nuova personalità, più forte, basata sulla rabbia disillusa nei confronti del genere umano, ma anche sulla consapevolezza del proprio posto che deve occupare nel mondo. Sarà tale consapevolezza, insieme alla rabbia accumulata da giorni di soprusi inauditi, a spingerlo a ribellarsi contro l’uomo usurpatore e a rivendicare la propria libertà, in un assordante grido di rifiuto che squarcia il silenzio, colpisce e ammutolisce tutti, spettatore compreso. Una scena intensa, bellissima, inaspettata, che si carica di significati impliciti. Il primate acquisisce la parola, e il primo uso che ne fa è per ribellarsi: un atto linguistico, dove parola e azione si fondono, un “Nooo!” primordiale, che racchiude in sé tutti gli atti di rivolta dovuti a soprusi della storia dell’uomo. Il movimento dei diritti civili dei neri, quello delle donne, come tantissimi altri, trovano la loro origine in questo atto di parola primitivo, fatto da una scimmia, che invita a dire basta alle ingiustizie e a combattere per i propri diritti e per affermare la propria dignità. Cesare, dal Giulio Cesare di Shakespeare, diverrà il capo di un esercito di scimmie, e le guiderà verso la vittoria; il novello Mosè, scampato al massacro, diverrà il profeta di un popolo di primati, e li guiderà verso la terra promessa, al di là del mare, dove finalmente potrà affermare: “Cesare è a casa!”. Ogni essere ha il suo posto nel mondo e Cesare troverà il suo, ma nel raggiungerlo, lascerà una grande lezione all’uomo: il rispetto per la vita di ogni essere. La rivolta è infatti un grande esempio di civiltà, dove la violenza viene bandita.
Il fatto che il regista Rupert Wyatt ci mostri degli animali che rispettano la vita degli uomini quando viceversa questo non avviene la dice lunga sulla visione che esso ha della nostra società, che, giunta oramai ad un punto di non ritorno, è destinata a crollare. Molto eloquenti a tal proposito sono i titoli di coda, che lasciano lo spettatore sconvolto, il quale tuttavia, abbandona la sala carico di forti emozioni, di riflessioni e, soprattutto, con la consapevolezza di aver vissuto due ore di grande cinema.
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qiovanni
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mercoledì 5 ottobre 2011
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3 stelle d'ufficio per il gollum zoologico.
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Non si può dare meno di 3 stelle a un film che ha richiesto uno sforzo simile e cmq con un ottima realizzazione tecnica sotto tutti i punti di vista.
Un film incentrato sul rapporto padrone-servo. In questo ricorda Frodo e Gollum o per essere ancora più cinici un qualsiasi padrone col cane al guinzaglio nel parco sotto casa... chiunque ha posseduto un cane sa che il vostro affezionato amico spesso ambisce a sedersi a tavola con i commensali umani o preferisce il sedile davanti dell'auto al portabagagli... in quest'ottica (e non posso farci nulla) il film diventa certamente grottesco e persino ridicolo.
Bella la resa fisica e caratteriale dello scimpanzè (anche se come dicevo spesso sembra un incrocio tra Scooby Doo e Gollum).
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Non si può dare meno di 3 stelle a un film che ha richiesto uno sforzo simile e cmq con un ottima realizzazione tecnica sotto tutti i punti di vista.
Un film incentrato sul rapporto padrone-servo. In questo ricorda Frodo e Gollum o per essere ancora più cinici un qualsiasi padrone col cane al guinzaglio nel parco sotto casa... chiunque ha posseduto un cane sa che il vostro affezionato amico spesso ambisce a sedersi a tavola con i commensali umani o preferisce il sedile davanti dell'auto al portabagagli... in quest'ottica (e non posso farci nulla) il film diventa certamente grottesco e persino ridicolo.
Bella la resa fisica e caratteriale dello scimpanzè (anche se come dicevo spesso sembra un incrocio tra Scooby Doo e Gollum). per il resto un filmetto noioso con una trama semplice, riassumibile in 2 righe. anche l'originale del resto non era gran chè, il primo capitolo della saga originale è imbattibile!
