francesca meneghetti
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martedì 13 dicembre 2011
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all'ombra dell'ultimo sole...
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"Io sono Li" così si presta ad una recensione comparativa, con riferimento “Terraferma” di Crialese. Entrambi si svolgono in località di mare, abbastanza chiuse e isolate, in cui si innestano elementi “estranei”. E' la nuda verità del presente, che i due film riprendono con una spiccata vocazione realistica, come già aveva fatto per un contesto montano Giorgio Dirittti (Il Vento fa il suo giro).
In entrambi i casi, di fronte agli stranieri (da una parte in odore di clandestinità, dall'altra di mafia), si delinea un conflitto nella comunità originaria: se i refrattari prevalgono, due figure solitarie non rinunciano all'umanità e al buon senso: sono due vecchi(e bellissimi) pescatori dalle “lanose gote”, quasi due incarnazioni del pescatore della canzone di De Andrè.
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"Io sono Li" così si presta ad una recensione comparativa, con riferimento “Terraferma” di Crialese. Entrambi si svolgono in località di mare, abbastanza chiuse e isolate, in cui si innestano elementi “estranei”. E' la nuda verità del presente, che i due film riprendono con una spiccata vocazione realistica, come già aveva fatto per un contesto montano Giorgio Dirittti (Il Vento fa il suo giro).
In entrambi i casi, di fronte agli stranieri (da una parte in odore di clandestinità, dall'altra di mafia), si delinea un conflitto nella comunità originaria: se i refrattari prevalgono, due figure solitarie non rinunciano all'umanità e al buon senso: sono due vecchi(e bellissimi) pescatori dalle “lanose gote”, quasi due incarnazioni del pescatore della canzone di De Andrè.
Entrambi sanno il valore delle cose e perciò sfidano i pregiudizi di amici e parenti (persino le leggi in “Terraferma”) trovandosi a proteggere due giovani madri, sole, in balia di ferree regole dettate dall'organizzazione che ne ha favorito l'immigrazione.
Se il confronto fa emergere degli archetipi (il vecchio ovvero l'eroe, gli antagonisti, la “principessa” da salvare, l'allontanamento, il divieto, la trasgressione, la punizione) ciò non deve far dimenticare un'intenzione realistica, se non documentaria. Il punto interessante però è il seguente.
Si può parlare di neo-neo-realismo in relazione alla volontà di essere in presa diretta con la vita reale della gente più umile?
Una simile interpretazione si addice a “Io sono lì”, là dove i modelli di riferimento neorealistici sono alti: si pensi a Rossellini, che conduce alla tragedia con mano lieve, senza escludere qualche sprazzo di comicità; che focalizza le collettività, ma anche gli individui, con primi piani e gli occhi a parlare, e a raccontare i sentimenti delicatamente (diverso il discorso di “Terraferma” che al registro realistico alterna quello onirico-simbolico)
Una questione interessante nasce osservando il sistema dei personaggi di “Io sono lì”: la comunità dei pescatori (interpretata dalla triade veneta Paolini- Battiston-Citran), è sostanzialmente compatta, statica e poco solidale nei confronti dell'eroe Bepi, per altro di origine istriana, il quale rivive forse attraverso Li il suo “peccato originale” di diversità etnica. Si allude, non troppo implicitamente, a quell’indifferenza e a quella chiusura verso lo straniero, tale da rasentare l’anafettività, che hanno trovato radici, in Veneto e in altre parti d’Italia.
E’ poi un merito del film aver fatto riflettere sulle tragedie personali (che a volte affiorano alla cronaca) della comunità cinese, notoriamente chiusa e sconosciuta, anche se sempre più vicina a noi. Pregevole la fotografia, che restituisce una Chioggia fascinosa e notturna e quel bar, che ricorda un bistrot parigino.
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marcello desideri
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giovedì 24 novembre 2011
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didascalico
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Decisamente mediocre. Come scrive la Gandolfi in maniera fin troppo delicata: il film non riesce sempre a scongiurare l'inciampo didascalico. Io direi che mai lo riesce a superare ed appare estremamente noioso, spento. Segre abituato a fare documentari, non riesce ad inventare una struttura completamente inventata e fa recitare i personaggi in maniera finta. Un film ASSOLUTAMENTE DA DIMENTICARE.
