luca scialo
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venerdì 8 luglio 2022
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para...noia
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Michael Haneke rifà un suo stesso film austriaco riadattandolo per Hollywood. La pellicola conserva lo spirito originario, riportando sotto i riflettori la paranoia di giovanotti dall'aspetto angelico e rassicurante che li trasforma in cinici assassini. Rovinando in modo tragico una tranquilla vacanza sul lago di una famigliola borghese. Qualcosa che Kubrick già ci aveva fatto vedere 40 anni prima con Arancia Meccanica. I ritmi sono volutamente lenti per mantenere una certa tensione. Ma la paranoia finisce per diventare pura noia.
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iuriv
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lunedì 9 aprile 2018
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guardare o usare il telecomando?
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Arancia Meccanica. Inevitabilmente la prima associazione che mi è venuta in mente guardando Funny Games è proprio con il capolavoro di Kubrik. Il perché è piuttosto semplice da spiegare: due ragazzi dai modi educati, candidi nei loro completi bianchi da golf e dall'aspetto pulito, che in realtà sono belve assetate di una violenza non motivata. Gente che sevizia per il semplice gusto della sofferenza.
Sono molti gli aspetti estetici che accomunano le due opere, dalla luce naturale ad alcune scelte registiche piuttosto impattanti. Ma Hanneke, in realtà, utilizza un linguaggio simile a quello di Kubrik per parlarci di qualcosa di diverso.
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Arancia Meccanica. Inevitabilmente la prima associazione che mi è venuta in mente guardando Funny Games è proprio con il capolavoro di Kubrik. Il perché è piuttosto semplice da spiegare: due ragazzi dai modi educati, candidi nei loro completi bianchi da golf e dall'aspetto pulito, che in realtà sono belve assetate di una violenza non motivata. Gente che sevizia per il semplice gusto della sofferenza.
Sono molti gli aspetti estetici che accomunano le due opere, dalla luce naturale ad alcune scelte registiche piuttosto impattanti. Ma Hanneke, in realtà, utilizza un linguaggio simile a quello di Kubrik per parlarci di qualcosa di diverso.
Se di la i drughi erano i protagonisti assoluti della vicenda, qui i due ragazzi paiono quasi spersonalizzati. Non hanno un passato, mentono sulle loro motivazioni e, in buona sostanza, non cercano scuse per le loro azioni.
I dialoghi e gli ammiccamenti che Michael Pitt offre agli spettatori sembrano piuttosto suggerire quanto questi due personaggi siano l'emanazione di un certo desiderio torbido insito nel pubblico. Sensazione esaltata dal primo piano finale, nel quale l'espressione dell'attore pare dire che, finché si rimane li a guardare, lui andrà avanti con il suo folle piano, ripetendo all'infinito lo stesso schema.
Un gioco, sostanzialmente. Nel quale ad avere il vero potere decisionale non sono ne le vittime ne i carnefici, ma solo chi, dall'altra parte dello schermo, osserva tutto quanto. Basta un telecomando e tutto finisce.
Tutte queste scelte non rendono Funny Games un thriller-horror tradizionale. Hanneke sposta continuamente la telecamera dal fulcro nevralgico dell'azione, lasciando ai suoni il compito di far intuire cosa succede. Ne esce un film particolare, che i ritmi dilatati non aiutano a rendere frizzante, ma che comunque ha la forza per lasciare il segno.
Un'opera intrigante che gioca con un certo modo di fare spettacolo, inchiodando lo spettatore alle proprie responsabilità da guardone della altrui sofferenza.
Inutile consigliare di vederlo. Se sia un film da guardare o se sia meglio utilizzare il telecomando è il dubbio che incarna l'essenza stessa di Funny Games. Mai come in questo caso bisogna decidere da soli.
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ennio
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martedì 3 aprile 2018
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il remake più uguale nella storia del cinema
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Remake fatto unicamente per metterci famosi attori americani al posto degli sconosciuti attori austriaci dell'originale. Che rimane un capolavoro, così come gli attori originali erano molto più adatti e convincenti di quelli yankee. Mai visto un film più identico all'originale di questo, e forse mai visto un remake di un film fatto dallo stesso regista del film.
Certo che se gli americani hanno bisogno di vedere le facce di loro connazionali per capirci qualcosa di un film, bene ha fatto Haneke a spillargli un pò di soldi e dargli in pasto questo remake/fotocopia.
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antoniapo
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mercoledì 20 dicembre 2017
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turbata dall'orrore
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Ho visto il film ieri sera si Italia 1.Bello o brutto che sia mi ha ricordato moltissimo"Arancia meccanica"E poi mi ha lasciata molto turbata al pensiero che la finzione possa tramutarsi in orrida realtà.
