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duda
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sabato 7 giugno 2008
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troppo indiana
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È tornato. Con la faccia più stanca ma un’espressione ancora da giovane avventuriero.
È tornato il mitico Indiana Jones, e questa volta la sua avventura è più fuori dal comune delle precedenti…
Ora è il 1957. Sullo sfondo della guerra fredda e dei test sulla bomba atomica, i nemici a cui Indiana deve far fronte adesso sono i russi -con a capo l’autoritaria Irina Spalko (Cate Blanchett)- che lo inseguono già all’inizio del film. Quando il giovane Mutt (Shia LaBoeuf) chiede l’aiuto di Indiana per decifrare una lettera del professore Oxley (Hurt), inizierà davvero l’avventura. I due partiranno alla ricerca di un teschio di cristallo maya, il cui possibile potere attira fortemente l’interesse dei sovietici di Irina, che lo pedineranno fino in Perù, tenendo in ostaggio la madre di Mutt, nonché la ritrovata Marion Ravenwood (Karen Allen).
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È tornato. Con la faccia più stanca ma un’espressione ancora da giovane avventuriero.
È tornato il mitico Indiana Jones, e questa volta la sua avventura è più fuori dal comune delle precedenti…
Ora è il 1957. Sullo sfondo della guerra fredda e dei test sulla bomba atomica, i nemici a cui Indiana deve far fronte adesso sono i russi -con a capo l’autoritaria Irina Spalko (Cate Blanchett)- che lo inseguono già all’inizio del film. Quando il giovane Mutt (Shia LaBoeuf) chiede l’aiuto di Indiana per decifrare una lettera del professore Oxley (Hurt), inizierà davvero l’avventura. I due partiranno alla ricerca di un teschio di cristallo maya, il cui possibile potere attira fortemente l’interesse dei sovietici di Irina, che lo pedineranno fino in Perù, tenendo in ostaggio la madre di Mutt, nonché la ritrovata Marion Ravenwood (Karen Allen).
Il quarto episodio della saga di Indiana Jones, l’archeologo avventuriero, riporta sugli schermi un mito del cinema dopo 19 anni da “ Indiana Jones e l’ultima crociata”. Lo sfondo didattico della vicenda (l’accecamento a cui la ricerca del potere e della ricchezza porta) persiste anche in questo ultimo episodio. E le ambientazioni inimmaginabili e gli effetti speciali sono ancora più spettacolari che in precedenza. Forse troppo. Perché nel finale il miscuglio di azione e di fantascienza va a discapito del senso della trama. Il desiderio dell’inventore del personaggio, George Lucas, e del regista di tutti gli episodi, Steven Spielberg, è quello di creare ancora stupore tra un pubblico che pensano molto più moderno di prima; ma né i fan già consolidati né i più giovani ne sentono il bisogno. Mentre la scena che chiude il film mette tutti d’accordo e sottolinea che l’unico e indiscusso Indiana Jones è solo Harrison Ford. E lascia intendere, con orgoglio e un po’ di malinconia, che questo grande personaggio potrà continuare a vivere soltanto nei nostri ricordi.
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franzi
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venerdì 30 maggio 2008
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ritorno riuscito a metà
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Anni 50, guerra fredda, russi... poi un cappello che cade, un ombra fin troppo famosa, l'inizio racchiude tutto il film. Già perchè in esso sono presenti tutti i pregi e i difetti di questo Indiana Jones: Indy è invecchiato, il tempo degli avventurieri spacca montagne è finito e purtroppo le mitiche reliquie bibliche sono già state trovate. Il film in se è carino, e forse proprio questo è il suo peggior difetto: Indiana Jones è e deve essere Il Film d'avventura, non un qualsiasi blockbuster preestivo, gli effetti speciali devono essere funzionali alla trama (nel tempio maledetto ce n'erano?), non c'è più bisogno di impressionare nessuno, tutti sanno ciò che stanno vedendo e questo, purtroppo, Spielberg non l'ha del tutto capito deludendo molti fan.
