totoskij
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domenica 5 aprile 2015
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anche le cose più orribili hanno una loro bellezza
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Un magnifico ritratto sulla solitudine, la paura, l'omosessualità, l'amore, l'amicizia, le maschere che siamo spesso obbligati a indossare per nasconderci, i piccoli fugaci e unici possibili attimi di felicità e il futuro condiviso da tutti: la morte.
Georges Falconer(uno splendido ed elegantissimo Colin Firth) un insegnante omosessuale quarantenne è sull'orlo del suicidio, unica apparente soluzione in una vita "annebbiata" dopo l'incidente stradale che ha portato alla morte il suo compagno di vita.
Georges fatica a trovare un senso alla propria vita, fatica a esistere, fatica a "vivere in un mondo senza sentimenti" in piena Guerra fredda, dove un attacco nucleare sembra alle porte.
Il professore si sente un uomo solo a lottare contro il mondo(rappresentato dai suoi studenti che non riesce a portare nella diretta via), ma sarà la vita a sorridergli per tutto il corso della giornata, o meglio saranno degli angeli custodi a trattenerlo in vita, a partire dalla sua amica di sempre Charly, lo spagnolo al supermercato, ma soprattutto il suo allievo più curioso che gli si propone come amico o meglio, come nuovo amore.
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Un magnifico ritratto sulla solitudine, la paura, l'omosessualità, l'amore, l'amicizia, le maschere che siamo spesso obbligati a indossare per nasconderci, i piccoli fugaci e unici possibili attimi di felicità e il futuro condiviso da tutti: la morte.
Georges Falconer(uno splendido ed elegantissimo Colin Firth) un insegnante omosessuale quarantenne è sull'orlo del suicidio, unica apparente soluzione in una vita "annebbiata" dopo l'incidente stradale che ha portato alla morte il suo compagno di vita.
Georges fatica a trovare un senso alla propria vita, fatica a esistere, fatica a "vivere in un mondo senza sentimenti" in piena Guerra fredda, dove un attacco nucleare sembra alle porte.
Il professore si sente un uomo solo a lottare contro il mondo(rappresentato dai suoi studenti che non riesce a portare nella diretta via), ma sarà la vita a sorridergli per tutto il corso della giornata, o meglio saranno degli angeli custodi a trattenerlo in vita, a partire dalla sua amica di sempre Charly, lo spagnolo al supermercato, ma soprattutto il suo allievo più curioso che gli si propone come amico o meglio, come nuovo amore. Sarà proprio lui con freschezza e giovinezza ad accendere in lui un briciolo di vita grazie ai fugaci e unici attimi di felicità passati assieme e a fargli comprendere che "anche le cose più orribili(la vita)hanno una loro bellezza".
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cupr di leone
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sabato 12 settembre 2015
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fotografia introspettiva
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Questo film è uno di quelli che, per poter esprimere un parere profondo, necessita di essere rivisto. E partendo dalla considerazione personale che un film che suscita un "rewatching" merita un buon voto, parte avvantaggiato.
La perplessità nasce dalla ovvietà che il film in sé non possiede una trama complicata (vedi Inception o Shutter Island, che vanno riguardati per poter cogliere le sfaccettature mancate). Allora perché riguardarlo? Per la bellezza. Il pregio del lavoro di Tom Ford è la sensualità vibrante attorno a cui oscillano le scene. Le inquadrature, le esaltazioni, i dettagli: tutto è volto alla ricerca di un riverbero quasi erotico, che riesce magnificamente.
Un Colin Firth superbo.
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Questo film è uno di quelli che, per poter esprimere un parere profondo, necessita di essere rivisto. E partendo dalla considerazione personale che un film che suscita un "rewatching" merita un buon voto, parte avvantaggiato.