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pazzia
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mercoledì 16 novembre 2011
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largo al nuovo regista veneto andrea segre
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Largo ai giovani registi emergenti! Film che ti fa sorridere e piangere. Diretti in modo magistrale da un bravissimo Andrea Segre, i protagonisti non lasciano niente al caso. Zhao Tao e Rade Sherbedgia sono strepitosi. Non deludono Citran e Paolini - forse andrebbe leggermente curata la cadenza del dialetto Chioggiotto. Il solito camaleontico Battiston mantiene alto l'onore degli attori italiani. Storia attuale che si segue dal primo istante e che ti fa immergere e riflettere sulle dinamiche odierne della diversità e della presenza dell"'invasore". Come si può vivere l'amore, che cos'è l'amore, come si colma una una solitudine, cosa comportano le diversità culturali? Un film assolutamente da vedere, un film per tutti che mette in discussione i luoghi comuni.
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Largo ai giovani registi emergenti! Film che ti fa sorridere e piangere. Diretti in modo magistrale da un bravissimo Andrea Segre, i protagonisti non lasciano niente al caso. Zhao Tao e Rade Sherbedgia sono strepitosi. Non deludono Citran e Paolini - forse andrebbe leggermente curata la cadenza del dialetto Chioggiotto. Il solito camaleontico Battiston mantiene alto l'onore degli attori italiani. Storia attuale che si segue dal primo istante e che ti fa immergere e riflettere sulle dinamiche odierne della diversità e della presenza dell"'invasore". Come si può vivere l'amore, che cos'è l'amore, come si colma una una solitudine, cosa comportano le diversità culturali? Un film assolutamente da vedere, un film per tutti che mette in discussione i luoghi comuni. Il mio più grosso in bocca al lupo ad Andrea degno erede di Mazzacurati! Visto/Piaciuto
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melandri
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giovedì 10 novembre 2011
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china girl in laguna
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Chioggia,giorni nostri.L'incontro tra il pescatore-poeta slavo, integrato da una vita in Italia ,e la giovane madre cinese catapultata nella chiusa realtà della laguna veneta,è alla base di quest'ottima opera prima del giovane regista padovano Andrea Segre.Segre(specializzato in documentari d'inchiesta sulle problematiche delle migrazioni e integrazioni razziali) "usa" questi due personaggi all'apparenza cosi distanti l'uno dall'altra,per mettere a fuoco sequenza dopo sequenza le difficoltà dei rapporti umani, appena questi lasciano la strada battuta del socialmente utile e "dell'ognuno al proprio posto" per addentrarsi nella condivisione delle anime delle persone.
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Chioggia,giorni nostri.L'incontro tra il pescatore-poeta slavo, integrato da una vita in Italia ,e la giovane madre cinese catapultata nella chiusa realtà della laguna veneta,è alla base di quest'ottima opera prima del giovane regista padovano Andrea Segre.Segre(specializzato in documentari d'inchiesta sulle problematiche delle migrazioni e integrazioni razziali) "usa" questi due personaggi all'apparenza cosi distanti l'uno dall'altra,per mettere a fuoco sequenza dopo sequenza le difficoltà dei rapporti umani, appena questi lasciano la strada battuta del socialmente utile e "dell'ognuno al proprio posto" per addentrarsi nella condivisione delle anime delle persone.
Il mare,la laguna,l'acqua,questo fluido che tutto puo' dividere ma allo stesso tempo amalgamare fa da attore non protagonista (ma quasi sempre presente)a questa storia che dosa con gusto e sapienza il dolce e l'amaro.
Le due anime che si incontrano (attenzione:questa non è una storia d'amore tra un uomo ed una donna,bensi una comprensione dell'altro a livelli ben piu alti)sono ottimamente interpretate dall'attrice cinese Zhao Tao e dall'intenso attore serbo con un curriculum invidiabile(i piu' lo ricorderanno in "eyes wide shut" di Kubrik)Rade Sherbedgia.
