marezia
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domenica 19 settembre 2010
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oh!
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marezia
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domenica 19 settembre 2010
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stefano 73,
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ma CHE COSA STA DICENDO? Quello di intrattenere è UNO DEI COMPITI DEL CINEMA E NEANCHE QUELLO FONDAMENTALE, sa? Ha sbagliato sala. Vada a vedere "Sharm El Sheikh - Un'estate indimenticabile", vada. P.S. Certo che Il LIVELLO DEGLI INTERVENTI sta scadendi di brutto! Mamma mia...
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stefano73
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domenica 19 settembre 2010
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ma l'intrattenimento dov'è finito?
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Da salvare solo l'interpretazione e i dialoghi ben costruiti. Una colonna sonora efficace. Per il resto nulla. Ma dov'è finito il compito dell'intrattenimento che avrebbe il cinema. La storia viene raccontata con continui flash back senza nemmeno chiarezza della vicenda. Si può vedere questo film annoiandosi...senza capirlo bene...e alla fine uscire chiedendosi il senso. Il film meriterebbe di chiamarsi "la solitudine degli scemi" ...visto che tali posso considerare i due protagonisti. Insomma ...il cinema non è più capace di intrattenere lo spettatore. Tempo perso!
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mozart
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domenica 19 settembre 2010
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commento
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uno squallore..., non so com'è il libro, ma non lo consiglio di certo! sono soldi buttati...
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hermes
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sabato 18 settembre 2010
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ragazzini strepitosi, alba r.insostenibile.
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Il film non mi è dispiaciuto in toto. I ragazzini sono strepitosi e anche il protagonista. La regia è nella seconda parte troppo onirica e dislocata. la rochwacher a tratti insostenibile. CONTINUA A RIPETERE LA STESSA IDENTICA RAGAZZA "INTERROTTA" OGNI MALEDETTA VOLTA, dal Padre di Giovanna a Soldini via via via via... A volte la sua visione procurava del fastidio fisico. Il film è stato molto fischiato a Venezia, da vedere per quanto mi riguarda, ma sarà un flop. Partito terzo non arriverà ai 3.
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saix91
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sabato 18 settembre 2010
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un film coraggioso
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Dopo aver visto "La solitudine dei numeri primi" ieri sera, mi sono alzato dalla sedia con una strana sensazione. Quel finale così assurdo, senza parole, senza musica, mi aveva spiazzato. Un pò come tutto il film. Dopo aver immensamente apprezzato (forse anche eccessivamente) il libro omonimo di Giordano, mi ero fatto un sacco di trip mentali su una possibile trasposizione cinematografica, e quella di ieri sera non ha per niente accolto le mie aspettative. Era diversa da come mi aspettassi, è vero. Ma mi ha colpito. C'è stata veramente una rivoluzione rispetto al cartaceo: hanno tagliato praticamente tutta la parte finale per fare risaltare quella da bambini e da giovani, che si sovrappongono continuamente nel film, in una infinita catena di flashback e flashforward; hanno cambiato i due personaggi materni, rendendo più aggressiva la madre di Mattia e meno moribonda quella di Alice; hanno tolto il personaggio di Soledad, quello della dottoressa che flirta con Mattia, hanno poco approfondito quello di Denis e di Fabio (scelta discutibile, ma comprensibile in fondo); hanno creato un nuovo personaggio, quello del Clown, inquietante ma perfetto nel meccanismo (e Timi è veramente bravissimo).
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Dopo aver visto "La solitudine dei numeri primi" ieri sera, mi sono alzato dalla sedia con una strana sensazione. Quel finale così assurdo, senza parole, senza musica, mi aveva spiazzato. Un pò come tutto il film. Dopo aver immensamente apprezzato (forse anche eccessivamente) il libro omonimo di Giordano, mi ero fatto un sacco di trip mentali su una possibile trasposizione cinematografica, e quella di ieri sera non ha per niente accolto le mie aspettative. Era diversa da come mi aspettassi, è vero. Ma mi ha colpito. C'è stata veramente una rivoluzione rispetto al cartaceo: hanno tagliato praticamente tutta la parte finale per fare risaltare quella da bambini e da giovani, che si sovrappongono continuamente nel film, in una infinita catena di flashback e flashforward; hanno cambiato i due personaggi materni, rendendo più aggressiva la madre di Mattia e meno moribonda quella di Alice; hanno tolto il personaggio di Soledad, quello della dottoressa che flirta con Mattia, hanno poco approfondito quello di Denis e di Fabio (scelta discutibile, ma comprensibile in fondo); hanno creato un nuovo personaggio, quello del Clown, inquietante ma perfetto nel meccanismo (e Timi è veramente bravissimo). E poi il film trasmette benissimo, attraverso una sfiancante lentezza dei movimenti e una quasi totale assenza di battute, quella sensazione di dolore, di desolazione, di incomunicabilità, che arriva dal libro. Ne è permeato. E indubbiamente Alba Rohrwacher e Luca Marinelli hanno svolto un'eccellente lavoro. Non è il film che mi aspettavo, ripeto. E' diverso. Ma mi è arrivato ugualmente. Ed è per questo che ammiro il coraggio degli sceneggiatori (Giordano stesso e Saverio Costanzo), e voglio premiarli con ben quattro stelle.
