gennaro
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giovedì 14 giugno 2018
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misterioso
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La città di luce è stata costruita per qualche evento catastrofico. Durata per circa 200 anni, ora il tempo è scaduto. Le informazioni contenute dentro una scatola per condurre gli abitanti in superficie, vengono dimenticate.
Finché Lina, la protagonista, dopo aver scelto il suo lavoro e averlo scambiato con un suo amico Doon, l'altro protagonista, l'apre e dentro c'è un foglietto tutto strappato. Da qui in poi gli indizi per trovare l'uscita dalla città risulteranno più complicati del previsto perché i stessi indizi tendono ad essere studiati a fondo.
Inoltre il trailer crea un'illusione nelle corse. Pensavo che fossero dei veri e propri inseguimenti, invece no.
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La città di luce è stata costruita per qualche evento catastrofico. Durata per circa 200 anni, ora il tempo è scaduto. Le informazioni contenute dentro una scatola per condurre gli abitanti in superficie, vengono dimenticate.
Finché Lina, la protagonista, dopo aver scelto il suo lavoro e averlo scambiato con un suo amico Doon, l'altro protagonista, l'apre e dentro c'è un foglietto tutto strappato. Da qui in poi gli indizi per trovare l'uscita dalla città risulteranno più complicati del previsto perché i stessi indizi tendono ad essere studiati a fondo.
Inoltre il trailer crea un'illusione nelle corse. Pensavo che fossero dei veri e propri inseguimenti, invece no. Nel mezzo manca qualcosa. Non ci sono colpi di scena, è poco avvicente, ma i due protagonisti sono bravi a saper trasmettere l'emozione di scoprire i segreti, anche se non ci sono ne scene mozziafiato ne tanto meno dialoghi che si mescolano per dare l'idea del brivido. Essendoci il mistero, mi aspettavo questo, neanche l'ombra. Se Lina assomiglia a Lucy confusa con Susan, Doon è il sosia di Edmund di Le cronache di Narnia. Tim robbins fa un piccolo ruolo quello del padre di Doon, ma è pur sempre simpatico e sarà sempre un grande. La parte migliore è stato il finale. Almeno sapeva intrecciare gli indizi con un po' di coinvolgimento. Il film è fiacco per lo sviluppo, ma non tanto per le idee. Voleva lasciare un'impronta questo film? A metà perché il mistero regge, ma l'atmosfera e la voglia di raccontare una storia manca di mordente. Perché tre stelle?
Il motivo è perché dopotutto si tratta di un film godibile, d'avventura e pieno di mistero.
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greatsteven
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lunedì 16 ottobre 2017
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come provvedere al problema dell'illuminazione?
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EMBER – IL MISTERO DELLA CITTà DI LUCE (USA, 2008) diretto da GIL KENAN. Interpretato da SAOIRSE RONAN, HARRY TREADAWAY, BILL MURRAY, TIM ROBBINS, MARTIN LANDAU, TOBY JONES
Vedendo approssimarsi la fine del mondo, un’équipe di architetti, scienziati e ingegneri si riunisce in una sala e racchiude in una misteriosa scatola metallica le istruzioni che serviranno ai loro posteri per sopravvivere in una città sotterranea che avrà di che vivere per duecento anni grazie ad una scorta di luce che durerà per l’appunto i summenzionati due secoli.
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EMBER – IL MISTERO DELLA CITTà DI LUCE (USA, 2008) diretto da GIL KENAN. Interpretato da SAOIRSE RONAN, HARRY TREADAWAY, BILL MURRAY, TIM ROBBINS, MARTIN LANDAU, TOBY JONES
Vedendo approssimarsi la fine del mondo, un’équipe di architetti, scienziati e ingegneri si riunisce in una sala e racchiude in una misteriosa scatola metallica le istruzioni che serviranno ai loro posteri per sopravvivere in una città sotterranea che avrà di che vivere per duecento anni grazie ad una scorta di luce che durerà per l’appunto i summenzionati due secoli. La città si chiama Ember, e il segreto contenuto nella scatola viene passato da ogni sindaco del paese sotterraneo al suo successore, ma accade qualcosa d’imprevisto: improvvisamente, il segreto viene dimenticato proprio quando mancano pochi anni al deperimento naturale della luce artificiale che permette ad Ember di esistere. L’ultimo sindaco è un beone malvagio ed egoista che tiene per sé una scorta di viveri sufficiente a nutrire l’intera città, ed ignora il progetto al quale i suoi antenati lavorarono a lungo per garantire al manipolo di esseri umani la loro sopravvivenza nel sottosuolo. Una mattina arriva il giorno delle assegnazioni per gli abitanti più giovani, fra cui figurano la bionda Lena Hatfleey e il bruno Doon Arrow: la prima ottiene l’incarico di addetta alle tubature, il secondo quello di messaggero, ma poco dopo, conclusa la cerimonia, si scambiano i biglietti, così Lena può correre come ambasciatrice