I "nostrani" Paolini e Citran interpretano con evidente passione ed immedesimazione i loro personaggi di pescatore-amicone il primo e di un avvocato spiantato da osteria il secondo.Il pur bravo Battiston sembra quello meno in parte,la sua paciosità non lo aiuta certo nelle vesti di bullo di paese.
Il restante cast di contorno sono perlopiu attori non professionisti che danno,se possibile,ancor piu veridicità a questa storia di provincia che si apre a tematiche universali,perchè alla fine,sembra volerci ricordare Segre, siamo tutti nati sotto lo stesso cielo.
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ipazia
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martedì 1 novembre 2011
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bellissimo! capolavoro, assolutamente da vedere
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Trovo questo film uno dei più belli visti negli ultimi tempi. Sono rimasta davvero impressionata dall'intensità e dagli equilibri tra il piano della sceneggiatura, quello visivo, altamente raffinato e di qualità, così come quello sonoro che va di pari passo con quello poetico. Ottima rappresentazione della reltà partendo da un piano attuale, all'interno di un preciso contesto storico molto vicino a noi, un piccolo scorcio di Italia sulle acque che va da Chioggia a Venezia, visto dagli occhi di una giovane donna cinese, e coraggiosa madre. Tematiche sociali quali il dialogo tra le culture, l'amicia e in generale le relazioni, i problemi attuali relativi alle difficili dinamiche del lavoro, l'immigrazione.
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Trovo questo film uno dei più belli visti negli ultimi tempi. Sono rimasta davvero impressionata dall'intensità e dagli equilibri tra il piano della sceneggiatura, quello visivo, altamente raffinato e di qualità, così come quello sonoro che va di pari passo con quello poetico. Ottima rappresentazione della reltà partendo da un piano attuale, all'interno di un preciso contesto storico molto vicino a noi, un piccolo scorcio di Italia sulle acque che va da Chioggia a Venezia, visto dagli occhi di una giovane donna cinese, e coraggiosa madre. Tematiche sociali quali il dialogo tra le culture, l'amicia e in generale le relazioni, i problemi attuali relativi alle difficili dinamiche del lavoro, l'immigrazione. Tutti temi toccati senza ridondanza, con leggerezza ma profondità, attraverso note armoniose e piacevoli di sguardi, immagini poetiche, e anche risate, umorismo intelligente, scene quotidiane, ottime recitazioni, poesia espressa in diversi modi...Molto belle anche le citazioni del poeta cinese. Da vedere e rivedere.
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lukemisonofattotuopadre
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venerdì 21 ottobre 2011
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ma che sorpresa!
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La prima parte di questo film è quanto di più delizioso abbia visto da un mese a questa parte. La descrizione senza stereotipi del rapporto di alcuni clienti fedeli di un bar e la nuova barista cinese è divertente e originale. Per buona mezz'ora possiamo sentire sproloqui e battute pesanti in veneto senza avvertire ogni sorta di pesantezza leghista.
Il film non presenta stereotipi, però neppure vuole essere troppo conciliante, ed ecco che conosciamo Davies, un boaro veneto alcolizzato, criminale e violento. E d'altro canto, non appena Lì mostra un rapporto di amicizia particolare con bepi, la maldicenza divampa, e finirà, per un motivo o per l'altro,a separarli per sempre.
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La prima parte di questo film è quanto di più delizioso abbia visto da un mese a questa parte. La descrizione senza stereotipi del rapporto di alcuni clienti fedeli di un bar e la nuova barista cinese è divertente e originale. Per buona mezz'ora possiamo sentire sproloqui e battute pesanti in veneto senza avvertire ogni sorta di pesantezza leghista.
Il film non presenta stereotipi, però neppure vuole essere troppo conciliante, ed ecco che conosciamo Davies, un boaro veneto alcolizzato, criminale e violento. E d'altro canto, non appena Lì mostra un rapporto di amicizia particolare con bepi, la maldicenza divampa, e finirà, per un motivo o per l'altro,a separarli per sempre. Da parte cinese, il racket senza scrupoli, che ricatta e sfrutta la povera Shin Lì che deve scegliere tra l'amore per Bepi e quello per il figlio.