La perplessità nasce dalla ovvietà che il film in sé non possiede una trama complicata (vedi Inception o Shutter Island, che vanno riguardati per poter cogliere le sfaccettature mancate). Allora perché riguardarlo? Per la bellezza. Il pregio del lavoro di Tom Ford è la sensualità vibrante attorno a cui oscillano le scene. Le inquadrature, le esaltazioni, i dettagli: tutto è volto alla ricerca di un riverbero quasi erotico, che riesce magnificamente.
Un Colin Firth superbo. Una Julianne Moore deliziosa, dalla bellezza autentica e inossidabile (ho una innata predilezione per le persone rosse).
A tratti, però, la composizione nell'insieme risulta quasi stancante. Il ripetersi di slow motion, di ammiccamenti, di ingrandimenti, porta a sviarsi. Mancando di una trama profonda, si è ripiegato su questi "giochi" sapienti, muovendosi al limite fra pedanteria e commozione.
Ha il pregio di non essere un film smielato, né tantomeno melodrammatico. E' drammatico in quanto imperniato sul dramma interiore di un giorno di vita di un uomo affranto (in questo mi ricorda un po' "The hours", in cui recita pure la rossa Julianne), ma non distruttivo. Riflessivo, a tratti filosofeggiante.
Un film raffinato, consigliato per una sera di autunno.
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liamfontana
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giovedì 28 aprile 2016
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un tripudio di bellezza
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Affascinante, elegante, chic, raffinato, poetico, introspettivo. Sono solo i primi aggettivi che mi passano in testa pensando ad ‘A single man’, opera prima del 2009 realizzata dal pluriacclamato stilista Tom Ford, che forse nell’ormai lontano 2009 è passata troppo distante dai riflettori (se non per la poco pubblicizzata nomination agli Oscars del magnifico Colin Firth).
La pellicola è un elogio alla bellezza, diretta in modo rigoroso dal regista, che con un continuo gioco di colori nelle inquadrature magnificamente riuscito ci fa capire l’umore e le emozioni del protagonista, un docente omosessuale che ha da poco perso il compagno in un incidente stradale.
sono ricorrenti i momenti in cui ci ritroviamo in primo piano delle labbra, degli occhi, delle mani che giocano coi capelli.
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Affascinante, elegante, chic, raffinato, poetico, introspettivo. Sono solo i primi aggettivi che mi passano in testa pensando ad ‘A single man’, opera prima del 2009 realizzata dal pluriacclamato stilista Tom Ford, che forse nell’ormai lontano 2009 è passata troppo distante dai riflettori (se non per la poco pubblicizzata nomination agli Oscars del magnifico Colin Firth).
La pellicola è un elogio alla bellezza, diretta in modo rigoroso dal regista, che con un continuo gioco di colori nelle inquadrature magnificamente riuscito ci fa capire l’umore e le emozioni del protagonista, un docente omosessuale che ha da poco perso il compagno in un incidente stradale.
sono ricorrenti i momenti in cui ci ritroviamo in primo piano delle labbra, degli occhi, delle mani che giocano coi capelli.
Rimacarbile anche la performance del qui giovanissimo Nicholas Hoult (X-Men Days of a future past; Mad Max fury Road), nei panni di uno studente che s sente un po’ un pesce fuor d’acqua nella società e che instaurerà un profondo rapporto col personaggio di Firth.
Il film, come già detto è diretto da Tom Ford e non a caso è quasi sempre presente nelle classifiche dei ‘Most Stylish movies ever’, i completi indossati dal protagonista sono estremamente raffinati e british, mentre gli abiti più casual di Hoult vogliono rappresentare la freschezza della gioventù.
Ford riesce a descrivere il dramma del lutto nel più elegante modo possibile
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mati :d
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mercoledì 3 settembre 2014
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colori ed emozioni
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A single man si tratta di un film fatto principalmente di colori, immagini e musica. Le battute che si scambiano gli attori, seppur sempre intense e cariche di significato, lasciano molto spazio alla riflessione personale, aiutata ed enfatizzata da una musica quasi sempre presente. Colin Firth riempie lo schermo con la sua bravura e lascia trapelare ogni sua emozione: il principale strumento con cui comunica i suoi stati d'animo e le sue paure. Alcuni monologhi permettono di percepire ancora più in profondità la personalità del professore da lui interpretato, con il risultato che alla fine del film, nonostante ci si renda conto di essere "stati con lui" solamente durante l'ultimo giorno della sua vita, sembra di averlo non soltanto conosciuto bene, ma addirittura di averlo capito a fondo.
