molly bloom
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giovedì 29 settembre 2011
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un piccolo capolavoro!
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Un film lieve ma profondo. Poesia e ironia. Grazia e malinconia. Laguna e mare.
Un piccolo capolavoro! con una grande protagonista e un giovane e promettente regista. Da vedere!
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bandy
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domenica 25 settembre 2011
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io sono li
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Bello e triste questo film.
Finalmente un film italiano decente...
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flyanto
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domenica 25 settembre 2011
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una vita all'insegna di enormi sacrifici e rinunci
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Film che, attraverso la vita quotidiana estremamente irta di difficoltà di un'immigrata cinese, affronta la tematica delle condizioni delle popolazioni straniere in Italia. Molto interessante e toccante l'incontro tra culture diverse. Delicato e malinconico, come il paesaggio lagunare di Chioggia che ne fa da sfondo.
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melania
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domenica 25 settembre 2011
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bellissimo film
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E' un film delicato,profondo,è come ascoltare un brano musicale,una sinfonia.Ha un tocco leggero,l'attrice Zhao Tao è magnifica,bravissimo anche Rade Sherbedgia.La relazione che nasce tra Li e il "poeta"colpisce per l'assenza di scene d'amore e per la profondità dei sentimenti che si esprime con poetica leggerezza e dà molte emozioni.Un film da vedere.
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angelo umana
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venerdì 23 settembre 2011
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la laguna è femmina il mare è maschio
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In “Cose dell’altro mondo” avevamo visto gli extracomunitari imprescindibili come forza lavoro, in “Io sono Lì” scopriamo che hanno pure dei sentimenti … e solo i cuori aperti possono percepirli. Come quello di Bepi, naturalizzato “chioggiotto” (siamo sempre in Veneto) dopo 30 anni dall’aver lasciato la Jugoslavia, che vive solo, soprannominato “poeta” dagli amici che frequentano l’Osteria Paradiso, in realtà uno che trova spesso rime lievi da dare ai suoi pensieri. In questa osteria viene “trasferita” a lavorare la cinese Lì, coloro che l’hanno fatta arrivare pretendono da lei il riscatto del debito che chi viene in Italia si assume, finché non arriverà quella che gli emigranti chiamano “la notizia”: solo allora saranno affrancati dai loro capi e potranno lavorare solo per sé, e Lì potrà far arrivare il suo bambino di 8 anni che vive col nonno in Cina.
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In “Cose dell’altro mondo” avevamo visto gli extracomunitari imprescindibili come forza lavoro, in “Io sono Lì” scopriamo che hanno pure dei sentimenti … e solo i cuori aperti possono percepirli. Come quello di Bepi, naturalizzato “chioggiotto” (siamo sempre in Veneto) dopo 30 anni dall’aver lasciato la Jugoslavia, che vive solo, soprannominato “poeta” dagli amici che frequentano l’Osteria Paradiso, in realtà uno che trova spesso rime lievi da dare ai suoi pensieri. In questa osteria viene “trasferita” a lavorare la cinese Lì, coloro che l’hanno fatta arrivare pretendono da lei il riscatto del debito che chi viene in Italia si assume, finché non arriverà quella che gli emigranti chiamano “la notizia”: solo allora saranno affrancati dai loro capi e potranno lavorare solo per sé, e Lì potrà far arrivare il suo bambino di 8 anni che vive col nonno in Cina.
I due cuori aperti si conoscono e si avvicinano, nella laguna il “casone” da pescatore di Bepi sarebbe un loro nido ideale ma l’organizzazione cinese non ammette rapporti coi residenti che vadano oltre quelli di servizio, e sia, ma ciò che risulta incomprensibile, forse incongruo o inverosimile nel film, è l’ignoranza della cerchia di amici di Bepi che non vedono di buon occhio questa frequentazione. Pareva che un’amicizia italo-orientale, tra uomo e donna, fosse già sdoganata. Qualche anno fa in un film di Lino Toffolo, anch’egli veneziano, un vetraio intesseva una relazione con una donna asiatica. Questa avversità ambientale verso una relazione inter-razziale era attuale (ale, ale, ale) forse 30 anni fa, in un bellissimo film dove un’italiana (forse Pamela Villoresi, ma non ci giurerei) si innamorava di un negro. Incredibile che degli amiconi chioggiotti vedano con sospetto l’amicizia tra Bepi e Lì.
E’ un bellissimo film, forse un’opera d’arte pure se sembra nascere con poche pretese. Andrebbe fatto vedere a tutti i nostri ragazzi, così, per prepararsi al “nuovo impero”… o quanto meno per rendersi conto della forza e della pazienza delle popolazioni che si stabiliscono in Italia, dei sacrifici che sono disposti ad accettare per assicurarsi un futuro. Tutto questo vediamo in Shun Lì, la magnifica attrice Zhao Tao che sta perfettamente, millimetricamente e disciplinata nella sua parte. Per contro i frequentatori “indigeni” del bar sembrano una razza in decadenza, destinata alla consunzione (il raggiungimento della pensione equivale a non avere più “un c… da fare”). Eppure gli “amici” del bar sono nulla di meno di Giuseppe Battiston, Roberto Citran e Marco Paolini, mentre Bepi è Rade Sherbedgia, affascinante. E’ merito loro, comunque,di suggerirci una vita semplice, senza tanti “schei”, senza macchine e ascensori.