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Anni 50, guerra fredda, russi... poi un cappello che cade, un ombra fin troppo famosa, l'inizio racchiude tutto il film. Già perchè in esso sono presenti tutti i pregi e i difetti di questo Indiana Jones: Indy è invecchiato, il tempo degli avventurieri spacca montagne è finito e purtroppo le mitiche reliquie bibliche sono già state trovate. Il film in se è carino, e forse proprio questo è il suo peggior difetto: Indiana Jones è e deve essere Il Film d'avventura, non un qualsiasi blockbuster preestivo, gli effetti speciali devono essere funzionali alla trama (nel tempio maledetto ce n'erano?), non c'è più bisogno di impressionare nessuno, tutti sanno ciò che stanno vedendo e questo, purtroppo, Spielberg non l'ha del tutto capito deludendo molti fan. A mio parere (anche se dal cadreghino del cinema è troppo facile muovere le critiche) sarebbero bastate due modifiche per rendere la storia molto più avvolgente: togliere gli alieni (Steven: è IJ, non ET) e soprattutto una fastidiosissima, inverosimile e quantomai inutile bomba atomica (vedere per credere). Ma ormai il film è fatto, non è al livello dei suoi predecessori (e nemmeno avrebbe potuto mai esserlo), ma si lascia guardare; passano due ore divertenti di cinema, con l'alternanza di qualche spavalderia di troppo (cascata...)e di piccole perle (guardate la scena finale del cappello...). Un ritorno quasi riuscito, rovinato da un attesa di 20 anni...
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(di marvelman)
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robmamba
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martedì 27 maggio 2008
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19 anni si sentono!
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L'ultimo Indiana Jones, è un semplice film che riporta dopo 19 anni un personaggio che abbiamo amato tutti. Ford nei panni dell'archeologo nonostante l'età è ancora credibile, le espressioni sono le stesse, le scene d'azione reggono ancora, senza quindi cadere nel ridicolo.
La regia di Spielberg è la stessa, solo con l'avvento del digitale ha cambiato l'uso degli effetti speciali, e vien da dire che quelli antichi fatti artigianalmente sono molto meglio e più funzionali un una storia del genere. Parlando appunto della storia in particolare della sceneggiatura, la troviamo povera rispetto alle altre a tratti è tanta carne al fuoco(vedi il finale), un tipo di storia che era perfetta negli anni 80 oggi risulta superata.
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L'ultimo Indiana Jones, è un semplice film che riporta dopo 19 anni un personaggio che abbiamo amato tutti. Ford nei panni dell'archeologo nonostante l'età è ancora credibile, le espressioni sono le stesse, le scene d'azione reggono ancora, senza quindi cadere nel ridicolo.
La regia di Spielberg è la stessa, solo con l'avvento del digitale ha cambiato l'uso degli effetti speciali, e vien da dire che quelli antichi fatti artigianalmente sono molto meglio e più funzionali un una storia del genere. Parlando appunto della storia in particolare della sceneggiatura, la troviamo povera rispetto alle altre a tratti è tanta carne al fuoco(vedi il finale), un tipo di storia che era perfetta negli anni 80 oggi risulta superata.
Indiana Jones e l'ultima crociata è stata la perfetta chiusura della saga, ma questo regalo che Spielberg ci ha fatto,ci ha dato un senso di malinconia e tenerezza , poichè molti con il fantomatico archeologo ci sono cresciuti , e per questo và ringraziato il regista.
Insomma un piccolo regalo per i più vecchi e i meno giovani, ma pur sempre un regalo gradito!
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bruce
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lunedì 26 maggio 2008
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divertente, spettacolare...e un pò malinonico
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"Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo" ha senza dubbio ottenuto l'effetto desiderato: è un film spettacolare e divertente che tiene viva l'attenzione dello spettatore per tutta la sua durata. La storia, a dire la verità, è un pò debole, e sembra più un pretesto per mettere in scena effetti speciali e sequenze di grande effetto visivo.
Per tutti quelli che hanno amato i primi tre episodi della serie, alcune scelte e trovate suscitano, purtroppo, una certa malinconia, come spesso accade per i sequel. Innanzitutto l'età del protagonista: certi miti rimangono, scolpiti nella memoria e nell'immaginario del pubblico sempre uguali a se stessi, invece constatare che gli anni sono passati anche per Indiana Jones, ripeto, mette un pò di malinconia.
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"Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo" ha senza dubbio ottenuto l'effetto desiderato: è un film spettacolare e divertente che tiene viva l'attenzione dello spettatore per tutta la sua durata. La storia, a dire la verità, è un pò debole, e sembra più un pretesto per mettere in scena effetti speciali e sequenze di grande effetto visivo.
