desperate housewife
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mercoledì 23 febbraio 2011
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la solitudine degli "invisibili"
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L'immagine elegante, impeccabile di George Falconer e di tutti gli oggetti che fanno da contorno alla sua vita, materializzano una perfezione esteriore che sembra urlare al mondo intero tutto il dolore e la solitudine di quest'anima tormentata. Un uomo che agli inizi degli anni '60 vive un amore travolgente e profondo con il suo compagno, nell'indifferenza del mondo esterno agli occhi del quale i due sono "invisibili", che non fanno nulla per nascondersi, anzi, scelgono di vivere il loro amore in una casa senza tende, completamente aperta agli sguardi di tutti, perchè l'amore non ha vergogna, non teme giudizi. Giudizi che George dovrà affrontare al momento della morte del suo compagno, quando la famiglia di lui non gradendo la sua partecipazione ai funerale lo terrà lontano, come se lui non fosse mai esistito, come se non fosse mai esistito il loro amore, come se fosse stato tutto "invisibile".
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L'immagine elegante, impeccabile di George Falconer e di tutti gli oggetti che fanno da contorno alla sua vita, materializzano una perfezione esteriore che sembra urlare al mondo intero tutto il dolore e la solitudine di quest'anima tormentata. Un uomo che agli inizi degli anni '60 vive un amore travolgente e profondo con il suo compagno, nell'indifferenza del mondo esterno agli occhi del quale i due sono "invisibili", che non fanno nulla per nascondersi, anzi, scelgono di vivere il loro amore in una casa senza tende, completamente aperta agli sguardi di tutti, perchè l'amore non ha vergogna, non teme giudizi. Giudizi che George dovrà affrontare al momento della morte del suo compagno, quando la famiglia di lui non gradendo la sua partecipazione ai funerale lo terrà lontano, come se lui non fosse mai esistito, come se non fosse mai esistito il loro amore, come se fosse stato tutto "invisibile"...Solo il gesto estremo, pianificato in tutti i suoi dettagli, può riportare un pò di pace a quest'anima sofferente. Ma l'amore per la vita gli fa scegliere di restare in questo mondo così pieno di sorprese e di emozioni....ma è la vita stessa che sceglierà per lui una conclusione diversa....Un film poetico, in cui la fotografia e le scelte stilistiche di Tom Ford imprimono un carattere, una personalità al racconto di questa solitudine, intrisa fino alle viscere da un dolore devastante.
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gwynplaine
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domenica 29 maggio 2011
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l'olocausto delle nostre vite.
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Non gli era rimasto più nulla.Era un mare senza terra.Era lui stesso l'oceano della sua disperazione.Non aveva più vite da sprecare.Tutte.Tutte gli erano crollate.Ora non gli rimaneva che il silenzio.E proprio per questo non ebbe esitazioni.Chiuse gli occhi.E all'improvviso la vita s'interruppe.Morì senza preavviso.
Incontro la morte.
Falconer diviene l'emblema della morte delle nostre esitazioni nell'istante stesso in cui queste vogliono abbandonare il mondo dell'irrealizzabile e divenire atto.
Sono il silenzio e la solitudine a dare potenza a questo film.Le musiche rendono la malattia dell'anima del personaggio davanti al suicidio dei propri pensieri.
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Non gli era rimasto più nulla.Era un mare senza terra.Era lui stesso l'oceano della sua disperazione.Non aveva più vite da sprecare.Tutte.Tutte gli erano crollate.Ora non gli rimaneva che il silenzio.E proprio per questo non ebbe esitazioni.Chiuse gli occhi.E all'improvviso la vita s'interruppe.Morì senza preavviso.
Incontro la morte.
Falconer diviene l'emblema della morte delle nostre esitazioni nell'istante stesso in cui queste vogliono abbandonare il mondo dell'irrealizzabile e divenire atto.
Sono il silenzio e la solitudine a dare potenza a questo film.Le musiche rendono la malattia dell'anima del personaggio davanti al suicidio dei propri pensieri.
Assisto semplicemente vedendo questo film a la mia impossibilità di movimento di fronte all'inarrestabile,all'imprevedibile.
