c.ronaldo7
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domenica 13 marzo 2011
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chi sei tu, rango?
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Gran bel film di animazione, ben studiato, con una sceneggiatura alquanto intrecciata. Questa pallicola è davvero originale, si scosta dalla classica scia dei film d'animazione. Geniale la trovata del film Western, più che altro perchè Gore Verbinski è riuscito ad elaborare la trama al meglio, perfezionando il tutto mediante scenografie e personaggi molto completi. Grande merito quindi al regista, non credevo riuscisse a trasporre il Western nell'animazione con risultati così soddisfacenti. Beh che dire, troviamo anche un Depp alienato. Pur vedendolo nel doppiaggio italiano, più e più volte il simpatico camaleonte assumeva i tratti e le espressioni di Depp, la sua presenza è sempre tangibile.
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Gran bel film di animazione, ben studiato, con una sceneggiatura alquanto intrecciata. Questa pallicola è davvero originale, si scosta dalla classica scia dei film d'animazione. Geniale la trovata del film Western, più che altro perchè Gore Verbinski è riuscito ad elaborare la trama al meglio, perfezionando il tutto mediante scenografie e personaggi molto completi. Grande merito quindi al regista, non credevo riuscisse a trasporre il Western nell'animazione con risultati così soddisfacenti. Beh che dire, troviamo anche un Depp alienato. Pur vedendolo nel doppiaggio italiano, più e più volte il simpatico camaleonte assumeva i tratti e le espressioni di Depp, la sua presenza è sempre tangibile...è forse questo il risultato straordinario dell' "emotion capture", mi sono ripromesso di vederlo nel doppiaggio originale, sarà davvero fantastico! Grande ritorno di Verbinski, grande impegno da parte di tutto il cast, il risultato è stato eccezionale. Un omaggio al grande cinema, a Clint Eastwood, e a Rango, il nuovo eroe del West...
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tuko benedicto
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domenica 13 marzo 2011
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un punto d'arrivo nella storia della pittura
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un camaleonte vive in una teca, per sopportare la solitudine è costretto a inventarsi storie, a vivere di fantasie. Improvvisamente è investito dal destino (ma meglio dire che è lui ad investire il destino) nelle fattezze di un armadillo ermetico che parla per metafore. E qui inizia l'avventura in un west polveroso, laido e (soprattutto) arido (ma nulla in confronto alla teca). il gioco è: trovare l'acqua.
quello che mi ha impressionato è:
1) la qualità dei disegni: siamo oltre la Pixar (lo so che è difficile da credere), oltre Miyazaghi. è davvero un punto d'arrivo nella storia globale della pittura. roba da spalancare la bocca.
2) i personaggi: sempre appena una mezza tacca sopra il rivoltante (e qualcuno davvero fa schifo): denti marci, pustole, escrescenze, mutilazioni, moncherini, cicatrici, peli.
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un camaleonte vive in una teca, per sopportare la solitudine è costretto a inventarsi storie, a vivere di fantasie. Improvvisamente è investito dal destino (ma meglio dire che è lui ad investire il destino) nelle fattezze di un armadillo ermetico che parla per metafore. E qui inizia l'avventura in un west polveroso, laido e (soprattutto) arido (ma nulla in confronto alla teca). il gioco è: trovare l'acqua.
quello che mi ha impressionato è:
1) la qualità dei disegni: siamo oltre la Pixar (lo so che è difficile da credere), oltre Miyazaghi. è davvero un punto d'arrivo nella storia globale della pittura. roba da spalancare la bocca.
2) i personaggi: sempre appena una mezza tacca sopra il rivoltante (e qualcuno davvero fa schifo): denti marci, pustole, escrescenze, mutilazioni, moncherini, cicatrici, peli...
3) le scene oniriche, talvolta davvero 'surreali' (nel vero senso del termine: Bunueliane: (il pistolero che invece del cavallo ha la macchinina da golf).