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nikka89
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mercoledì 5 ottobre 2011
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stupendo!!!!!
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All'inizio ero scettica, ma sono andata a vederlo insieme a degli amici. E dall'inizio alla fine mi ha preso completamente. Commovente, divertente e che lascia alla fine una riflessione. Mi ha fatto pensare molto, agli esperimenti che fà l'uomo sugli animali. Possibile che un giorno si arrivi a qualcosa del genere? Comunque mi è piaciuto tantissimo e consiglio di andarlo a vedere, è fatto molto bene e ti lascia con il fiato sospeso fino all'ultimo!
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weach
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martedì 4 ottobre 2011
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sospeso fra consapevolezza eugenetica e diversità
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Visionato al cinema il giorno 27 settembre risuonano ancora le belle immagini di un bel soggetto di fantascienza esistenziale, drammatico ,sulla diversità dell'essere, sull'alienazione, sulla solitudine.
Piace sottolineare l'impegno della regia nel rappresentare il profondo senso di solitudine che genera la diversità dell'essere, diversità che diviene incomprensione ,non comunicazione, separazione.
Il soggetto , ben congegnato, resterà nella storia della fantascienza per la sua forte caratterizzazione, le implicazioni esistenziali che emergono con potenza energetica speciale .
L'alba del pianeta delle scimmie, anno di produzione 2011, del regista Rupert Wiatt,dopo l'esordio con the Escapist.
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Visionato al cinema il giorno 27 settembre risuonano ancora le belle immagini di un bel soggetto di fantascienza esistenziale, drammatico ,sulla diversità dell'essere, sull'alienazione, sulla solitudine.
Piace sottolineare l'impegno della regia nel rappresentare il profondo senso di solitudine che genera la diversità dell'essere, diversità che diviene incomprensione ,non comunicazione, separazione.
Il soggetto , ben congegnato, resterà nella storia della fantascienza per la sua forte caratterizzazione, le implicazioni esistenziali che emergono con potenza energetica speciale .
L'alba del pianeta delle scimmie, anno di produzione 2011, del regista Rupert Wiatt,dopo l'esordio con the Escapist. si propone come film complesso dai contorni action mivies, ma anche di fantascienza esistenziale horror.
Ci piace sottolineare l'introspezione tentata e ben riuscita nel mondo "Cesare " ed il j'accuse contro il genere umano.
E'incursione sul tema della genetica , sulla morale sociale , sui sentimenti, sui sogni, in particolare quello di una consapevolezza che prende coscienza del se.
Parliamo di una società “Biopunk “, dove la tecnologia concentra tutto il suo sforzo sugli aspetti che coinvolgono la biologia molecolare e la sua manipolazione ; parliamo di eugenetica; Si parliamo di manipolazione genetica, di discriminazione genetica e di un mondo di umani insicuro che rivede le proprie follie e forse una nuova alba di civiltà senza la sua presenza: si intravede sullo sfondo una società arida , senza ethos ne pathos , dove si contrappone una spiritualità battagliera che non accetta di essere fagocitata dalla tecnologia e che si aggrappa ad un valore non manipolabile “ la capacità di sognare”.
Ma non disperdiamoci,pensiamo all'alba del pianeta delle scimmie ,anche a come a qualcosa “di caldo” per i suo contenuti lirica, estetici . trasognati ,dove gli occhi dell’uomo guardano in alto, oltre l'orizzonte, sopra le sequoie, accanto alla natura , per la natura, esattamente come” i grandi antichi“ la intendevano assorbire .
