the_end
|
lunedì 6 dicembre 2010
|
illusioni e pessimismo.
|
|
|
|
Potendo, gli avrei dato tre stelle e mezza: si tratta di un film piacevole, ma di grande complessità – come tipico di un magistrale autore qual è Woody Allen.
Alfie/Anthony Hopkins ed Helena/Gemma Jones sono una coppia anziana; quando Alfie decide di lasciarsi trasportare dal giovanilismo e lascia Helena, provoca in quest’ultima una crisi depressiva che la spinge a tentare il suicidio. Nel frattempo Sally/Naomi Watts, ovvero la loro figlia, trova un lavoro in una prestigiosa galleria d’arte: è poco più che la segretaria di Grag/Antonio Banderas, il capo, di cui si innamora. Grag è ammogliato (anche se in crisi); Sally è una persona tendenzialmente razionale e cerca di nascondere la propria attrazione per l’uomo, essendo sposata con Roy/Josh Brolin.
[+]
Potendo, gli avrei dato tre stelle e mezza: si tratta di un film piacevole, ma di grande complessità – come tipico di un magistrale autore qual è Woody Allen.
Alfie/Anthony Hopkins ed Helena/Gemma Jones sono una coppia anziana; quando Alfie decide di lasciarsi trasportare dal giovanilismo e lascia Helena, provoca in quest’ultima una crisi depressiva che la spinge a tentare il suicidio. Nel frattempo Sally/Naomi Watts, ovvero la loro figlia, trova un lavoro in una prestigiosa galleria d’arte: è poco più che la segretaria di Grag/Antonio Banderas, il capo, di cui si innamora. Grag è ammogliato (anche se in crisi); Sally è una persona tendenzialmente razionale e cerca di nascondere la propria attrazione per l’uomo, essendo sposata con Roy/Josh Brolin. Roy è uno scrittore che cerca di realizzare l’opera della consacrazione, avendo alternato un ottimo libro di esordio ad uno mediocre. Mentre scribacchia, si lascia affascinare da Dia/Freida Pinto, la misteriosa inquilina della finestra di fronte vestita spesso di rosso e in procinto di convolare a nozze col fidanzato. Roy riesce ad avvicinarsi alla donna ed a confonderla sull’imminente matrimonio. Helena riesce a superare la sua crisi grazie ad una veggente, che diventa sua “mentore”. L’anziana donna incontrerà un uomo del quale si innamorerà.
Ogni personaggio è estremamente caratterizzato: la cura maniacale del punto di vista psicologico è una peculiarità del regista newyorchese. La coppia più interessante, a mio parere, è quella dei due anziani genitori di Sally, presumibilmente benestanti e segnati dalla perdita di un figlio. Alfie è un esempio fenotipico di giovanilismo. L’insofferenza alla propria vecchiaia lo spinge verso un nuovo ritorno al passato; l’acquisto di una Fiat Cinquecento decappottabile è un dettaglio apparentemente insignificante ma, a ben vedere, significativamente emblematico: Alfie aveva messo da parte parecchi soldi e poteva permettersi un auto più appariscente e costosa, ma non sarebbe stato confacente al tipico giovane della nostra società; inoltre la city-car della Fiat è una versione dei giorni nostri di quella che era un’auto del passato e ciò rappresenta, per metonimia, lo stesso Alfie che mira ad apparire come una persona nuova. Intuisce che, nell’era dell’apparire, la cura del corpo è fondamentale e per questo va in palestra, si fa le lampade ed assume Viagra per fare sesso con una prostituta della quale si innamora. Alfie si pentirà delle proprie scelte soltanto perché inizierà a temere di restare solo. Helena, invece, si affida ciecamente ad una veggente che la riempie di fandonie: sarà grazie a queste illusioni che Helena incontrerà Jonathan (interpretato dall’attore caratterista Roger Ashton-Griffiths), un uomo ingenuo e credulone quanto lei, e se ne innamorerà. L’anziana donna respingerà perfino la richiesta di perdono di Alfie pur di stare con lui. È l’unica coppia che sembra arrivare alla fine del film con una certa stabilità. Il finale è molto aperto: lascia numerosi punti interrogativi su come si risolveranno alcuni nodi cruciali dell’intreccio. Il tema delle illusioni è ormai un punto fermo dei lavori di Woody Allen che continua a diffondere il proprio messaggio e continua a manifestare un’intolleranza verso le relazioni sentimentali odierne, in cui il denaro, i progetti per il futuro, il lavoro e il piacere sono preponderanti, comportando la mancanza di interesse nell’altro e la volontà di fuggire per mezzo del tradimento.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a the_end »
[ - ] lascia un commento a the_end »
|
|
d'accordo? |
|
clavius
|
lunedì 6 dicembre 2010
|
il tramonto di un grande
|
|
|
|
E' il film di un uomo di 75 anni. E si vede. Nel senso che l'intreccio stucchevole delle disavventure amorose dei personaggi è oramai trito. Un film impastato attorno ad una verbosità a tratti noiosissima che ha il difetto supremo (per un film di Allen) di non strappare più nemmeno un sorriso. Sono vent'anni che non riesce più a raccontare qualcosa di nuovo in un modo nuovo e in quest'ultima pellicola la sensazione sconfortante dell'imbolsimento della sua produzione è lampante. Evito di fare paragoni imbarazzanti con altri film dello stesso regista. Qui non si può che attendere lo svolgimento scontato degli eventi. La scrittura ha perso la freschezza di un tempo e direi che l'intero impianto della pellicola non brilla mai per originalità.