Numerose le suggestioni che fanno desiderare di avere il film in una propria videoteca: le Alpi così nitide ed imponenti viste dalla laguna di Chioggia; il paesaggio veneto, quasi banale per chi lo vede spesso, sembra una preziosità in questo film; i lumini che i cinesi accendono e fanno galleggiare nell’acqua per celebrare il loro poeta; le lettere della mamma al figlio che, come le canzoni, “nascono da sole, vengono fuori già con le parole” (by Vasco Rossi); l’idea che la laguna è femmina e perciò calma, paziente, mentre il mare è maschio, sempre in movimento (o in affanno?); le "canocie" preparate da cinesi e i "ciodi" che in veneziano sono i debiti. La musica delle ultime immagini sembra un inno alla vita, o all’amicizia inter-razziale. Sprizza salute il cinema italiano.
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(di angeloumana)
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cinemamania
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venerdì 16 settembre 2011
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io sono li: un gioiellino piccolo ma prezioso!
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Io sono Li ha due significati. Li è una ragazza cinese emigrata in Italia col pensiero fisso rivolto verso suo figlio di otto anni rimasto in Cina. Il lavoro le è necessario per pagare la cosiddetta mafia cinese e consentire, quindi, che venga pagato anche il viaggio del piccolo che è al momento accudito dal nonno nel paese natìo. Io sono lì (questa volta con l’iniziale minuscola e con l’accento) vuol anche significare che la ragazza lavora in Italia ma emotivamente è tutta lì (in Cina) accanto al figliolo. La bellissima regia è di Andrea Segre e gli interpreti sono Zhao Tao, Rade Sherbedgia, Marco Paolini, Roberto Citran e Giuseppe Battiston.
Ho avuto la piacevole possibilità di assistere alla proiezione della Prima Assoluta alla Mostra del Cinema di Venezia in una sala Darsena affollata all’inverosimile; erano presenti anche tutti i componenti del cast.
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Io sono Li ha due significati. Li è una ragazza cinese emigrata in Italia col pensiero fisso rivolto verso suo figlio di otto anni rimasto in Cina. Il lavoro le è necessario per pagare la cosiddetta mafia cinese e consentire, quindi, che venga pagato anche il viaggio del piccolo che è al momento accudito dal nonno nel paese natìo. Io sono lì (questa volta con l’iniziale minuscola e con l’accento) vuol anche significare che la ragazza lavora in Italia ma emotivamente è tutta lì (in Cina) accanto al figliolo. La bellissima regia è di Andrea Segre e gli interpreti sono Zhao Tao, Rade Sherbedgia, Marco Paolini, Roberto Citran e Giuseppe Battiston.
Ho avuto la piacevole possibilità di assistere alla proiezione della Prima Assoluta alla Mostra del Cinema di Venezia in una sala Darsena affollata all’inverosimile; erano presenti anche tutti i componenti del cast. Grandi applausi al momento dell’ingresso in sala di attori, regista, produttori e altre maestranze; altri lunghissimi applausi alla conclusione del film! Un vero gioiellino, una piccola opera d’arte che consiglio di vedere a tutti.
Shun Li è una giovane cinese che lavora in una grande sartoria romana. E’ una infaticabile lavoratrice. Il capo la trasferisce improvvisamente, e senza spiegarle il motivo, a Chioggia per lavorare come barista in una osteria. Impara velocemente il mestiere e impara anche a conoscere la clientela (in gran parte pescatori della laguna). Tra questi c’è il Bepi, un anziano pescatore che trent’anni prima era immigrato, anche lui, dalla vicina Jugoslavia ai tempi di Tito. La tenera amicizia tra i due immigrati viene male interpretata sia dalla comunità cinese che da quella veneta. I pregiudizi e i pettegolezzi diventano macigni.
La parlata veneta dei tre pilastri Marco Paolini, Roberto Citran e Giuseppe Battiston fa da contraltare a quella cinese di Zhao Tao (Shun Li) e a quella italiana di Rade Sherbedgia (Bepi). Questo colorato e variegato insieme di culture e lingue viene perfettamente sorretto da una profonda e simpaticissima sceneggiatura. La serenità dei pescatori nelle chiacchiere da bar trova il suo apice nell’umanissimo divertimento che emana dai tre amici (Paolini, Citran e Sherbedgia) nelle loro dissertazioni. E' da incorniciare la scena della discussione sulla maniera cinese di cucinare le "canocie". La tenerezza e delicatezza dell’interpretazione di Zhao Tao e Rhade Sherbedgia colpiscono al cuore e commuovono senza mai né impietosire né esagerare.
Una storia che cattura ed emoziona. Raccontata tremendamente bene. Il quarto d’ora di applausi finali scroscianti, con standing ovation in onore all’intero cast, sono stati strameritati.
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francesco51
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sabato 10 settembre 2011
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molto bello
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Bella la storia, la laguna, Chioggia .....
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