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davidestanzione
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venerdì 6 agosto 2010
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da isherwood,ford(ri)trae l'estetica del neodramma
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Esordio alla regia dello stilista Tom Ford che depressurizza meravigliosamente il libro di quel "fotografo del narrare" che è Christopher Isherwood, riduce all'osso le sovrastrutture politicizzanti e il black humour causticamente british e "naturalistico-metabolico" sotteso al romanzo e ne (ri)trae un affresco estetico sublime e raffinato, calcolato, freddo, autocompiacente, incantevolmente posticcio, rarefatto, simbolico, straniante. Eppure, lo sguardo solcato da ultimo dei gentleman e l'intensa fragilità del professor Colin Firth (Coppa Volpi a Venezia e Bafta Award), unitamente a una regia incredibilmente già matura che puntella di rossastro gli innalzamenti cardiaci e i pulsanti battiti emozionali dei protagonisti, scaldano come una cioccolata calda fumante in una siderale notte invernale.
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Esordio alla regia dello stilista Tom Ford che depressurizza meravigliosamente il libro di quel "fotografo del narrare" che è Christopher Isherwood, riduce all'osso le sovrastrutture politicizzanti e il black humour causticamente british e "naturalistico-metabolico" sotteso al romanzo e ne (ri)trae un affresco estetico sublime e raffinato, calcolato, freddo, autocompiacente, incantevolmente posticcio, rarefatto, simbolico, straniante. Eppure, lo sguardo solcato da ultimo dei gentleman e l'intensa fragilità del professor Colin Firth (Coppa Volpi a Venezia e Bafta Award), unitamente a una regia incredibilmente già matura che puntella di rossastro gli innalzamenti cardiaci e i pulsanti battiti emozionali dei protagonisti, scaldano come una cioccolata calda fumante in una siderale notte invernale. "E alla fine, lei arrivò".
A Single Man resta ad ogni modo un film che divide e instilla reazioni diverse da spettatore a spettatore, proprio per la sua componente alienante, ma anche un'opera prima densa di suggestioni, colma di emozioni che si innalzano stramazzando e di corpi che baluginanti, sospesi affondano. La storia di un amore stroncato, tragico e raggelatamente drammatico (omosessuale sì, ma universale). Per palati fini, cultori dell'estetica cinematografica o per semplici "emozionofili".
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jean remi
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domenica 18 agosto 2013
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l'amore oltre la morte
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Buon film che traspone ottimamente il libro di Christopher Isherwood, intriso del credo dello scrittore nell’induismo a cui lo stesso si era convertito. Grande interpretazione di Colin Firth, la cui vita praticamente termina con la morte del suo compagno, unica fonte a cui dissetarsi nella sterile società che lo circonda.
Dopo una prima reazione a tale, accidentale ed improvvisa morte, in cui sembra ritrovarsi continuamente a fianco il compagno (quasi un’attesa di reincarnazione) la decisione di togliersi la vita visto che tutto ciò che lo circonda, compresi gli amici, non riescono a lenire il suo dolore. Ma sulla sua strada incontra un giovane ragazzo che sembra ridonargli la voglia di vivere e gli faccia abbandonare i propositi suicidi.
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Buon film che traspone ottimamente il libro di Christopher Isherwood, intriso del credo dello scrittore nell’induismo a cui lo stesso si era convertito. Grande interpretazione di Colin Firth, la cui vita praticamente termina con la morte del suo compagno, unica fonte a cui dissetarsi nella sterile società che lo circonda.
Dopo una prima reazione a tale, accidentale ed improvvisa morte, in cui sembra ritrovarsi continuamente a fianco il compagno (quasi un’attesa di reincarnazione) la decisione di togliersi la vita visto che tutto ciò che lo circonda, compresi gli amici, non riescono a lenire il suo dolore. Ma sulla sua strada incontra un giovane ragazzo che sembra ridonargli la voglia di vivere e gli faccia abbandonare i propositi suicidi. Il destino atroce in questo momento gli gioca un brutto scherzo e muore d’infarto quasi preso per mano dallo spirito dell’amato prima che possa tradirlo.
Il regista Tom Ford, stilista delle maison Gucci e Yves-Saint Laurent, evidentemente avendo vissuto tra cose esteticamente molto belle, ci rappresenta la storia in modo impeccabile per contenuto e forma.