[+]
E' il film di un uomo di 75 anni. E si vede. Nel senso che l'intreccio stucchevole delle disavventure amorose dei personaggi è oramai trito. Un film impastato attorno ad una verbosità a tratti noiosissima che ha il difetto supremo (per un film di Allen) di non strappare più nemmeno un sorriso. Sono vent'anni che non riesce più a raccontare qualcosa di nuovo in un modo nuovo e in quest'ultima pellicola la sensazione sconfortante dell'imbolsimento della sua produzione è lampante. Evito di fare paragoni imbarazzanti con altri film dello stesso regista. Qui non si può che attendere lo svolgimento scontato degli eventi. La scrittura ha perso la freschezza di un tempo e direi che l'intero impianto della pellicola non brilla mai per originalità. Nell'elogio sotterraneo alle illusioni come balsamo delle esistenze non riconosco nemmeno più la sua poetica disincantata e a tratti feroce. Insomma dal basta che funzioni al basta che consoli. Aspettando il basta che sia ci dobbiamo accontentare di essere spattatori del tramonto di un grande.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a clavius »
[ - ] lascia un commento a clavius »
|
|
d'accordo? |
|
ripagrandeluca
|
lunedì 6 dicembre 2010
|
si salva solo la colonna sonora
|
|
|
|
allen si salva col mestiere ma come sempre o fa grandi film o si arrampica sugli specchi non ci sono battute degne di lui e la storia è piena di spunti abbandonati in una frase " provaci ancora "
|
|
[+] lascia un commento a ripagrandeluca »
[ - ] lascia un commento a ripagrandeluca »
|
|
d'accordo? |
|
variabiley
|
lunedì 6 dicembre 2010
|
aaa cercasi disperatamente ironia
|
|
|
|
Il marito, la moglie, la figlia, il datore di lavoro della figlia, il compagno della figlia, la vicina: sei persone insoddisfatte delle rispettive relazioni sentimentali si trovano contemporaneamente a dover affrontare il problema, credendo di vedere la soluzione nel nuovo partner. Le storie si intrecciano a coppie, creando delle nuove realtà che mai si distaccano dalle precedenti, con l'obiettivo di non dargli mai la possibilità di credere del tutto in quello che hanno scelto, ma offrendogli comunque l'opportunità di vivere, seppur per un solo attimo, l'illusione dell'amore e della felicità.
C'è ridondanza nelle situazioni e negli eventi, come se si volesse sopperire a una mancanza di idee.
[+]
Il marito, la moglie, la figlia, il datore di lavoro della figlia, il compagno della figlia, la vicina: sei persone insoddisfatte delle rispettive relazioni sentimentali si trovano contemporaneamente a dover affrontare il problema, credendo di vedere la soluzione nel nuovo partner. Le storie si intrecciano a coppie, creando delle nuove realtà che mai si distaccano dalle precedenti, con l'obiettivo di non dargli mai la possibilità di credere del tutto in quello che hanno scelto, ma offrendogli comunque l'opportunità di vivere, seppur per un solo attimo, l'illusione dell'amore e della felicità.