4) le citazioni: ma non son proprio citazioni, piuttosto reminiscenze: dagli spaghetti western (Django, anche la musica gli somiglia... ; poi "c'era una volta il west", il finale con Henry Fonda (eroe verace) che dice all'uomo nuovo (moderno non-eroe) "senza la tua carrozza sei come una tartaruga senza il guscio"; "il buono il brutto e il cattivo", "hijo de una gran putaaaa...."; ma poi anche "apocalypse now", "guerre stellari"... e chi sa quante altre.
5) Le scene d'azione: rocambolesche, veloci, esilaranti... l'inseguimento del falco è davvero da antologia.
detto questo, stranamente, e non saprei dire perché, Rango E' un film che DEVE essere visto ma che lascia una punta di insoddisfazione, un senso di incompiutezza.
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riccardo t.
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sabato 12 marzo 2011
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rango
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visivamente e tecnicamente ben fatto, questo western d'animazione è intrattenimento puro e semplice. irriverente e divertente, citazionista quanto basta e che non disdegna alcune idee coraggiose e originali che non si vedono spesso in questi prodotti.
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hollyver07
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domenica 13 marzo 2011
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tanta carne al fuoco... nel deserto!
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Ciao. Lungometraggio d'animazione un pò discosto dai consueti schemi della realizzazione di simili pellicole. Citazionista a non finire, trama, regìa, sceneggiatura , ambientazioni e musiche hanno attinto a piene mani dal filone Spaghetti-Western; voler citare tutti gli accostamenti rappresentati nel film è davvero un impresa da smaliziati cinefili del genere Western. Oltre all'avventura che "vive" Rango, il personaggio principale, la tematica di riferimento fondamentale, intorno alla quale si sviluppa tutta la vicenda, è l'acqua anzi, ad essere precisi, la necessità, la disponibilità e lo sfruttamento della risorsa stessa.
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Ciao. Lungometraggio d'animazione un pò discosto dai consueti schemi della realizzazione di simili pellicole. Citazionista a non finire, trama, regìa, sceneggiatura , ambientazioni e musiche hanno attinto a piene mani dal filone Spaghetti-Western; voler citare tutti gli accostamenti rappresentati nel film è davvero un impresa da smaliziati cinefili del genere Western. Oltre all'avventura che "vive" Rango, il personaggio principale, la tematica di riferimento fondamentale, intorno alla quale si sviluppa tutta la vicenda, è l'acqua anzi, ad essere precisi, la necessità, la disponibilità e lo sfruttamento della risorsa stessa. I personaggi e le loro fortissime caratterizzazioni sono abilmente orchestrati e gestiti in una girandola di situazioni comiche e paradossali, originando un piacevole divertimento. Nota sulla trama che non son certo di poter definire stonata, al massimo "non lineare"; si tratta del ritmo del film. Infatti, la trama possiede due distinte, chiaramente volute, fasi. Nella prima, per almeno i tre quarti della pellicola, la narrazione scorre apparentemente senza pause ad un ritmo quasi frenetico. La seconda fase, più ridotta come durata, è contraddistinta da una violenta riduzione del ritmo narrativo, assecondando cosi le (oniriche?) scene da miraggio desertico che coinvolgono "Rango"; strana scelta, perlomeno per un film d'animazione. Riprendendo un precedente commento, mi permetto una nota sul doppiaggio italiano. La fortissima connotazione "stilistica" di Johnny Depp, presente nel personaggio principale (alias Rango) necessitava, a mio avviso, della stessa voce doppiatrice generalemente associata a Depp, ovvero Fabio Boccanera. Quanto affermato non intende sminuire la professionalità di Nanni Baldini, non è mia intenzione; si tratta di una questione puramente cognitiva, nei confronti della consueta voce di Depp. Ad ogni buon conto, in sintesi, un film davvero molto divertente che non predilige una sola tipologìa di pubblico e merita d'essere visto. Saluti a tutti
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giaky
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domenica 27 marzo 2011
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adesso... si cavalca.