da un capo all’altro di Ember e Doon occuparsi dell’impianto idraulico insieme al vecchio ed esperto Sal. I guai cominciano a far sentire il loro peso quando i black-out attanagliano con sempre maggior frequenza la città, ma il sindaco, preoccupato solo di mantenere il potere in pugno, continua a rassicurare i suoi cittadini e non esita ad imbandire la giornata dei canti. Nel frattempo, Lena e Doon, giovanissimi ma già coraggiosi e intraprendenti quanto basta per capire che si deve giungere alla fonte primordiale del problema prima che esso degeneri in una catastrofe irrimediabile, si introducono nelle fogne di Ember dopo aver recuperato dalla casa di Lena la scatola metallica sigillata due secoli prima, sulla quale appaiono appunto i tre zero che indicano la data di scadenza dell’approvvigionamento luminoso. A forza di raccogliere indizi tramite vecchi fogli consunti, chiavi vitree che aprono ingressi segreti e sfuggendo alle grinfie del sindaco e del suo irriducibile tirapiedi, la nostra coppia di adolescenti attraversa un mare artificiale sotterraneo che è parte integrante della gigantesca struttura idraulica che fornisce l’acqua al paese e scoprono che, contrariamente a quanto si è creduto nei duecento anni di vita ad Ember, la luce al di fuori della città esiste ancora, come Lena e Doon scoprono dopo esser risaliti in superficie e aver ammirato per la prima volta il sorgere dell’alba in un meraviglioso campo erboso. Lanciano dunque un sasso dopo avergli legato attorno un importante messaggio per rendere partecipe tutta la cittadinanza della loro fenomenale quanto inaspettata scoperta. Sal morirà nel tentativo fortunato di far passare Lena e Doon sopra la ruota meccanica che gira su sé stessa per azionare i vari meccanismi delle complesse tubazioni, mentre il crudele sindaco, dopo essersi liberato dell’infimo sgherro Looper (il cui cugino era compagno di classe di Doon), si ritroverà faccia a faccia nella sua stanza dei viveri con un mostro dalle sembianze di una talpa e con muso da mollusco e ne verrà brutalmente ammazzato. Tratto dall’omonimo romanzo di Jeanne Duprau. Morando Morandini scrisse, nel suo dizionario dei film, che quest’opera di fantascienza non lascia la benché minima traccia di positività malgrado abbia tutte le carte in regola per costituire un’originale storia che non appesantisce lo spettatore ed è ben più che rigogliosa di efficaci trovate. Con tutto il rispetto, mi permetto di dissociarmi: Ember non ha il materiale narrativo, sia letterario che cinematografico, per imbastire un capolavoro, ma rimane comunque un interessante esperimento che centra appieno il bersaglio costruendo una vicenda fantascientifica che, partendo comunque da un presupposto ormai abusato con abbondanza come la fine del pianeta Terra, lo utilizza con intelligenza affidando la buona riuscita della trama ad un cast di attori in cui non figurano soltanto attori strafamosi e in parte anche pluripremiati (il sindaco ghiottone, spassionato e narcisista di B. Murray – un ruolo tagliato alla perfezione su misura per lui; il padre di Doon interpretato da T. Robbins, saggio, pacato e pieno di riguardi verso l’intelligente figlio; il capo idraulico dalla folta capigliatura bianca del compianto premio Oscar M. Landau, lavoratore instancabile, severo ma dotato di un buonsenso considerevole), ma anche due promesse del cinema odierno come la Ronan, che da semplice mascotte è ormai diventata un’attrice con annessi e connessi, e H. Treadaway, non bravo quanto lei perché almeno di una spanna al di sotto in quanto a talento recitativo, ma pur sempre funzionale nelle vesti del ragazzo intenzionato a svelare un arcano che può costituire una fonte di sicura salvezza e una speranza aperta verso un futuro che altrimenti sgocciolerebbe per tutto il suo popolo. Efficiente anche T. Jones, ormai attore navigato e con un’esperienza non comune da comprimario e caratterista, nella parte dell’assistente personale del primo cittadino, doppiogiochista e mellifluo come il suo superiore. Peccato che il film non abbia riscosso il successo di pubblico che avrebbe meritato, e neanche una citazione agli Oscar, ma il primo punto appena citato si può considerare certo più importante del secondo: l’esclusione dagli Academy Awards costituisce spesso un merito se poi la pellicola sbanca al box office, in quanto il piacere che provano gli spettatori nel gustarla in sala è alieno da ogni sorta di riconoscimento a posteriori che possa o meno celebrarne le qualità. Originale, con una morale non buonista ma educativa (materia rara, per i tempi che corrono), sensazionale per gli effetti speciali sorprendenti ma tutt’altro che estenuanti o fracassoni, recitato bene da tutti, con colpi di scena che avvengono sempre al momento propizio e una durata contenuta che ne esalta i principi fondamentali di racconto di formazione epico che ha in sé anche qualcosa di profondamente istruttivo.
