robert
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domenica 19 aprile 2009
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pubblicità ingannevole 3^ parte (oddio!)
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E' un invito a ricordarsi come sia facile che il filo che ci tiene legati ad essa (la vita) possa spezzarsi da un momento all'altro senza preavviso.E ,nello stesso tempo,un invito ad evitare di lasciarsi avviluppare dall'ossessione e dal timore di questa infausta eventualità.Insegnamento ben condensato nella celebre frase gandhiana:"Vivi come se dovessi morire domani.Impara come se dovessi vivere per sempre."
Un'ultima considerazione:si ride sempre meno al cinema con le pellicole italiane,e sempre più spesso il riso ha un retrogusto amaro.Segno che,come ha notato qualche columnist straniero,noi italiani siamo cambiati? Siamo diventati forse meno ottimisti,con una meno marcata voglia di vivere,come traspare dalle nostre storie,che risentono tutte di un generale clima di incertezza e di preoccupazione per il futuro, da film che sempre più frequentemente raccontano di ansie,di odi,di piccole e grandi fobie,di una diminuita fiducia in noi stessi e nel prossimo?
Come direbbe Alberto-Albanese: "Questa è la domanda!".
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E' un invito a ricordarsi come sia facile che il filo che ci tiene legati ad essa (la vita) possa spezzarsi da un momento all'altro senza preavviso.E ,nello stesso tempo,un invito ad evitare di lasciarsi avviluppare dall'ossessione e dal timore di questa infausta eventualità.Insegnamento ben condensato nella celebre frase gandhiana:"Vivi come se dovessi morire domani.Impara come se dovessi vivere per sempre."
Un'ultima considerazione:si ride sempre meno al cinema con le pellicole italiane,e sempre più spesso il riso ha un retrogusto amaro.Segno che,come ha notato qualche columnist straniero,noi italiani siamo cambiati? Siamo diventati forse meno ottimisti,con una meno marcata voglia di vivere,come traspare dalle nostre storie,che risentono tutte di un generale clima di incertezza e di preoccupazione per il futuro, da film che sempre più frequentemente raccontano di ansie,di odi,di piccole e grandi fobie,di una diminuita fiducia in noi stessi e nel prossimo?
Come direbbe Alberto-Albanese: "Questa è la domanda!".
P.S. Non mi massacrate per la prolissità,mi sono lasciato prendere la mano!
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susymillerighe
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giovedì 5 agosto 2010
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interpretazioni commoventi, evviva i buoni attori
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E' fin troppo scontato gioire nel vedere un bel film italiano o dei bravi attori italiani: significa partire dal preconcetto che il cinema italiano è in larga misura commerciale/invedibile, o, peggio, che annega nell'autocompiacimento. Purtroppo il preconcetto è realtà. Tuttavia a vedere certi film si ritrova fiducia nella capacità di narrare delle storie anche senza troppe pretese rispettando verosimiglianza, coinvolgimento, e usando una sceneggiatura credibile quanto misurata; insomma le cose che ci aspettiamo senza sorprese dal cinema francese o inglese... Succede anche con questo "Questioni di cuore" che ho rivisto su Sky pochi giorni fa e che mi ha commosso ancora più della prima volta.
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E' fin troppo scontato gioire nel vedere un bel film italiano o dei bravi attori italiani: significa partire dal preconcetto che il cinema italiano è in larga misura commerciale/invedibile, o, peggio, che annega nell'autocompiacimento. Purtroppo il preconcetto è realtà. Tuttavia a vedere certi film si ritrova fiducia nella capacità di narrare delle storie anche senza troppe pretese rispettando verosimiglianza, coinvolgimento, e usando una sceneggiatura credibile quanto misurata; insomma le cose che ci aspettiamo senza sorprese dal cinema francese o inglese... Succede anche con questo "Questioni di cuore" che ho rivisto su Sky pochi giorni fa e che mi ha commosso ancora più della prima volta. La storia è bella, ben scritta, ben diretta. Ma vorrei spezzare una lancia soprattutto per gli straordinari attori della pellicola. Antonio Albanese, a dire il vero, interpreta se stesso o meglio il suo personaggio scanzonato e fintamente cinico; la sceneggiatura gli è tagliata addosso. Ma le star del film (dico le star perchè non c'è nessuno che non sia bravo, dalla mamma all'infermiera ai ragazzini) sono Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti. Lei, invecchiata di dieci anni rispetto a quelli che ha, bella signora di periferia alla terza gravidanza, sexy ma un po' sciupata. Lui, che nella sua parte di carrozziere romanaccio fa dimenticare di essere troppo bello per un meccanico del Pigneto. Tutti e due riescono a far capire quello che provano con uno sguardo, un'espressione, un movimento degli occhi; una prova di bravura che ricorda l'intensità di alcuni attori americani. Ramazzotti e Rossi Stuart hanno dato ampia prova di sé in altri film; la bravura della Archibugi è di aver tirato fuori tutto quello che hanno da dare -soprattutto in scene in cui non parlano. Restano indimenticabili il dialogo a cenni fra i due malati sulla riva del lago, e la furia della moglie contro la statua indifferente della Madonna in ospedale.
