giacomogabrielli
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martedì 13 settembre 2011
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raffinato. ****
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Elegante thriller sci-fi a tinte catastrofiche. Il regista di Oceans Eleven torna sul grande schermo dirigendo con maestria un film che avrebbe potuto confondersi con tanti altri, ma che grazie ad una regia molto marcata e a delle intepretazioni magistralI, rimarrà ben distinto dalla massa. Un cast stellare recita in una sceneggiatura non scontata, che punta molto sulle reazioni del personaggio anzichè sul catastrofismo. La storia, con un inizio quasi spiazzante -solo nei primi minuti muoiono svariate persone-, è notevole e dona agli interpreti di fama internazionale una certa autorialià e novità. Girato in parte con la nuova Red Epic. RAFFINATO ****
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isnow
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martedì 13 settembre 2011
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lavarsi le mani dopo la visione
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Soderbergh ci regala un thriller catastrofico, dove un virus in pochi giorni comincia a fare il giro del mondo e a mietere vittime senza pietà tra la popolazione.
Nelle due ore del film veniamo catapultati da una parte all'altra dell'emisfero e ci troviamo immersi in una corsa contro il virus, dove anche una stretta di mano può divenire letale.
Le sorti del mondo passano così nelle mani di un'equipe di medici, capeggiata da Lawrence Fishburne, Marion Cotillard e Kate Winslet: riusciranno a trovare il vaccino?
Nonostante le bellissime ambientazioni apocalittiche e il grande cast, tra cui anche Matt Damon e Gwyneth Paltrow, il film non decolla e le due ore che ci vedono seduti in poltrona sono davvero eterne e noiose.
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Soderbergh ci regala un thriller catastrofico, dove un virus in pochi giorni comincia a fare il giro del mondo e a mietere vittime senza pietà tra la popolazione.
Nelle due ore del film veniamo catapultati da una parte all'altra dell'emisfero e ci troviamo immersi in una corsa contro il virus, dove anche una stretta di mano può divenire letale.
Le sorti del mondo passano così nelle mani di un'equipe di medici, capeggiata da Lawrence Fishburne, Marion Cotillard e Kate Winslet: riusciranno a trovare il vaccino?
Nonostante le bellissime ambientazioni apocalittiche e il grande cast, tra cui anche Matt Damon e Gwyneth Paltrow, il film non decolla e le due ore che ci vedono seduti in poltrona sono davvero eterne e noiose.
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giugy3000
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lunedì 12 settembre 2011
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immuni ad un sodenbergh scadente
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Un trailer ben montato, un cast d'eccezione farcito da molti nomi celebri riuniti, una tematica attuale e realmente paurosa come l'Aviaria che l'Italia ha toccato con mano per la prima volta nel 1997 con svariati focolai, sono gli ingredienti della nuova opera di Sodenbergh, regista statunitense che ha sempre oscillato nel corso della sua lunga filmografia tra pellicole ben fatte (Erin Brockovich, Ocean's eleven, Traffic) e altre decisamente meno riuscite ( Out of sight,Solatis, Intrigo a Berlino). Se il tema faceva pensare ad un film sicuramente interessante, anche perchè forse dopo l'11 settembre e il terrore per gli attentati sta subentrando sempre di più nell'uomo del 2011 la paura di non riuscire a conservare la sua salute per cause a lei non contingenti, lo svolgimento e la sua esecuzione su pellicola lascia un po' a desiderare.