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A single man si tratta di un film fatto principalmente di colori, immagini e musica. Le battute che si scambiano gli attori, seppur sempre intense e cariche di significato, lasciano molto spazio alla riflessione personale, aiutata ed enfatizzata da una musica quasi sempre presente. Colin Firth riempie lo schermo con la sua bravura e lascia trapelare ogni sua emozione: il principale strumento con cui comunica i suoi stati d'animo e le sue paure. Alcuni monologhi permettono di percepire ancora più in profondità la personalità del professore da lui interpretato, con il risultato che alla fine del film, nonostante ci si renda conto di essere "stati con lui" solamente durante l'ultimo giorno della sua vita, sembra di averlo non soltanto conosciuto bene, ma addirittura di averlo capito a fondo. Una bravissima Julianne Moore lo accompagna nel suo cammino, strappandogli un ballo e qualche risata; ma è il suo allievo a risollevarlo veramente dallo stato di torpore e rassegnazione in cui si trovava il prof. Falconer. Grazie al cambio dei colori, che da una tinta sbiadita, acquistano in fretta toni vivi e brillanti, si percepisce cosa accenda nel protagonista una scintilla d'interesse per la vita, una scintilla di felicità e amore...quell'amore che provava per il suo compagno, e che, dopo la sua morte, se n'era andato dal suo cuore. Ma non tutto è perduto, come gli fa capire il giovane Kenny, che riesce a scuotere il professore e a fargli provare uno di quei "momenti di assolua chiarezza" in cui "le cose sembrano così nititde e il mondo così nuovo"; ecco che allora Falconer riesce, infine, a riconciliarsi con se stesso, con il suo passato e con il futuro che è venuto a trovarlo per riconciliarlo al suo amato Jim.
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francesco2
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domenica 20 febbraio 2011
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entusiasmo eccessivo
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Premesso che, con tutta probabilità, mi riservo di rivedere il film, trovo francamente sproporzionato l'entusiasmo su questo sito, e più adeguata la timida accoglienza che aveva ricevuto a Venezia, dove era stata elogiata soprattutto l'interpretazione di Firth.
Intanto, l'inizio: farlo cominciare col protagonista che tiene la pistola tra le mani è qualcosa che si può permettere un (Discontinuo) maestro(?) come Mikhalkov nel suo "Sole ingannatore". Si rischia di far cadere da subito un velo di retorica sull'"eleganza" di quest'opera, poi reiterata in più di una situazione, perché dietro la sua presunta asciuttezza assistiamo in più di un caso a virtuosismi stilistici -Flashback totalmente improvvisi_ che vorrebbero rendere meglio la vicenda.
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Premesso che, con tutta probabilità, mi riservo di rivedere il film, trovo francamente sproporzionato l'entusiasmo su questo sito, e più adeguata la timida accoglienza che aveva ricevuto a Venezia, dove era stata elogiata soprattutto l'interpretazione di Firth.
Intanto, l'inizio: farlo cominciare col protagonista che tiene la pistola tra le mani è qualcosa che si può permettere un (Discontinuo) maestro(?) come Mikhalkov nel suo "Sole ingannatore". Si rischia di far cadere da subito un velo di retorica sull'"eleganza" di quest'opera, poi reiterata in più di una situazione, perché dietro la sua presunta asciuttezza assistiamo in più di un caso a virtuosismi stilistici -Flashback totalmente improvvisi_ che vorrebbero rendere meglio la vicenda. A chi elogia la supposta eleganza del film, vorrei chieder:. che ne pensate, oltre di quello che ho detto, della scena madre con la Moore, dove secondo me si salva solo la frase "Una donna non accetta di farsi superare da un uomo in amore", o qualcosa del genere?