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Notevole, davvero. Interessante per la ripresa del genere, che porta con sè, oltre ad immagini quasi vuote (eppure così ricche) e ad una splendida colonna sonora (stupefacente la cavalcata delle valchirie arrangiata col banjo), grandi idee, come la riflessione sull'essere, le ambizioni e i sogni mai realizzati di un camaleonte reso più umano che mai da Verbinsky (e c'è da dire, magistralmente). Moderno e originale, può senz'altro considerarsi un film da quattro stelle e mezzo (se non cinque).
[+] hai tolto le parole di bocca aimiei figli
(di fuak6976)
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gianmaria91
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lunedì 14 marzo 2011
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personaggi animati per un western reale
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La trama è estremamente semplice - checché se ne dica, il citazionismo che Verbinski ha dimostrato di avere con questo film non ha nulla di male, anzi. Ha preso il vecchio, l'ha riadattato e ha creato il nuovo - ancora una volta, come recitano diverse recenzioni sui "Pirati dei Caraibi", ha fatto propria la materia e l'ha plasmata a suo piacimento.
I personaggi ci sono. Sono reali, concreti - anche se, purtroppo, animati. Johnny Depp vive con la pelle rugosa e verde di un camaleonte, ma è impeccabile: toni, gesti, espressioni - tutto perfetto. E già questo, un grande attore dietro un grande personaggio animato, è tanto. Ma poi si aggiunge una colonna sonora fantastica, degna del miglior Morricone: comparsate a non finire e citazioni - di quelle buone, che non guastano mai - per far cambiare il ritmo della storia.
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La trama è estremamente semplice - checché se ne dica, il citazionismo che Verbinski ha dimostrato di avere con questo film non ha nulla di male, anzi. Ha preso il vecchio, l'ha riadattato e ha creato il nuovo - ancora una volta, come recitano diverse recenzioni sui "Pirati dei Caraibi", ha fatto propria la materia e l'ha plasmata a suo piacimento.
I personaggi ci sono. Sono reali, concreti - anche se, purtroppo, animati. Johnny Depp vive con la pelle rugosa e verde di un camaleonte, ma è impeccabile: toni, gesti, espressioni - tutto perfetto. E già questo, un grande attore dietro un grande personaggio animato, è tanto. Ma poi si aggiunge una colonna sonora fantastica, degna del miglior Morricone: comparsate a non finire e citazioni - di quelle buone, che non guastano mai - per far cambiare il ritmo della storia.
Ho letto da qualche parte "troppa carne al fuoco". Forse sì, ma anche - e spero con tutto me stesso che concordiate con me - no.
Il fatto che Verbinski non dimentichi i grandi del cinema, ed anzi arrivi persino ad usare un Eastwood animato nei panni di un "Buono" invecchiato, non deve far pensare male. E' una cosa da apprezzare. E poi, intendiamoci, non c'è un semplice "copia/incolla". Tutto viene rivisto e trasposto; tutto viene rivisitato e, in buona parte, cambiato.
La storia scorre veloce, non è pesante - non come alcuni vogliono far credere, almeno.
"Rango" è forse uno di quei capolavori del "nuovo" cinema d'animazione che - incassi buoni o no - fa la storia. E non solo per il "castone" che c'è dietro: ma perché prima ancora di essere un cartone per bambini, è un western per adulti. Ci sono tutti: dall'eroe indomabile al cattivo viscerale; il corrotto, la bella ribelle e l'innocente. L'unica nota dolente, per me, è proprio il fatto che sia un cartone, e non un film "vero".
Il mio non vuole essere un ruffianismo di bassa lega, ma davvero non c'è niente da criticare. E sono sicuro che buona parte degli amanti dei western la pensa come me.
Si parla di un altro film, sempre ambientato nel selvaggio Ovest, di Verbinski: che arrivi, finalmente, un nuovo tassello per un mosaico oramai dimenticato?
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linus2k
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domenica 27 marzo 2011
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ottima animazione per un bel film
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Da anni ormai l’animazione non è più solo una tecnica per raccontare favole ai bambini, ma un linguaggio cinematografico importante che permette di andare oltre i generi e di comunicare ad un ampissimo range di persone.