Per tutti quelli che hanno amato i primi tre episodi della serie, alcune scelte e trovate suscitano, purtroppo, una certa malinconia, come spesso accade per i sequel. Innanzitutto l'età del protagonista: certi miti rimangono, scolpiti nella memoria e nell'immaginario del pubblico sempre uguali a se stessi, invece constatare che gli anni sono passati anche per Indiana Jones, ripeto, mette un pò di malinconia. In secondo luogo, il tentativo di riprodurre l'ironia del personaggio come nelle precedenti puntate pare non essere andato a buon fine, sfociando a volte nel ridicolo.
Infine i rimandi troppo espliciti e marcati agli altri episodi della saga (ad esempio la foto e la statua di Marcus Brody) che ammiccano allo spettatore, trattandolo un pò da stupido, sono una dichiarazione troppo aperta di quanto questo film sia una pura operazione commerciale.
Si tratta comunque di un film che merita di essere visto.
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dr jones
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sabato 14 marzo 2009
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indy, l'unico vero mito del cinema!!!!!!!!!!!!!
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Sono veramente contento, finalmente dopo 19 anni torna + in forma che mai il mitico Indiana Jones!!!!! A me il film è piaciuto molto, forse paragonato agli altri quì qualcosa manca, ma nel complesso devo dire che sostanzialmente è un gran bel film e Harrison Ford è sempre grande in ogni scena, Steven Spielberg dimostra ancora una volta che è lui il + grande regista al mondo regalandoci sempre delle scene mozzafiato con degli effetti speciali di grande impatto visivo! Devo anche spendere una parola buona x il bravissimo Shia Labeouf che nel ruolo di Mutt, il figlio di Indy,mi è piaciuto molto! E poi.... la mitica Karen Allen, Marion, che finalmente sposa il suo grande amore!!!!!!!! Concludendo spero davvero di poter vedere Indiana Jones 5 e Harrison Ford ancora in mirabolanti avventure!!!!!
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Sono veramente contento, finalmente dopo 19 anni torna + in forma che mai il mitico Indiana Jones!!!!! A me il film è piaciuto molto, forse paragonato agli altri quì qualcosa manca, ma nel complesso devo dire che sostanzialmente è un gran bel film e Harrison Ford è sempre grande in ogni scena, Steven Spielberg dimostra ancora una volta che è lui il + grande regista al mondo regalandoci sempre delle scene mozzafiato con degli effetti speciali di grande impatto visivo! Devo anche spendere una parola buona x il bravissimo Shia Labeouf che nel ruolo di Mutt, il figlio di Indy,mi è piaciuto molto! E poi.... la mitica Karen Allen, Marion, che finalmente sposa il suo grande amore!!!!!!!! Concludendo spero davvero di poter vedere Indiana Jones 5 e Harrison Ford ancora in mirabolanti avventure!!!!!! Ringrazio davvero tanto Steven Spielberg, George Lucas e Harrison Ford xrchè insieme mi hanno regalato tante tante emozioni!!!!! Sè l'avventura ha un nome si chiama INDIANA JONES!!!!!!!!!!!!!! Indy forever!!!!!!!!!!!
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great steven
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domenica 27 luglio 2014
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nuovo ingresso in scena per lo scaltro archeologo.
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INDIANA JONES E IL REGNO DEL TESCHIO DI CRISTALLO (USA, 2008) diretto da STEVEN SPIELBERG. Interpretato da HARRISON FORD – CATE BLANCHETT – KAREN ALLEN – SHIA LABEOUF – RAY WINSTONE – JOHN HURT – JIM BROADBENT § Ciascun film di questa serie ha uno sceneggiatore differente: nel 4° si tratta di David Koepp, ma l’inventore di Indiana Jones non è forse George Lucas? I meriti si spartiscono a metà fra lui e Spielberg. Diciannove anni dopo l’ultima avventura, Indy rifà il suo ingresso in scena. Il tempo è passato per lui come per gli spettatori e quindi lo ritroviamo nel 1957, dove è ambientata l’azione, nel bel mezzo di un deserto del New Mexico mentre la Guerra Fredda domina il panorama politico mondiale col terrore del conflitto nucleare e al cinema fanno la loro comparsa “gli esseri venuti dallo spazio”; a tal proposito, il rimando al test atomico che scatena la bufera radioattiva (dalla quale Indiana si salva chiudendosi in un frigorifero raggiunto in una città fantasma popolata esclusivamente da manichini appositamente fabbricati) dà luogo a una delle sequenze più riuscite dell’intera quadrilogia cinematografica.
