dinosauro
|
mercoledì 8 dicembre 2010
|
per fortuna non c'era!
|
|
|
|
Torno dal cinema e commento.
1) per fortuna non c'era W.Allen tra gli interpreti.
2) a parte tale battuta ironica ( non sarcastica)giudico il film come
un monito alle donne fondato sul fine gioco intellettuale, che l'autore
sempre predilige.
Infatti, basta leggere il titolo per trarne un chiaro messaggio "morale"
per le aspiranti compagne o mogli: l'uomo dei sogni siete voi a sceglierlo
purché mettiate da parte i vostri impulsi isterico-uterini.
E quando avrete scelto, l'uomo sarà nelle vostre mani, dato che ha solo e sempre
l'istinto naturale della fisiologia mascolina.
Orbene donna, sei avvisata: il "nemico" è sempre in agguato, ma sempre pronto
a cadere nella tua rete.Buona caccia!
Dino Sauro
|
|
[+] lascia un commento a dinosauro »
[ - ] lascia un commento a dinosauro »
|
|
d'accordo? |
|
francesco2
|
mercoledì 8 dicembre 2010
|
la grande illusione....della magia
|
|
|
|
Da quanto leggio su "MyMovies", mi pare che l'ultimo Allen abbia lasciato delusa varia gente. Io invece trovo che il regista di "Crimini e misfatti" abbia costruito un'opera imperfetta ma che, a parte il merito di proporci un’eccellente Naomi Watts, possiede almeno un paio di qualità non messe -Mi sembra-in risalto.
Primo: suggerisce che, secondo la sua visione tipicamente pessimista, il nostro è ormai un mondo sull'orlo della nevrosi. Ed è facile, sotto questo aspetto, prendersela con la madre della Watts: no, dove si polemizza senza la cosiddetta spocchia è quando si mostrano i parenti della Kahlo (Giustamente) alterati perché la ragazza vuole mandare all'aria il proprio matrimonio, o l'ex-prostituta, un cartone animato vivente modello Jessica Rabbit (A proposito, bravissima la doppiatrice italiana), che dietro la propria vacuità (E sono generoso) sembra una strafatta di robacce di vario genere.
[+]
Da quanto leggio su "MyMovies", mi pare che l'ultimo Allen abbia lasciato delusa varia gente. Io invece trovo che il regista di "Crimini e misfatti" abbia costruito un'opera imperfetta ma che, a parte il merito di proporci un’eccellente Naomi Watts, possiede almeno un paio di qualità non messe -Mi sembra-in risalto.
Primo: suggerisce che, secondo la sua visione tipicamente pessimista, il nostro è ormai un mondo sull'orlo della nevrosi. Ed è facile, sotto questo aspetto, prendersela con la madre della Watts: no, dove si polemizza senza la cosiddetta spocchia è quando si mostrano i parenti della Kahlo (Giustamente) alterati perché la ragazza vuole mandare all'aria il proprio matrimonio, o l'ex-prostituta, un cartone animato vivente modello Jessica Rabbit (A proposito, bravissima la doppiatrice italiana), che dietro la propria vacuità (E sono generoso) sembra una strafatta di robacce di vario genere. Ma non dimentichiamoci -Ancora- l'attrice australiana, che all'ultimo, dopo schermaglie a tratti noiose e ripetitive con Brolin, si lascia andare con la madre ad un sentito sfogo sulla chiromante verso la quale lei stessa l'aveva indirizzata. Qualcuno potrebbe notare analogie con "Tutti dicono:I Love You" o "Basta che funzioni"(Altri girotondi di coppie vere o presunte), ed altri osservare come il finale, in cui la (finta) magia sembra l’unica ancora di salvezza ricordi quello di “Melinda e Melinda”, o la fuga dalla realtà in "Alice". Ma Woody, se cincischia un po’ (a volte un po’ abbastanza) nel suo farsi e disfarsi di coppie, al punto che la stessa Kahlo domanda:“Ma se sono in procinto di sposarmi, perché voglio flirtare?”, sarà lontano dai tempi di “Mariti e mogli”, ma ci induce a porci interessanti quesiti sui paradossi dell’esistenza. Ha fatto bene o male la moglie di Brolin a consigliare la chiromante alla madre, quando poi la induce a non concederle il prestito? Suo marito sbaglia a “impossessarsi” di un libro non scritto da lui, e come deve regolarsi quando l’uomo potrebbe svegliarsi dal coma? Ancora: cosa deve pensare Hopkins quando una (Transitoria) compagna potrebbe avere un figlio non suo, lui che auspicava tanto la nascita di un bambino maschio?