La qualità della resa d’immagine ormai rasenta l’incredibile e, 3D o non 3D, con occhialini o senza, il realismo degli ultimi film presentati è impressionante.
Questo preambolo per parlare di Rango, uno dei più interessanti gioiellini di animazione degli ultimi anni, stavolta lontano dai colossi Dreamworks e Pixar sebbene dai 2 colossi ha ereditato l’ottima capacità di raccontare storie e l’uso del citazionismo cinematografico, tipico dei film della casa di Spielberg.
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Da anni ormai l’animazione non è più solo una tecnica per raccontare favole ai bambini, ma un linguaggio cinematografico importante che permette di andare oltre i generi e di comunicare ad un ampissimo range di persone.
La qualità della resa d’immagine ormai rasenta l’incredibile e, 3D o non 3D, con occhialini o senza, il realismo degli ultimi film presentati è impressionante.
Questo preambolo per parlare di Rango, uno dei più interessanti gioiellini di animazione degli ultimi anni, stavolta lontano dai colossi Dreamworks e Pixar sebbene dai 2 colossi ha ereditato l’ottima capacità di raccontare storie e l’uso del citazionismo cinematografico, tipico dei film della casa di Spielberg.
Rango è fondamentalmente un film potente, originale nella narrazione, epico in molte scene d’azione, spassoso e con personaggi perfettamente delineati… unica pecca la trama forse un po’ troppo poco originale.
La storia segue un plot conosciuto e per certi versi riconducibile a tanti altri film precedenti, primo tra tutti “Z la formica”, la classica storia dell’eroe per caso… ma la narrazione fa decisamente la differenza.
In un’ambientazione western spaventosamente credibile, animali antropomorfizzati danno vita ad uno dei più spassosi omaggi cinematografici, con riferimenti non solo a tutto il genere, dagli spaghetti western di Sergio Leone, fino l’ormai quasi mitologico “Mezzogiorno di fuoco” (la cui scena del duello ha qui l’ennesimo, nuovo, interessante remake), ma anche a film come “Paura e delirio a Las Vegas”, “Guerre stellari”, “il Signore degli anelli”.
Un film assolutamente da vedere e che sicuramente farà divertire più gli adulti dei bambini…
(menzione speciale alla piccola Priscilla, versione toporagno di Mercoledì Addams ed al coro di gufi mariachi… esilaranti!)
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davidestanzione
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venerdì 18 marzo 2011
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animazione d'alto rango e colti rimandi western
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Rango é un camaleonte in crisi d'identità, affetto da una tipologia inconsueta di mimetismo: anziché nascondersi, il nostro eroe scalpita per farsi notare e a suo modo sogna di fare l'attore (chi poteva dunque doppiarlo se non Depp, l'interprete contemporaneo camaleontico e versatile per antonomasia?). Purtroppo per lui vive da sempre in una prigione di vetro con l'unica compagnia di un pesce arancione dall'espressione a metà tra lo sbigottito e l'atterito, e i palcoscenici illustri può solo sognarli lasciando galoppare la sua multiforme immaginazione. In un kaleidoscopio di fortuiti eventi e fortunati rimbalzi, Rango viene improvvisamente catapultato nel deserto del Mojave e si ritrova di fatto in un western sui generis.