Questo film intreccia varie suggestioni: lo shock del protagonista ricorda quello del più interessante e meno furbo "Turista per caso " di Kasdan, anche se in quel caso l'oggetto del lutto è una paternità "Giusta" negli anni'80, qui un amore "sbagliato neglia nni'60.. Ma un professore come questo ricorda anche quello delle "Tredici variazioni sul tema", che però si guarda dal propinarci trovate fastidiosamente inutili come gli zoom sulla ragazza che fuma in classe. La vera eleganza non è mai ridondante, quando e se voglia essere "eccessiva" c'è sempre una ragione che lo giustifica. (Avete presente "Revolutionary Road"?). E nel finale, che fosse arrivata la morte, e al momento giusto, non andava detto da una voce fuoricampo.
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marcello panagia
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giovedì 8 aprile 2010
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molto stile, forse troppo...
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Il celebre art director texano propone un film carico di sentimenti e profondamente umano che si sviluppa sullo sfondo degli Stati Uniti degli anni sessanta riprodotti con un'attenzione quasi maniacale. Una tragedia che colpisce nella sua crudità e violenza giá dalla prima scena, inquadrando alla perfezione lo spettatore nell'ottica del protagonista. Un Colin Firth praticamente perfetto (come sempre d'altronde) da' magistralmente vita ad un personaggio totalmente annichilito dal dolore interiore che cova in seguito alla perdita del suo compagno di vita. Fino a questo punto l'esordio di Ford alla regia pare ineccepibile. Ció che non convince é invece l'atmosfera "patinata" che avvolge il film meglio riconducibile, a mio giudizio, ad uno spot di lusso di una celebre maison di moda.
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Il celebre art director texano propone un film carico di sentimenti e profondamente umano che si sviluppa sullo sfondo degli Stati Uniti degli anni sessanta riprodotti con un'attenzione quasi maniacale. Una tragedia che colpisce nella sua crudità e violenza giá dalla prima scena, inquadrando alla perfezione lo spettatore nell'ottica del protagonista. Un Colin Firth praticamente perfetto (come sempre d'altronde) da' magistralmente vita ad un personaggio totalmente annichilito dal dolore interiore che cova in seguito alla perdita del suo compagno di vita. Fino a questo punto l'esordio di Ford alla regia pare ineccepibile. Ció che non convince é invece l'atmosfera "patinata" che avvolge il film meglio riconducibile, a mio giudizio, ad uno spot di lusso di una celebre maison di moda. L'esercizio di stile di ogni singola scena e di ogni particolare decorativo (a cominciare dall'incredibile bellezza di ogni personaggio) finisce per stonare con il tema del film e dando l'impressione di sfogliare un, seppur bellissimo, servizio fotografico degno di Vogue. Senza dubbio un'atmosfera leggermente meno glamour avrebbe giovato ad accrescere il pathos emotivo del film ed ha coinvolgere maggiormente lo spettatore. Dal punto di vista tecnico l'espediente del cambio di luminositá, quale metafora dell'inizio del superamento del trauma e del successivo ritorno al presente del protagonista, é eccessivamente traumatico e un po' semplicistico. Ció nonostante il film offre spunti interessanti ( efficace la resa cinematografica del ruolo delle percezioni sensoriali ad accrescere la nostalgia nei confronti dall'amore perduto) ed a ragione rientra tra le migliori produzioni della stagione. Si rivelerá un flirt passeggero quelllo del Maestro-Tom con il mondo del cinema? Sinceramente mi auguro di no...