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antrace
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sabato 5 marzo 2011
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storie di amore e di amicizia
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Questo film merita un elogio , per la sua insolita delicatezza . Nasce un'amicizia sincera tra due uomini con il cuore fragile , che si ritrovano in sala di rianimazione dopo un infarto , e l'incrocio delle loro vite prosegue al ritorno a casa . Angelo e Alberto diventano confidenti assidui,complici leali , quasi spudorati. Il primo è un giovane carozziere, un poco coatto , che esercita un lavoro redditizio , e ha alle spalle una famiglia vivace, una moglie seducente , in attesa del terzo figlio . L'altro è uno scrittore di cinema e di teatro , intellettuale inquieto, apolide negli affetti, in cerca di un approdo . Vengono da mondi diversi, li unisce la precarietà della condizione fisica ,ed un istintivo, profondo bisogno di scambiarsi esperienze e gesti generosi .
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Questo film merita un elogio , per la sua insolita delicatezza . Nasce un'amicizia sincera tra due uomini con il cuore fragile , che si ritrovano in sala di rianimazione dopo un infarto , e l'incrocio delle loro vite prosegue al ritorno a casa . Angelo e Alberto diventano confidenti assidui,complici leali , quasi spudorati. Il primo è un giovane carozziere, un poco coatto , che esercita un lavoro redditizio , e ha alle spalle una famiglia vivace, una moglie seducente , in attesa del terzo figlio . L'altro è uno scrittore di cinema e di teatro , intellettuale inquieto, apolide negli affetti, in cerca di un approdo . Vengono da mondi diversi, li unisce la precarietà della condizione fisica ,ed un istintivo, profondo bisogno di scambiarsi esperienze e gesti generosi . Alberto chiede ed ottiene asilo nell'intimità domestica di Angelo , si avvicina alla moglie ed ai ragazzi in modo sempre più esteso , senza che l'amico opponga obiezioni, anzi con il suo tacito consenso. Angelo nasconde un intento, affidare i suoi cari alla mano preziosa della persona che sente maggiormente vicina, prima di salutare tutti a causa del suo male . Nasconde l'aggravarsi della patologia cardiaca , cerca una protezione per la sua famiglia , vuole guidare il distacco senza traumi . L'interpretazione di Albanese e Rossi Stuart non ha sbavature , il film è semplice e suggestivo , la narazione chiara ed efficace . Un ' opera di valore , senza alcun dubbio .
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ldf85
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mercoledì 16 aprile 2014
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quando l'amicizia non ha confini sociali
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Questo bellissimo film, dal forte impatto emotivo, diretto da una bravissima Francesca Archibugi, oramai sempre più una conferma, narra di 2 giovani uomini con vite completamente diverse tra loro ma che per colpa, o per fortuna, del destino si incontrano nel reparto rianimazione di un ospedale romano.
Tra i 2 nasce una bellissima amicizia che fa vivere direttamente e indirettamente la vita l'uno dell'altro. Da una parte Angelo (Kim Rossi Stuart) con un lavoro che va molto bene e una stupenda famiglia. Dall'altra abbiamo Alberto (Antonio Albanese), sceneggiatore con il blocco dello scrittore, con una vita insoddisfacente e con falsi amici intorno a lui.
La coppia Antonio Albanese e Kim Rossi Stuart e a dir poco fantastica.
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Questo bellissimo film, dal forte impatto emotivo, diretto da una bravissima Francesca Archibugi, oramai sempre più una conferma, narra di 2 giovani uomini con vite completamente diverse tra loro ma che per colpa, o per fortuna, del destino si incontrano nel reparto rianimazione di un ospedale romano.
Tra i 2 nasce una bellissima amicizia che fa vivere direttamente e indirettamente la vita l'uno dell'altro. Da una parte Angelo (Kim Rossi Stuart) con un lavoro che va molto bene e una stupenda famiglia. Dall'altra abbiamo Alberto (Antonio Albanese), sceneggiatore con il blocco dello scrittore, con una vita insoddisfacente e con falsi amici intorno a lui.