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vivi.85_2010
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venerdì 17 settembre 2010
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deludente
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DELUDENTE ANCHE SE STRUGGENTE
questo film per chi non ha letto il libro confonde e non poco. Consiglio la visione ma poi, per chi non l'avesse già fatto, leggete il libro che è tutt'altra cosa.
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marezia
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venerdì 17 settembre 2010
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luigi8421,
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(ANSA) - ROMA, 17 SET - La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo, tratto dall'omonimo bestseller di Paolo Giordano, guida il box office.Terzo nel weekend d'apertura, il film si presenta dunque primo alla vigilia del nuovo fine settimana (120.330 euro l'incasso di giovedi' per un totale di 1.498.259 euro), precedendo 'Resident Evil: Afterlife', 'Shrek e vissero felici e contenti' e 'Somewhere' (nel frattempo risalito al quarto posto dopo la conquista del Leone d'Oro a Venezia).
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mattiaps
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venerdì 17 settembre 2010
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tristemente stupendo
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Che dire…
il libro non l’ho letto quindi mi baso esclusivamente su quello che ho visto,
uno dei film più drammatici del mio “bagaglio cinematografico”.
Non c’è speranza, la vita condizionata da eventi, famiglie e amici avversi porterà i due protagonisti a condurre un’esistenza amara e spesso tentata dal suicidio.
L’unica energia positiva che esce da questa storia è l’amore/affetto tra Mattia e Alice, “numeri primi” li chiama Piero Giordano (autore del libro a cui si ispira il film), due anime perse unite dalla tragicità della loro vita che si avvicinano e allontanano continuamente.
I momenti allegri de “La solitudine dei numeri primi” sono paradossalmente quelli in cui il padre di Alice vieta la figlia di farsi un tatuaggio, buffa come cosa, ridi per quello che dice quest’uomo ma poi due secondi dopo ti rendi subito conto di quanto sia triste e cattivo, tutto meno che un padre, per non parlare della madre…
E’ un’opera tristemente stupenda, questo il mio giudizio,
Saverio Costanzo, giovane regista italiano, ha realizzato un ottimo film, per carità, basandosi sul libro di successo (Premio Strega e Premio Campiello opera prima 2008) dell’atrettanto giovane scrittore Paolo Giordano, per questo avvantaggiato da un certo punto di vista,
ma premio il suo coraggio e l’originalità con cui ha trasformato le parole di Giordano in immagini e suoni in modo impeccabile.
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Che dire…
il libro non l’ho letto quindi mi baso esclusivamente su quello che ho visto,
uno dei film più drammatici del mio “bagaglio cinematografico”.
Non c’è speranza, la vita condizionata da eventi, famiglie e amici avversi porterà i due protagonisti a condurre un’esistenza amara e spesso tentata dal suicidio.
L’unica energia positiva che esce da questa storia è l’amore/affetto tra Mattia e Alice, “numeri primi” li chiama Piero Giordano (autore del libro a cui si ispira il film), due anime perse unite dalla tragicità della loro vita che si avvicinano e allontanano continuamente.
I momenti allegri de “La solitudine dei numeri primi” sono paradossalmente quelli in cui il padre di Alice vieta la figlia di farsi un tatuaggio, buffa come cosa, ridi per quello che dice quest’uomo ma poi due secondi dopo ti rendi subito conto di quanto sia triste e cattivo, tutto meno che un padre, per non parlare della madre…
E’ un’opera tristemente stupenda, questo il mio giudizio,
Saverio Costanzo, giovane regista italiano, ha realizzato un ottimo film, per carità, basandosi sul libro di successo (Premio Strega e Premio Campiello opera prima 2008) dell’atrettanto giovane scrittore Paolo Giordano, per questo avvantaggiato da un certo punto di vista,
ma premio il suo coraggio e l’originalità con cui ha trasformato le parole di Giordano in immagini e suoni in modo impeccabile.
Sento che questa nuova generazione di registi italiani sta portando ossigeno, tanto, al nostro cinema, ci manca quel guizzo internazionale che ci riporterebbe ai livelli del nostro orgoglioso passato ma accontentiamoci, non lamentiamoci sempre.
Complimenti pure a ai due attori protagonisti, Alba Rohrwacher e Luca Marinelli, perfetti, lei sempre più stupefacente, lui bravissimo nell’ interpretare l’adulto Mattia con poche battute recitate ma devastanti primi piani che parlano da sè.
Film più che consigliato,
magari non proprio per chi vuol passare due ore leggere e divertenti!
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uobba
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venerdì 17 settembre 2010
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ottimo film
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non ho idea se sia più o meno attinente al libro in quanto non l'ho letto, so solo che il film davvero bello, ti trasmette delle emozioni che ti continui a portare dentro per giorni.
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