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brucemyhero
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mercoledì 17 agosto 2011
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a single man
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Bel film e grandi interpretazioni. Unico nel suo genere direi, ma: il tema trattato, l'omosessualità e l'Amore, per come sono qui trattate, possono provocare disgusto nello spettatore, il che non ha niente a che fare con un giudizio.. Non sono cattolico, non ho preconcetti di nessun tipo, eppure davanti ad alcune scene, mi viene da dentro qualcosa. Il rifiuto, netto, non di comprendere l'amore tra persone di ugual sesso, ma di vederlo nella sua intimità. Ognuno è libero di vivere la vita come più gli aggrada, e l'amore quando lo è veramente, non lo si discute. Protreste obiettarmi: "perchè l'hai guardato, nessuno ti ha obbligato".
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Bel film e grandi interpretazioni. Unico nel suo genere direi, ma: il tema trattato, l'omosessualità e l'Amore, per come sono qui trattate, possono provocare disgusto nello spettatore, il che non ha niente a che fare con un giudizio.. Non sono cattolico, non ho preconcetti di nessun tipo, eppure davanti ad alcune scene, mi viene da dentro qualcosa. Il rifiuto, netto, non di comprendere l'amore tra persone di ugual sesso, ma di vederlo nella sua intimità. Ognuno è libero di vivere la vita come più gli aggrada, e l'amore quando lo è veramente, non lo si discute. Protreste obiettarmi: "perchè l'hai guardato, nessuno ti ha obbligato". L'ho guardato perchè l'omosessualità come concetto e scelta di vita, non mi fà nè caldo nè freddo, è una scelta, o la natura che sbaglia qualcosa.., non lo sò. In 'A far from heaven' Dennis Quaid (strepitosa la sua interpretazione) e la meravigliosa Julianne Moore, superba attrice, nonchè l'uomo di colore diviengono un drammatico ma sublime affesco. Qui il tema dell'omosessualità viene invece mostrato nudo, penetra oltre mura di casa e diviene palpabile. Colin Firth, offre una delle sue più grandi interpretazioni; chi avrebbe mai pensato dopo averlo visto in 'Il diario di Bridget Jones'?, che dietro quel volto da perfetto gentleman, si celasse un attore di tale caratura... Anche se in ciò che fà, c'è sempre una comicità latente, che Firth riesce a convertire in umanità disarmante.
Bello, ma di difficile accettazione interiore, per chi come me 'non può capire'....
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ucciolibero
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sabato 13 febbraio 2010
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politicamente corretto...
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"A single man" è un film più "furbo" che bello, più elegante che profondo, anche se bisogna dire che è fatto bene, è ben girato, ben recitato e gli attori sono gestiti con intelligenza e senza "sbavature"(ineccepibile la sequenza dell'incontro e del bagno nell'oceano con lo studente).
E' uno di quei film che qualche tempo fa si definivano "politicamente corretti", che fanno la felicità di certa intellighenzia americana ed europea e che noi italiani (sempre e comunque eccessivi...) esaltiamo acriticamente.
In certi ambienti (circoli, salotti, produzioni di cultura a buon mercato ecc.) "deve" piacere pregiudizialmente se non si vuole essere emarginati, o passare per insensibili grossolani, ("e d'altronde, se hai amato il libro, come puoi non puoi non amare il film.
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"A single man" è un film più "furbo" che bello, più elegante che profondo, anche se bisogna dire che è fatto bene, è ben girato, ben recitato e gli attori sono gestiti con intelligenza e senza "sbavature"(ineccepibile la sequenza dell'incontro e del bagno nell'oceano con lo studente).
E' uno di quei film che qualche tempo fa si definivano "politicamente corretti", che fanno la felicità di certa intellighenzia americana ed europea e che noi italiani (sempre e comunque eccessivi...) esaltiamo acriticamente.
In certi ambienti (circoli, salotti, produzioni di cultura a buon mercato ecc.) "deve" piacere pregiudizialmente se non si vuole essere emarginati, o passare per insensibili grossolani, ("e d'altronde, se hai amato il libro, come puoi non puoi non amare il film...")
Lo schema è tipico: relazione omosessuale, media borghesia colta, male di vivere, suicidio...