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INDIANA JONES E IL REGNO DEL TESCHIO DI CRISTALLO (USA, 2008) diretto da STEVEN SPIELBERG. Interpretato da HARRISON FORD – CATE BLANCHETT – KAREN ALLEN – SHIA LABEOUF – RAY WINSTONE – JOHN HURT – JIM BROADBENT § Ciascun film di questa serie ha uno sceneggiatore differente: nel 4° si tratta di David Koepp, ma l’inventore di Indiana Jones non è forse George Lucas? I meriti si spartiscono a metà fra lui e Spielberg. Diciannove anni dopo l’ultima avventura, Indy rifà il suo ingresso in scena. Il tempo è passato per lui come per gli spettatori e quindi lo ritroviamo nel 1957, dove è ambientata l’azione, nel bel mezzo di un deserto del New Mexico mentre la Guerra Fredda domina il panorama politico mondiale col terrore del conflitto nucleare e al cinema fanno la loro comparsa “gli esseri venuti dallo spazio”; a tal proposito, il rimando al test atomico che scatena la bufera radioattiva (dalla quale Indiana si salva chiudendosi in un frigorifero raggiunto in una città fantasma popolata esclusivamente da manichini appositamente fabbricati) dà luogo a una delle sequenze più riuscite dell’intera quadrilogia cinematografica. Questa volta, pertanto, i cattivi sono i sovietici e il professor Jones, dopo essere sfuggito alle loro grinfie nella sequenza iniziale in cui il vecchio compare doppiogiochista lo tradisce schierandosi coi comunisti, si trova bloccato nel mirino della CIA, la quale non si fida di lui al punto di togliergli la cattedra di insegnamento all’università. Indiana è allora pronto per farsi incentivare da un giovane atteggiato “alla Marlon Brando” (un S. LaBeouf neanche tanto malaccio e piuttosto energico), che poi scoprirà essere suo figlio, avuto da una precedente relazione con la spericolata Marion, che qui effettua un ritorno in grande stile dopo ventisette anni dal primo capitolo (K. Allen ovviamente si fa valere senza farsi pregare ulteriormente), e a lanciarsi in una nuova avventura carica di emozioni mozzafiato e con una nemica implacabile alle calcagna: Irina Spalko, una glaciale spadaccina con fioretto e caschetto nero alla Valentina nonché sensitiva affamata, com’è ormai consuetudine, di potere (una proteiforme C. Blanchett che riscopre qui, senza brillare eccessivamente e con una caricatura autoreferenziale un po’ forzata, il suo lato malevolo e beffardo). Si nutrivano molte attese e al contempo parecchi dubbi per questo quarto episodio della saga, troppe volte annunciato e troppe volte rinviato. L’avanzare dell’età del protagonista H. Ford, pur tuttavia in agile forma fisica nonostante i suoi 65 anni suonati, non favoriva lieti auspici, anche perché l’ironia sugli anni che aumentano s’era già stemperata col personaggio del padre di Indy interpretato da un formidabile e straordinario Sean Connery nel film del 1989. I dubbi si possono considerare felicemente risolti. Il buon risultato non è certo dato da elementi nuovi, bensì da caratteristiche puntigliosamente riciclate con sapiente mestiere: vivace miscuglio di avventura, umorismo e ironia, nella seconda parte accentuato fino all’autoparodia; l’input di Lucas & Spielberg, ragazzini nel 1957, con battute sarcastiche sull’anticomunismo e l’ausilio di coniugare la Storia con la mitologia dei fumetti; l’allenamento umano e la materialità delle cose potenziati, ma non dominati, dai progressi della tecnologia digitale. Le interpretazioni valgono tutte quante (compresi il laido, machiavellico e un po’ vigliacco soldato di R. Winstone e l’insegnante apparentemente onirico e sognatore ma in realtà colto, preparato e tutt’altro che visionario del vecchio, meticoloso J. Hurt) la visione della proiezione, e arricchiscono il film di un prezioso contributo, già offerto oltretutto dal finale catastrofico e apocalittico in cui si sfocia in una fantascienza pressoché pura e incondizionata. I passaggi tra le foreste, le cascate, le caverne e i mausolei incrinati offrono agli astanti uno spettacolo visivo di cui godere a pieno piacimento. I duelli spada contro spada e gli inseguimenti tra le jeep e i camion aumentano il fattore sorpresa e creano una meravigliosa suspense che non manca mai di centrare il bersaglio. Qualche pecca la si può riscontrare in un utilizzo troppo gonfiato degli effetti speciali nelle scene meno avventurose e più tendenti al genere della science-fiction, e anche in un disegno psicologico delle mentalità dei caratteri non troppo approfondito e forse tirato via, ma si sa: i film d’avventura in genere non si concentrano oltremodo sulla psicologia dei personaggi, obiettivo sul quale tendono a minimizzare allegramente e volontariamente. In compenso, però, la sceneggiatura pullula di dialoghi vitali e scoppiettanti, ricchi di humour, divertimento allo stato brado e selvaggia puerilità recitativa, in certi tratti; la scenografia aiuta a dipingere con chiarezza gli scenari statunitensi e sudamericani con un pennello che non dimentica di dare tinte fosche e potenti al barocchismo e all’oscurità di terre inesplorate e misteriose; il montaggio e la colonna sonora si fondono pressappoco all’unanimità e alla totalità per riprendere, serrare e inseguire scena dopo scena un film non completamente stupefacente ma che senz’altro straborda di idee balzane, abbastanza originali e accattivanti. Chi non gradiva quello che considerava il versante adolescenziale e “da luna park” di Spielberg continuerà a guardare col sopracciglio alzato le imprese dell’archeologo più famoso della storia del cinema.