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ultimoboyscout
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lunedì 5 marzo 2012
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alla fine il sole sorge sempre!
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Ember è un bunker e un rifugio più che una città. Concepita per avere 200 anni di autonomia, non ha mai visto la luce naturale e tutto va avanti grazie ad un generatore. Ma i due secoli stanno per scadere, cibo ed energia elettrica cominciano a scarseggiare mettendo in serio pericolo l'esistenza dei cittadini, per la maggioranza poveri e affamati. Saranno due adolescenti a scoprire impicci e imbrogli della classe governante (hai capito che novità!), facendosi carico di salvare la città sotterranea e i suoi abitanti, grazie a misteriose istruzioni. Trasposizione cinematografica fiacca del romanzo "La città di Ember" di Jeanne Duprau, che nonostante un cast ricco di nomi e personaggi indovinati non lascia il segno e che naufraga presto dopo un apprezzabile inizio.
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Ember è un bunker e un rifugio più che una città. Concepita per avere 200 anni di autonomia, non ha mai visto la luce naturale e tutto va avanti grazie ad un generatore. Ma i due secoli stanno per scadere, cibo ed energia elettrica cominciano a scarseggiare mettendo in serio pericolo l'esistenza dei cittadini, per la maggioranza poveri e affamati. Saranno due adolescenti a scoprire impicci e imbrogli della classe governante (hai capito che novità!), facendosi carico di salvare la città sotterranea e i suoi abitanti, grazie a misteriose istruzioni. Trasposizione cinematografica fiacca del romanzo "La città di Ember" di Jeanne Duprau, che nonostante un cast ricco di nomi e personaggi indovinati non lascia il segno e che naufraga presto dopo un apprezzabile inizio. Riporta alle atmosfere di Verne, è claustrofobico al punto giusto, diventa ben presto un film per ragazzi, con l'apocalisse che incombe minacciosa, effeti speciali non perfetti e gusto fantasy che la fa da padroni. La critica politica è forte, la metafora della distruzione dell'attuale società è chiara e ciò succederà se non si abbandoneranno i poteri forti: tutto fin troppo ovvio e la confezione da kolossal rende il prodotto supponente, scialbo e mai convincente. La Ronan non piace, fredda, ha saputo fare decisamente di meglio e la produzione di Tom Hanks non ha apportato evidenti benefici. Bello il taglio gothic-dark dato dalla sceneggiatrice Caroline Thompson, scrittrice di fiducia di Tim Burton, il resto è completamente dimenticabile, regia compresa, estremamente scolastica, macchinosa e poco fluida. Storia piena di falle e incongruenze, inevitabile il flop al botteghino.
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tiamaster
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giovedì 3 novembre 2011
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un idea di partenza che poteva rendere di più.
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Ottima è l'idea di partenza di ember,però la realizzazione non la sfrutta bene,che fà restare il film un ottima pellicola ma mal sviluppata.Gli attori sono tutti bravissimi nei loro ruoli,gli effetti speciali più che discreti.Viene naturale pensare che copioni con buone idee debbano essere affidati a registi in gamba,e questo regista non fonisce ragioni per ricordare il film,forse un approccio più psicologico apposta di quello avventuroso,avrebbe reso il film nettamente migliore,nel complesso appena sufficiente.
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darkangel ita
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venerdì 28 maggio 2010
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non ci siamo
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Dai primi 3 minuti sembrava interessante, ma si e' rivelato piu' che altro una pagliacciata.
Pure il finale non spiega nulla sulla situazione. Guardatelo solo se siete appassionati sfegatati di tutte le avventure fantasy. Altrimenti guardatene altre di migliori.
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lucido71
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martedì 10 novembre 2009
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la città... della noia
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Mi aspettavo molto ma molto di più, soprattutto x un trailer (dove si vede proprio tutto quel poco che c'è da vedere) unica cosa a salvarsi. Ho trovato la trama piatta e scadente, pellicola buia in tutti i sensi, dove si fatica a trovare emozioni (ed effetti speciali tanto sospirati); non è nemmeno un film x bambini... non so proprio cosa sia esattamente, so solo che io, lo SCONSIGLIO! Se amate il fantasy, rifatevi gli occhi con STARDUST, WALL E, ZATHURA, INKHEART...
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simos
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sabato 31 ottobre 2009
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stupendo!
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All'inizio non volevo comprarlo,visto tutti i commenti negativi,ma poi ho visto il trailer e ho rischiato,comprandolo! Commento finale:un bellissimo fantasy,storia avvincente,trama stupenda,inquietante,avventuroso,unico...CONSIGLIATO!!!
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villaggiosuper
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venerdì 23 ottobre 2009
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bueno
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brunetta11
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domenica 28 giugno 2009
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questo
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questo fil non e affato bello e fiacco e inquetante
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vittorio
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domenica 7 giugno 2009
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simpatico!!
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Film intelligente, ben fatto, con una buona storia e una buona fotografia. Film non solo adatto ai più piccini...
Da vedere!!
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