La coppia Antonio Albanese e Kim Rossi Stuart e a dir poco fantastica. Albanese ha superato ottimamente la visione di solo personaggio comico acquisendo un'ottima capacità drammatica che lo rende ancora di più un grande attore. Kim Rossi Stuart generalmente non riesce mai a fare esaltare il pubblico per le sue capacità recitative ma, in questo film, la parte affidatagli sembra calzagli a pennello.
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great steven
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venerdì 5 giugno 2015
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meravigliosa esegesi di un'amicizia fra uomini.
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QUESTIONE DI CUORE (IT, 2009) diretto da FRANCESCA ARCHIBUGI. Interpretato da ANTONIO ALBANESE, KIM ROSSI STUART, FRANCESCA INAUDI, MICAELA RAMAZZOTTI, CHIARA NOSCHESE, PAOLO VILLAGGIO, ANDREA CALLIGARI, NELSI XHEMALAJ
In una serena notte romana, due uomini in crisi cardiaca vengono ricoverati d’urgenza nello stesso reparto ospedaliero e stringono un’inattesa e profonda amicizia dopo aver fatto le reciproche presentazioni. Alberto è uno sceneggiatore di cinema, colto, celibe, loquace e sperperatore, con numerose idee creative da mettere nero su bianco, appassionato di corse automobilistiche e affezionato alla vita con un interesse genuino e sincero.
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QUESTIONE DI CUORE (IT, 2009) diretto da FRANCESCA ARCHIBUGI. Interpretato da ANTONIO ALBANESE, KIM ROSSI STUART, FRANCESCA INAUDI, MICAELA RAMAZZOTTI, CHIARA NOSCHESE, PAOLO VILLAGGIO, ANDREA CALLIGARI, NELSI XHEMALAJ
In una serena notte romana, due uomini in crisi cardiaca vengono ricoverati d’urgenza nello stesso reparto ospedaliero e stringono un’inattesa e profonda amicizia dopo aver fatto le reciproche presentazioni. Alberto è uno sceneggiatore di cinema, colto, celibe, loquace e sperperatore, con numerose idee creative da mettere nero su bianco, appassionato di corse automobilistiche e affezionato alla vita con un interesse genuino e sincero. Angelo è un restauratore di auto d’epoca, ricco e felicemente sposato con due figli, con una madre sempre attenta alle sue necessità, un garage attrezzatissimo e un amore per le piccole cose che va ben oltre il ruolo paterno e coniugale a cui adempie con tutto l’impegno occorrente. In comune hanno poco o niente, ma sembrano due uomini fatti l’uno per l’altro, destinati prima o poi ad incontrarsi e a diventare compagni di sventura (o avventura?) in un’insospettabile quotidianità fatta di eventi giornalieri e difficoltà sistematiche da superare, non soltanto inerenti al problema circolatorio che ambedue hanno riscontrato. Alberto, infelice con l’irascibile fidanzata da lui maltrattata, verrà avvicinato alla gaia famiglia di Angelo quando questi si accorge che il suo cuore ben presto smetterà di pulsare e lui sarà destinato a lasciare questo mondo in un breve volger di tempo, e dunque preferisce precauzionalmente affidare la bella moglie e la doppia prole all’amico conosciuto in nosocomio perché se ne prenda amorevolmente cura. La storia di questa straordinaria confidenza avrà un tragico epilogo. Archibugi è una regista anomala nel panorama artistico italiano, soprattutto per quanto riguarda la sua scelta di selezionare attori prettamente comici (come Albanese) per incaricarli di un ruolo drammatico, e dall’altro verso interpreti solitamente austeri (Rossi Stuart ne è un fulgido esempio) allo scopo di farli divertire con un personaggio più scanzonato e leggero (forse solo in apparenza). Al di là comunque delle sue decisioni registiche e delle deleghe cinematografiche, lei sa darsi da fare profondendo un impegno stupefacente in una commedia agrodolce che affronta il tema dell’amicizia virile con una spiazzante schiettezza d’animo e un rigore che allontana da sé ogni moralismo ed evita al tempo stesso manicheismi troppo facili o dividenti. Il quoziente che esce da questa operazione riduttiva ma pur sempre caratterizzante è un effluvio di simpatia, buffoneria, ironia, pathos, livore e naturalezza, il tutto condito con una dose energizzante di spontaneità. Il film è senza dubbio munito di un’intelligenza che oggi stenta a far sentire la sua presenza, nel cinema comico nostrano, ed è appunto questa sospirata rarità a trasformarlo in un prodotto fruibile da spettatori esigenti e acculturati che sono sicuramente alla ricerca di un’opera attraente, autentica e sincera la cui narrazione non annoi e soprattutto non racconti menzogne per concupire i cuori o ricattare la loro sensibilità. Questione di cuore è una pellicola apprezzabile anche per come suddivide con fantastica equità il peso della vicenda sulle spalle dei comprimari: C. Noschese, figlia dell’indimenticato Alighiero, fa la parte dell’infermiera in rotta sentimentale con una tempesta di delicatezza e umorismo che ha il vantaggio di non mettere in campo la benché minima forzatura, e anche Villaggio, nonostante la sua esigua apparizione sullo schermo, si impegna nelle vesti del vecchio intrallazzatore burocratico facendo sempre sfoggio del suo linguaggio enfatico e della sua recitazione paradossale. La Inaudi e la Ramazzotti completano il quadro femminile con un paio di caratteri memorabili in grado di affiancare i due protagonisti maschili con una carica inesauribile e godibilissima di sfrontatezza, dolcezza e disinvoltura. Nel primo tempo del film compaiono anche in alcuni cammei il regista Paolo Virzì, Stefania Sandrelli e Carlo Verdone. Giustamente premiato dal pubblico con un eccellente successo al botteghino.
