pompiere
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domenica 22 febbraio 2009
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il dubbio è necessario
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Sono l'Ipocrisia, l'Intolleranza, la Superbia le vere cause del disfacimento morale delle società moderne e la Chiesa, una delle istituzioni (se non l'Istituzione per "Eccellenza"), invece di perseguirne le fonti, ne è una delle principali cagioni.
John Patrick Shanley, già meritevole autore del testo teatrale dal quale il film è stato tratto, getta un macigno nel quieto lago del conformismo, dell'antiquata tradizione di certi rigidi principi che contraddistinguono il cattolicesimo.
E, azzardando ed estremizzando i contenuti della sua messa in scena fino ai limiti dell'equivoco, costruisce un necessario "canto di lode" al progressismo mentale, al coraggio di cambiare, all'urgenza di recuperare lo spirito di compassione, la gentilezza, l'umanità, l'Amore per il prossimo (tutti elementi inesistenti nella Chiesa di oggi e, per questo, molto attuali oltrechè scottanti).
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Sono l'Ipocrisia, l'Intolleranza, la Superbia le vere cause del disfacimento morale delle società moderne e la Chiesa, una delle istituzioni (se non l'Istituzione per "Eccellenza"), invece di perseguirne le fonti, ne è una delle principali cagioni.
John Patrick Shanley, già meritevole autore del testo teatrale dal quale il film è stato tratto, getta un macigno nel quieto lago del conformismo, dell'antiquata tradizione di certi rigidi principi che contraddistinguono il cattolicesimo.
E, azzardando ed estremizzando i contenuti della sua messa in scena fino ai limiti dell'equivoco, costruisce un necessario "canto di lode" al progressismo mentale, al coraggio di cambiare, all'urgenza di recuperare lo spirito di compassione, la gentilezza, l'umanità, l'Amore per il prossimo (tutti elementi inesistenti nella Chiesa di oggi e, per questo, molto attuali oltrechè scottanti).
Il regista organizza un canovaccio pieno di dialoghi intensi che permettono agli attori di misurarsi (e scontrarsi) attraverso altissimi toni recitativi (il personaggio di Padre Flynn/Philip Seymour Hoffman è inarrivabile, della "Streep-itosa" ormai non parliamone più).
Ed è per questo che, del "Dubbio", possiamo dire che proprio non se ne può fare a meno.
Consigliato.
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topox
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sabato 21 febbraio 2009
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mi sono annoiato
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... Tanto di cappello alle precedenti recensioni, io potessi chiedere il rimborso dei biglietti lo farei.
La storia inizialmente sembra interessante, ma non credo arrivi da nessuna parte, così quelle due ore passate a meditare, presupporre, intuire su eventuali risvolti, risultano pressocchè inutili.
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lorenzo della ventura
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giovedì 19 febbraio 2009
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dialoghi affascinanti e spunti di riflessione
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Le quasi due ore di questo film volano decisamente, sull'onda di dialoghi dalle parole interessanti e profonde, recitati da due attori eccezionali, capaci di un'espressività fuori dal normale, specialmente la grandiosa Maryl Streep.
Uscendo dal cinema, non si può che rimanere - effettivamente - con un dubbio nella testa, e con l'interiore necessità di decidere (o perlomeno provarci) da che parte stare: dalla parte della conservatrice preside (Maryl Streep) e dei suoi presentimenti che si trasformano in certezze sotto l'ombra di un evidente preconcetto ed "intolleranza"...oppure dalla parte del prete, credendo nelle sue buone intenzioni e nella sua genuina voglia di riformare una chiesa "relegata al Medioevo".
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Le quasi due ore di questo film volano decisamente, sull'onda di dialoghi dalle parole interessanti e profonde, recitati da due attori eccezionali, capaci di un'espressività fuori dal normale, specialmente la grandiosa Maryl Streep.
