Forgiatosi (e in passato basatosi non poco) sulle dinamiche estetico-formali dell'espressionismo tedesco e sulle opere teatrali cui frequentemente assisteva da ragazzo insieme alla nonna (elementi che con questo film televisivo della durata inferiore a un'ora non hanno praticamente alcun legame..), Argento firma uno dei suoi prodotti recenti (siamo nel 2005) più modesti in termini di ambizioni e di dispiegamento di mezzi ma paradossalmente anche uno dei suoi film tardi più (per così dire) riusciti, e ciò la dice lunga sul livello della sua Argenteria registica di più fresca lucidatura...
Al di là dell'etichetta americaneggiante di per sé ostile alla sperimentazione neoclassicista del maestro del brivido nostrano, vi sono svariati omaggi alla cinematografia cannibalesca, ora pennellati ora smaccati, che, senza mai risultare sovraccarichi ma fungendo più che altro da "supporti", confluiscono nella caratterizzante estetica disturbante e vomitevole (di per sé non rilegata a poche, propulsive scene, ma quasi preponderante in termini di minutaggio;si tratta forse dello stilema più audace del mediometraggio..) della rivoltante freak che funge da irrefrenabile, emovorace protagonista, la jenifer del titolo perlappunto:inquietanti pupille nerissime, labbra putrescenti e corpo da pin-up.
L'autore di "Suspiria" e "Il cartaio" (i due picchi antiteticamente agli antipodi della sua carriera), coaudivato dal liberism produttivo nocturnamente orientato di Mick Garris e dalla carta bianca concessagli (visti anche gli orari destinati alla serie Masters of Horror, serie tv trasmessa sull'emittente via cavo Showtime in America e italia, manco a dirlo, da sky) ritrova per sua stessa ammissione "lo spirito giusto per raccontare le storie estreme di un tempo" in uno dei suoi horror ,perlomeno a livello estetico, più postmodernamente antiretro, chiaramente preconcepito ad hoc per la tv americana, ma anche a più alto tasso simbolico:protagonista come detto una ragazza corporalmente bellissima e desiderabilmente mozzafiato, ma dal volto devastato e assetato di sangue, emblema di un male eternamente in agguato, occultato(si) sotto mentite spoglie ma constantemente pronto alla ribalta, sanguinaria e cinematografica.
Supportato da ottime musiche formicolanti, meno efficaci di taluni inusitati vertici argentiani ma comunque azzeccate, niente di più e niente di meno di un horroretto splattertrash che Argento sviscera con collaudato mestiere autorialossessivo, sciorinando sullo schermo malcapitati gatti selvaggiamente sbudellati, pulsioni erotiche sessualmente pastrugnanti ma anche ripugnantemente rivoltanti e scantonando con ergonomica&facilona naturalezza in un pornohorror distillato, onesto, senza troppe pretese ma con molte azzeccate mossette.
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