Rango |
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Un film di Gore Verbinski.
Con Johnny Depp, Isla Fisher, Abigail Breslin, Ned Beatty, Alfred Molina.
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Animazione,
Ratings: Kids,
durata 107 min.
- USA 2011.
- Universal Pictures
uscita venerdì 11 marzo 2011.
MYMONETRO
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Animazione d'alto Rango e colti rimandi western
di davidestanzioneFeedback: 22976 | altri commenti e recensioni di davidestanzione |
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venerdì 18 marzo 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Rango é un camaleonte in crisi d'identità, affetto da una tipologia inconsueta di mimetismo: anziché nascondersi, il nostro eroe scalpita per farsi notare e a suo modo sogna di fare l'attore (chi poteva dunque doppiarlo se non Depp, l'interprete contemporaneo camaleontico e versatile per antonomasia?). Purtroppo per lui vive da sempre in una prigione di vetro con l'unica compagnia di un pesce arancione dall'espressione a metà tra lo sbigottito e l'atterito, e i palcoscenici illustri può solo sognarli lasciando galoppare la sua multiforme immaginazione. In un kaleidoscopio di fortuiti eventi e fortunati rimbalzi, Rango viene improvvisamente catapultato nel deserto del Mojave e si ritrova di fatto in un western sui generis. Una situazione stimolante per uno che in particolare sogna di fare lo sceriffo, se non fosse che Rango é pavido, "non ha occhi da killer" e si limita a vagabondare scansando pericoli. Un giorno approda però nel peculiare borgo western di Dirt, dove si conquisterà la fiducia degli abitanti, sghembi e stralunati almeno quanto lui. Con "Rango" Gore Verbinski ha donato nuova linfa al cinema d'animazione nella variante autarchica e d'autore, al di fuori del binomio Pixar-Dreamworks: in principio fu la premiata ditta Tim Burton-Henry Selick, recentemente Wes Anderson, perfino Zack Snyder e adesso lui, il regista di The Ring e I Pirati dei Caraibi, da sempre molto avvezzo all'uso degli effetti digitali. Ma quella di Verbinski non é una dichiarazione d'amore all'animazione ("una tecnica, non un genere"), nel suo film manca quella maniacale, burtoniana volontà di costruire pupazzi di plastilina e animarli fotogramma per fotogramma: l'autore di The Mexican rifiuta la motion capture e sposa piuttosto l'emotion capture, allestendo dei veri e propri teatri di posa in cui gli attori in carne e ossa possono sbizzarrirsi nel prestare volto e voce ai loro personaggi, dal vero, in live action. Avvalendosi della sublime cifra estetica della Industrial Light & Magic e della consulenza fotografica di Roger Deakins, garanzia di classe e accuratezza, Verbinski confeziona in realtà un eccentrico e squinternato omaggio al genere americano per eccellenza, il western. "Rango", non a caso, doveva proprio essere un western nelle intenzioni originarie degli autori, ma la scrittura e l'indole bizzarra che lo "animano" ne hanno reso naturale ed organica la traslitterazione cartoonesca. Le vicende di questo camaleonte solitario e strampalato sono narrate con stile visionario, funambolico, allucinato: tra cactus che diventano sonagli, gufi narratori dall'accento ispanico e musiche rubate a Il Grande Lebowski, lo spirito del west é invocato attorno al fuoco e nelle ipercinetiche fughe su diligenze di fordiana memoria. La gustosa sceneggiatura di John Logan, alterna ma abilissima nel dosare i suoi voli pindarici, contribuisce dal canto suo a rendere il film un prodotto dal target assai variegato, sia per bambini ma (soprattutto) per adulti e colti cinefili, che possono sollazzarsi nel trovare citazioni omaggianti: Chinatown (il sindaco-tartaruga ossessionato dall'acqua), Leone, perfino Eastwood, che fa una fulminea e impagabile apparizione in paradiso lisergico al quale Rango approda in una delle sue peregrinazioni più acide. In tutto questo divertissement alcolico era facile perdersi, ma veniamo piacevolmente sorpresi da un approccio profondo, insolito e ricercato, che non disdegna temi complessi quali il progresso e l'industrializzazione selvaggia e topos del western come il lirismo degli ambienti e i soliloqui sconnessi e assorti dell'(anti)eroe decaduto ("Chi sono io? Non sono nessuno"). "Rango" é semplicemente il prodotto d'animazione più originale degli ultimi anni. Anche imperfetto, in più punti sovraccarico, ma assolutamente prezioso.
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