Bravissimi gli attori. Non sono riuscita a vedere l'uccisione del bambino.La mia emotività me lo ha impedito.Infatti mi concedevo di spegnere per sedare l'ansia e riaccendere per soddisfare la mia curiosità.Solitamente questi film finiscono con la liberazione dei torturati e l'uccisione dei torturatori.Stavolta non è stato così. Turbamento ad oltranza.
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(di ennio)
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francismetal
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venerdì 17 novembre 2017
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imitazione di arancia meccanica?
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Mi è piaciuto, solo che l'idea non è affatto originale, non può che ricordarmi il sadismo, il cinismo, l'insensatezza, i capelli biondi e i vestiti bianchi di Arancia Meccanica
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oxygen.omg
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martedì 10 marzo 2015
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pretenzioso, equivoco, autocelebrativo
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Una famiglia tranquilla. Una vacanza al lago.
Due giovani vestiti da golfisti. Una noia mortale.
Un promettente primo quarto d'ora lascia spazio ad una trama sconclusionata (nel senso letterale ed etimologico del termine), ad un montaggio di grado "salviamo il salvabile", ad un finale tanto scontato quanto inutile. Cosa si fa quando un'opera riesce così male? Si gioca la carta jolly della "critica sociale": "in questo modo il pubblico non avrà da ridire".
Ennesimo film mediocre. Ennesimo tentativo autocelebrativo, peggio che fallito, di fare critica. Un film che finisce per risultare autoreferenziale, facendo uso di quella violenza da performance che tanto si sforza di criticare. L'estetica generale, seppur curata nel dettaglio, appare goffa e pretenziosa.
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Una famiglia tranquilla. Una vacanza al lago.
Due giovani vestiti da golfisti. Una noia mortale.
Un promettente primo quarto d'ora lascia spazio ad una trama sconclusionata (nel senso letterale ed etimologico del termine), ad un montaggio di grado "salviamo il salvabile", ad un finale tanto scontato quanto inutile. Cosa si fa quando un'opera riesce così male? Si gioca la carta jolly della "critica sociale": "in questo modo il pubblico non avrà da ridire".
Ennesimo film mediocre. Ennesimo tentativo autocelebrativo, peggio che fallito, di fare critica. Un film che finisce per risultare autoreferenziale, facendo uso di quella violenza da performance che tanto si sforza di criticare. L'estetica generale, seppur curata nel dettaglio, appare goffa e pretenziosa. Una malriuscita volontà di parodiare il genere thriller nella sua interezza, che però si dimostra incapace di far riflettere lo spettatore, lasciandolo annoiato e a tratti confuso da espedienti narrativi più patetici che retorici (come la svogliate e superflue rotture della quarta parete, oltre che dalla penosa scena del simbolico "rewind" telecomandato). Nonostante il professionale cast che funge da "tappabuchi", la sceneggiatura risulta carente e spesso priva di focus. Eccetto poche particolari immagini, la fotografia non riesce a star dietro i vaneggianti tentativi registici dagli accenti velatamente ironici, oltre che alla interminabile serie di citazioni cinematografiche traboccanti di falsa modestia.
L'impianto filosofico di cui l'opera vuole fregiare le sue intenzioni risulta così, alla radice, contraddetto dal film stesso, che mette in scena situazioni ai limiti della sopportabilità persino in uno spettatore abituato alla sperimentazione critica di matrice Bunueliana e al cinema "statico" di Andersson. Non è tanto la mancanza di una morale a segnare la visione, quanto l'esplosione di nonsenso che neppure il peggiore dei cloni malriusciti di Scary Movie riesce a rendere tanto indigeribile.
Se non altro, che quest'opera sia da monito all'industria e alla critica cinematografica: questo film riassume esattamente, passo dopo passo, scena dopo scena, tutto ciò che NON deve fare un buon lungometraggio di critica.
Deludente come ben pochi film sono stati in grado di essere. Consigliatissimo a chi avesse voglia di sprecare il proprio tempo, anziché dedicarlo alla più utile e decisamente più critica visione di un documentario muto sulla vita sessuale dei dugonghi.
Voto finale: 1.5/5
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evildead
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lunedì 29 settembre 2014
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attenti a quei due!
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Non ho ancora visto la prima versione di Haneke ,ma penso non cambi molto; film decisamente spiazzante , fuori dagli schemi del thriller come lo conosciamo ,ove niente va come ci si aspetta,i buoni soccombono piuttosto passivamente ed i cattivi trionfano. (ci sara' un sequel???). Elementi che sembrano importanti e risolutivi non hanno seguito (il coltello sulla barca ),le scene piu' violente sono fuori campo (eccetto la fucilata al cattivo),l'idea del telecomando e' metacinema (o meglio ,metatelevisione ) ed e' il colpo piu' spiazzante,il protagonista commenta rivolto allo spettatore,ancora metacinema,lunghe inquadrature si soffermano sulle scene ,la reazione dei genitori alla morte del figlio e' nulla (la madre nemmeno si sofferma accanto al cadavere ,ma pensa a liberarsi.
