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giulia
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martedì 30 settembre 2008
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i fratelli coen colpiscono ancora
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Siamo lontanissimi, seppur vicinissimi temporalmente, a sua maestà "Non è un paese per vecchi", eppure "Burn after reading", anche se con caratteri e caratteristiche molto differenti, porta alta la bandiera del cinema dei fratelli Coen, un cinema irriverente, graffiante ed ironico, con profonde venature di spessore umano e sociale. In ogni film di Ethan e Joel Coen c'è una denuncia più o meno urlata della società americana, che non è poi così tanto trans-oceanica dalla nostra. Se nel drammone "Non è un paese per vecchi" la denuncia avviene attraverso il ritratto di un deliquente psicopatico e la sonnolenza-impotenza di un intero paese letteralmente impietrito e inchiodato alla sua violenza, in questo ultimo "Burn after reading" il tono narrativo diventa leggero, sarcastico ed audace, ma la satira è spietata, esplicita e a tratti sfiora il ridicolo.
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Siamo lontanissimi, seppur vicinissimi temporalmente, a sua maestà "Non è un paese per vecchi", eppure "Burn after reading", anche se con caratteri e caratteristiche molto differenti, porta alta la bandiera del cinema dei fratelli Coen, un cinema irriverente, graffiante ed ironico, con profonde venature di spessore umano e sociale. In ogni film di Ethan e Joel Coen c'è una denuncia più o meno urlata della società americana, che non è poi così tanto trans-oceanica dalla nostra. Se nel drammone "Non è un paese per vecchi" la denuncia avviene attraverso il ritratto di un deliquente psicopatico e la sonnolenza-impotenza di un intero paese letteralmente impietrito e inchiodato alla sua violenza, in questo ultimo "Burn after reading" il tono narrativo diventa leggero, sarcastico ed audace, ma la satira è spietata, esplicita e a tratti sfiora il ridicolo. La goffaggine propria di tutti i personaggi ha tuttavia un risvolto drammatico, e non solo per il destino che li attende, ma perchè è il dramma il risvolto meno brillante della medaglia chiamata comicità. Così, ad uno ad uno, come tanti birilli, vengono abbattuti i pilastri dell'America capitalista, dalla Cia al frivolo mondo delle palestre e del benessere a tutti i costi. Ce n'è per tutti, nessuno è risparmiato in questo impietoso ritratto di un'America artificiale, costruita sulle apparenze del benessere comune. Se la cecità e il sordomutismo metaforico dei protagonisti è la chiave di lettura del film, altro non meno rilevante elemento è la bravura degli attori. Cast fatto di nomi altisonanti (Pitt, Clooney, Malkovich, McDormand), tutti con un pezzetto di idiozia americana cucito addosso, non ti aspetteresti mai di vedere un Pitt fare la parte di un bamboccio tutto muscoli molto poco cervello, un Clooney paranoico e schizoide, Malkoviche più psicotico che mai. Ognuno con le sue ossessioni, ognuno con la sua sordità al malessere sociale ma troppo sensibile al proprio, cade nel tranello della stupidità globale, fatta di troppe approssimazioni e stupidità. Perchè è tutto terribilmente vero: c'è chi venderebbe l'anima al diavolo per reinventarsi esteticamente; chi tradisce sè stesso e l'altro con troppa facilità; c'è chi predica bene ma siamo troppo sordi per poterlo sentire; c'è chi cerca l'amore in chat; c'è la stupidità del potere e la sua esaltazione nella follia. E' questa l'America con gli occhi dei fratelli Coen, ma l'America non è mai stata così tanto vicina. E la satira, anche nel nostro bel Paese, è rimasta l'unica amara arma di predica e denuncia efficace ad un mondo che non sente, non vede, non parla.
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claux
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martedì 30 settembre 2008
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non è un film per tutti...
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Come per non è un paese per vecchi, molta gente si fermata all'apparenza del film, e non a quello che c'è dietro la storia. Qui si affronta una storia che ironizza su tutto. Dai problemi della società odierna, alla mancanza di rapporti umani, fino al predere in giro scene dei migliori triller americani (una cosa che colpisce con le musiche e gli effetti sonori che creano l'assurdo e il paradosso). Lo consiglio a chi a gia visto qualcosa dei Coen e a chi parte dal presupposto che non è un film banale.