Alla fine vi è una piega drammatica, cmq più malinconica che patetica, che lascia quindi spazio per un rassegnato:"...Lo sapevo!".
Un film insomma che è bello, originale e sorprendente.
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liver
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domenica 16 ottobre 2011
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un film credibile sul problema immigrazione
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Dopo pellicole banali, oppure forzate, non sincere, poco credibili, ecco finalmente un gioiellino italiano fatto con eleganza e buon gusto.
Questo è l'unico modo per far arrivare il messaggio. L'eleganza e l'equilibrio. Altrimenti gli scettici sentono subito odore di ipocrisia.
Qui invece tutto è garbato, privo di eccessi. Una storia semplice, propositiva, delicata e soprattutto che non si erge a giudicare, ad impartire lezioni dall'alto.
Eppure la lezione c'è, anzi è molto più efficace così
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perla
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domenica 16 ottobre 2011
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l'immigrata cinese in laguna: buona l'idea!
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La magia della laguna vissuta attraverso gli sguardi intensi, malinconici della giovane cinese.I suoi lunghi silenzi esaltano questa magia. Brevi momenti suggestivi,di vera poesia, accompagnati da note musicali che si fondono con lo sciacquio di piccole onde che in laguna nascono e muoiono dolcemente. Nella brava interpretazione della protagpnista ritrovo il pudore dei sentimenti della mia amica Lee e la sua disciplina orientale davanti alle prove della vita.
A tratti didascalico, il film può sembrare un pò lento. Ma la vita in laguna segue i ritmi della natura, e una giovane madre cinese,pur in schiavitù, nella laguna veneta trova un ambiente più congeniale e più umano che nella periferia di Roma o a Prato.
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La magia della laguna vissuta attraverso gli sguardi intensi, malinconici della giovane cinese.I suoi lunghi silenzi esaltano questa magia. Brevi momenti suggestivi,di vera poesia, accompagnati da note musicali che si fondono con lo sciacquio di piccole onde che in laguna nascono e muoiono dolcemente. Nella brava interpretazione della protagpnista ritrovo il pudore dei sentimenti della mia amica Lee e la sua disciplina orientale davanti alle prove della vita.
A tratti didascalico, il film può sembrare un pò lento. Ma la vita in laguna segue i ritmi della natura, e una giovane madre cinese,pur in schiavitù, nella laguna veneta trova un ambiente più congeniale e più umano che nella periferia di Roma o a Prato.
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renato volpone
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giovedì 13 ottobre 2011
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paura della diversità
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Splendido e commovente film sulla diversità e sul razzismo. Li èuna ragazza cinese costretta a lavorare duro per poter riabbracciare il figlio, Bepi è un vecchio pescatore della laguna veneta "il poeta". Le loro vite si incontrano, ma si scontrano con i preconcetti sia dei cinesi che dei veneti. Sopra tutto aleggia la poesia che come un fiore luminoso sull'acqua illumina di speranza la vita dei cuori sensibili. Bravissimi e affascinanti i due protagonisti.
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(di maratre)
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pepito1948
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martedì 11 ottobre 2011
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il mare che resta dentro
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IO SONO LI
“L’acqua del mare entra nella laguna e ne esce, ma non tutta. Una parte resta dentro” dice in sintesi una ragazza cinese alla sua connazionale ed amica; questa la chiave di lettura che dà un senso compiuto al primo film di fiction di Andrea Segre, documentarista affermato e particolarmente sensibile al tema dei migranti. In “Io sono Li” il fenomeno dell’immigrazione non è più direttamente e drammaticamente raccontato dai veri protagonisti -come in “Il sangue verde” sui fatti di Rosarno-, ma fa da presupposto e sfondo della storia, imperniata sul rapporto di due stranieri portatori di diverse culture che si incontrano ed interagiscono in una terra come il nostro Nord Est, che non è proprio il massimo esempio di calorosa accoglienza ed integrazione sociale dei migranti, ampiamente utilizzati ma a stento tollerati.
