giugy3000
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mercoledì 22 settembre 2010
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da un buon libro un buon film
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Riuscire a trovare chi sappia portare sullo schermo le emozioni condensate da un lettore provate in 300 pagine non è mai facile. Dopo "Io non ho paura" di Salvatores, Costanzo è uno dei pochi ad avere questo grande pregio: rivisitare la storia partendo non da uno spunto su di essa per ricavarne tutt'altro, ma prendendola passo per passo, scena per scena e battuta per battuta, dando musica, colore e spessore a quella che era già una storia di alto livello.
Alice e Mattia li abbiamo amati da subito, non per altro Giordano ha vinto l'anno scorso il Premio Strega.Il loro silenzio e le loro vite solitarie e fuori dagli schemi dei ragazzetti d'oggi tutti intrisi di frivolezze per la testa ci hanno da subito raggelato e incuriosito.
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Riuscire a trovare chi sappia portare sullo schermo le emozioni condensate da un lettore provate in 300 pagine non è mai facile. Dopo "Io non ho paura" di Salvatores, Costanzo è uno dei pochi ad avere questo grande pregio: rivisitare la storia partendo non da uno spunto su di essa per ricavarne tutt'altro, ma prendendola passo per passo, scena per scena e battuta per battuta, dando musica, colore e spessore a quella che era già una storia di alto livello.
Alice e Mattia li abbiamo amati da subito, non per altro Giordano ha vinto l'anno scorso il Premio Strega.Il loro silenzio e le loro vite solitarie e fuori dagli schemi dei ragazzetti d'oggi tutti intrisi di frivolezze per la testa ci hanno da subito raggelato e incuriosito.Costanzo ne fa quasi una sorta di psico-dramma adolescenziale, con una punta di Horror alla Profondo Rosso, come la musiche dei titoli di testa.Perchè la storia di Alice e Mattia ha dell'orrore: essere stati le sfortunate vittime di famiglie che non avevano la minima intenzione di prestare ascolto alla loro diversità, alla loro straordinaria sensibilità sul mondo e averli fatti diventare grandi troppo presto.
Benchè la storia cominci nel 1984 per poi protrarsi sino ai giorni nostri, quelli che vediamo nelle prime sequenze sono bambini solo nel corpo. Alice è già una piccola adulta caricata dal padre di immense responsabilità ed aspettative sul diventare una promessa dello sci, mentre Mattia si deve occupare in toto di una gemella ritardata che gli impedisce di vivere la sua fanciullezza in libertà.E alla fine gli errori delle famiglie lo scontano i figli.Alice diventerà zoppa e Mattia uno scontroso ed irascibile ragazzo intento a tagliarsi le braccia non provando dolore.
I due personaggi si incontrano e sin da subito si leggono negli occhi la medesima tristezza, il medesimo senso d'inadeguatezza verso il mondo che li circonda, ma anzichè prendersi per mano e ritrovare nella loro simile condizione un minimo per non lasciarsi mai più, si perdono e si ritrovano, sembrano amarsi ed odiarsi.
Luca Marinelli è una piacevolissima sorpresa di bravura, mentre la Roherwacher si riconferma adatta per questi ruoli drammatici come aveva già dmostrato di saper gestire ne"Il papà di Giovanna".
Bellissime le sequenze di Alice nella camera oscura, anche se la più bella del film rimane quella in cui i due protagonisti si ritrovano dopo 7 anni sulla musica di Cindy Lauper.
Il cameo del pagliaccio di Filippo Timi è strepitoso.
Una trasposizione visiva che non delude.
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ripagrandeluca
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martedì 21 settembre 2010
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usque tandem abutere
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pessime performance di pessimi attori con l'aggiunta della perla rossellini che da sola ammazzerebbe un qualunque film
uscire dal cinema perplessi è un atto di grande generosità andare ad imparare prima di ammorbarci con roba simile
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paulnacci
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martedì 21 settembre 2010
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delusione
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Non volevo leggere il libro perché ero molto scettico , po leggendolo mi sono ricreduto è l' ho trovato molto bello , quindi avevo parecchie aspettative sul film.
Purtroppo il film è stato una delusione secondo me il regista non ha colto la storia ha voluto basare tutto sulla sofferenza dei personaggi , rendendolo troppo tetro e pesante con alcune inquadrature alla Shining (Coridoio).Inoltre a trascurato il discorso dei numeri primi inspiegabilmente accennato al matrimonio dalla sposa (il matrimonio mi ha ricordato Eyes wide shut).Il momento che secondo me è riuscito meglio è stato quello della festa a casa di viola.
Nel complesso mediocre.
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lupus955
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martedì 21 settembre 2010
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pessima resa del libro, eccessiva sperimentazione
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All'uscita dalla sala, l'emozione dominante era la delusione. Ritengo che la vicenda dei due personaggi sia talmente avvincente che sarebbe bastato pochissimo a dar vita ad un gran film.
Invece, il risultato ottenuto è stato appena sufficiente. Probabilmente il ricorso massivo a flashback e ad una regia che definirei, da non addetto ai lavori, sperimentale, finisce col penalizzare il pathos della storia.