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Rango é un camaleonte in crisi d'identità, affetto da una tipologia inconsueta di mimetismo: anziché nascondersi, il nostro eroe scalpita per farsi notare e a suo modo sogna di fare l'attore (chi poteva dunque doppiarlo se non Depp, l'interprete contemporaneo camaleontico e versatile per antonomasia?). Purtroppo per lui vive da sempre in una prigione di vetro con l'unica compagnia di un pesce arancione dall'espressione a metà tra lo sbigottito e l'atterito, e i palcoscenici illustri può solo sognarli lasciando galoppare la sua multiforme immaginazione. In un kaleidoscopio di fortuiti eventi e fortunati rimbalzi, Rango viene improvvisamente catapultato nel deserto del Mojave e si ritrova di fatto in un western sui generis. Una situazione stimolante per uno che in particolare sogna di fare lo sceriffo, se non fosse che Rango é pavido, "non ha occhi da killer" e si limita a vagabondare scansando pericoli. Un giorno approda però nel peculiare borgo western di Dirt, dove si conquisterà la fiducia degli abitanti, sghembi e stralunati almeno quanto lui. Con "Rango" Gore Verbinski ha donato nuova linfa al cinema d'animazione nella variante autarchica e d'autore, al di fuori del binomio Pixar-Dreamworks: in principio fu la premiata ditta Tim Burton-Henry Selick, recentemente Wes Anderson, perfino Zack Snyder e adesso lui, il regista di The Ring e I Pirati dei Caraibi, da sempre molto avvezzo all'uso degli effetti digitali. Ma quella di Verbinski non é una dichiarazione d'amore all'animazione ("una tecnica, non un genere"), nel suo film manca quella maniacale, burtoniana volontà di costruire pupazzi di plastilina e animarli fotogramma per fotogramma: l'autore di The Mexican rifiuta la motion capture e sposa piuttosto l'emotion capture, allestendo dei veri e propri teatri di posa in cui gli attori in carne e ossa possono sbizzarrirsi nel prestare volto e voce ai loro personaggi, dal vero, in live action. Avvalendosi della sublime cifra estetica della Industrial Light & Magic e della consulenza fotografica di Roger Deakins, garanzia di classe e accuratezza, Verbinski confeziona in realtà un eccentrico e squinternato omaggio al genere americano per eccellenza, il western. "Rango", non a caso, doveva proprio essere un western nelle intenzioni originarie degli autori, ma la scrittura e l'indole bizzarra che lo "animano" ne hanno reso naturale ed organica la traslitterazione cartoonesca. Le vicende di questo camaleonte solitario e strampalato sono narrate con stile visionario, funambolico, allucinato: tra cactus che diventano sonagli, gufi narratori dall'accento ispanico e musiche rubate a Il Grande Lebowski, lo spirito del west é invocato attorno al fuoco e nelle ipercinetiche fughe su diligenze di fordiana memoria. La gustosa sceneggiatura di John Logan, alterna ma abilissima nel dosare i suoi voli pindarici, contribuisce dal canto suo a rendere il film un prodotto dal target assai variegato, sia per bambini ma (soprattutto) per adulti e colti cinefili, che possono sollazzarsi nel trovare citazioni omaggianti: Chinatown (il sindaco-tartaruga ossessionato dall'acqua), Leone, perfino Eastwood, che fa una fulminea e impagabile apparizione in paradiso lisergico al quale Rango approda in una delle sue peregrinazioni più acide. In tutto questo divertissement alcolico era facile perdersi, ma veniamo piacevolmente sorpresi da un approccio profondo, insolito e ricercato, che non disdegna temi complessi quali il progresso e l'industrializzazione selvaggia e topos del western come il lirismo degli ambienti e i soliloqui sconnessi e assorti dell'(anti)eroe decaduto ("Chi sono io? Non sono nessuno"). "Rango" é semplicemente il prodotto d'animazione più originale degli ultimi anni. Anche imperfetto, in più punti sovraccarico, ma assolutamente prezioso.
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hidalgo
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venerdì 18 marzo 2011
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curioso, originale e divertente
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Originale e divertente questo western-cartoon diretto dall'ex regista piratesco Gore Verbinski. Rango è un curioso camaleonte di città, con la curiosa fissazione della recitazione, che dopo un curioso incidente viene (letteralmente) catapultato nel deserto per andare incontro al suo curioso destino che lo attende nella città di Polvere con i suoi curiosi abitanti. Verbinski "prende le distanze" da tutti gli altri cartoon visti finora, omaggia il mito del West e in particolare di Sergio Leone e del suo "Uomo Senza Nome", fa divertire grandi e piccini con un film fatto benissimo a livello visivo, molto più "serio" di quello che uno può immaginare dal trailer e per questo, a volte, poche volte, tende un pò a calare di ritmo e di interesse.
