leleni
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martedì 4 settembre 2007
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buon adattamento, grandi attori
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Ho letto il libro di McEwan e l'ho trovato fenomenale. Per questo mi sono precipitata a Venezia. E sono stata premiata.Il film è molto bello anche se sicuramente ha dei difetti, non è perfetto. Ma non tradisce il libro, anzi direi che in alcuni momenti lo esalta. Come il libro, è strutturato in quattro parti distinte: la prima, quella in cui avviene ciò che cambierà le vite dei protagonisti, è sicuramente la più bella, in certi passaggi è meravigliosa. La seconda e la terza ci mostrano cosa è successo a quei personaggi anni dopo, ed è qui che un po' il film cala, per eccesso di melò forse, per alcune scene di guerra troppo lunghe sicuramente. La quanta parte è l'epilogo, molto breve ma intenso, grazie soprattutto a quella magnifica attrice che è Vanessa Redgrave, capace in pochi minuti di portarci nella sua testa e nella sua ricerca di un'espiazione.
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Ho letto il libro di McEwan e l'ho trovato fenomenale. Per questo mi sono precipitata a Venezia. E sono stata premiata.Il film è molto bello anche se sicuramente ha dei difetti, non è perfetto. Ma non tradisce il libro, anzi direi che in alcuni momenti lo esalta. Come il libro, è strutturato in quattro parti distinte: la prima, quella in cui avviene ciò che cambierà le vite dei protagonisti, è sicuramente la più bella, in certi passaggi è meravigliosa. La seconda e la terza ci mostrano cosa è successo a quei personaggi anni dopo, ed è qui che un po' il film cala, per eccesso di melò forse, per alcune scene di guerra troppo lunghe sicuramente. La quanta parte è l'epilogo, molto breve ma intenso, grazie soprattutto a quella magnifica attrice che è Vanessa Redgrave, capace in pochi minuti di portarci nella sua testa e nella sua ricerca di un'espiazione. Perché questo non è solo un film d'amore: è soprattutto un film di colpe e di rimorsi, di cose che accadono e cose che dovevano accadere, perché a volte la finzione, purtroppo, è meglio della realtà.
Buona la prova di tutti gli attori, Redgrave in testa: McAvoy, dopo L'ultimo Re di Scozia, è una piacevole conferma; la Knightley sta crescendo ed è convincente; Saoirse Ronan (Briony bambina)è una bella scoperta.
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(di leonida84)
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lilli
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lunedì 18 febbraio 2008
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la storia può ricominciare
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“Espiazione” è la storia di una verità inventata da “una ragazzina che un giorno vede da una finestra qualcosa che non capisce e che crede di capire”…Capiamo fin dal primo momento chi è Briony: la sua stanza è immacolata, i suoi giocattoli sono disposti secondo un ordine meticoloso..la luce riempie lo spazio eppure è come se quella stanza non esistesse. L’atmosfera intorno a Briony è immobile e tace nell’ossequioso rispetto del dispiegarsi della fantasia della ragazzina. Solo il suono costante dei tasti di una macchina da scrivere accompagna e scandisce il ritmo dei suoi pensieri. Tutto è sotto controllo, sotto il controllo della sua fantasia . Ma, nel giro di qualche ora, Briony dovrà fare i conti con un evento “reale” troppo incontrollabile per la sua mente.