Avrei gradito più semplicità nel racconto dei fatti.
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illyck
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martedì 21 settembre 2010
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allucinante!
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Costanzo ha distrutto un libro!
Leggendo il libro infatti la trama ti coinvolege e ti appassiona dalla prima all'ultima pagin, suscitado davvero grandi emozioni.
Il film è quanto di più lontano si potesse realizzare come trasposizione del libro e nonostante la perfomance ottima degli attori protagonisti, il film ha lasciato, non solo nel sottoscritto ma in tutti gli spettatori della sala, un grande senso di delusione e di punti interrogativi che nella seconda parte del film trova l'apice.
Assolutamente sconsigliato.
Enrico
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cesare antonio borgia
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martedì 21 settembre 2010
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storia di dolore,amore e solitudine.
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Mattia è un genio.A scuola colleziona ottimi voti ed è un ragazzo educato.Per questo è ritenuto diverso e i pochi amici che ha si contano sul palmo di una mano.
I genitori di Mattia non lo ritengono normale,forse perchè lo accusano della scomparsa della sorellina Michela (abbandonata per mezz'ora da Mattia in un palco).
Mattia è silenzioso,quasi muto.Pensa,continuamente ed ininterrottamente.Se non pensa non è in grado di agire e quelle poche volte che agisce procura delle lesioni sul suo corpo,tagliandosi in vari punti utilizzando qualsivoglia oggetto.
Alice è vittima di un padre-padrone che ha un solo obiettivo:far si che sua figlia diventi una campionessa di sci.
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Mattia è un genio.A scuola colleziona ottimi voti ed è un ragazzo educato.Per questo è ritenuto diverso e i pochi amici che ha si contano sul palmo di una mano.
I genitori di Mattia non lo ritengono normale,forse perchè lo accusano della scomparsa della sorellina Michela (abbandonata per mezz'ora da Mattia in un palco).
Mattia è silenzioso,quasi muto.Pensa,continuamente ed ininterrottamente.Se non pensa non è in grado di agire e quelle poche volte che agisce procura delle lesioni sul suo corpo,tagliandosi in vari punti utilizzando qualsivoglia oggetto.
Alice è vittima di un padre-padrone che ha un solo obiettivo:far si che sua figlia diventi una campionessa di sci.
Alice però odia lo sport tanto amato dal padre così giunge il giorno in cui cadendo sulla neve dice addio all'odiato sport.Resterà però "zoppa" per sempre,divenendo "oggetto" di scherzi continui e insulti da parte delle sue malefiche compagne di scuola.
Alice incrocia lo sguardo di Mattia a scuola,per caso e perde la testa.I due pian piano finiscono per amarsi ma arriva il momento di separarsi.Non c'è posto per il genio in Italia.Così parte per la Germania lasciando Alice sola e immersa nei ricordi.Non si riprenderà e il matrimonio con un dottore rappresenterà per lei solo una parentesi.Un tentativo disperato;dimenticare Mattia.
Mattia su richiesta di Alice dopo sette lunghi anni torna.Finalmente possono ancora una volta passare lunghi ed interminabili momenti a guardarsi e a parlare,senza il bisogno di muovere le labbra.
Fisicamente sono diversi ma la loro natura non è mutata.Sono e resteranno numeri primi,destinati a vivere vicini ma a non legare mai.
Drammatico,commovente,emozionante.A tratti talmente tragico da lasciarti senza parole.Gran film,tratto da un capolavoro letterario.
Di Cesare Antonio Borgia
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anna1
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martedì 21 settembre 2010
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tutto quel che un corpo può dire...
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Numeri primi sono persone "diverse" che non possono non vogliono entrare in rapporto con persone normali banali insensibili indifferenti, che non capiscono, che scherniscono...Matteo e Alice si cercano e si respingono, ma entrano in relazione. Condividono difficoltà esistenziali legati a traumi infantili, difficili da gestire manipolare anche a distanza di tempo.
E' un film fatto di corpi e di poche parole: i corpi sono oggetto di punizioni, martoriati feriti prosciugati,non sono mai immagine di salute e bellezza, mai protagonisti di scene di piacere affetto amore sesso...poche parole in quanto i dialoghi sono asciutti e poco articolati, senza aggettivi fatti di cose.
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Numeri primi sono persone "diverse" che non possono non vogliono entrare in rapporto con persone normali banali insensibili indifferenti, che non capiscono, che scherniscono...Matteo e Alice si cercano e si respingono, ma entrano in relazione. Condividono difficoltà esistenziali legati a traumi infantili, difficili da gestire manipolare anche a distanza di tempo.
E' un film fatto di corpi e di poche parole: i corpi sono oggetto di punizioni, martoriati feriti prosciugati,non sono mai immagine di salute e bellezza, mai protagonisti di scene di piacere affetto amore sesso...poche parole in quanto i dialoghi sono asciutti e poco articolati, senza aggettivi fatti di cose. è il corpo che parla, e parla di dolore, dolore inaccettabile, che non trova quiete, che non ha spiegazioni.