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Originale e divertente questo western-cartoon diretto dall'ex regista piratesco Gore Verbinski. Rango è un curioso camaleonte di città, con la curiosa fissazione della recitazione, che dopo un curioso incidente viene (letteralmente) catapultato nel deserto per andare incontro al suo curioso destino che lo attende nella città di Polvere con i suoi curiosi abitanti. Verbinski "prende le distanze" da tutti gli altri cartoon visti finora, omaggia il mito del West e in particolare di Sergio Leone e del suo "Uomo Senza Nome", fa divertire grandi e piccini con un film fatto benissimo a livello visivo, molto più "serio" di quello che uno può immaginare dal trailer e per questo, a volte, poche volte, tende un pò a calare di ritmo e di interesse. Ma sono solo momenti, frazioni. Complessivamente Rango è una goduria, con i suoi "polveriniani" simpaticissimi e alcune gag davvero buone (Rango che si nasconde nel distributore automatico con il falco che trova e inserisce la moneta per tirarlo giù è un autentico colpo di genio). Forte anche l'entrata in scena dell'annunciato Jack Sonagli, ultimo fuorilegge del West insieme a Rango, i cui destini si uniranno dopo essere stati avversi e che consentirà all'eroico (?) camaleonte - che nelle movenze, oltre che alla voce originale, sembra proprio Johnny Depp/Jack Sparrow -, di rimanere vivo e vegeto nella ormai sua Polvere con tanto di stella al petto.
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f.cambiaso
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domenica 20 marzo 2011
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interessante, divertente, originale
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Uno dei più bei film di animazioni visti, di quelli che una volta finiti, ti lasciano soddisfatti come pochi.
Bellissima la grafica, accattivante, scenografica e molto realistica per un film di animazione. Trama scorrevole, decisamente divertente e a tratti incisiva nel lanciare un messaggio riflessivo allo spettatore.
Rango non è solo un film spettacolare per l'animazione, ma anche per la trama del tutto originale, nella colonna sonora adatta alle circostanze del film e molto sagace nell'usare l'immagine e l'ambientazione nel deserto come metafora della vita. Deserto pieno di insidie, lotte per la sopravvivenza tra gli animali-abitanti stessi e della prevalenza dei forti sui deboli.
Ma non è solo la classica lotta in cui alla fine vincono i buoni, ma la vittoria del piccolo camaleonte, espressione di tutte le debolezze e sentimenti umani, dalla paura, all'inquietudine ("chi sono io?"), vanità, esibizionismo, sentimento e ironia, sui forti della natura, con sagacia, astuzia e intelligenza.
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Uno dei più bei film di animazioni visti, di quelli che una volta finiti, ti lasciano soddisfatti come pochi.
Bellissima la grafica, accattivante, scenografica e molto realistica per un film di animazione. Trama scorrevole, decisamente divertente e a tratti incisiva nel lanciare un messaggio riflessivo allo spettatore.
Rango non è solo un film spettacolare per l'animazione, ma anche per la trama del tutto originale, nella colonna sonora adatta alle circostanze del film e molto sagace nell'usare l'immagine e l'ambientazione nel deserto come metafora della vita. Deserto pieno di insidie, lotte per la sopravvivenza tra gli animali-abitanti stessi e della prevalenza dei forti sui deboli.
Ma non è solo la classica lotta in cui alla fine vincono i buoni, ma la vittoria del piccolo camaleonte, espressione di tutte le debolezze e sentimenti umani, dalla paura, all'inquietudine ("chi sono io?"), vanità, esibizionismo, sentimento e ironia, sui forti della natura, con sagacia, astuzia e intelligenza.
Una riflessione apportata con leggiadria per tutti, piccoli e grandi soprattutto, anche sull'importanza dell'acqua, fonte primaria di vita per la natura (il deserto e la sua fauna) e per l'esistenza umana (la città costruita al di là della strada e in procinto di espansione dotandola prima di tutto della necessità idrica).
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