E' stato a volte rimproverato ad Allen di non aver imitato bene Bergman, il suo (in un certo momento) modello, specie in film come “Interiors”, che chi scrive non conosce granchè. In realtà credo che nella sua atmosfera lieve e giocosa(?), anche questo film ponga i protagonisti di fronte a dilemmi che, se non esattamente dostoevskiani, riguardano il concetto di “Giustizia” nei piccoli e grandi problemi della vita. In più, anche certe scelte di regia riflettono una dimensione “Esistenzialista”. Ditemi quante volte nel recente “Basta che funzioni” si insistesse su primi piani che sottolineavano la drammaticità di certe situazioni, mi ripeto per l’ennesima volta citando (Soprattutto) la Watts. Cito l’esempio (Che non è neanche il più appropriato) in cui vede l’orecchino indossato dall’amica e prende coscienza della relazione instaurata con Banderas, modello i protagonisti di “Gente di Dublino” di Joyce. A dispetto delle accuse di ripetitività, allora, il film possiede una levità che non sconfina così spesso nella superficialità e nel già detto; e persino in un finale così simpaticamente(Ma ne siamo sicuri?) cupo, il regista lascia la speranza che, se l’illusione (Secondo lui) è l’unico modo per sfuggire alla realtà, la magia ha un sottile fascino che può scoprire ognuno di noi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesco2 »
[ - ] lascia un commento a francesco2 »
|
|
d'accordo? |
|
valeria21
|
martedì 7 dicembre 2010
|
un film senza necessità
|
|
|
|
Cosa ci dice di nuovo Woody Allen in questo suo nuovo film? Niente che non abbia già detto (e ripetuto) in film molto più ispirati. Qualche spunto interessante , qualche battuta felice c'è, sicuramente la moglie Helena è il personaggio più interessante nel suo esasperato bisogno di sognare e di avere un futuro, ma la lentezza, i dejà vu, gli stereotipi fanno sentire questo film come non necessario e fanno venire la nostalgia di un Woody Allen più incisivo ed ironico
|
|
[+] lascia un commento a valeria21 »
[ - ] lascia un commento a valeria21 »
|
|
d'accordo? |
|
chissima
|
martedì 7 dicembre 2010
|
ny
|
|
|
|
Pare che se la sceneggiatura non è ambientata a New York, Woody Allen non produca idee brillanti.
Il film dello scorso anno aveva rincuorato tutti i fans del nostro regista: finalmente ha ritrovato la verve, e che verve! avevamo esclamato tutti noi che lo adoriamo a prescindere. Ma questo "incontrerai ecc ecc" è carino in superfice, ma talmente triste, proprio d'umor nero. Neanche l'ombra del solito pessimismo dolce-amaro che fa di Woody il vero Woody. Questo film appare il suo giudizio definitivo di disprezzo del genere maschile e femminile, niente a che vedere con la caotica ma gioiosa umanità newyorkese di "Basta che funzioni": senza l'energia di NY, pare non funzioni niente. Non si salva nessuno dalla stupidità mista a malafede o, quanto meno, a pigrizia mentale.
[+]
Pare che se la sceneggiatura non è ambientata a New York, Woody Allen non produca idee brillanti.
Il film dello scorso anno aveva rincuorato tutti i fans del nostro regista: finalmente ha ritrovato la verve, e che verve! avevamo esclamato tutti noi che lo adoriamo a prescindere. Ma questo "incontrerai ecc ecc" è carino in superfice, ma talmente triste, proprio d'umor nero. Neanche l'ombra del solito pessimismo dolce-amaro che fa di Woody il vero Woody. Questo film appare il suo giudizio definitivo di disprezzo del genere maschile e femminile, niente a che vedere con la caotica ma gioiosa umanità newyorkese di "Basta che funzioni": senza l'energia di NY, pare non funzioni niente. Non si salva nessuno dalla stupidità mista a malafede o, quanto meno, a pigrizia mentale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a chissima »
[ - ] lascia un commento a chissima »
|
|
d'accordo? |
|
silvianovelli
|
martedì 7 dicembre 2010
|
la cosa piu bella e' a locandina...
|
|
|
|
Lo scorso weekend ho visto il nuovo film di Woody Allen; credo sia forse l'unica volta in cui mi sono ritrovata al cinema senza sapere esattamente il titolo del film che mi apprestavo a vedere... e immancabilmente a cinque minuti dalla fine mi sono ritrovata a chiedere "Senti ma... com'è che si intitola questo film?!". Perchè Woody Allen si va a vederlo anche senza sapere i dettagli. Però stavolta che flop. Era meglio se dedicavo più tempo alla pizza precedente il film, anzichè ingurgirla per correre a prendere posto!
La cosa più bella, secondo me, è la locandina: la guardi e ti immagini qualcosa di intrigante e raffinato, non certo una commedia piena di stereotipi e banali clichè e quasi del tutto priva di battute efficaci.