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(di luanaa)
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shiningeyes
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giovedì 2 gennaio 2014
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bellezza messa in mostra.
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Tom Ford, famoso stilista e designer, decide di cimentarsi per la prima volta alla regia, senza aver mai seguito un corso di essa e facendone parte solo per aver curato il vestiario degli ultimi film di James Bond. Vedendo “A Single Man”, ogni dubbio sulla sua inesperienza è fugato, grazie ad una messa in mostra di sentimenti e colori di una bellezza che ci lascia senza fiato. Tom Ford dirige un’opera che forse solo lui poteva fare, prende pienamente a cuore l’opera di Irshwood e ne fa una trasposizione eccellente grazie alla sua regia accurata e sensibile. Il portavoce della riuscita della pellicola è uno strepitoso Colin Firth, capacissimo nel mettersi nei panni del depresso e delicato professor Falconer, intento a suicidarsi perché non riesce a riprendersi dalla morte del suo amato Jim; Firth ci propone un’interpretazione intensa e sofferta, nel quale ci coinvolge emotivamente in modo semplice e diretto.
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Tom Ford, famoso stilista e designer, decide di cimentarsi per la prima volta alla regia, senza aver mai seguito un corso di essa e facendone parte solo per aver curato il vestiario degli ultimi film di James Bond. Vedendo “A Single Man”, ogni dubbio sulla sua inesperienza è fugato, grazie ad una messa in mostra di sentimenti e colori di una bellezza che ci lascia senza fiato. Tom Ford dirige un’opera che forse solo lui poteva fare, prende pienamente a cuore l’opera di Irshwood e ne fa una trasposizione eccellente grazie alla sua regia accurata e sensibile. Il portavoce della riuscita della pellicola è uno strepitoso Colin Firth, capacissimo nel mettersi nei panni del depresso e delicato professor Falconer, intento a suicidarsi perché non riesce a riprendersi dalla morte del suo amato Jim; Firth ci propone un’interpretazione intensa e sofferta, nel quale ci coinvolge emotivamente in modo semplice e diretto. Interessanti sono le scene in cui il color seppia, simbolo della cupezza della vita del professore, si trasformi in un’esplosione di colore nel momento in cui il professore riesce a percepire il bello delle persone che vede; una soluzione di regia valida annessa a un perfetto gioco di luci che contribuisce a dare un tono artistico di non indifferente valore. Seppur brevi, siano interessanti e d’effetto le parti di Julianne Moore e Nicholas Hoult, che s’incastonano bene nel film e danno un buon supporto al bravissimo Filth. “A Single Man” è un gioiello ed è paragonabile alla fattura degli stessi vestiti che crea lo stesso Ford, è un mare di emozioni e malinconie che ci fa riflettere sul tempo e sui suoi aspetti più importanti: passato, presente e futuro, il cui ultimo è quello che ci mette più paura, perché in fondo, l’unica certezza del futuro, è la morte, prospettiva che è messa in mostra sottilmente dal film. Concludo con l’augurio che il nostro Tom Ford abbia in mente di fare un altro progetto in seguito.
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museum
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giovedì 30 giugno 2011
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significativo
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Tema centrato a pieno da Tom Ford, specialmente in una società come la nostra che sembra procreare individui sempre più colpiti da accidia, come la definirebbe Petrarca. Il personaggio che ha interpretato, in modo molto interessante, Colin Firth mostra sentimenti con cui la maggior parte delle persone sembra convivere, affascinante e preoccupante direi. C'è un pizzico di George Falconer in ognuno di noi, questo è sicuro. Chi non ha mai provato un senso di totale angoscia, rabbia, delusione, nausea e provato la sensazione di vivere male? Anche per questo personaggio ( che esteticamente ricorda un po' un Mastroianni in 8 e mezzo) le sensazioni sopraccitate sono un arredamento del suo essere. Dopo aver perso il suo compagno di vita e dopo essersi reso conto di non essere forte come invece, in alcune situazioni, si pensa di dover essere, deve affrontare la vita e, soprattutto, la sua omosessualità da solo.