In breve , un buon film, assolutamente da vedere , parzialmente remake del Pianeta delle scimmie di Tim Burton che a me è piaciuto , come pure del film sociologico esistenziale del 1968 omonimo del regista Franklin J. Schaffner ; ma il nostro film merita rispetto perché non è remake senza anima ; anzi introduce nuove tematiche , soprattutto nuova intensità introspettiva Ma le tematiche proposte non sono affatto banali: la visone armonica dell’ uomo con il cicli della vita, la sua inviolabilità, il senso di solitudine esistenziale che portano l’uomo a confrontarsi con se stesso;
tematiche già presenta mirabilmente e rappresentate in Blade Runnerdi Ridley Scott sulla complessità esistenziale riemergono con forza ed energia ; come pure la dicotomia che emerge fra l’uomo parte del tutto e l’uomo predatore( vide 2002 la seconda odissea ).
Tante belle idee, ottimamente ispirate, profondamente sentite ma il sogno di sognare può creare veramente qualcosa di insospettabile !!!!!!!
Vibrazioni in questo film che prendono il cuore è l’anima anche per i contenuti estetici veramente speciali.
Complimenti alla regia .
Esistono tutte le condizioni per una nuova sequel??? speriamo di no!!!!!!!
Vale quattro stelle d’oro e merita di entrare, pieno titolo, nella cineteca dei classici della fantascienza .
buona visione
weach illuminati
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giacomogabrielli
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martedì 4 ottobre 2011
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un'ottima rinascita. ****
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Grande annata questa per James Franco, che dopo 127 Ore, Mangia Prega Ama e The Green Hornet, torna al cinema in un altro ottimo film. Un prequel/reboot dal grande fascino, che tiene incollati alla poltrona fino alla fine. Ottima la sceneggiatura, semplice e senza troppe pretese, bella la regia, che guarda al futuro strizzando però l'occhio anche al classico. Forse uno dei film con più effetti digitali di sempre, realizzati però in maniera raffinata dalla Weta Digital. Belle le scene di massa, come quella sul Golden Gate di San Francisco, con l'esplosione di un elicottero che rimanda ai bei action anni 80/90. Un bel ritorno anche per John Lithgow, il cattivo di Cliffhanger.
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Grande annata questa per James Franco, che dopo 127 Ore, Mangia Prega Ama e The Green Hornet, torna al cinema in un altro ottimo film. Un prequel/reboot dal grande fascino, che tiene incollati alla poltrona fino alla fine. Ottima la sceneggiatura, semplice e senza troppe pretese, bella la regia, che guarda al futuro strizzando però l'occhio anche al classico. Forse uno dei film con più effetti digitali di sempre, realizzati però in maniera raffinata dalla Weta Digital. Belle le scene di massa, come quella sul Golden Gate di San Francisco, con l'esplosione di un elicottero che rimanda ai bei action anni 80/90. Un bel ritorno anche per John Lithgow, il cattivo di Cliffhanger. Ottima interpretazione nel ruolo dello scimpanzé per Andy Serkis, il "Gollum" de Il Signore Degli Anelli. UN'OTTIMA RINASCITA ****
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jakit
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lunedì 3 ottobre 2011
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un film avvincente non lontano dalla realtà
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un film avvincente non lontano dalla realtà, e una cura che purtroppo non esiste ancora fanno si che il pubblico ricordi che
le scimmie non siano i nostri antenati ma una specie molto simile alla nostra
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weach
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domenica 2 ottobre 2011
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tra action ,eugenetica,ed armonia universale
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definitivo
l'alba del pianete delle scimmie "
anno di produzione 2011
Del regista Rupet Wiatt che dopo il suo film thriller di esordio The Escapist ci propone un film complesso dai contorni di action movie ma anche di fantascienza ed horror, ma anche un film introspettivo forte dove la regia si concentra nel definire con fermezza la " Galassia Cesare " ed il'j'accuse contro il genere umano.
E' incursione sul tema della genetica , sulla morale sociale , sui sentimenti,sulla diversità,sulla libertà ,sui sogni, in particolare un volo all'interno dello specchio del genere umano che , si riscopre per quello che è, nelle sue contraddizioni e perversioni attraverso gli occhi di Cesare, lo scimpanzé oggetto di manipolazione genetica.