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Non ho ancora visto la prima versione di Haneke ,ma penso non cambi molto; film decisamente spiazzante , fuori dagli schemi del thriller come lo conosciamo ,ove niente va come ci si aspetta,i buoni soccombono piuttosto passivamente ed i cattivi trionfano. (ci sara' un sequel???). Elementi che sembrano importanti e risolutivi non hanno seguito (il coltello sulla barca ),le scene piu' violente sono fuori campo (eccetto la fucilata al cattivo),l'idea del telecomando e' metacinema (o meglio ,metatelevisione ) ed e' il colpo piu' spiazzante,il protagonista commenta rivolto allo spettatore,ancora metacinema,lunghe inquadrature si soffermano sulle scene ,la reazione dei genitori alla morte del figlio e' nulla (la madre nemmeno si sofferma accanto al cadavere ,ma pensa a liberarsi...), chi siano i due sadici ,da dove vengano ,perche' facciano cio' che fanno...insomma non ci sono spiegazioni, sembra piu' una realta' parallela e forse lo e' ,se acoltiamo bene i discorsi che fanno i due in barca,verso la fine.Insomma un film che scardina tutti gli schemi abituali ,con diversi piani di lettura ,molto ,forse troppo intellettuale ,che puo' affascinare o irritare,certo non lascia indifferenti; se Haneke voleva far riflettere ,beh ,c'e' riuscito. Sui problemi che molti si pongono sul forum ,cioe' sul pericolo di emulazione ,banalizzazione della morte ,impunita' degli assassini non mi pronuncio ; in fondo...it's just a movie!
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mary3
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lunedì 15 settembre 2014
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film disgustoso
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Non ho retto a vedere questo film per intero. Disgustosto, noioso e sensa senso, con un attore, Mike Pitt, molto sgradevole e specializzato nell'interpretare personaggi perversi. Mi stupisco poi che attori del calibro di Naomi Watts e Tim Rhot abbiano accettato di far parte del cast. Filo conduttore è la violenza fine a se stessa; Il soggetto, la sceneggiatura e la scenografia sono frutto di una mente senz'altro malata. Molto deprecabile e gravissimo che tra gli attori ci sia un bambino, fra l'altro non così piccolo da non rendersi conto del filo conduttore del film. Se volessi dare un voto non lo troverei tra le opzioni perché sarebbe uno zero.
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lucva
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domenica 2 marzo 2014
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sconcertante
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un film dove la violenza viene sminuita , viene resa quasi banale dovuta irriverente , riesce il film neanche a comunicare pietà e compassione e a la violenza a risultare quasi giocosa ..
be che dire ..bravi tutti gli attori in questo gioco perverso e squallido dei due aguzzini
la mia critica è un altra ..un film del genere e non voglio cadere nel banale e nel propagandistico , è assolutamente da vietare ai 14 ma io dico anche 16 anni ..con gli episodi di bullismo di oggi , la violenza e il senso del limite che i ragazzini di oggi poco hanno o non hanno piu per mille ragioni, questo è per loro un manifesto alla violenza perché fa apparire la violenza naturale non punibile e non trasmette la pietà la morale violata, l errore.
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un film dove la violenza viene sminuita , viene resa quasi banale dovuta irriverente , riesce il film neanche a comunicare pietà e compassione e a la violenza a risultare quasi giocosa ..
be che dire ..bravi tutti gli attori in questo gioco perverso e squallido dei due aguzzini
la mia critica è un altra ..un film del genere e non voglio cadere nel banale e nel propagandistico , è assolutamente da vietare ai 14 ma io dico anche 16 anni ..con gli episodi di bullismo di oggi , la violenza e il senso del limite che i ragazzini di oggi poco hanno o non hanno piu per mille ragioni, questo è per loro un manifesto alla violenza perché fa apparire la violenza naturale non punibile e non trasmette la pietà la morale violata, l errore.
E' stato trasmesso in prima serata lo trovo assurdo .
Film ben fatto ma messaggio pessimo
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sverin
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martedì 25 febbraio 2014
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che schifo di film!
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Un film pessimo e ripugnante! Non merita alcuna stella e dovrebbe essere vietato a tutti, non solo ai 14enni. E' un film clandestino per tutta la feccia che potrebbe imitarne le "gesta"
in una società sempre più folle e violenta! La morale è messa al cantuccio non punendo i due pazzi assassini; regista ti potevi masturbare quel giorno invece di pensare un film così...avresti fatto meno danno!!!
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