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natadiluglio
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sabato 18 aprile 2009
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sceneggiatura e cammei da cinque stelle
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Due uomini, due cuori in tilt. Uno è colto, cinico, mangiafemmine, l'altro pulito, ruspante, padre di famiglia col cuore.
L'ospedale li fa incontrare, lo strano feeling scatta, le strade si uniscono, finchè durerà la strada più breve del più giovane. Lo sguardo che li segue è gentile : il bello e fragile Kim tesse un filo di continuità fra Antonio l'inaffidabile, e la famiglia che resterà orfana.
Una storia di umanità triste, ma intessuta di ironia intelligente, di battute impagabili, e da cammei capolavoro, come quello di Verdone, e sublime quello di Paolo Villaggio, che termina di spalle una battuta che incanta.
Critica feroce alla scarsissima comprensibilità del solito romanesco bofonchiato.
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Due uomini, due cuori in tilt. Uno è colto, cinico, mangiafemmine, l'altro pulito, ruspante, padre di famiglia col cuore.
L'ospedale li fa incontrare, lo strano feeling scatta, le strade si uniscono, finchè durerà la strada più breve del più giovane. Lo sguardo che li segue è gentile : il bello e fragile Kim tesse un filo di continuità fra Antonio l'inaffidabile, e la famiglia che resterà orfana.
Una storia di umanità triste, ma intessuta di ironia intelligente, di battute impagabili, e da cammei capolavoro, come quello di Verdone, e sublime quello di Paolo Villaggio, che termina di spalle una battuta che incanta.
Critica feroce alla scarsissima comprensibilità del solito romanesco bofonchiato.
Natadiluglio
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stavroghin
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domenica 24 ottobre 2010
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sconsigliato agli ipocondriaci...anzi no
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Un film che sa toccare corde molto profonde senza scadere mai né nella banalità né nella retorica tipica di certa tradizione melodrammatica italiana. Solo la Archibugi forse in Italia poteva con tanta delicatezza e misura di stile costruire un film che scava a fondo nel sentimento di un'amicizia che nasce e finisce in un ospedale. Un film che potrebbe impressionare gli ipocondriaci ( una breve apparizione di Verdone ne fa una gustosissima caricatura) ma che in fondo mi sento di consigliare anche a loro, perché sa mostrare il valore autentico dei legami umani proprio nel momento della massima fragilità dell'uomo, quello della malattia: l'amicizia come argine luminoso alla disperazione.
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darkovic
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domenica 25 settembre 2011
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ottimo spaccato di realta'italiana
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La Archibugi ci presenta un ottimo spaccato di realta italiana.
Un ottimo Kim Rossi Stuart,che,se ce ne fosse bisogno,conferma di essere il grande attore che abbiamo la fortuna di avere.Una buona sceneggiatura che ti trasporta in una storia credibile e che ti immerge nel dramma della malattia senza ritorno.Buona anche la fotografia che mostra una Roma solare ma con le sue contraddizioni.Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti tutti e due da urlo per bravura e bellezza.Ottima chicca di Villaggio nelle parti a lui congeniali e un Albanese in una parte difficile ma che riesce abbastanza a rendere credibile,anche se a mio modesto parere l'ottimo Antonio da'il meglio di se nelle parti comiche.
Bravi!!
