Funny Games

Non condivido in pieno l'entusiasmo di alcune recensioni...purtroppo siamo nel 2008 e la seconda versione del film di Haneke del '97 con il passare degli anni ha perso ormai gran parte della sua carica esplosiva che "sconvolse" Cannes a suo tempo. Certo il remake (obbligato per il pubblico distratto dei pop corn che non avrebbe mai pensato di andarsi a vedere la pellicola nel '97!) è valido almeno quanto l'originale, ma è il tempo, la società, la gente ad essere cambiati...sono "soltanto" 11 anni, ma per il mondo dei media è passata un'epoca, e, nel frattempo, ci siamo abituati nostro malgrado a vedere tutto e il contrario di tutto senza più sorprenderci o stupirci.Grandi fratelli, reality squallidi e violenti, telegiornali spazzatura, guerre/fiction con migliaia di morti, la violenza della cronaca nera a colazione, pranzo e cena e...youtube (ovviamente!), ci hanno reso da tempo spettatori passivi e annoiati di eventi surreali, assurdi, improbabili, e il significato stesso della parola "violenza" col tempo sfuma, perde colore e contrasto e la "non violenza" è così fuori moda poi!! E' l'approccio dunque ad essere mutato radicalmente ed il valore dell'opera ne risente fino a ridursi davvero a "stupido gioco", forse neppure più divertente. Il sadico che vive dentro di noi potrà forse godere per qualche attimo, qualche sguardo incredibile -l'ultimo su tutti, davvero angosciante-, qualche scena memorabile per il cinema recente, ma la bolla poi esplode e resta un pò d'aria e sapone...forse un'occasione mancata, registi così non se ne vedono più in giro, ogni ripresa trasuda gusto, ricercatezza, cinematografia vera...vedere quel cancello aprirsi e chiudersi non è mai stato così bello, scrutare in quella cucina perfetta non è mai stato così convincente -bravissima la Watts-. Andare al cinema e vedere un regista dar senso e peso ad ogni oggetto, riflesso, rumore e diluire il tempo come pochi maestri del cinema possono permettersi fa venir voglia di alzarsi e gridare al miracolo...C'è tanto, davvero tanto da aspettarsi da menti così che alla fine ci si resta un pò male nello scoprire che è davvero soltanto un giochetto divertente, e quando la vedova finisce in mare a stento ci interessa davvero qualcosa di lei, sperando che almeno un messaggio filosofico possa venir via dalla discussione finale...ma niente! Tempo sprecato, funny games soltanto...Il concetto dello show, spettacolo di violenza gratuita è bruciato da tempo, e quando la camera indugia per 10 minuti tra quei divani, l'idea è che noi dovremmo essere lì a guardare attoniti e invece sà tanto di grande fratello e a noi viene voglia di cambiare canale nell'attesa che succeda dell'altro...siamo noi che non scendiamo più in gioco proprio perchè il gioco è ormai consumato, rotto forse...andiamo avanti, cosa c'è dopo il trend recente della violenza spettacolo!? Quanti film negli ultimi anni giocano a questo gioco, quanta violenza gratuita è stata mostrata, quanti non sense, personaggi assurdi e famiglie borghesi sono stati ammazzati nei modi più impensabili in tutto questo tempo? Kubrick ce lo racconta dal '71, ci è arrivato qualche mezzo secolo prima degli altri, e l'ha fatto a modo suo, lasciando il vuoto dopo di lui, nessuno spazio per gli altri, soltanto giochetti divertenti e pop corn per noi ultimi arrivati, l'arte è altrove, l'intrattenimento di qualità pure, avanti il prossimo killer se ha il coraggio, c'è da uccidere la noia e uscire dal laghetto, salpare verso nuovi mari aperti.