[+]
Lo scorso weekend ho visto il nuovo film di Woody Allen; credo sia forse l'unica volta in cui mi sono ritrovata al cinema senza sapere esattamente il titolo del film che mi apprestavo a vedere... e immancabilmente a cinque minuti dalla fine mi sono ritrovata a chiedere "Senti ma... com'è che si intitola questo film?!". Perchè Woody Allen si va a vederlo anche senza sapere i dettagli. Però stavolta che flop. Era meglio se dedicavo più tempo alla pizza precedente il film, anzichè ingurgirla per correre a prendere posto!
La cosa più bella, secondo me, è la locandina: la guardi e ti immagini qualcosa di intrigante e raffinato, non certo una commedia piena di stereotipi e banali clichè e quasi del tutto priva di battute efficaci. Altro specchietto per le allodole è il titolo originale del film: "You will meet a tall dark stranger" ("Incontrerai uno sconosciuto alto e misterioso"), decisamente più appealing della versione che ne è stata fatta in italiano "Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni". Ma vabbè.
Non voglio dilungarmi troppo, dico solo che il film non ha niente di significativo, se non un cast notevole (da Anthony Hopkins ad Antonio Banderas, da Naomi Watts a Freida Pinto a Josh Brolin) che però non viene assolutamente valorizzato. La storia è sinceramente noiosa, salverei soltanto due scene che mostrano un guizzo di originalità (quando Roy vede la ex moglie alla finestra dell'appartamento di fronte e quando emerge l'equivoco del coma). Anche il finale risulta posticcio, le storie dei protagonisti non vengono sviluppate e non ci sono nemmeno sufficienti appigli per una libera interpretazione. Di solito non sono così drastica nei miei giudizi ma qui devo dare proprio un voto scarso, soprattutto perchè da un film di Woody Allen ci si aspetta ben altro. A proposito, ma non doveva esserci anche Carla Bruni nel cast? Rivedrei le mie opinioni se venisse fuori che Allen l'ha convocata per un piccolo cameo nel film per poi tagliare la scena con lei... quella sì che sarebbe una genialata!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a silvianovelli »
[ - ] lascia un commento a silvianovelli »
|
|
d'accordo? |
|
françois-marie arouet
|
martedì 7 dicembre 2010
|
bel film ma...
|
|
|
|
Avete mai notato che nei film sconsolati e un po' cinici popolati da personaggi infelici i protagonisti non sono mai ebrei? Viceversa in quelli con un finale tutto sommato speranzoso come Basta Che Funzioni l' ambiente e' tutto ebraico ( e sempre in Basta Che Funzioni tra l'altro, i non ebrei hanno come unica speranza quella di farsi trombare dagli ebrei, se ricordate bene)
Che Woody sia un tantino razzistello?
|
|
[+] lascia un commento a françois-marie arouet »
[ - ] lascia un commento a françois-marie arouet »
|
|
d'accordo? |
|
'mox'
|
martedì 7 dicembre 2010
|
il mondo secondo woody
|
|
|
|
Dicendo che Woody Allen si ripete, si rischia seriamente di diventare ripetitivi. E' vero, nei suoi ultimi lavori - anche nei più riusciti - è impossibile non avvertire un senso di deja vu: i personaggi e le storie ci sono già familiari - lo scrittore fallito, la gallerista insoddisfatta, le coppie in crisi, gli inganni, i tradimenti e i delitti... - e lui si limita a ricombinarli sperimentando le infinite varianti possibili. Forse l'idea di fondo è esattamente questa: il caotico rimescolarsi di pochi elementi fondamentali, da cui nascono configurazioni sempre nuove - ma tutte rigorosamente prive di senso o destinazione - è la visione della vita con cui Woody Allen riesce ancora a intrattenerci.
[+]
Dicendo che Woody Allen si ripete, si rischia seriamente di diventare ripetitivi. E' vero, nei suoi ultimi lavori - anche nei più riusciti - è impossibile non avvertire un senso di deja vu: i personaggi e le storie ci sono già familiari - lo scrittore fallito, la gallerista insoddisfatta, le coppie in crisi, gli inganni, i tradimenti e i delitti... - e lui si limita a ricombinarli sperimentando le infinite varianti possibili. Forse l'idea di fondo è esattamente questa: il caotico rimescolarsi di pochi elementi fondamentali, da cui nascono configurazioni sempre nuove - ma tutte rigorosamente prive di senso o destinazione - è la visione della vita con cui Woody Allen riesce ancora a intrattenerci. Dosando commedia e tragedia, privilegiando ora il lato buffo ora quello miserabile dell'esistenza umana. In questo lungo lavoro combinatorio, sembra che ogni nuovo film vada letto alla luce degli altri, come se insieme costituissero un unico grande gioco di rimandi e allusioni, un lungo discorso a cui ogni anno viene aggiunta una frase.
Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni non sarà forse un'opera memorabile: non ha la brillantezza di Basta che funzioni e nemmeno l'accuratezza chirurgica di Match Point, eppure credo che abbia diritto a un suo posto nel disegno complessivo, che sia un tassello nel grande mosaico del "mondo secondo Woody". Questa volta la storia non ha nemmeno un vero finale: resta aperta perché il suo scopo ultimo è forse quello di rimandare ad altro da sé, alla convinzione incrollabile di uno dei personaggi, secondo cui "viviamo molte vite". E, mentre l'illusione dell'amore ci sospinge dall'una all'altra, lo sguardo cinico del regista illumina l'assurdità del cammino.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a 'mox' »
[ - ] lascia un commento a 'mox' »
|
|
d'accordo? |
|
ralphscott
|
lunedì 6 dicembre 2010
|
tutti cercano la felicità,o semplicemente...
|
|
|
|
Tutti cercano la felicità,o semplicemente...di restare a galla. Gran darsi da fare,ma poi il destino decide,prendendosi gioco dell'umanità. Eventi banali,seppur traumatici,per i personaggi che li subiscono. Si lasciano,o vorrebbero farlo,si riaccoppiano,o vorrebbero farlo,magari,come nelle esistenze di milioni di persone,con la dirimpettaia del palazzo o il capo per cui si lavora. Gli attori più anziani riescono,nonostante realtà familiari tutt'altro che auspicabili,a trasmettere serenità,ottimismo,tenerezza. Tra i figli,ancora una volta la splendida Naomi Watts illumina lo schermo. Film estremamente alleniano
|
|
[+] lascia un commento a ralphscott »
[ - ] lascia un commento a ralphscott »
|
|
d'accordo? |
|
meltdown
|
lunedì 6 dicembre 2010
|
l'imprevedibile ironia della vita
|
|
|
|
Allen riprende uno degli ingredienti del suo recente "Match Point" - la Fortuna - e lo mescola con le passioni, gli sbagli, la superficialità, gli obiettivi e le illusioni di due coppie o quasi: i neosposini Sally e Roy e i di lei genitori Alfie ed Elena. Tutti e 4 vogliono qualcosa (Roy diventare uno scrittore di successo, Sally far funzionare la sua storia con suo marito, suo padre avere un figlio e sua madre ritrovare la stabilità emotiva), e ognuno di essi cercherà di raggiungere i suoi obiettivi in maniera apparentemente stupida e assurda. Tuttavia il film non condanna e non assolve nessuno dei personaggi.
Si potrebbe definire un film amorale, dato che tutti vengono trattati allo stesso modo, sia chi fa un errore e se ne ravvede, sia chi vi persevera non accorgendosene.
[+]
Allen riprende uno degli ingredienti del suo recente "Match Point" - la Fortuna - e lo mescola con le passioni, gli sbagli, la superficialità, gli obiettivi e le illusioni di due coppie o quasi: i neosposini Sally e Roy e i di lei genitori Alfie ed Elena. Tutti e 4 vogliono qualcosa (Roy diventare uno scrittore di successo, Sally far funzionare la sua storia con suo marito, suo padre avere un figlio e sua madre ritrovare la stabilità emotiva), e ognuno di essi cercherà di raggiungere i suoi obiettivi in maniera apparentemente stupida e assurda. Tuttavia il film non condanna e non assolve nessuno dei personaggi.
Si potrebbe definire un film amorale, dato che tutti vengono trattati allo stesso modo, sia chi fa un errore e se ne ravvede, sia chi vi persevera non accorgendosene. Difatti sono proprio le categoria morali di "errore" o "giustizia" o "necessità" ad essere completamente assenti nel film: ognuno vive la propria vita in maniera banale affidandosi ad ancore più o meno salde con motivazioni più o meno sensate.
Consiste in questo l'ironia del film, di cui altre critiche che ho letto lamentano l'assenza. È la vita in sé, il suo svolgersi ad avere una sua imprevedibile ironia.
Perfetto anche il finale, che di fatto è un non-finale dato che lascia in sospeso tutte le questioni aperte (se Alfie sia effettivamente il padre del bambino che la sua nuova fiamma attende, se l'amico a cui Roy ha rubato il romanzo si sveglierà o no dal coma). Un finale tradizionale avrebbe guastato il film, e avrebbe dato un senso alle vite dei personaggi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a meltdown »
[ - ] lascia un commento a meltdown »
|
|
d'accordo? |
|
|