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definitivo
l'alba del pianete delle scimmie "
anno di produzione 2011
Del regista Rupet Wiatt che dopo il suo film thriller di esordio The Escapist ci propone un film complesso dai contorni di action movie ma anche di fantascienza ed horror, ma anche un film introspettivo forte dove la regia si concentra nel definire con fermezza la " Galassia Cesare " ed il'j'accuse contro il genere umano.
E' incursione sul tema della genetica , sulla morale sociale , sui sentimenti,sulla diversità,sulla libertà ,sui sogni, in particolare un volo all'interno dello specchio del genere umano che , si riscopre per quello che è, nelle sue contraddizioni e perversioni attraverso gli occhi di Cesare, lo scimpanzé oggetto di manipolazione genetica.
Parliamo di una società “Biopunk “, dove la tecnologia concentra tutto il suo sforzo sugli aspetti che coinvolgono la biologia molecolare e la sua manipolazione ; parliamo di eugenetica, di questo Eldorado promesso e che mai arriva ; di un male oscuro dell'uomo , senza scrupoli, che attratto dal mito della ricchezza è disposto a dirigere la conoscenza scientifica verso percorsi , improbabili , e con conseguenze imprevedibili. Mutare un Dna significa forse riscrivere una nuova storia ,magari negando uno spazio di essere per questa umanità che faticosamente ha trovato un suo spazio di essere.
Si parliamo di manipolazione genetica, di discriminazione genetica e di un mondo di umani insicuro che rivede le proprie follie e forse una nuova alba di civiltà senza la sua presenza: si intravede sullo sfondo una società arida , senza ethos ne pathos , dove si contrappone una spiritualità battagliera che non accetta di essere fagocitata dalla tecnologia e che si aggrappa ad un valore non manipolabile “ la capacità di sognare”.
Ma non disperdiamoci,pensiamo all'alba del pianeta delle scimmie ,anche a come a qualcosa “di caldo” per i suo contenuti lirica, estetici . trasognati ,dove gli occhi dell’uomo guardano in alto, oltre l'orizzonte, sopra le sequoie, accanto alla natura , per la natura, esattamente come” i grandi antichi“ la intendevano assorbire .
In breve , un buon film, assolutamente da vedere , parzialmente remake del Pianeta delle scimmie di Tim Burton che a me è piaciuto , come pure del film sociologico esistenziale del 1968 omonimo del regista Franklin J. Schaffner ; ma il nostro film merita rispetto perché non è remake senza anima ; anzi introduce nuove tematiche , soprattutto nuova intensità introspettiva .
Ma le tematiche proposte non sono affatto banali: la visone armonica dell’ uomo con il cicli della vita, la sua inviolabilità, il senso di solitudine esistenziale che portano l’uomo a confrontarsi con se stesso;
tematiche già presenta mirabilmente e rappresentate in Blade Runner di Ridley Scott sulla complessità esistenziale riemergono con forza ed energia ; come pure la dicotomia che emerge fra l’uomo parte del tutto e l’uomo predatore( vide 2002 la seconda odissea ).
Tante belle idee, ottimamente ispirate, profondamente sentite ma il sogno di sognare può creare veramente qualcosa di insospettabile !!!!!!!
Vibrazioni in questo film che prendono il cuore è l’anima anche per i contenuti estetici veramente speciali.
Complimenti alla regia .
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domenica 2 ottobre 2011
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tra action ,eugenetica,ed armonia universale
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"l'alba del pianete delle scimmie "
anno di produzione 2011
Del regista Rupet Wiatt che dopo il suo film thriller di esordio The Escapist ci propone un film complesso dai contorni di action movie ma anche di fantascienza come horror, ma anche un film introspettivo forte dove la regia si concentra nel definire con fermezza la " Galassia Cesare " ed il'j'accuse contro il genere umano.
