malk86
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domenica 1 febbraio 2009
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decisamente sopravvalutato
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ho trovato il film piatto e terribilmente noioso alla stregua della trama che non convince e che si regge solo sul tema filosofico del dubbio e della certezza.Concetto che dovrebbe essere più approfondito cosi come il rapporto fra i protagonisti e la pietra dello scandalo che è il ragazzo di colore.Sotto tono anche le interpretazioni degli attori(anche se considero hoffman eccezionale).Non può aspirare a nessun oscar
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(di viti)
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chiarialessandro
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domenica 1 febbraio 2009
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la certezza: un film splendido
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In questo film c'è una sola cosa su cui non esistono dubbi: che si tratta di un film stupendo. Meryl Streep (il cacciatore) è tornata a splendere come ai tempi de "La scelta di Sophie" (rendendo perfettamente credibile la parte di preside duro, rigoroso ed intollerante) e Philip Seymour Hoffman (la preda) come ai tempi di "Truman Capote"; a loro si aggiunge la pregevolissima interpretazione dalle molteplici sfaccettature di Amy Adams. La sceneggiatura non fa una grinza e i dialoghi sono un punto di forza: ascoltandoli con attenzione lasciano a bocca aperta per la profondità (i sermoni, soprattutto quello sulle "piume", sono memorabili). La costruzione della trama è infine esemplare nel mostrarci come si debba impostare una pellicola per raggiungere il risultato di agganciare l'attenzione dello spettatore facendo in modo che la tensione non abbia mai cadute sino al termine della recitazione perchè, dentro di te, è una continua altalena tra "allora è vero!" e "allora non è vero!"; anzi, oserei dire di più, perchè questo lungometraggio è talmente coinvolgente da continuare a tenerti attento anche quando è terminato: se lo hai visto in compagnia, una volta che sei uscito dal cinema non puoi fare a meno di continuare a parlarne per cercare di capirne i mille risvolti, le sottigliezze, le possibilità e le ipotesi; e se poi sei solo e non riesci proprio a trattenerti, puoi sempre provare a cercare dei perfetti sconosciuti che siano disponibili a farti intromettere nella loro discussione per permetterti di esprimere anche la tua opinione (non è un'esagerazione, è successo veramente).
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In questo film c'è una sola cosa su cui non esistono dubbi: che si tratta di un film stupendo. Meryl Streep (il cacciatore) è tornata a splendere come ai tempi de "La scelta di Sophie" (rendendo perfettamente credibile la parte di preside duro, rigoroso ed intollerante) e Philip Seymour Hoffman (la preda) come ai tempi di "Truman Capote"; a loro si aggiunge la pregevolissima interpretazione dalle molteplici sfaccettature di Amy Adams. La sceneggiatura non fa una grinza e i dialoghi sono un punto di forza: ascoltandoli con attenzione lasciano a bocca aperta per la profondità (i sermoni, soprattutto quello sulle "piume", sono memorabili). La costruzione della trama è infine esemplare nel mostrarci come si debba impostare una pellicola per raggiungere il risultato di agganciare l'attenzione dello spettatore facendo in modo che la tensione non abbia mai cadute sino al termine della recitazione perchè, dentro di te, è una continua altalena tra "allora è vero!" e "allora non è vero!"; anzi, oserei dire di più, perchè questo lungometraggio è talmente coinvolgente da continuare a tenerti attento anche quando è terminato: se lo hai visto in compagnia, una volta che sei uscito dal cinema non puoi fare a meno di continuare a parlarne per cercare di capirne i mille risvolti, le sottigliezze, le possibilità e le ipotesi; e se poi sei solo e non riesci proprio a trattenerti, puoi sempre provare a cercare dei perfetti sconosciuti che siano disponibili a farti intromettere nella loro discussione per permetterti di esprimere anche la tua opinione (non è un'esagerazione, è successo veramente).
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andrew
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domenica 1 febbraio 2009
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a jack the rabbit
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sì è vero, le inquadrature sghembe sembrano provenire da un film di welles o di coppola ("rusty il selvaggio"), son vezzi autoriali fatte per sovvertire l'andamento lineare fin troppo impeccabile di una recitazione quasi didascalica(ma averne di così).X il resto hai detto tutto bene,le nomination son stameritate..film da vedere. Sebbene l'ambientazione sia tutta racchiusa nelle mura dell'istituto la pelliocola non pecca di staticità alcuna
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scriviabi
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domenica 1 febbraio 2009
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grande!
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il regista ,come sempre, lascia a noi la risoluzione del dramma.
ma non è un problema,,,,l'importante è appassionarsi e godere della magistrale interpretazione dei piu grandi attori della storia contemporanea! per una volta soldi spesi bene,,,
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marco46
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sabato 31 gennaio 2009
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così è, se vi pare: il dubbio pirandelliano resta
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NON ASPETTATEVI CERTEZZE: il dubbio resterà... O comunque resteranno le idee con cui siete entrati in sala.