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matt
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sabato 24 maggio 2008
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indiana jones returns
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Dopo quasi vent' anni dall' ultimo episodio Steven Spielberg torna dietro la macchina da presa per dirigere le nuove gesta dell' archeologo Henry Jones Junior, noto ai più col soprannome di Indiana Jones. Lontano dal primo capitolo, migliore del secondo, meno originale del terzo, questo nuovo appuntamento sulle incredibili imprese del professore-avventuriero è per l' ennesima volta un sincero e appassionante inno alla conoscenza e al rispetto dei misteri del nostro passato, con i suoi affascinanti enigmi e le sue pericolose insidie, ma è un film che a mio parere risente delle eccessive spettacolarità fantascientifiche richieste al cinema del nuovo millennio, richieste che appunto non si addicono allo stile fantasioso e ai temi che hanno da sempre contraddistinto la saga.
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Dopo quasi vent' anni dall' ultimo episodio Steven Spielberg torna dietro la macchina da presa per dirigere le nuove gesta dell' archeologo Henry Jones Junior, noto ai più col soprannome di Indiana Jones. Lontano dal primo capitolo, migliore del secondo, meno originale del terzo, questo nuovo appuntamento sulle incredibili imprese del professore-avventuriero è per l' ennesima volta un sincero e appassionante inno alla conoscenza e al rispetto dei misteri del nostro passato, con i suoi affascinanti enigmi e le sue pericolose insidie, ma è un film che a mio parere risente delle eccessive spettacolarità fantascientifiche richieste al cinema del nuovo millennio, richieste che appunto non si addicono allo stile fantasioso e ai temi che hanno da sempre contraddistinto la saga. Il tocco di Spielberg è comunque avvincente e inconfodibile ed Harrison Ford, nonostante il tempo e l' età, si riimmedesima alla perfezione nel ruolo, anzi, a differenza dei ridicoli Rocky e Rambo, con i capelli bianchi e il viso sciupato rende il personaggio ancor più credibile ed entusiasmante.
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(di gabbro85)
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peppe97
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domenica 20 febbraio 2011
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una pellicola "riuscita"
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Quando si dice che un film "riesce" si può capire bene che in oni punto di vista quel film ha dei buoni risultati.Questo accade proprio nel caso della suddetta pellicola,nella quale si alternano momenti di vario tipo:
ironici,inquietanti,avventurosi,sentimentali e riflessivi.Le motivazioni sono tante:sia la presenza di Spielberg dietro la macchina da presa,e sia la presenza di un cast basato sul suo prequel,permettono un successo che fa,addirittura,diventare Harrison Ford l'attore più pagato di holliwood in quel periodo.(Bisogna anche considerare il fatto che l'attore ha più di 67 anni).
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gvnninfinity
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venerdì 5 settembre 2008
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un film piacevole ma inutile
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ki nn ha mai visto le eroiche gesta dell'arkeologo più famoso del mondo? e a ki dopo 19 anni dalla sua ultima apparizione nn si è eccitato all'idea di rivederlo davanti agli skermi? però un buon regista deve sempre capire dove fermarsi. per me le VERE avventure di indiana jones sono quelle degli anni '80, quelle immortali dove lui prendeva a calci nel didietro i nazisti e nn comunisti ( 007 l'abbiamo visto tutti).
insomma un ritorno piacevole per i nostalgici come me, ma alla lunga diventa palloso. steven spielberg deve avere fatto confusione mischiando E.T con indiana regalandoci un film ke sembra il caso roswell in versione avventurosa. inoltre il suo matrimonio è una cosa assurda, a questo punto facciamo indiana jones 5 in qui luii diventa nonno.