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Un trailer ben montato, un cast d'eccezione farcito da molti nomi celebri riuniti, una tematica attuale e realmente paurosa come l'Aviaria che l'Italia ha toccato con mano per la prima volta nel 1997 con svariati focolai, sono gli ingredienti della nuova opera di Sodenbergh, regista statunitense che ha sempre oscillato nel corso della sua lunga filmografia tra pellicole ben fatte (Erin Brockovich, Ocean's eleven, Traffic) e altre decisamente meno riuscite ( Out of sight,Solatis, Intrigo a Berlino). Se il tema faceva pensare ad un film sicuramente interessante, anche perchè forse dopo l'11 settembre e il terrore per gli attentati sta subentrando sempre di più nell'uomo del 2011 la paura di non riuscire a conservare la sua salute per cause a lei non contingenti, lo svolgimento e la sua esecuzione su pellicola lascia un po' a desiderare. Solitamente con queste premesse e con attori di questo calibro l'opera nella stragrande maggioranza dei casi o diventa da oscar o si fa facilmente dimenticare: in questo caso, a malincuore, siamo più per la seconda. Sequenze iniziali ben fatte e una talentuosa Paltrow molto eclettica che ritroviamo con piacere anche in tuolo così crudo non mantengono lo stesso rigore nel clou della vicenda, che a tratti si frantuma in tantissime mini-vicende diverse che alla fin fine lasciano solo l'amore in bocca. Kate Winslet, la grandissima Winslet, viene messa da parte dopo circa un breve quarto d'ora non lasciando traccia del suo operato nella vicenda, così come Jude Law che ha un ruolo ambiguo e indefinito che non convince neanche un po'. Mancano i colpi di scena, (troppo facile mettere sullo schermo qualche scena di un cervello durante un'autopsia e dar vedere qualche bava alla bocca qua e là) quelli veri, che ti fanno sobbalzare in un thriller da un'idea così originale. In assoluto ciò che più manca nella ricetta di quest'ultimo Sodenbergh è il ritmo: in più sequenze troppo parlate dove la ricerca della cura viene condotta in maniera assidua e pedante come in ogni catastrofico che si rispetti, non siamo minimamente all'altezza dell'occhio incollato allo schermo e della tensione che proferiva "E venne il giorno" del grande Shyamalan (benchè i "virus" fossero diversi ma al contempo possibili e realistici tra qualche millennio o anche prima). La solita minestra e i soliti volti preoccupati che non riescono a svolgere la loro ruotine (un Matt Damon più insipido è difficile trovarlo altrove!) . Punti di lode però sono da riconoscere nella sequenza che coinvolge Marion Cotillard, che aiuta un piccolo villaggio ad avere i vaccini prima sotto sequestro e poi per libera condotta, segno di speranza che le ragioni del cuore non si annullino nemmeno in momenti tragici come questi e poi, dulcis in fundo, un bel finale...poche inquadrature che spiegano per bene ed efficacemente da dove tutto è partito, destando insomma nuovamente interesse per un fenomeno che purtroppo non è affatto così raro come verrebbe da pensare. Una intro e una fine degne del regista che avevamo già
visto coinvolto dai mali verso l'umanità con l'aqua radiottiva che studiava Julia Roberts in Erin Brockovoich, ma che poi segue una linea piatta in tutta la sua parte centrale. Pollice giù anche per la colonna sonora. Spero che giunga presto giugno 2012 per potermi ricredere su Sodenbergh con l'uscita di "Haywire", che stavolta cambierà genere parlando di arti marziali.
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stefano pariani
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lunedì 12 settembre 2011
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soderbergh e gli incubi del nuovo millennio
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Nascita, diffusione (rapidissima) e morte di un virus. E' il nuovo film di Steven Soderbergh, un incubo dal sapore paranoico che viene presentato al Festival di Venezia edizione 2011 . La paura di nuovi attentati e di guerre si trasforma dieci anni dopo l'11 settembre in paura di pandemie che colpiscono l'America e il mondo intero e che si diffondono con la stessa rapidità con cui l'uomo si sposta oggi da un punto all'altro del globo. Il mondo è in preda al panico e rischia di diventare un deserto, pochissimi i sopravvissuti. Vietato toccare, anche solo sfiorare, parlare e avere alcun tipo di rapporto con gli altri: il contagio è dietro l'angolo, anzi ancora più vicino.
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Nascita, diffusione (rapidissima) e morte di un virus. E' il nuovo film di Steven Soderbergh, un incubo dal sapore paranoico che viene presentato al Festival di Venezia edizione 2011 . La paura di nuovi attentati e di guerre si trasforma dieci anni dopo l'11 settembre in paura di pandemie che colpiscono l'America e il mondo intero e che si diffondono con la stessa rapidità con cui l'uomo si sposta oggi da un punto all'altro del globo. Il mondo è in preda al panico e rischia di diventare un deserto, pochissimi i sopravvissuti. Vietato toccare, anche solo sfiorare, parlare e avere alcun tipo di rapporto con gli altri: il contagio è dietro l'angolo, anzi ancora più vicino. Come in Traffic, la narrazione è suddivisa in più storie che procedono parallele: un padre di famiglia (Matt Damon) che perde moglie e figlio a causa del virus, medici e scienziati (Kate Winslet, Lawrence Fishburne, Jennifer Ehle) alla disperata ricerca di un vaccino, un blogger (Jude Law) che predica al mondo di aver trovato la cura e inveisce contro gli interessi politici ed una rappresentante del Consiglio Mondiale della Sanità (Marion Cotillard) che rimane coinvolta in Cina in un incidente diplomatico nel tentativo di salvare una piccola comunità locale. Sono tutti parte di una storia più grande di loro, pezzi di un gigantesco puzzle che Soderbergh dirige con mestiere ed equilibrio: nessun attore ha scene madri, non c'è spazio per il divismo, ma tutti sono in qualche modo eroi pronti a sacrificarsi. Alla fine arriverà anche la salvezza di un vaccino e a quel punto, dopo quasi 100 minuti da incubo, non senza ironia Soderbergh mostra il giorno 1, ossia il giorno in cui tutto è iniziato con la prima diffusione del contagio: nient'altro che uno sciocco quanto fatale caso del destino che ha coinvolto un pipistrello e un maiale. Se siamo lontani da un film corale e impegnato come Traffic (ma anche dal più hollywoodiano Erin Brockovich), Soderbergh firma comunque una buona pellicola, che ricorda certi aspetti dei film catastrofici anni '70, ma realizzata con stile moderno e con l'inconfondibile sobrietà narrativa un po' minimal del regista.