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“Espiazione” è la storia di una verità inventata da “una ragazzina che un giorno vede da una finestra qualcosa che non capisce e che crede di capire”…Capiamo fin dal primo momento chi è Briony: la sua stanza è immacolata, i suoi giocattoli sono disposti secondo un ordine meticoloso..la luce riempie lo spazio eppure è come se quella stanza non esistesse. L’atmosfera intorno a Briony è immobile e tace nell’ossequioso rispetto del dispiegarsi della fantasia della ragazzina. Solo il suono costante dei tasti di una macchina da scrivere accompagna e scandisce il ritmo dei suoi pensieri. Tutto è sotto controllo, sotto il controllo della sua fantasia . Ma, nel giro di qualche ora, Briony dovrà fare i conti con un evento “reale” troppo incontrollabile per la sua mente. Non essendo pronta ad accettare la realtà ella tenterà di spiegarla nell’unico modo che le permetterà di “controllarla”: attraverso la sua immaginazione. Un meraviglioso film che deve la sua forza al messaggio importante che reca: guardare oltre, cercare la verità. Lo spettatore che, inizialmente, vede tutto con gli occhi di Briony, è portato ad interpretare il susseguirsi degli eventi come lei.. ma ben presto si indigna davanti alla menzogna così come si lascia poi stupire, conquistare ed incantare da qualcosa di più puro della fantasia: la realtà dell’amore tra Cecilia e Robbie, protagonisti inconsapevoli di una storia di cui Briony tesse la trama. Le loro vite sono nelle sue mani: il loro destino sarà scritto dalle dita che Briony preme sui tasti di una “Corona”. Dopo “Orgoglio e pregiudizio”, Joe Wright ci regala un altro indimenticabile film che è un capolavoro per la regia, la fotografia (tra gli altri un fotogramma di Keira Knightley sola in riva al mare è particolarmente emozionante), la sceneggiatura impeccabili e la straordinaria bravura degli attori capace di toccare fino alle lacrime. Attraverso l’alternarsi della fantasia e della realtà (e grazie a una sapiente trasposizione del romanzo da cui è tratto il film) compiremo viaggi paralleli di una stessa storia e soffriremo nel seguire, impotenti, l’inarrestabile eco di una bugia. Film indimenticabile, dicevo, perché non sarà possibile, almeno per me, dimenticare lo sguardo di Robbie fisso su Cecilia che riemerge dall’acqua.. sempre Robbie che emozionato e divertito scrive una lettera di amore“formale”e un’altra di “amore”informale (degna di un Henry Miller) alla sua amata.. la bellissima scena d’amore in biblioteca.. la sequenza di Dunkerque.. Robbie che piange davanti"a un prato di morti”.. Briony che tiene la mano al soldato francese morente.. lo splendido vestito verde di Cecilia che la fa sembrare una dea... Cecilia che sussurra “torna da me”…le melodie piene di inquietudine, i suoni.. E soprattutto la scena finale che Briony, per espiare la sua colpa, dona ai due innamorati e a noi spettatori che, mestamente, la “vivremo” al posto loro.
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lilidrac
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giovedì 18 ottobre 2007
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ha tutto: forma e contenuti. bello dentro e fuori
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Un film che non può non essere apprezzato sia sul piano estetico che su quello contenutistico. La trama non si limita a raccontare una romantica ed emozionante(ma non smielata) storia d'amore; offre invece diversi spunti di riflessione: i pregiudizi sociali, la drammacità della guerra, la responsabilità delle azioni di ciascuno e la potenza del logorante senso di colpa. La vera sorpresa e originalità del film però sta nello stile narrativo: quei continui spezzoni di racconto che si susseguono al di là della consecutività temporale stimolano la curiosità dello spettatore rendendo il film più avvincente e soprattutto più emozionante grazie al pathos crescente man mano che ci viene svelata con mano sapiente la vita dei protagonisti.