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(di marvelman)
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jade1988
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lunedì 26 maggio 2008
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indy is back
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19 anni. Tanto abbiamo dovuto aspettare per rivederlo sul grande schermo. E l’attesa ne è valsa la pena. Il trinomio Spielberg-Ford-Lucas è nuovamente vincente, supportato da un cast d’eccezione, vecchi personaggi e new entry per questa quarta memorabile pellicola che vede il ritorno di uno dei personaggi più amati dai cinefili di tutto il mondo, archeologo di professione, docente universitario nel tempo libero, mito per i fan che lo seguono dalla sua prima fatica,I predatori dell’Arca Perduta.
Signori, Indy è tornato. E con lui una nuova matassa di enigmi da dipanare, sulle tracce del leggendario teschio di cristallo della città di Akator, l’Eldorado cercata dai Conquistadores e mai trovata.
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19 anni. Tanto abbiamo dovuto aspettare per rivederlo sul grande schermo. E l’attesa ne è valsa la pena. Il trinomio Spielberg-Ford-Lucas è nuovamente vincente, supportato da un cast d’eccezione, vecchi personaggi e new entry per questa quarta memorabile pellicola che vede il ritorno di uno dei personaggi più amati dai cinefili di tutto il mondo, archeologo di professione, docente universitario nel tempo libero, mito per i fan che lo seguono dalla sua prima fatica,I predatori dell’Arca Perduta.
Signori, Indy è tornato. E con lui una nuova matassa di enigmi da dipanare, sulle tracce del leggendario teschio di cristallo della città di Akator, l’Eldorado cercata dai Conquistadores e mai trovata.
Questa volta non sarà facile. Con queste parole esordisce un Indiana Jones ormai in età pensionabile ma capace ancora di volteggiare appeso alla sua frusta e di tirar (e prendere) cazzotti come un giovincello. Catturato nella sequenza iniziale dai Russi di Irina Spalko e portato nella segretissima Area 51 per recuperare uno dei tanti manufatti in essa custoditi, Mr Henry Jones Jr. si troverà , volente o nolente, ad affrontare l’ennesima avventura, tra azione e paranormale, alla scoperta di uno dei più grandi misteri di tutti i tempi in un mix turbinoso di archeologia e ufologia.
Mollata la cattedra, indossati i panni che l’hanno reso famoso, il nostro eroe dovrà attraversare scenari lussureggianti, schivare pericoli mortali (addirittura una bomba atomica nascondendosi in un frigorifero piombato!) in una lunga corsa contro il tempo dal New Mexico al Connecticut, dal Centro America alle foreste del Perù, all’inseguimento delle reliquie precolombiane chiamate ‘i teschi di cristallo’, tredici in tutto, donati agli uomini da una civiltà extraterrestre e il cui potere potrebbe condizionare l’evolversi della Guerra Fredda.
Ma non sarà solo. Accanto a lui questa volta vecchie conoscenze che hanno dello storico, dall’amata Marion Ravenwood all’amico (doppiogiochista) Mac e ,ciliegina sulla torta, il ‘figlio ritrovato’ Mutt Williams, look alla Marlon Brando ne ‘Il selvaggio’ e aria sfacciata rock ‘n’ roll, sempre pronto a dar del ‘matusa’ al paparino e a tirar fuori il pettinino dalla tasca per sistemarsi i capelli. Ma buon sangue non mente. Mutt saprà farsi valere, a suon di moschetto e di acrobazie, degne del suo predecessore. Predecessore? Mmm.. intuito. Infatti la saga potrebbe proseguire, con un nuovo eroe protagonista. Indiana potrebbe mettersi a fare il papà e concedersi del meritato riposo, lasciando al ‘discepolo’ Mutt, interpretato da uno Shia LaBeouf in piena ascesa, le luci della ribalta.
E la sequenza finale ,con l’ormai celebre cappello che ,spostato da una folata di vento, cade dolcemente ai piedi di Mutt, non può che farci sperare in nuovi sequel.
Al prossimo schiocco di frusta,allora.
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