Uscendo dal cinema, non si può che rimanere - effettivamente - con un dubbio nella testa, e con l'interiore necessità di decidere (o perlomeno provarci) da che parte stare: dalla parte della conservatrice preside (Maryl Streep) e dei suoi presentimenti che si trasformano in certezze sotto l'ombra di un evidente preconcetto ed "intolleranza"...oppure dalla parte del prete, credendo nelle sue buone intenzioni e nella sua genuina voglia di riformare una chiesa "relegata al Medioevo". Con chi schierarsi? Virtù o gentilezza? Fiducia o meno? Questo film pone davvero dei grandi interrogativi e mette al vaglio la morale dello spettatore, lasciando a lui decidere il finale della storia. Anche se nessuno potrà mai risolvere il dubbio, se non la nostra coscienza.
Un film da gustare e, soprattutto da elaborare con calma terminata la visione: vi assicuro che assumerà un gusto diverso in proporzione al tempo che passerà e alle riflessioni che vi farete. Attenzione a tutti i particolari, le espressioni, i toni e i registri, e a tutte le inquadrature. Ognuno di essi potrà fornirvi una nuova prospettiva sulla "realtà" di questo bel film.
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mennotz
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lunedì 16 febbraio 2009
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recitato benissimo e inconsueto q.b.
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Il film è molto bello, carico di riflessioni su quanto la vita porta a scegliere, che poi forse non è sempre la cosa più giusta ma semplicemente la meno dannosa.
Gli attori sono strepitosi, degni della loro fama, l'unico piccolo neo è che talvolta è un pò lento, ci sono dei momenti in cui l'attesa del dialogo o della svolta non è poi così facile come in altri.
Comunque ottimo film
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filippo manfredini
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domenica 15 febbraio 2009
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un film incentrato nello stesso titolo.scarno.
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La trama è banale: un presunto caso di pedofilia nei confronti di un ragazzino di colore in una scuola cattolica. l'aspetto su cui il regista doveva sviluppare il film rendendolo molto più accattivante risiedeva proprio nel dubbio stesso da infondere nello spettatore, dubbio che rimane abbastanza statico per tutta la durata del film, modificandosi solamente nel finale. (la vittima del presunto abuso è quasi omessa dal film,forse poteva diventare un elemento che arricchisse "il Dubbio"...!?). Il film si regge sullo scontro di due forti personalità(meryl streep e philip seymour hoffman) retto da due grandi interpretazioni. Un pò povero di mordente.
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giacomo vezzani
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mercoledì 11 febbraio 2009
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il ritorno del cinema anni 60!
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Chi non ricorda "Chi ha paura di Virginia wolf?" con la coppia Burton/Taylor. Più difficile, ma ugualmente indimenticabile: Chi non rocorda "Quelle due" con la coppia Shirlie Maclaine e Audrey Hepburn? Insomma chi non ricorda quella bellissima stagione degli anni sessanta, quando a Hollywood, mentre prerompevano i grandi colossal in cinemascope, arrivarono dei piccoli, grandi, drammi teatrali, fotografati in bianco e nero, come a far sentire una voce da camera più intima, ma non per questo meno efficace del cinema d'autore italiano o francese(era l'epoca della Nouvelle vogue nascente).
L'opera prima di Shanley regista cinematografico (ormai acclamato drammaturgo e regista teatrale) affonda la sua identità in quel bellissimo repertorio, sorretto da un cast stellare, dove i caratteri del terzetto dei protagonisti( direi sublimi) è spalleggiato dallo straordinario cameo di Viola Davis, anch'essa candidata a un premio oscar.
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Chi non ricorda "Chi ha paura di Virginia wolf?" con la coppia Burton/Taylor. Più difficile, ma ugualmente indimenticabile: Chi non rocorda "Quelle due" con la coppia Shirlie Maclaine e Audrey Hepburn? Insomma chi non ricorda quella bellissima stagione degli anni sessanta, quando a Hollywood, mentre prerompevano i grandi colossal in cinemascope, arrivarono dei piccoli, grandi, drammi teatrali, fotografati in bianco e nero, come a far sentire una voce da camera più intima, ma non per questo meno efficace del cinema d'autore italiano o francese(era l'epoca della Nouvelle vogue nascente).