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Un film che non può non essere apprezzato sia sul piano estetico che su quello contenutistico. La trama non si limita a raccontare una romantica ed emozionante(ma non smielata) storia d'amore; offre invece diversi spunti di riflessione: i pregiudizi sociali, la drammacità della guerra, la responsabilità delle azioni di ciascuno e la potenza del logorante senso di colpa. La vera sorpresa e originalità del film però sta nello stile narrativo: quei continui spezzoni di racconto che si susseguono al di là della consecutività temporale stimolano la curiosità dello spettatore rendendo il film più avvincente e soprattutto più emozionante grazie al pathos crescente man mano che ci viene svelata con mano sapiente la vita dei protagonisti. Un plauso poi alla fotografia che ci regala insieme a scenari stupendi, atmosfere palpabili così da sentirci realmente immersi nella calda e assolata campagna inglese dove niente è più accattivante di una fontana o di uno stagno (specialmente se a scaldarci non è solo il sole ma anche una passione nascente. Fin troppo cruda la descrizione del dramma bellico e anche se forse le immagini sono volutamente forti questa è l'unica critica che mi sento di fare: un film così poetico poteva rendere l'idea diversamente. Bellissimi i costumi (l'abito verde della protagonista resta impresso)e l'ambientazione.
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[+] bellissimo libro,bellissimo film..
(di micetta67)
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amrita
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sabato 8 dicembre 2007
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la passione, la rabbia e il senso d'impotenza
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Un film terribilmente bello, o magnificamente terribile. A distanza di giorni, la vividezza di alcune scene ancora mi tormenta, nel bene o nel male.
Sta in questo, a mio modesto parere, la vera qualità del film, che non avendo a disposizione il mezzo della parola scritta, ricorre a una fotografia pregnante, colori che parlano da soli, una colonna sonora mozzafiato e una splendida recitazione.
Penso sia impossibile veder scorrere i titoli di coda di questo film senza provare un senso di rabbia profonda ed essere assaliti dal sottile, tormentoso pensiero: "se non...". Se Robbie non avesse incontrato Briony sulla strada, se Cecilia non avesse atteso proprio quel pomeriggio per esternare i propri sentimenti, se Briony fosse stata mandata a letto qualche ora prima, se nella splendida cornice decadente dell'alta borghesia finto democratica e annoiata non avesse mai messo piede il vero, grande malvagio della storia - che ironicamente non espierà mai, nè sentirà alcun bisogno di farlo, l'uomo del cioccolato, il criminale intoccabile.
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Un film terribilmente bello, o magnificamente terribile. A distanza di giorni, la vividezza di alcune scene ancora mi tormenta, nel bene o nel male.
Sta in questo, a mio modesto parere, la vera qualità del film, che non avendo a disposizione il mezzo della parola scritta, ricorre a una fotografia pregnante, colori che parlano da soli, una colonna sonora mozzafiato e una splendida recitazione.
Penso sia impossibile veder scorrere i titoli di coda di questo film senza provare un senso di rabbia profonda ed essere assaliti dal sottile, tormentoso pensiero: "se non...". Se Robbie non avesse incontrato Briony sulla strada, se Cecilia non avesse atteso proprio quel pomeriggio per esternare i propri sentimenti, se Briony fosse stata mandata a letto qualche ora prima, se nella splendida cornice decadente dell'alta borghesia finto democratica e annoiata non avesse mai messo piede il vero, grande malvagio della storia - che ironicamente non espierà mai, nè sentirà alcun bisogno di farlo, l'uomo del cioccolato, il criminale intoccabile.
Non c'è giustizia nella legge degli uomini, nè, in fin dei conti, in quella del caso.
Bella e intensa la storia d'amore, il cui reale svolgimento non è dato sapere davvero, nel dubbio che sia quasi per intero il frutto della penna di Briony. Ma non penso che sia davvero importante, perchè, proprio come il romanzo crea un mondo, la mente dello spettatore è invitata a fare lo stesso.
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(di martina bada)
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filippo catani
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giovedì 19 maggio 2011
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espiazione sì ma dei peccati dello spettatore
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Adattamento del romanzo, Espiazione narra la storia di una ragazzina che gelosa del fidanzato della sorella lo accusa di un orrendo crimine nel 1935. Per uscire di prigione il ragazzo viene costretto ad arruolarsi per la Seconda Guerra Mondiale. La sorella maggiore rompe ogni legame con la famiglia e la sorella minore che decide in qualche modo all'errore commesso.