E' incursione sul tema della genetica , sulla morale sociale , sui sentimenti,sulla diversità,sulla libertà ,sui sogni, in particolare un volo all'interno dello specchio del genere umano che , si riscopre per quello che è, nelle sue contraddizioni e perversioni attraverso gli occhi di Cesare, lo scimpanzé oggetto di manipolazione genetica.
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"l'alba del pianete delle scimmie "
anno di produzione 2011
Del regista Rupet Wiatt che dopo il suo film thriller di esordio The Escapist ci propone un film complesso dai contorni di action movie ma anche di fantascienza come horror, ma anche un film introspettivo forte dove la regia si concentra nel definire con fermezza la " Galassia Cesare " ed il'j'accuse contro il genere umano.
E' incursione sul tema della genetica , sulla morale sociale , sui sentimenti,sulla diversità,sulla libertà ,sui sogni, in particolare un volo all'interno dello specchio del genere umano che , si riscopre per quello che è, nelle sue contraddizioni e perversioni attraverso gli occhi di Cesare, lo scimpanzé oggetto di manipolazione genetica.
Parliamo di una società “Biopunk “, dove la tecnologia concentra tutto il suo sforzo sugli aspetti che coinvolgono la biologia molecolare e la sua manipolazione ; parliamo di eugenetica, di questo Eldorado promesso e che mai arriva ; di un male oscuro dell'uomo , senza scrupoli, che attratto dal mito della ricchezza è disposto a dirigere la conoscenza scientifica verso percorsi , improbabili , e con conseguenze imprevedibili. Mutare un Dna significa forse riscrivere una nuova storia ,magari negando uno spazio di essere per questa umanità che faticosamente ha trovato un suo spazio di essere.
Si parliamo di manipolazione genetica, di discriminazione genetica e di un mondo di umani insicuro che rivede le proprie follie e forse una nuova alba di civiltà senza la sua presenza: si intravede sullo sfondo una società arida , senza ethos ne pathos , dove si contrappone una spiritualità battagliera che non accetta di essere fagocitata dalla tecnologia e che si aggrappa ad un valore non manipolabile “ la capacità di sognare”.
Ma non disperdiamoci,pensiamo all'alba del pianete delle scimmie ,anche a come a qualcosa “di caldo” per i suo contenuti lirica, estetici . trasognati ,dove gli occhi dell’uomo guardano in alto, oltre l'orizzonte, sopra le sequoie, accanto alla natura , per la natura, esattamente come” i grandi antichi“ la intendevano assorbire .
In breve , un buon film, assolutamente da vedere , parzialmente remake del Pianeta delle scimmie di Tim Burton che a me è piaciuto , come pure del film sociologico esistenziale del 1968 omonimo del regista Franklin J. Schaffner ; ma il nostro film merita rispetto perché non è remake senza anima ; anzi introduce nuove tematiche , soprattutto nuova intensità introspettiva .
Ma le tematiche proposte non sono affatto banali: la visone armonica dell’ uomo con il cicli della vita, la sua inviolabilità, il senso di solitudine esistenziale che portano l’uomo a confrontarsi con se stesso;
tematiche già presenta mirabilmente e rappresentate in Blade Runner di Ridley Scott sulla complessità esistenziale riemergono con forza ed energia ; come pure la dicotomia che emerge fra l’uomo parte del tutto e l’uomo predatore( vide 2002 la seconda odissea ).
Tante belle idee, ottimamente ispirate, profondamente sentite ma il sogno di sognare può creare veramente qualcosa di insospettabile !!!!!!!
Vibrazioni in questo film che prendono il cuore è l’anima anche per i contenuti estetici veramente speciali.
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Vale quattro stelle d’oro e merita di entrare, pieno titolo, nella cineteca dei classici della fantascienza .