C'è ridondanza nelle situazioni e negli eventi, come se si volesse sopperire a una mancanza di idee. Se si volesse giocare con i personaggi, si potrebbe provare a scambiarli e non succederebbe assolutamente niente, la storia avrebbe lo stesso sviluppo. Questo perchè l'aspetto principale (la fuga dall'amore precedente alla ricerca di nuovi stimoli) e l'eccessivo numero di personaggi succhiano del tutto le personalità dei protagonisti e rendono il loro stato, sia emotivo che fisico, inutile contorno. Siamo rimbalzati da una situazione all'altra in un ping-pong di un'ora e quaranta, senza la possibilità che si rivelino dei colpi di scena. La scrittura non regge su una sola idea. Il furto del libro, quindi, risulta solo una piccola perla sul fondo di un mare sabbioso.
La scorrevolezza del film e i soliti colpi di genio nei dialoghi gli valgono 2 stelline, ma, questa volta, vacilla anche questa che, fino a Basta che funzioni, era stata una delle più grandi certezze del cinema di Woody Allen. Ripetitivi anche questi (vedi l'ossessione di Helena che alla lunga stanca), a tratti volgari, disturbanti (vedi l'accanimento di Sally nei confronti della mamma), stucchevoli, alla ricerca della risata facile piuttosto che tramite l'uso della straordinaria ironia che ha reso celebre lo sceneggiatore e regista.
Woody Allen ha provato a inserire un marcato filone decadente che, però, entra in conflitto con il tentativo di non cambiare il suo modo di fare cinema. Le due intenzioni non si amalgamano. In questo furbo esperimento ha esagerato nel tentativo di allargare la cerchia del suo pubblico, cercando di spingersi troppo oltre il sorriso amaro che riusciva a regalare con gli altri film, risultando "ridicolo" per chi è abituato al vero cinema decadente e poco brillante per chi ama la sua ironia.
Un modesto consiglio: se hai voglia di fare altro, abbi il coraggio di metterti totalmente in discussione.
[-]
[+] bravo
(di carlariz)
[ - ] bravo
|
|
[+] lascia un commento a variabiley »
[ - ] lascia un commento a variabiley »
|
|
d'accordo? |
|
pattie
|
domenica 5 dicembre 2010
|
i sogni son desideri.....
|
|
|
|
Il solito W.Allen che ti fa sorridere ma ti lascia un retrogusto amaro in bocca. Come nessuno, sa costruire una trama basandosi sulle nevrosi e le paure più diffuse nel nostro pazzo mondo occidentale. Certo i suoi film non ti stupiscono per gli effetti speciali ma ti colpiscono allo stomaco per come mettono a nudo ansie e fobie dell'uomo moderno.
Il cast è eccellente e i dialoghi sono degni di una piece teatrale.
Questa volta indaga il sentimento dell'amore attraverso gli occhi disincantati e timorosi di uomini e donne adulti e anziani. L'impossibilità di diventare maturi, l'incapacità di rassegnarsi ai propri limiti, alla vecchiaia, alla vita che abbiamo avuto ed al futuro che ci aspetta.
[+]
Il solito W.Allen che ti fa sorridere ma ti lascia un retrogusto amaro in bocca. Come nessuno, sa costruire una trama basandosi sulle nevrosi e le paure più diffuse nel nostro pazzo mondo occidentale. Certo i suoi film non ti stupiscono per gli effetti speciali ma ti colpiscono allo stomaco per come mettono a nudo ansie e fobie dell'uomo moderno.
Il cast è eccellente e i dialoghi sono degni di una piece teatrale.
Questa volta indaga il sentimento dell'amore attraverso gli occhi disincantati e timorosi di uomini e donne adulti e anziani. L'impossibilità di diventare maturi, l'incapacità di rassegnarsi ai propri limiti, alla vecchiaia, alla vita che abbiamo avuto ed al futuro che ci aspetta.
L'unica costante che accomuna tutti i protagonisti di questa storia londinese sono i sogni, i desideri irrealizzati, le speranze infrante.
Non è il suo film migliore (per me) ma è senz'altro superiore a molti che ho visto e vedo in giro.
Fa riflettere e aiuta a guardarsi dentro senza false morali, senza troppa indulgenza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a pattie »
[ - ] lascia un commento a pattie »
|
|
d'accordo? |
|
moniquette
|
domenica 5 dicembre 2010
|
che cos'è l'amor?
|
|
|
|
C'è chi va dalla cartomante
chi spera di avere un figlio
chi sogna guardando dalla finestra
chi si separa
chi sta per sposarsi
chi è innamorato di una morta
E il problema è la reciprocità dei desideri,
come sempre.