Il film non convince proprio per niente. La pellicola appare confusa e non soddisfa le aspettative di chi lo guarda. Un buon cast non riesce a sollevare le sorti di un film noioso.
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ash006
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sabato 29 settembre 2007
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intenso e che va a fondo senza inutili buonismi
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Nell'Inghilterra nobile degli anni '30 la giovane Briony fa incarcerare ingiustamente il fidanzato della sorella Cecilia, Robbie, accecata dalla gelosia nei suoi confronti. In seguito, con lui al fronte e Cecilia lontana da lei, Briony avrà modo di rendersi conto del fatto, ma il percorso di espiazione sarà lungo e doloroso. L'intenso dramma di Joe Wright fa leva sui meccanismi del rimorso, dell'amore e del tacito desiderio di vendetta. L'incipit della vicenda delinea subito la freddezza di Cecilia e la timida determinazione di Robbie, entrambe ammorbidite dal loro amore prima e rinsaldate dalla distanza poi; ma soprattutto della controversa Briony, chiusa e tormentata da una cotta non ricambiata.
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Nell'Inghilterra nobile degli anni '30 la giovane Briony fa incarcerare ingiustamente il fidanzato della sorella Cecilia, Robbie, accecata dalla gelosia nei suoi confronti. In seguito, con lui al fronte e Cecilia lontana da lei, Briony avrà modo di rendersi conto del fatto, ma il percorso di espiazione sarà lungo e doloroso. L'intenso dramma di Joe Wright fa leva sui meccanismi del rimorso, dell'amore e del tacito desiderio di vendetta. L'incipit della vicenda delinea subito la freddezza di Cecilia e la timida determinazione di Robbie, entrambe ammorbidite dal loro amore prima e rinsaldate dalla distanza poi; ma soprattutto della controversa Briony, chiusa e tormentata da una cotta non ricambiata. Gli intrighi sono ricostruiti con un abile utilizzo di dialoghi e sottotesto, ma anche con la scomposizione della linea temporale per mostrarne gli sviluppi da diversi punti di vista. Nella seconda parte il film vira sull'odissea bellica di Robbie, che diventa ora protagonista. Al cambio di ruolo corrisponde un lieve cambio di genere, il che porta però Wright a peccare di didascalismo sugli orrori della guerra, nonostante l'eccellente messa in scena del milieu (con un lungo e impegnativo piano-sequenza sul porto francese). Nell'intanto si sviscera il crescendo di dolore che avvolge la relazione a distanza degli amanti-vittime e l'anima dell'"assassina" Briony, la quale, lavorando in un ospedale durante la guerra, conosce il vuoto lasciato dalle perdite umane. Fino al faccia a faccia finale: duro, spietato e definitivo, di dimensioni esistenziali; e all'epilogo amaro, che da un lato colpisce con nuovi flashback rivelatori, dall'altro riflette sulla malignità del destino e sulle conseguenze vitali e mortali dell'amore. E su come queste condizioni non siano affatto scontate.
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ivan91
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mercoledì 20 maggio 2009
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emozionante fino alla commozione
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Il film in questione è semplicemente meravigliso e d emozionante, da tempo che non si vedevano film di questo genere. TUtto e perfetto a pèartire dalla strordinare interpretazioni di tutti gli attori a cominciare dalla bellisima Kiera Knightley fino afinire alla piccola Saoirse Ronan che e stata davvero fantastica ad interpretare la bambina dalla fervida immaginazione.Anche sul lato tecnico nulla da dire tutto e curato dalla fotogragia fino alla struggente colonna sonora, il finale lascia letteralmente a bocca aperta.Secondo me invece di premiare quella boiata di "non eè un paese pre vecchi" dovevano premiare questo come film perchè è davvdero fantastico
Espiazione oltre che un fil sull' amore e soprattutto un film di una colpa mai confessata e di un errore che ha segnato per sempre le vite di Cecilia e Robbie, ma anche Briony , che sarà costretta per tutta la vita a vivere con il rimorso , fino a quando non potrà "espiare" per quello che ha fatto: un film Meraviglioso!!!!che tutti dovete vedere.