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anthony73
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sabato 1 ottobre 2011
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ottimo
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Ottimo film da vedere al cinema
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nik91
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sabato 1 ottobre 2011
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l'evoluzione secondo rupert
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Un giovane ricercatore di nome Will Rodman ha prodotto e sperimentato su delle scimmie un virus che consente al cervello di rigenerare le proprie cellule, trovando così la cura per l'Alzheimer. Tuttavia lo scimpanzè, chiamato Occhiluminosi, impazzisce mettendo nel panico l'intera struttura, con conseguente chiusura del progetto e abbattimento dei primati. In seguto Robert si accorge che c'era un cucciolo nella gabbia della scimmia impazzita e Will, non avendo il coraggio di ucciderla, decide di risparmiarlo dalla soppressione e di accoglierlo a casa sua. Dopo qualche tempo lo scimpanzè, soprannominato Cesare, presenta straordinarie capacità cognitive addirittura superiori ad un suo omologo umano, imparando il linguaggio dei segni e risolvendo complicati giochi di logica.
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Un giovane ricercatore di nome Will Rodman ha prodotto e sperimentato su delle scimmie un virus che consente al cervello di rigenerare le proprie cellule, trovando così la cura per l'Alzheimer. Tuttavia lo scimpanzè, chiamato Occhiluminosi, impazzisce mettendo nel panico l'intera struttura, con conseguente chiusura del progetto e abbattimento dei primati. In seguto Robert si accorge che c'era un cucciolo nella gabbia della scimmia impazzita e Will, non avendo il coraggio di ucciderla, decide di risparmiarlo dalla soppressione e di accoglierlo a casa sua. Dopo qualche tempo lo scimpanzè, soprannominato Cesare, presenta straordinarie capacità cognitive addirittura superiori ad un suo omologo umano, imparando il linguaggio dei segni e risolvendo complicati giochi di logica. Ma crescendo dimostra in varie occasioni quanto l'ambiente di casa stia diventando troppo restrittivo, portandolo sempre di più al tracollo emotivo, finche per protteggere il padre di Will, aggredisce una persona e viene rinchiuso in un centro per primati dove nasce in lui l'odio per gli spietati esseri umani.
Ormai viviamo nell'epoca dei Prequel e dei Remake dove, i classici del cinema di ieri, vogliono essere spiegati dal sofisaticato cinema di oggi, così da colmare i buchi lasciati dai loro predecessori. Tutto ciò sembra funzionare perchè?
Una volta i film lasciavano un senso di mistero e di dubbio questo faceva in modo che la gente rimanesse incollata allo schermo, ma oggi è la voglia di sapere la storia di un personaggio o i retroscena di un film che attira il pubblico.
Ma come è andato il prequel del "Pianeta delle scimmie"?
Ci sono sostanziali aspetti positivi e alcune sottigliezze lasciate al caso in questo film.
Un primo aspetto positivo è la computer grafica delle scimmie, dato che tutti noi abbiamo avuto almeno un’esperienza di contatto indiretto con questi animali, e nel nostro cervello esiste già un’idea di come si muovono e comportano da confrontare con le immagini sullo schermo, si può dire che la differenza tra realtà e finzione in questo film è stata impercettibile, dando così merito ai grafici che hanno lavorato allo sviluppo di questo film (gli stessi di Avatar).
Un secondo aspetto positivo è stata la gestione del percorso di crescita di Cesare, curata passo dopo passo nei minimi particolari, facendoci carpire dai suoi movimenti pensieri, emozioni e tratti di genialità da parte dello scimpanzè, così da giustificare la reazione dello stesso nei confronti degli esseri umani e dando un senso morale all'intera storia.
Invece, un aspetto negativo di questo film, "sono le morti", di fatti alcuni personaggi muoiono per cause legate tra di loro ma differenti, senza alcuna necessità ai fini del film, nel disperato tentativo di far breccia nel cuore dello spettatore, ma senza riuscirci, per il sostanziale menefreghismo presente nel resto dei personaggi che non danno molto peso allo svolgersi dei fatti.
In conclusione è un buon film, che si distacca dalla trama classica della serie, narrando le origini che portarono alla nascita del "pianeta delle scimmie", stravolgendo la teoria dell'evoluzione raccontandola al contrario.
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