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joe
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martedì 30 settembre 2008
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non è un paese per sani
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Cosa succede quando l' evoluzione fa il suo corso? E' ovvio sopravvivono i più adattati. Basta dare uno sguardo a questo film per vedere che il futuro che ci aspetta è quello in cui più riesci a credere alla superficilaità e alle insensatezze che oggi vengono proposte, più la tua sopravvivenza è garantita, ovviamente a spese di tutti gli altri. La fantastica Linda ha le sue emozioni, sintetiche, così come lo è il silicone che dovrebbe garantirle una nuova vita. Anche gli altri hanno le loro emozioni, più o meno terrificanti, ma non sono determinati e pronti come lo è Linda che alla fine è quindi giusto che sia l' unica a sopravivvere in questo mondo così ormai insensato, in cui forse l' ultimo brandello di senso sembra averlo tolto la fine della guerra fredda.
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Cosa succede quando l' evoluzione fa il suo corso? E' ovvio sopravvivono i più adattati. Basta dare uno sguardo a questo film per vedere che il futuro che ci aspetta è quello in cui più riesci a credere alla superficilaità e alle insensatezze che oggi vengono proposte, più la tua sopravvivenza è garantita, ovviamente a spese di tutti gli altri. La fantastica Linda ha le sue emozioni, sintetiche, così come lo è il silicone che dovrebbe garantirle una nuova vita. Anche gli altri hanno le loro emozioni, più o meno terrificanti, ma non sono determinati e pronti come lo è Linda che alla fine è quindi giusto che sia l' unica a sopravivvere in questo mondo così ormai insensato, in cui forse l' ultimo brandello di senso sembra averlo tolto la fine della guerra fredda.
Alla fine, dopo aver visto morire tutte le persone per lo meno significative per la sua minuscola esistenza, ci sembra già di vedere Linda contenta e soddifatta delle sue nuove forme al silicone. Per un film comico effettivamente ... c' è poco da ridere.
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riccardo onofri
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lunedì 29 settembre 2008
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un film sensa senso
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Credo sia questo l'aggettivo più appropriato per Burn After Reading: "insensato".
Sembra non esserci né un inizio né una fine, non un obiettivo, non una morale.
Tuttavia i personaggi sono ben delineati, e a modo loro, profondi. Ogni attore interpreta decisamente bene la propria parte. Piuttosto il rimprovero è da farsi alla regia o alla sceneggiatura.
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diband
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lunedì 29 settembre 2008
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un film dei fratelli coen
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I film dei fratelli Coen piacciono o no. non ci sono vie di mezzo. Questo film, di cui la storia (almeno fino al primo tempo) incuriosisce per il suo evolversi e il suo complicarsi intelligente, decade esponenzialmente in maniera deludente. cominciano a fioccare battute inutili, evoluzione della storia demenziale, comportamenti dei personaggi inutili. Nel complesso... da dimenticare. peccato!!
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filo
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lunedì 29 settembre 2008
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una noia mortale
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Ma come si fa a definirlo un Capolavoro?
Potrei anche non discutere sull'abilità stilistica dei registi, ma trovo che un film debba essere godibile e non presuma di essere analizzato o di riuscire a trasmettere l'anima dei soggetti che al suo interno caratterizza.
Lo trovo un film spaccone, presuntuoso, ed approssimativo.
Non basta la faccia beota di Brad Pitt a trasmettere la figura dello sfigato, soprattutto perchè è facile, essendo in netto contrasto con la tipologia di attore, dov'è la genialità? Clooney che fa il marpione è simpatico, ma niente di più. La donna che agogna la chirurgia plastica non è patetica, lo vuole essere e c'è una bella differenza.
Insomma, se fose stato un film dal profilo più basso forse avrebbe reso l'idea e raggiunto il suo scopo, aver allestito un cast così ricco non è altro che una dimostrazione del fatto che volevano gettare fumo negli occhi, scusare con attori di grosso calibro una trama debole.
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Ma come si fa a definirlo un Capolavoro?
Potrei anche non discutere sull'abilità stilistica dei registi, ma trovo che un film debba essere godibile e non presuma di essere analizzato o di riuscire a trasmettere l'anima dei soggetti che al suo interno caratterizza.
Lo trovo un film spaccone, presuntuoso, ed approssimativo.
Non basta la faccia beota di Brad Pitt a trasmettere la figura dello sfigato, soprattutto perchè è facile, essendo in netto contrasto con la tipologia di attore, dov'è la genialità? Clooney che fa il marpione è simpatico, ma niente di più. La donna che agogna la chirurgia plastica non è patetica, lo vuole essere e c'è una bella differenza.