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cassanda
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venerdì 4 aprile 2008
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unfilm che resta nel cuore
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Briony è veramente riuscita a riparare ad una colpa infliggendosi una pena che ha trovato fine solo nelle pagine di un libro???
E’ mai riuscita a perdonarsi per quello che è accaduto in una torrida estate quando pressoché bambina ha dettato la fine di un amore ???
Tutto ha inizio in un caldo giorno di estate del 1935: nella maestosa tenuta dei Tallis era tutto pronto per celebrare il ritorno del giovane Leon Tallis da Londra.
Briony era alle prese con le prove della messa in scena del Suo primo racconto, mentre Sua sorella Cecilia era immersa nei suoi pensieri: era occupata a comprendere quale strano sentimento la legasse a Robbie Turner (figlio della governante della tenuta) ….era intenta a comprendere quale strana forza avversa li tenesse così distanti quando erano l’uno in presenza dell’altro pur avendo il desiderio nascosto di trovarsi vicino, di sfiorarsi con lo sguardo.
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Briony è veramente riuscita a riparare ad una colpa infliggendosi una pena che ha trovato fine solo nelle pagine di un libro???
E’ mai riuscita a perdonarsi per quello che è accaduto in una torrida estate quando pressoché bambina ha dettato la fine di un amore ???
Tutto ha inizio in un caldo giorno di estate del 1935: nella maestosa tenuta dei Tallis era tutto pronto per celebrare il ritorno del giovane Leon Tallis da Londra.
Briony era alle prese con le prove della messa in scena del Suo primo racconto, mentre Sua sorella Cecilia era immersa nei suoi pensieri: era occupata a comprendere quale strano sentimento la legasse a Robbie Turner (figlio della governante della tenuta) ….era intenta a comprendere quale strana forza avversa li tenesse così distanti quando erano l’uno in presenza dell’altro pur avendo il desiderio nascosto di trovarsi vicino, di sfiorarsi con lo sguardo.-
Ma la vera protagonista di questo scenario è la fervida immaginazione di Briony ..Immaginazione che esalta ogni concetto della realtà facendole percepire il mondo così come lo avverte varcando la sottile linea che c’è tra l’inganno e la realtà e perdendo così la reale cognizione del vero.-
E’ proprio a causa di questa sua peculiarità, che Briony - a cagione di una serie di avvenimenti (che vedono lei stessa come spettatrice e gli altri abitanti della casa come protagonisti) - accusa ingiustamente Robbie di essere il fautore di una violenza, e da spettatrice eccola diventare scrittrice, regista di una Sua storia che invece di manifestarsi nella sua mente ed essere sviluppata attraverso il battere della macchina da scrivere scivola furtiva nella vita reale separando (complice anche la minaccia imminente della guerra) per sempre Cecilia da Robbie….
Joe Wright torna ad emozionare, dopo il riuscito Orgoglio e Pregiudizio (2006), con la trasposizione cinematografica del capolavoro di Ian Mc Ewan “Espiazione” lasciando sprofondare lo spettatore nell’immaginario mondo di Briony.-
Ed è proprio la delicata interpretazione di Saoirse Ronan (Briony tredicenne) a disarmare lo spettatore trasportandolo nella realtà visionaria di Briony bambina. Non delude le aspettative neanche Keira Knightley che, smessi i panni dell’eroina Elizabeth nella saga dei Pirati dei Caraibi, si concede con tutta la sua femminilità ad un personaggio forte e passionale. Ma il culmine di questa esaltazione di emozioni raggiunge l’apice con l’interpretazione di una Briony ormai segnata dal tempo. La Briony di Vanessa Redgrave : immagine consumata da una colpa che ha nel cuore dall’età di tredici anni.-
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eliza dolittle
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sabato 21 agosto 2010
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un capolavoro un pò incompreso
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Non è il solito film che piace a tutti, anzitutto perchè é drammatico. Leggendo il libro, però non si notano così tante diffrenze rispetto agli altri film basati su dei libri. Il film è molto coinvolgente e secondo me molro vero. Non è come gli altri film, che ci sono scene troppo romantiche o agressive: è un film come si deve. ovvio che a non tante persone piacerà, ma ci comunica un forte messagio che ora vi dirò. Quello di ricordare le persone che hanno combbattuto nelle guerre e hanno perso tutto ciò che avevano di più caro, quindi rigraziamo il mondo e dio di farci vivere in un epoca senza guerre, anche se vi sono molti conflitti ancora nellìumanità.