Film a volte pesante per il continuo spostarsi su diversi assi temporali, ben recitato anche nella fisicità sofferta dei protagonisti
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(di francesco2)
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clavius
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lunedì 20 settembre 2010
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l'abisso e l'orrore
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Premesso che non ho letto il best seller da cui il film è stato tratto e consapevole delle tiepide critiche che hanno accompagnato le pellicola a Venezia, mi sono posto alla visione con qualche perplessità e pregiudizio. Fin dalle prime sequenze mi sono dovuto ricredere. Costanzo (del quale non avevo visto nessuno dei precedenti lavori) dimostra da subito di avere uno sguardo personale ed una cura del dettaglio non indifferenti. La scelta di utilizzare un registro horror per raccontare una storia drammatica di solitudini ed evasione dal mondo, mi pare azzeccata e riuscita. Avrebbe potuto scegliere una maniera più lineare per dipanare la vicenda, invece rischiando si è incamminato sul sentiero più accidentato per descrivere l'orrore dei sentimenti e l'inquietudine di esistenze solitarie ed infelici.
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Premesso che non ho letto il best seller da cui il film è stato tratto e consapevole delle tiepide critiche che hanno accompagnato le pellicola a Venezia, mi sono posto alla visione con qualche perplessità e pregiudizio. Fin dalle prime sequenze mi sono dovuto ricredere. Costanzo (del quale non avevo visto nessuno dei precedenti lavori) dimostra da subito di avere uno sguardo personale ed una cura del dettaglio non indifferenti. La scelta di utilizzare un registro horror per raccontare una storia drammatica di solitudini ed evasione dal mondo, mi pare azzeccata e riuscita. Avrebbe potuto scegliere una maniera più lineare per dipanare la vicenda, invece rischiando si è incamminato sul sentiero più accidentato per descrivere l'orrore dei sentimenti e l'inquietudine di esistenze solitarie ed infelici. Il film si muove abilmente lungo un trentennio, facendo leva su un montaggio alternato sapiente (tecnicamente forse l'aspetto più pregevole) e su ricostruzioni dettagliate e senza sbavature di infanzia ed adolescenza durante gli anni '80 e '90. Interessanti anche i richiami al cinema di De Palma, Argento e allo "Shining" di Kubrick (citato volontariamente e con cognizione di causa). Da questi maestri apprende la lezione nell'uso della musica (altra nota positiva del film), nel gusto della composizione dell'immagine e della luce, nei meccanismi sotterranei che generano paura ed inquietudine. Facendo un appunto, si possono trovare magari alcune semplificazioni nello script di partenza o un cedimento vagamento melò sul finale. Ma per oltre 2/3 il film mi è parso originale e ben fatto, con interpreti convincenti. E' in sostanza proprio il lavoro di Costanzo ad avermi incuriosito perchè si trovano in molti momenti tracce di un talento che probabilmente non ha ancora fatto il film della vita, ma che va tenuto d'occhio nei film che seguiranno, come uno degli autori in assoluto più promettenti del cinema nostrano.
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roxy1963
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lunedì 20 settembre 2010
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complimenti !!!
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Complimenti a Costanzo...è riuscito a trasmettere il dolore e la drammaticità dei personaggi....
Ero molto curiosa, dopo aver letto il libro, di vedere come poteva realizzare un film su un libro così difficile e direi che ci è riuscito in pieno.
Forse un pò lento ma molto molto emozionante...
:-)
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francesca50
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lunedì 20 settembre 2010
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il solito clichet italiano!
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Film noioso e ancora più del libro poco credibile. Tutto sa di forzato.: dal comportamento dei genitori della bimba autistica di cui affidano il peso al fratello gemello, nonché quello del padre di Alice,che la costringe a sciare anche se non si sente, fino alla scena finale di un'Alice innamorata e di un Mattia sempre passivo. Non c'è da meravigliarsi se il cinema italiano all'estero, non sfonda e non dico altro per carità di patria.
Questa tendnza nostrana al dramma mal architettato che mescola sempre tanti problemi senza profondità è stancante ma fa parte di una certa cultura di sinistra che ritiene che al cinema bisogna piangere e comunque vergognarsi di non partecipare ai problemi del mondo.
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Film noioso e ancora più del libro poco credibile. Tutto sa di forzato.: dal comportamento dei genitori della bimba autistica di cui affidano il peso al fratello gemello, nonché quello del padre di Alice,che la costringe a sciare anche se non si sente, fino alla scena finale di un'Alice innamorata e di un Mattia sempre passivo. Non c'è da meravigliarsi se il cinema italiano all'estero, non sfonda e non dico altro per carità di patria.
Questa tendnza nostrana al dramma mal architettato che mescola sempre tanti problemi senza profondità è stancante ma fa parte di una certa cultura di sinistra che ritiene che al cinema bisogna piangere e comunque vergognarsi di non partecipare ai problemi del mondo. Che tutto sia privo di vera spontaneità lo dimostra il ritmo narrativo confuso e pedante.
Salvo solo gli attori; per questo non l'ho bocciato completamente.
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