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laura s
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lunedì 12 settembre 2011
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dove tutto è plausibile
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Cosa accadrebbe veramente se un virus estremamente aggressivo iniziasse il contagio dell'intero pianeta? Soderbergh riesce a rispondere ottimamente, creando una trama credibile, costruita intorno alle storie parallele dei tanti protagonisti di questo film. Nessuno è l'eroe buono che compie azioni mirabolanti, gli spettacolarismi, i colpi di scena sensazionalistici, i buoni sentimenti a tutti i costi fanno spazio a personaggi molto ben definiti nella loro psicologia, che si comportano come qualunque essere umano si comporterebbe al loro posto. Sono credibili in tutto e per tutto. Tante situazioni restano irrisolte, tante domande restano senza un perché, ognuno compie le sue scelte, perfettamente pertinenti con il loro modo di essere.
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Cosa accadrebbe veramente se un virus estremamente aggressivo iniziasse il contagio dell'intero pianeta? Soderbergh riesce a rispondere ottimamente, creando una trama credibile, costruita intorno alle storie parallele dei tanti protagonisti di questo film. Nessuno è l'eroe buono che compie azioni mirabolanti, gli spettacolarismi, i colpi di scena sensazionalistici, i buoni sentimenti a tutti i costi fanno spazio a personaggi molto ben definiti nella loro psicologia, che si comportano come qualunque essere umano si comporterebbe al loro posto. Sono credibili in tutto e per tutto. Tante situazioni restano irrisolte, tante domande restano senza un perché, ognuno compie le sue scelte, perfettamente pertinenti con il loro modo di essere. La morte non risparmia le categorie da sempre "protette", i bambini, le donne incinte, e ci mostra le folle di persone comuni che non esitano a compiere atti di violenza e di prevaricazione per un po' di cibo o qualche possibile rimedio.
Ed è proprio per questo che Contagion è un capolavoro del genere apocalittico, perché ci racconta cosa potrebbe veramente accadere se l'umanità venisse sottoposta ad una simile prova. Anche i buoni soccombono, e lo fanno con discrezione, a metà del film, anche i cattivi la fanno franca nel disordine generalizzato di un'epidemia fuori controllo.
E che ruolo avrebbe internet in tutto questo? "il virus vi può contagiare, la paura lo ha già fatto", una sorta dell'epidemia nell'epidemia, quella delle false notizie e false speranze spacciate per rivelazioni riguardanti possibili complotti, che mette a nudo la potenziale arma a doppio taglio che sono i blog, che è twitter, che è facebook, là dove ognuno può dire tutto, tutto è fuori controllo, là dove ci sembra di aver scoperto la verità si nascondono le vere macchinazioni.
Il film inizia dal giorno due dall'inizio del contagio e continua a raccontare ponendo il numero di giorno corrispondente agli eventi salienti. E alla fine, quando ormai tutto è svelato e tutto è concluso, quando non lo si aspetterebbe più, Soderbergh ci vuole raccontare con molta semplicità il giorno uno, che nel frattempo era stato dimenticato. Complotti? Fatalità? Attentati? Vale senz'altro la pena arrivare fino alla fine per scoprirlo.
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filippo catani
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domenica 11 settembre 2011
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pellicola senza retorica
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Improvvisamente un virus letale e a rapida diffusione comincia a contagiare milioni di persone da Hong Kong fino agli USA. I fari sono puntati su una famiglia dove potrebbe essersi verificato il caso 0, sull'Organizzazione Mondiale della Sanità, su una serie di ricercatori e su uno scatenato blogger freelance.
Va detto subito all'inizio che il pregio fondamentale di questo film è quello di essere senza le solite retoriche spicciole che ci perseguitano in film del genere. C'è chi cerca di dare una mano per risolvere i problemi, chi cerca di fare soldi con il virus, chi decide di avvisare i propri cari prima della popolazione e chi si abbandona al saccheggio dei negozi.