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Tema centrato a pieno da Tom Ford, specialmente in una società come la nostra che sembra procreare individui sempre più colpiti da accidia, come la definirebbe Petrarca. Il personaggio che ha interpretato, in modo molto interessante, Colin Firth mostra sentimenti con cui la maggior parte delle persone sembra convivere, affascinante e preoccupante direi. C'è un pizzico di George Falconer in ognuno di noi, questo è sicuro. Chi non ha mai provato un senso di totale angoscia, rabbia, delusione, nausea e provato la sensazione di vivere male? Anche per questo personaggio ( che esteticamente ricorda un po' un Mastroianni in 8 e mezzo) le sensazioni sopraccitate sono un arredamento del suo essere. Dopo aver perso il suo compagno di vita e dopo essersi reso conto di non essere forte come invece, in alcune situazioni, si pensa di dover essere, deve affrontare la vita e, soprattutto, la sua omosessualità da solo. Questa diventa un sentimento che non riesce a esprimere, è diventato limitato, a scuola non può mostrarlo e a casa non può più. Riesce quasi a rinascere, finalmente, solo grazie a un ragazzo (Nicholas Hoult)che cerca di far svelare lentamente, attraverso una serie di sguardi e segnali, che è impossibile non comprendere, questa sua caratteristica, che ritorna a essere, come accadeva prima della morte del compagno, qualcosa che può stare alla luce del sole, come un'opera d'arte che, rimasta incompleta per la mancanza di materiale, ora, dopo tanto tempo, ottenuto ciò che mancava, è pronta per essere mostrata, sempre con discrezione. E George comprende così che dopotutto, ha delle possibilità, che può ancora essere felice, se solo volesse, sente alla fine di possedere ciò che, fino a qualche giorno prima, pensava gli fosse totalmente estraneo, la forza di continuare a vivere. Il finale, che mostra la morte del protagonista, a mio avviso ha lo stesso effetto di uno schiaffo in faccia, di una secchiata d'acqua fredda che arriva all'improvviso che ha il compito di dirti, non che la vita è bella dopotutto, come dice Benigni, ma che semplicemente non bisogna farsi dominare dalle emozioni, specilamente quele negative, perchè nella maggior parte dei casi quando ci si accorge di esserne preda, sono passati molti, troppi anni, e come purtroppo è successo al protagonista di " A single man" questo momento può essere seguito dalla morte. Alla fine del film mi è saltata alla mente una parola: spreco.
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omanoc_laod
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martedì 13 maggio 2014
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la forza e l'eleganza della solitudine.
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Avere a che fare con la vita è di per se qualcosa che richiede abilità non indifferenti. Se aggiungiamo che tali abilità alla vita vengono ancora meno dopo la morte del proprio compagno, il tutto diventa insopportabile, gravoso e inassociabile alla vita..
Ecco allora che il Professor George dopo l'ennesimo risveglio privo di giustizia verso la morte del proprio uomo, decide di farla finita, decide che il dolore deve avere la meglio rispetto a tutte le ragioni per sopravvivere, quelle che non riescono a far luce sugli anni trascorsi senza più logica, senza più vivere davvero quello spreco di vita, senza più un volto allo specchio, il quale gli rimanda un'espressione di difficoltà.
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Avere a che fare con la vita è di per se qualcosa che richiede abilità non indifferenti. Se aggiungiamo che tali abilità alla vita vengono ancora meno dopo la morte del proprio compagno, il tutto diventa insopportabile, gravoso e inassociabile alla vita..
Ecco allora che il Professor George dopo l'ennesimo risveglio privo di giustizia verso la morte del proprio uomo, decide di farla finita, decide che il dolore deve avere la meglio rispetto a tutte le ragioni per sopravvivere, quelle che non riescono a far luce sugli anni trascorsi senza più logica, senza più vivere davvero quello spreco di vita, senza più un volto allo specchio, il quale gli rimanda un'espressione di difficoltà..
Tale decisione però appare senza che egli proferisca nulla di più di quanto non bastasse realmente. Appare magistralmente nei colori del suo viso, nei suoi passi lenti e taciturni, nella malinconia del portarsi addosso l'eleganza e la forza della solitudine, nella perfezione maniacale che contraddistingue quell'ultimo giorno dove ogni cosa,deve, e sta per ritornare al proprio posto senza tante pretese e problemi.