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IO SONO LI
“L’acqua del mare entra nella laguna e ne esce, ma non tutta. Una parte resta dentro” dice in sintesi una ragazza cinese alla sua connazionale ed amica; questa la chiave di lettura che dà un senso compiuto al primo film di fiction di Andrea Segre, documentarista affermato e particolarmente sensibile al tema dei migranti. In “Io sono Li” il fenomeno dell’immigrazione non è più direttamente e drammaticamente raccontato dai veri protagonisti -come in “Il sangue verde” sui fatti di Rosarno-, ma fa da presupposto e sfondo della storia, imperniata sul rapporto di due stranieri portatori di diverse culture che si incontrano ed interagiscono in una terra come il nostro Nord Est, che non è proprio il massimo esempio di calorosa accoglienza ed integrazione sociale dei migranti, ampiamente utilizzati ma a stento tollerati.
Lo slavo Gepi è un ex pescatore, poeta per diletto con gli amici del bar, da 30 anni a Chioggia ed ormai padrone della lingua e delle abitudini dei residenti, è uno spirito libero ed è proprietario di un casotto per la pesca in mezzo alla laguna che funge anche da saltuario rifugio. La cinese Shun Li è uno dei tanti ingranaggi di un sistema produttivo rigido, dove tutto è programmato e funzionante come un orologio ed ogni eventuale lacuna viene immediatamente fronteggiata spostando le componenti umane come mere pedine. Se le direttive saranno pedissequamente osservate, verranno prima o poi la “notizia” ed il premio finale.
Alla prima occasione Li viene dirottata da Roma a Chioggia come commessa del bar frequentato da Gepi. Nella fredda e piatta quotidianità della vita del locale, tra avventori abituali nullafacenti ed insensibili a qualsiasi novità, nasce e si avvia una piccola onda che progressivamente si autoalimenta, si ingrossa fino a scontrarsi contro la diga del pregiudizio e di implacabili interessi “superiori” che non consentono deroghe, e tutto si sfrange, anzi si stempera nel mare delle impossibilità.
Il rapporto che si instaura tra i due protagonisti fiorisce al di sopra delle differenze culturali, lievita al di fuori di connotazioni convenzionali (amore? amicizia? intesa confidenziale?) ma ha solo presente, non futuro. Le catene smorzano il volo delle ali. La separazione dividerà i destini dei due, li spingerà verso strade diverse, ma una parte dell’acqua che li ha invasi rimarrà a far parte per sempre della loro dimensione interna, marchiandone la futura esistenza.
Una storia di relazioni umane senza arzigogoli ed incrostazioni, fatta di sguardi, piccoli gesti, sorrisi abbozzati che valgono più di qualsiasi parola, narrata attraverso immagini e dialoghi intrisi di poesia: la laguna perennemente piatta e sempre uguale a se stessa (vengono in mente le veneziane atmosfere lattiginose della “Nostalghia” di Tarkovski) che sembra richiamare la vita statica ed asfittica della comunità veneta, i pensieri cinesi recitati fuori contesto, i colori brumosi ed invariabili del paesaggio che paiono fermare il tempo e rendere insignificante il corso delle stagioni. Tutto è funzionale a rimarcare come in un altorilievo il movimento ed il calore dei sentimenti della coppia, a contrasto con il freddo sfondo di una natura bella ma pigra ed il circostante contorno di animi sterilizzati dall’indifferenza.
Segre, attraverso i suoi personaggi tratti dalla vita comune, ci mostra una realtà di provincia ormai radicalmente cambiata e priva delle connotazioni di una volta, in cui la multietnicità, anche se recepita a fatica, è diventata il volto caratterizzante ed il motore pulsante della vita di questo nuovo mondo, nonostante le resistenze anche passive del vecchio che sopravvive arroccandosi nel proprio guscio di anacronistica autoconservazione.
Di spessore il cast. A parte un Battiston fuori parte nei panni di un vitellone grezzo e razzista, ben scelti e bravissimi i due protagonisti, lei nota nel contesto cinese lui, di origini serbo-croate, scrittore, poeta ed attore di fama internazionale, avendo alle spalle una lunga carriera che lo ha portato anche sul set dell’ ultimo film del grande Kubrik.
Emozioni, poesia e umanità: tre ingredienti che, in mani abili e sicure, non tradiscono mai chi ama il buon cinema.
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