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Improvvisamente un virus letale e a rapida diffusione comincia a contagiare milioni di persone da Hong Kong fino agli USA. I fari sono puntati su una famiglia dove potrebbe essersi verificato il caso 0, sull'Organizzazione Mondiale della Sanità, su una serie di ricercatori e su uno scatenato blogger freelance.
Va detto subito all'inizio che il pregio fondamentale di questo film è quello di essere senza le solite retoriche spicciole che ci perseguitano in film del genere. C'è chi cerca di dare una mano per risolvere i problemi, chi cerca di fare soldi con il virus, chi decide di avvisare i propri cari prima della popolazione e chi si abbandona al saccheggio dei negozi. Insomma un quadro variegato e dettagliato su quello che potrebbe succedere in caso di pandemia e su come ci si debba comportare agli occhi dell'opinione pubblica. Cast sfavillante: bravi Fishbourne, Winslet e Damon, la Paltrow si vede solo per pochi minuti mentre Law non convince fino in fondo.
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martinella_torlupara
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domenica 11 settembre 2011
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contagion
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Questo Film Secondo Me è Veramente Noioso .. Non Finisce Mai Penso Sia Più Adatto ad un pubblico Adulto Ma Per Ragazzi No .. è Un Film Che Diventa Bello Solo Gli Ultimi 20 Minuti Per Il Resto è Quasi Sempre Uguale
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peer gynt
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domenica 11 settembre 2011
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film catastrofico di ordinaria amministrazione
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Un improvviso contagio comincia a distruggere il genere umano a partire dalla povera Gwyneth Paltrow, fatta morire subito entro i primi 10 minuti di film (e alla quale il regista, con gusto smitizzante, impone un’irriverente autopsia). Poi il film imbocca, con sicurezza, la strada del film di genere (catastrofico con denuncia) in modo diligente, narrativamente efficace ma sostanzialmente piatto. Sì, perché film del genere se ne sono visti tanti, la tematica angosciante è sempre quella, il finale varia leggermente (c’è chi lo fa finire in modo irrimediabilmente apocalittico, chi invece col consolatorio happy end e sconfitta finale del virus imbattibile: lasciamo allo spettatore scoprire quale sia la scelta di questo film).
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Un improvviso contagio comincia a distruggere il genere umano a partire dalla povera Gwyneth Paltrow, fatta morire subito entro i primi 10 minuti di film (e alla quale il regista, con gusto smitizzante, impone un’irriverente autopsia). Poi il film imbocca, con sicurezza, la strada del film di genere (catastrofico con denuncia) in modo diligente, narrativamente efficace ma sostanzialmente piatto. Sì, perché film del genere se ne sono visti tanti, la tematica angosciante è sempre quella, il finale varia leggermente (c’è chi lo fa finire in modo irrimediabilmente apocalittico, chi invece col consolatorio happy end e sconfitta finale del virus imbattibile: lasciamo allo spettatore scoprire quale sia la scelta di questo film). E allora, illustre Soderbergh, perché questo film? Forse solo per dimostrare di saper fare un film per il botteghino, un buon catastrofico? O per suggerirci, come fa alla fine, quale sia la vera, insospettabile causa del tremendo contagio? Tutto sommato, alla fine del film pare di aver fatto l’esperienza di quello che al bar ordina un bel krapfen ripieno, che poi scopre essere vuoto: né crema, né marmellata, ma solo un desolante vuoto, circondato da una bella forma di krapfen ripieno. Ecco, Soderbergh non ha messo il ripieno, e ci ha lasciato un bell’involucro vuoto.
Per chi si accontenta…!
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ale.mais
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sabato 10 settembre 2011
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angosciante ma non avvincente
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Lo scorrere (lento) del film, non lascia mai spazio ad episodi avvincenti o a colpi di scena o perlomeno a qualcosa che non sia scontato. Più che ad una sceneggiatura, sembra segure il testo giornalistico di un fatto di cronaca: la scoperta del virus, il diffondersi dello stesso, i tanti morti, la scoperta del vaccino e la distribuzione dello stesso.
Sono uscito dalla sala chiedendomi: e allora? qual'è il messaggio che mi doveva arrivare?
Insignificante
[+] il messagggio
(di salsoiodico)
[ - ] il messagggio
[+] ....e allora....noi vi avevamo avvertito
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loriga
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sabato 10 settembre 2011
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brasil
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Saluti personali a te.
Io vivo qui in Brasile, perché il mio bisnonno venne qui nel 1889, allora probabilmente non voglio guardare il film Tutta colpa ..., ma credo che dovrebbe essere un film molto buono.
ciao
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