Così va a riprende gli effetti personali, a fare la sua ultima lezione inneggiante i valori che più gli appartengono, quelli che più lo riguardano: l'invisibilità, la paura del sentirsi inutile, vuoto, scarico, senza più motivo d'essere ascoltato. Va poi a festeggiare e salutare la sua amica storica, quella che si scontra con le angolature più spigolose della solitudine e che cerca di ritrovare un senso vitale proprio con quel amico, quello che è stato più di un compagno per lei, quello che è intento a conoscere la morte, nient'altro che la morte....che fuma, dopo ben 16 anni, una sigaretta davanti a lei pensado scherzosamente che Jim non potrebbe più "ucciderlo" per tale gesto...
Dopo essere rientrato a casa e sistemato le ultime lettere d'addio decide di tornare in quel bar dove ha conosciuto lui, dove tutto aveva cominciato a esistere e a prendere un nome ben definito in rapporto all'amore e al destino che andava ad abbracciare due uomini e una storia che non sa terminare e che si porta in grembo non solo la serenità di ciò che era ma l'inquietudine del vivere da soli, del vivere per ricordare che si è stati bene e che si sta tremendamente male. In quello stesso bar però il professore incontra un suo allievo che da diverso tempo lo segue e ogni volta incrocia il suo percorso volontariamente. In questo bar di intrecci il ragazzo, che ascolta sempre attentamente le lezioni di George, riesce a farlo sentire nuovamente uomo, un persona cioè in grado di trasformare, ancora un volta, in esperienza ciò che gli accade. Decide allora insieme al ragazzo di fare un bagno completamente nudi, per poi ritornare, ancora insieme, a casa del professore, il quale dopo tante parole bagnate da altrettante birre s'addormenta ricordando i piccoli istanti, gli ultimi momenti che precedevano la morte di Jim, per poi risvegliarsi e accorgersi che il ragazzo ha trovato la pistola e che ha capito le sue intenzioni. Ma ciò, ora, non importa perché George nell' osservare quel ragazzo dormiente, non può non considerare la vita e i pochi, brevi secondi, nei quali il silenzio soffoca il rumore e si riesce a provare un'emozione, qualcosa che sa di nuovo, qualcosa che trasforma la vita e ogni cosa che la rende degna d'essere tale...fin quando non arriva il futuro, quello portante con se l'accezione che tutti condividiamo, indistintamente.
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gabriella
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martedì 16 settembre 2014
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l'eleganza appariscente
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“ Un mondo dove non esiste uno spazio per la sensibilità, non è il mondo in cui voglio vivere”, dice il docente universitario George Falconer a un collega . Siamo negli anni 60 nel periodo che vide coinvolti Stati Uniti e Unione Sovietica nella crisi diplomatica in seguito all'installazione di basi missilistiche a Cuba da parte dei russi, ma questo è solo un accenno, George ( un ottimo Colin Firth) è un uomo profondamente solo e malinconico dopo la tragica perdita del compagno tanto amato e decide che quello sarà l'ultimo giorno che intende vivere. Niente ha più significato per lui, nemmeno la vicinanza di Charlie,( una splendida Julianne Moore) sua amica da sempre, donna separata e madre senza nessun legame con i figli, depressa e semialcolizzata che ama George, o forse confonde un sentimento d'amore per ovviare alla solitudine della sua vita vuota.