L'opera prima di Shanley regista cinematografico (ormai acclamato drammaturgo e regista teatrale) affonda la sua identità in quel bellissimo repertorio, sorretto da un cast stellare, dove i caratteri del terzetto dei protagonisti( direi sublimi) è spalleggiato dallo straordinario cameo di Viola Davis, anch'essa candidata a un premio oscar.
La drammaturgia si tramuta quindi in sceneggiatura e funziona perfettamente.
Impossibile annoiarsi, per il rimando leggero dei dialoghi, talora forti, talora tenui, giostrati come un quadro a Olio che piano piano svela il soggetto, e dunque un/il dubbio irrisolto in parte.
La Streep conclude il suo scontro (cuore del film)con Seymour Hoffman con "...e si tagli quelle unghie": quando il particolare giganteggia e si tramuta subito in poesia metateatrale.
Convenzionale,di genere, temi forti...perchè disprezzarlo?
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marco
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martedì 10 febbraio 2009
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uno splendido film doppiato magnificamente
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Il film e' basato interamente sul dialogo e quello che lo rende ottimo e' anche il doppiaggio. Complimenti sopratutto alla doppiatrice di Maryl Streep.
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lky rock
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lunedì 9 febbraio 2009
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il dubbio(doubt)
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Così il Mereghetti: Ammirati dalla bravura degli attori, il dubbio, film abile e furbo.
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lky rock
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lunedì 9 febbraio 2009
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il dubbio(doubt)
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Il dubbio(Doubt) è un capolavoro. Il film ingloba la cultura americana degli anni sessanta, ne cita il razzismo, la severità nelle scuole e la pedofilia, Nasce un racconto vecchio stile ma capace di graffiare e di attirare lo spettatore verso una regia magistrale che maschera e smaschera il faditico dubbio. Il regista John Patrick Shanley è sorprendente, veramente appassionante il rapporto fra la regia e la storia e la scenografia di David Gropman è fantastica, è uno dei validi motivi per vedere questo lungometraggio. Meryl streep(alla quale non interessa ricevere l'oscar) e Philip Seymour Hoffman si calano indubbiamante nella parte in modo perfetto e gli altri attori impersonano il ruolo affibiatogli risultando struggenti.
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Il dubbio(Doubt) è un capolavoro. Il film ingloba la cultura americana degli anni sessanta, ne cita il razzismo, la severità nelle scuole e la pedofilia, Nasce un racconto vecchio stile ma capace di graffiare e di attirare lo spettatore verso una regia magistrale che maschera e smaschera il faditico dubbio. Il regista John Patrick Shanley è sorprendente, veramente appassionante il rapporto fra la regia e la storia e la scenografia di David Gropman è fantastica, è uno dei validi motivi per vedere questo lungometraggio. Meryl streep(alla quale non interessa ricevere l'oscar) e Philip Seymour Hoffman si calano indubbiamante nella parte in modo perfetto e gli altri attori impersonano il ruolo affibiatogli risultando struggenti. Il film meriterebbe almeno uno degli oscar a cui è stato nominato perchè un'uscita senza un premio che consacri la bellezza di questo cult sarebbe realmente una delusione cocente. Risultati il 22 febbraio.
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claudio73
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domenica 8 febbraio 2009
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attori strepitosi
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Sceneggiatura solida,asciutta e avvincente(con il dubbio che pervade lo spettatore anche dopo il film e forse si risolve solo sulla base della nostra visione soggettiva della vita)ma soprattutto una scuola di recitazione per chi vuole fare l'attore o crede di esserlo: divina,come sempre,la Streep, magistrale Hoffman e ottima la scoperta Amy Adams.
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