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enzo70
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domenica 26 giugno 2016
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due grandissimi cuori
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Due vite diverse, quella di Angelo, un piccolo imprenditore pratico e capace, e di Alberto, uno sceneggiatore in bilico nella vita, si incrociano nella terapia intensiva di un ospedale. Li accumuna un infarto, li divide un mondo. Ma nella malattia trovano la possibilità di confrontarsi e di cercare un contatto che man mano si trasforma in amicizia. Ma mentre Alberto ha superato l’infarto, il cuore di Angelo ha avuto danni gravi ed irreversibili ed il giovane sa che la sua strada va verso il termine. E troverà il tempo e il modo, come detto è un uomo pratico, di avvicinare Alberto alla moglie incinta ed ai due figli per consegnarli una sorta di testimone morale. Delicatissimo questo bel film della Archibugi che consente ad Albanese ed a Kim Stuart due interpretazioni davvero convincenti.
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Due vite diverse, quella di Angelo, un piccolo imprenditore pratico e capace, e di Alberto, uno sceneggiatore in bilico nella vita, si incrociano nella terapia intensiva di un ospedale. Li accumuna un infarto, li divide un mondo. Ma nella malattia trovano la possibilità di confrontarsi e di cercare un contatto che man mano si trasforma in amicizia. Ma mentre Alberto ha superato l’infarto, il cuore di Angelo ha avuto danni gravi ed irreversibili ed il giovane sa che la sua strada va verso il termine. E troverà il tempo e il modo, come detto è un uomo pratico, di avvicinare Alberto alla moglie incinta ed ai due figli per consegnarli una sorta di testimone morale. Delicatissimo questo bel film della Archibugi che consente ad Albanese ed a Kim Stuart due interpretazioni davvero convincenti.
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natadiluglio
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sabato 18 aprile 2009
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supersceneggiatura
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Visto oggi. Trovo bellissimo. Unico, ma grande, neo che ritengo imperdonabile : necessita di sottotitoli. Quando la finirete, registi, di imporci un linguaggio incomprensibile se non agli abitanti di Roma e dintorni?
Sollievo Albanese, intanto eccellente attore, e poi, grazie! si capisce quel che dice!
Bravissimo Rossi Stuart, bello ma praticamente incomprensibile nel suo bofonchiare.
Troppo pochi gli scorci di Roma, peccato : gli Americani sono più furbi, le città ce le fanno vedere, così,senza enfasi, dolcemente.
Film da vedere, con il rammarico di non poter apprezzare fino in fondo una sceneggiatura che meriterebbe un Oscar, per quanto detto sopra.
Gli attori italiani,soprattutto giovani e giovanissimi, necessitano di scuole di dizione, non solo perchè sarebbe ormai ora di tornare a una lingua comprensibile, e se si vuole proprio sottolineare la regionalità, lo si può fare con garbo, senza gli eccessi diventati intollerabili.
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Visto oggi. Trovo bellissimo. Unico, ma grande, neo che ritengo imperdonabile : necessita di sottotitoli. Quando la finirete, registi, di imporci un linguaggio incomprensibile se non agli abitanti di Roma e dintorni?
Sollievo Albanese, intanto eccellente attore, e poi, grazie! si capisce quel che dice!
Bravissimo Rossi Stuart, bello ma praticamente incomprensibile nel suo bofonchiare.
Troppo pochi gli scorci di Roma, peccato : gli Americani sono più furbi, le città ce le fanno vedere, così,senza enfasi, dolcemente.
Film da vedere, con il rammarico di non poter apprezzare fino in fondo una sceneggiatura che meriterebbe un Oscar, per quanto detto sopra.
Gli attori italiani,soprattutto giovani e giovanissimi, necessitano di scuole di dizione, non solo perchè sarebbe ormai ora di tornare a una lingua comprensibile, e se si vuole proprio sottolineare la regionalità, lo si può fare con garbo, senza gli eccessi diventati intollerabili. Poi per la frettolosità, il mangiarsi le parole, che è pessima modalità, diffusa anche negli attori già noti e di qualche valore. Un esempio : Martina Stella, brava, duttile, insopportabilmente frettolosa mangiaparole.
Se cominciassero Registi coi fiocchi come l'Archibugi, forse ci solleveremmo dal livello scarso del nostro cinema, terribilmente provinciale.
Altro esempio : il bellissimo Gomorra. Bellisssimo, degno dell'Oscar che si è fregato con un linguaggio rionale.
A.C.
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[+] provinciale per chi non sa scegliere.
(di marezia)
[ - ] provinciale per chi non sa scegliere.
[+] senza polemica: ma tu di dove sei?
(di pipay)
[ - ] senza polemica: ma tu di dove sei?
[+] da dove viene?
(di marezia)
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