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“ Un mondo dove non esiste uno spazio per la sensibilità, non è il mondo in cui voglio vivere”, dice il docente universitario George Falconer a un collega . Siamo negli anni 60 nel periodo che vide coinvolti Stati Uniti e Unione Sovietica nella crisi diplomatica in seguito all'installazione di basi missilistiche a Cuba da parte dei russi, ma questo è solo un accenno, George ( un ottimo Colin Firth) è un uomo profondamente solo e malinconico dopo la tragica perdita del compagno tanto amato e decide che quello sarà l'ultimo giorno che intende vivere. Niente ha più significato per lui, nemmeno la vicinanza di Charlie,( una splendida Julianne Moore) sua amica da sempre, donna separata e madre senza nessun legame con i figli, depressa e semialcolizzata che ama George, o forse confonde un sentimento d'amore per ovviare alla solitudine della sua vita vuota. I colori spenti, ombreggiati di morte, accompagnano George nella sua giornata dove cerca di riordinare le cose personali con precisione maniacale, il vestito, le scarpe, la cravatta, dando precise indicazioni alla domestica per iscritto di ciò che dovrebbe indossare al suo funerale. Ma quando esce di casa viene avvicinato da un suo studente, Kenny ( Nicholas Hoult) che gli manifesta apertamente interesse, l'incontro al parcheggio con un ragazzo ispanico che non avrebbe problemi a concedersi al maturo professore , ma questi rifiuta e condivide con lui solo un paio di sigarette. Bastano però ad accendere i colori che subito diventano carichi e densi di calore in una mescolanza cromatica generosamente distribuita, la vita torna ad affacciarsi, forse a sbocciare di nuovo, ma non tutto è prevedibile
Tom Ford ( stilista famoso per aver rilanciato il marchio Gucci) esordisce alla regia con la stessa abilità con la quale segue una sfilata di moda, attento a ogni dettaglio, confeziona un ruolo e un taglio d'abito perfetto, lo cuce addosso a Colin Firth con cura sartoriale, non lascia niente al caso. Ecco, è proprio questa la nota stonata, troppa perfezione stride, troppo glamour, un eccesso di stile e un'eleganza formale che disorienta. C'è troppa bellezza in tutto, nei ragazzi che giocano a tennis e del loro sudore “inodore”, nel trucco di Julianne Moore, perfetta nella sua pettinatura bouffont, nel rossetto color pesca, nel vestito bianco e nero dalle linee geometriche, nel maglioncino bianco di Kenny nel ciuffo del ragazzo spagnolo, nelle lenzuola di seta, nessuna sbavatura, nessun strappo., finisce che quel nodo Windors ci stringa un po' troppo sul collo. Intendiamoci, Colin Firth è bravissimo nell'interpretare il malinconico professore e l'assegnazione della Coppa Volpi a Venezia è meritatissima, ma mi chiedo, se George Falconer è uomo sensibile e insegnante anticonformista ( bellissima la lezione sulle minoranze e sulla paura), capace di guardare oltre le apparenze, necessita per forza di cose di essere attorniato solo da tanta estetizzante e rassicurante bellezza? Premetto che il mio giudizio è espresso dopo una seconda visione della pellicola, la prima volta ne rimasi affascinata, la volta seguente è stato come indossare un bel vestito appariscente che rischia di passare di moda .Tom Ford dirige la sua opera prima con gli strumenti che ben conosce, come fosse in un atelier, così, tanto per restare in tema, valgono le parole di un'altra famosa stilista che ha liberato la donna da pizzi e merletti, Coco Chanel, che diceva “ Spesso è meglio togliere che aggiungere”
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totoskij
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domenica 5 aprile 2015
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anche le cose più orribili hanno una loro bellezza
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Un magnifico ritratto sulla solitudine, la paura, l'omosessualità, l'amore, l'amicizia, le maschere che siamo spesso obbligati a indossare per nasconderci, i piccoli fugaci e unici possibili attimi di felicità e il futuro condiviso da tutti: la morte.
Georges Falconer(uno splendido ed elegantissimo Colin Firth) un insegnante omosessuale quarantenne è sull'orlo del suicidio, unica apparente soluzione in una vita "annebbiata" dopo l'incidente stradale che ha portato alla morte il suo compagno di vita.
Georges fatica a trovare un senso alla propria vita, fatica a esistere, fatica a "vivere in un mondo senza sentimenti" in piena Guerra fredda, dove un attacco nucleare sembra alle porte.
Il professore si sente un uomo solo a lottare contro il mondo(rappresentato dai suoi studenti che non riesce a portare nella diretta via), ma sarà la vita a sorridergli per tutto il corso della giornata, o meglio saranno degli angeli custodi a trattenerlo in vita, a partire dalla sua amica di sempre Charly, lo spagnolo al supermercato, ma soprattutto il suo allievo più curioso che gli si propone come amico o meglio, come nuovo amore.