Insomma, se fose stato un film dal profilo più basso forse avrebbe reso l'idea e raggiunto il suo scopo, aver allestito un cast così ricco non è altro che una dimostrazione del fatto che volevano gettare fumo negli occhi, scusare con attori di grosso calibro una trama debole.
La scena finale poi è il culmine della pretenzionsità, un dialogo vuoto e inutile che ha la pretesa di essere un gol in rovesciata piazzato nel 7 (citazione presa dal mio cinematografo vicino casa, il quale sa che il film non mi è piaciuto).
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rfbill89
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lunedì 29 settembre 2008
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non è male questo film
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sinceramente non capisco come si faccia a dire che a prova di spia è brutto. Io mi sono divertito molto, l'interpretazione dei personaggi è ottima, la trama per nulla scontata. una critica negativa al superpotere della Cia, con una presa in giro evidente nel porre la minaccia ai servizi segreti americani nelle mani di gente comune. Brad Pitt offre un personaggio secondo me esilrante.
sì forse, il montaggio lascia a desiderare ma da qui a definirlo orribile ce ne passa...non sapevate a che cosa andavate incontro con i Cohen?
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darius
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lunedì 29 settembre 2008
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la peggior prova dei coen
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Con Brad Pitt, George Clooney, Frances McDormand, John Malkovich, Tilda Swinton, Richard Jenkins, J.K. Simmons, David Rasche, Olek Krupa.
Vi dico subito che, secondo me, è il peggior film dei Coen. Non si capisce cosa questo film sia o voglia essere. Apparentemente un tentativo di ironizzare sulle Spy Stories, in realtà una pellicola da cui traspare un'evidente mancanza di idee sul dove l'intera operazione intenda andare a parare. Al film non manca certo lo stile dei Coen, il prodotto, da questo punto di vista, non fa una piega, ma impegnare un cast di all stars per ottenere questo risultato sembra l'elefante che partorisce un topolino. Si è scritto da più parti che questo voleva essere un lavoro alla Landis, quello dell'indimenticato " Spie come noi ", che non era certo un capolavoro, ma, quantomeno, era delirante e divertente come nella tradizione del Landis demenziale.
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Con Brad Pitt, George Clooney, Frances McDormand, John Malkovich, Tilda Swinton, Richard Jenkins, J.K. Simmons, David Rasche, Olek Krupa.
Vi dico subito che, secondo me, è il peggior film dei Coen. Non si capisce cosa questo film sia o voglia essere. Apparentemente un tentativo di ironizzare sulle Spy Stories, in realtà una pellicola da cui traspare un'evidente mancanza di idee sul dove l'intera operazione intenda andare a parare. Al film non manca certo lo stile dei Coen, il prodotto, da questo punto di vista, non fa una piega, ma impegnare un cast di all stars per ottenere questo risultato sembra l'elefante che partorisce un topolino. Si è scritto da più parti che questo voleva essere un lavoro alla Landis, quello dell'indimenticato " Spie come noi ", che non era certo un capolavoro, ma, quantomeno, era delirante e divertente come nella tradizione del Landis demenziale. Qui la demenza affiora nei caratteri, personaggi ai limiti dell'idiozia che però non divertono affatto, vuoi per il ritmo fin troppo blando dell'azione, vuoi per un uso approssimativo dell'understatement che finisce per confondere e annoiare, vuoi perché l'ironia è gelida al punto di strappare solo smorfie e non sorrisi. In sintesi, un film da non vedere; e, se lo hai già visto, da dimenticare al più presto, dato che è una macchia vistosa sulla splendida carriera dei Coen.
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giobbe
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lunedì 29 settembre 2008
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mah
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Sinceramente non mi è piaciuto molto. Vero però che alcuni personaggi sono divertenti e bene interpretati, ma il film in se non mi ha entusiasmato per niente.
Mi sbaglierò, ma non credo che lo consiglierei...
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paolo pizzuti
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lunedì 29 settembre 2008
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a metà fra la delusione e l'incomprensione
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Il soggetto è buono mentre il risultato è piuttosto un mix di confusione ed insensatezza. E' come se avessero iniziato a girare il film e poi fosse venuta meno la voglia di finirlo.
Non sono un fanatico dei fratelli Coen ma dopo "non è un paese per vecchi" mi aspettavo qualcosa di più concreto.
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