SE PENSATE CHE ABBIA RAGIONE LEI, l'integerrima suora che rimpiange Pio XII e non si ferma davanti a niente nella sua lotta contro l'immoralità, resterete alla fine del film con la convinzione che il prete è uno sporcaccione e che FINGE di lottare contro il razzismo e contro le ingiustizie sociali per avere modo di fare le cosacce con il negretto
SE PENSATE CHE ABBIA RAGIONE LUI continuerete a considerare la suora un'isterica bigotta che vede il male dappertutto
IN CONCLUSIONE è un bel film, tutto dialoghi (chiara l'origine teatrale) e primi piani. Da Oscar Meryl Streep, un po' meno Ph.
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NON ASPETTATEVI CERTEZZE: il dubbio resterà... O comunque resteranno le idee con cui siete entrati in sala.
SE PENSATE CHE ABBIA RAGIONE LEI, l'integerrima suora che rimpiange Pio XII e non si ferma davanti a niente nella sua lotta contro l'immoralità, resterete alla fine del film con la convinzione che il prete è uno sporcaccione e che FINGE di lottare contro il razzismo e contro le ingiustizie sociali per avere modo di fare le cosacce con il negretto
SE PENSATE CHE ABBIA RAGIONE LUI continuerete a considerare la suora un'isterica bigotta che vede il male dappertutto
IN CONCLUSIONE è un bel film, tutto dialoghi (chiara l'origine teatrale) e primi piani. Da Oscar Meryl Streep, un po' meno Ph. S. Hoffman.
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jack the rabbit
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sabato 31 gennaio 2009
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colpevole o non colpevole, questo è... il dubbio!
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La vicenda, ambientata nel 1964 in una chiesa parrocchiale del Bronx, racconta dell'accusa di "attenzioni particolari" verso uno studente di colore mossa da suor Aloysious (Meryl Streep) contro padre Flynn (Philip Seymour Hoffman). Lo script è l'ottimo adattamento di una piece teatrale dello stesso regista John Patrick Shanley e, al contrario di quel che si potrebbe pensare, non presenta alcuna staticità, pesantezza o verbosità tale da causare noia. Il film dura un'ora e quaranta minuti, ma sembrano solo quaranta minuti, massimo sessanta. Scorre che è un piacere fino alla fine, la quale, una volta giunta, ti fa esclamare: "Già finito?". Non tanto per la conclusione, ma proprio perchè ti stupisci di come sia passato in fretta il tempo.
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La vicenda, ambientata nel 1964 in una chiesa parrocchiale del Bronx, racconta dell'accusa di "attenzioni particolari" verso uno studente di colore mossa da suor Aloysious (Meryl Streep) contro padre Flynn (Philip Seymour Hoffman). Lo script è l'ottimo adattamento di una piece teatrale dello stesso regista John Patrick Shanley e, al contrario di quel che si potrebbe pensare, non presenta alcuna staticità, pesantezza o verbosità tale da causare noia. Il film dura un'ora e quaranta minuti, ma sembrano solo quaranta minuti, massimo sessanta. Scorre che è un piacere fino alla fine, la quale, una volta giunta, ti fa esclamare: "Già finito?". Non tanto per la conclusione, ma proprio perchè ti stupisci di come sia passato in fretta il tempo. Nel corso della narrazione viene alimentato il dubbio del titolo e non mi sembra proprio il caso di scioglierlo ora, altrimenti rovinerei la visione a chi il film deve ancora vederlo. Straordinari gli attori principali, i già citati Meryl Streep e Philip Seymour Hoffman, ma anche Amy Adams, tutti nominati per l'Oscar. Onore e gloria a Viola Davis (madre del ragazzo vittima di abusi) che, con pochi minuti di video, ha portato a casa una nomination tra le migliori non protagoniste. I duetti Aloysious-Flynn sono ipnotici, ti lasciano a bocca aperta da quanto sono bravi. Oltre al dubbio, l'essenza del film, un altro tema importante è l'opposizione tra progresso, rappresentato da padre Flynn, e tradizione, suor Aloysious, nel mondo ecclesiastico. Volendo trovare per forza un elemento negativo si potrebbe citare qualche inquadratura inclinata senza motivo. Probabilmente nate per distaccarsi da uno specifico teatrale, in alcuni casi non avevano proprio senso.
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[+] esatto
(di meryl)
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paolo
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venerdì 30 gennaio 2009
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walt disney???
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Ancora non l'ho visto il film e lo vorrei vedere ma la cosa che più mi stupisce che è distribuito dalla Walt Disney!
Cioè la casa che ha dato vita a classici dei cartoni, Topolino, Bambi, Cenerentola e tanti altri ora distribuisce un film col tema della pedofilia!!
Uno smacco contro la Chiesa Cattolica e non ci pensa la Columbia, la Twenty ma la Disney! C'è da riflettere gente c'è da riflettere!
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halstrom
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giovedì 22 gennaio 2009
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peccato...
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Una sola considerazione non avendo visto il film: dal trailer mi è sembrato molto cupo e ripensando alla Streep in salopette e lunghi capelli biondi la sua candidatura all'Oscar per questo ruolo mi è sembrata sbagliata. Nell'atmosfera così carica di pesantezza quale quella espressa dalla cinquina in cui si trova a combattere il brio e la classe dimostrati le avrebbe SICURAMENTE fatto vincere la statuetta, ma tra la super raccomandata Jolie e la dolce Hathaway non so...
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(di halstrom)
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