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Un magnifico ritratto sulla solitudine, la paura, l'omosessualità, l'amore, l'amicizia, le maschere che siamo spesso obbligati a indossare per nasconderci, i piccoli fugaci e unici possibili attimi di felicità e il futuro condiviso da tutti: la morte.
Georges Falconer(uno splendido ed elegantissimo Colin Firth) un insegnante omosessuale quarantenne è sull'orlo del suicidio, unica apparente soluzione in una vita "annebbiata" dopo l'incidente stradale che ha portato alla morte il suo compagno di vita.
Georges fatica a trovare un senso alla propria vita, fatica a esistere, fatica a "vivere in un mondo senza sentimenti" in piena Guerra fredda, dove un attacco nucleare sembra alle porte.
Il professore si sente un uomo solo a lottare contro il mondo(rappresentato dai suoi studenti che non riesce a portare nella diretta via), ma sarà la vita a sorridergli per tutto il corso della giornata, o meglio saranno degli angeli custodi a trattenerlo in vita, a partire dalla sua amica di sempre Charly, lo spagnolo al supermercato, ma soprattutto il suo allievo più curioso che gli si propone come amico o meglio, come nuovo amore. Sarà proprio lui con freschezza e giovinezza ad accendere in lui un briciolo di vita grazie ai fugaci e unici attimi di felicità passati assieme e a fargli comprendere che "anche le cose più orribili(la vita)hanno una loro bellezza".
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totoskij
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domenica 5 aprile 2015
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anche le cose più orribili hanno una loro bellezza
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Un magnifico ritratto sulla solitudine, la paura, l'omosessualità, l'amore, l'amicizia, le maschere che siamo spesso obbligati a indossare per nasconderci, i piccoli fugaci e unici possibili attimi di felicità e il futuro condiviso da tutti: la morte.
Georges Falconer(uno splendido ed elegantissimo Colin Firth) un insegnante omosessuale quarantenne è sull'orlo del suicidio, unica apparente soluzione in una vita "annebbiata" dopo l'incidente stradale che ha portato alla morte il suo compagno di vita.
Georges fatica a trovare un senso alla propria vita, fatica a esistere, fatica a "vivere in un mondo senza sentimenti" in piena Guerra fredda, dove un attacco nucleare sembra alle porte.
Il professore si sente un uomo solo a lottare contro il mondo(rappresentato dai suoi studenti che non riesce a portare nella diretta via), ma sarà la vita a sorridergli per tutto il corso della giornata, o meglio saranno degli angeli custodi a trattenerlo in vita, a partire dalla sua amica di sempre Charly, lo spagnolo al supermercato, ma soprattutto il suo allievo più curioso che gli si propone come amico o meglio, come nuovo amore.
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Un magnifico ritratto sulla solitudine, la paura, l'omosessualità, l'amore, l'amicizia, le maschere che siamo spesso obbligati a indossare per nasconderci, i piccoli fugaci e unici possibili attimi di felicità e il futuro condiviso da tutti: la morte.
Georges Falconer(uno splendido ed elegantissimo Colin Firth) un insegnante omosessuale quarantenne è sull'orlo del suicidio, unica apparente soluzione in una vita "annebbiata" dopo l'incidente stradale che ha portato alla morte il suo compagno di vita.
Georges fatica a trovare un senso alla propria vita, fatica a esistere, fatica a "vivere in un mondo senza sentimenti" in piena Guerra fredda, dove un attacco nucleare sembra alle porte.
Il professore si sente un uomo solo a lottare contro il mondo(rappresentato dai suoi studenti che non riesce a portare nella diretta via), ma sarà la vita a sorridergli per tutto il corso della giornata, o meglio saranno degli angeli custodi a trattenerlo in vita, a partire dalla sua amica di sempre Charly, lo spagnolo al supermercato, ma soprattutto il suo allievo più curioso che gli si propone come amico o meglio, come nuovo amore. Sarà proprio lui con freschezza e giovinezza ad accendere in lui un briciolo di vita grazie ai fugaci e unici attimi di felicità passati assieme e a fargli comprendere che "anche le cose più orribili(la vita)hanno una loro bellezza".
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