Certo non è tutto da buttare, perché come detto, il lavoro di regia è buono e Tom Ford non sembra davvero alla prima esperienza, gli attori tengono la scena (significativa e resa bene la titubanza di George davanti alla nudità del ragazzo) e si muovono con mestiere (divertente la scena del tentativo di suicidio dentro il sacco a pelo), i ruoli sono scelti bene (anche se lo studente-salvatore, per me, è eccessivamente effeminato), le location sono belle (sopratutto la casa di George dove si svolgono la maggior parte delle scene) e gli anni sessanta sono resi bene anche dagli altri attori (che però risultano più comparse che presenze significative).
A proposito di contesto, l'altro appunto riguarda il quadro generale dentro il quale si svolge la scena: una relazione gay, appunto, che si sviluppa tra gli anni '50 e '60 nella periferia di una grande città, e che viene tranquillamente accettata e ritenuta "normale" (a parte qualche significativa eccezione) da vicini, colleghi, amici. Inverosimile!!!
Insomma, quello che non ho sopportato è il testo, la storia in sé, sicuramente patinata, oggettivamente curata ma priva di "reale" comunicazione (i raffinati dicono "pathos"), priva cioè di quella "universalità" che rende un manufatto opera d'arte.
Il finale melo', da romanzo d'appendice, è in linea con il resto del film.
Il protagonista, dopo aver riacquistato fiducia nella vita grazie alla fiammella di una nuova speranza, decide di non suicidarsi più, cancella le prove del suo progetto di morte ma, proprio in quel momento, stramazza sul pavimento colpito da infarto, mentre l'immagine di George, morente, all'inizio sfuma e poi vira su un bianco sempre più accecante, simboleggiando morte, purezza, ma anche nuovo folgorante inizio: patetico!!!
In definitiva questo è un film da vedere ma, secondo me, è stato molto sopravvalutato, come pure l'interpretazione di Colin Firth che, dopo aver ricevuto la Coppa Volpi a Venezia (figuriamoci se dei provinciali come noi si lasciavano scappare questa occasione...), è anche candidato all'Oscar come miglior attore protagonista. Mah!
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valerio c
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sabato 10 luglio 2010
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uno spot gay
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Il film,ambientato nell'America colpita dalla Depressione,sembra un lungo spot pubblicitario,patinato in modo fastidioso.
Il protagonista,distrutto dalla perdita del compagno,si strugge e pensa al suicidio:il doppiatore ha la voce impostata,ricorda "Amaro Averna,tutto il gusto della vita".
La trama è inconsistente,si perde nel tentativo di sdoganare il messaggio che gli amori omosessuali sono come quelli etero,scorre tra noia e frasi ad effetto:il risultato è un film da far cadere nel dimenticatoio,poichè tra l'altro non aggiunge nulla al tema della sofferenza.
Ford è uno stilista che si cimenta alla regia:non ricordo registi che si sono cimentati con abiti,collezioni primavera-estate e disegni fashion.
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Il film,ambientato nell'America colpita dalla Depressione,sembra un lungo spot pubblicitario,patinato in modo fastidioso.
Il protagonista,distrutto dalla perdita del compagno,si strugge e pensa al suicidio:il doppiatore ha la voce impostata,ricorda "Amaro Averna,tutto il gusto della vita".
La trama è inconsistente,si perde nel tentativo di sdoganare il messaggio che gli amori omosessuali sono come quelli etero,scorre tra noia e frasi ad effetto:il risultato è un film da far cadere nel dimenticatoio,poichè tra l'altro non aggiunge nulla al tema della sofferenza.
Ford è uno stilista che si cimenta alla regia:non ricordo registi che si sono cimentati con abiti,collezioni primavera-estate e disegni fashion...a ognuno il suo mestiere.
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[+] a parte la leggera vena omofobica del tuo commento
(di andreadox)
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[+] i gatti cinguettano sulla scogliera
(di almenador)
[ - ] i gatti cinguettano sulla scogliera
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