Film sicuramente piacevole e divertente,
anche se ho trovato le battute meno fulminanti del solito.
|
|
[+] lascia un commento a moniquette »
[ - ] lascia un commento a moniquette »
|
|
d'accordo? |
|
tantum ergo
|
domenica 5 dicembre 2010
|
meno male che almeno paola d.g. e deteriora sequor
|
|
|
|
la pensano più o meno come me...per un attimo mi era sembrato di essere Charlton Heston nel film 1975 Occhi Bianchi sul Pianeta Terra, circondato da ex esseri umani pericolosissimi e rimbecilliti.
Peccato, una volta tanto che esce un bellissimo film la gente con due g (la ggente) non ci capisce una maxxa. Meno male che abbiamo molte vite...
|
|
[+] lascia un commento a tantum ergo »
[ - ] lascia un commento a tantum ergo »
|
|
d'accordo? |
|
pipay
|
domenica 5 dicembre 2010
|
illusioni e delusioni della vita
|
|
|
|
Woody Allen, ancora una volta si immerge nel caos imponderabile e misterioso della vita, sottolineando illusioni e delusioni, cadute e speranze, sentimenti e falsità. E lo fa come sempre a suo modo, con vera sagacia, con mano leggera, elegante, facendo inoltre trapelare, soprattutto in questa pellicola, una punta di evidente amarezza e di delusione esistenziale. Gli interpreti del film sono perfetti: delineano i personaggi in maniera accellente. Non si può sottolineare, però, la lentezza di alcune scene e il senso di vuoto, voluto dal Regista, che disorienta alla fine lo spettatore. Tutto sfugge, insomma e nulla è concreto. Ma è proprio questo, credo, uno dei messaggi che Allen voleva trasmettere.
[+]
Woody Allen, ancora una volta si immerge nel caos imponderabile e misterioso della vita, sottolineando illusioni e delusioni, cadute e speranze, sentimenti e falsità. E lo fa come sempre a suo modo, con vera sagacia, con mano leggera, elegante, facendo inoltre trapelare, soprattutto in questa pellicola, una punta di evidente amarezza e di delusione esistenziale. Gli interpreti del film sono perfetti: delineano i personaggi in maniera accellente. Non si può sottolineare, però, la lentezza di alcune scene e il senso di vuoto, voluto dal Regista, che disorienta alla fine lo spettatore. Tutto sfugge, insomma e nulla è concreto. Ma è proprio questo, credo, uno dei messaggi che Allen voleva trasmettere. Il regista americano non ha voluto strafare: è rimasto volutamente ingabbiato dentro il treno della vita, un treno non adatto a grandi viaggi, ma diretto a un deposito, a una piccola stazioncina dell'anima o verso un binario morto. Alcuni film di Allen risultavano più coinvolgenti, più bislacchi e geniali. Questo qui va visto, ma non è uno dei suoi lavori migliori.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a pipay »
[ - ] lascia un commento a pipay »
|
|
d'accordo? |
|
deteriora sequor
|
domenica 5 dicembre 2010
|
disperato
|
|
|
|
Quasi torvo, direi. L'unica che se la cava è una vecchia mezza scema che accalappia un ridicolo ometto solitario lasciando tranquillamente al suo destino la propria figlia che ha appena divorziato e che le sta chiedendo disperatamente aiuto per il suo lavoro.
La vecchietta mezza matta la sfanga e gli altri che lottano in prima persona per realizzare i loro progetti più o meno sballati affondano inesorabilmente nelle cacche mobili della vita; e W. Allen lì le lascia senza nemmeno dirci come andrà a finire...in fondo non vale nemmeno la pena di saperlo, nella logica del film.
Bello; le quattro stelle valgono quattro e mezzo.
|
|
[+] lascia un commento a deteriora sequor »
[ - ] lascia un commento a deteriora sequor »
|
|
d'accordo? |
|
tantum ergo
|
domenica 5 dicembre 2010
|
una commedia esilarante????
|
|
|
|
Ahahah...guarda che è un film tragico, Alexia piccina.
|
|
[+] lascia un commento a tantum ergo »
[ - ] lascia un commento a tantum ergo »
|
|
d'accordo? |
|
|