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sal
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lunedì 2 febbraio 2009
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un film fatto bene. io lo consiglio
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Più che una recensione, vorrei fare due appunti su quella da voi pubblicata.
Non mi è mai piaciuto giudicare un film in rapporto al romanzo o al testo letterario da cui è tratta la sceneggiatura. Sono due generi diversi, e ognuno (dico cose ovvie) ha i suoi tempi.
Ora, McEwan crea un romanzo che riflette sul romanzo, è vero; il film di Wright nasce invece (per così dire) di riflesso dal romanzo di McEwan. Mi chiedo: come può indurre un film a riflettere sull’invenzione narrativa cinematografica mettendo in scena la storia di un romanzo che riflette sul romanzo? Credo che solo un virtuoso come Greenaway possa centrare in pieno tali vertigini metanarrative. Con risultati – nel bene e nel male (perché il grande regista ha anche i suoi chiarissimi detrattori) – ben diversi da quelli del giovane Wright, che mira concretamente ad altro, e forse fa bene.
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Più che una recensione, vorrei fare due appunti su quella da voi pubblicata.
Non mi è mai piaciuto giudicare un film in rapporto al romanzo o al testo letterario da cui è tratta la sceneggiatura. Sono due generi diversi, e ognuno (dico cose ovvie) ha i suoi tempi.
Ora, McEwan crea un romanzo che riflette sul romanzo, è vero; il film di Wright nasce invece (per così dire) di riflesso dal romanzo di McEwan. Mi chiedo: come può indurre un film a riflettere sull’invenzione narrativa cinematografica mettendo in scena la storia di un romanzo che riflette sul romanzo? Credo che solo un virtuoso come Greenaway possa centrare in pieno tali vertigini metanarrative. Con risultati – nel bene e nel male (perché il grande regista ha anche i suoi chiarissimi detrattori) – ben diversi da quelli del giovane Wright, che mira concretamente ad altro, e forse fa bene.
A proposito di “invenzione narrativa cinematografica”, a me non pare che il film di Wright ne manchi. L’ho visto una sola volta, e non mi è sfuggito l’elemento dell’acqua, che torna in diversi momenti chiave del film (ricordo: Briony che si tuffa nel laghetto per mettere alla prova Robbie, Cecilia che si butta nella fontana alla ricerca del coccio – già nel romanzo – e le tubature che inondano i rifugi antiaerei uccidendo Cecilia): mi pare una soluzione ‘narrativa’ originale rispetto al romanzo. Non mi soffermo sui paesaggi: dalle soleggiate estive campagne inglesi della prima parte, ai grigi e angoscianti scenari di guerra che si riassumono, come in una prodigiosa tela di Brueghel gonfia di disperazione, nel porto di Dunquerque (e qui se la memoria non mi inganna si nota qualche piano-sequenza di grande interesse, alla maniera di Kubrick), nella seconda parte. Una scena molto efficace è quando Robbie scopre la strage di collegiali, che traduce nei termini propri di un cinema attento allo scambio delle inquadrature, e dei controcampi, il brutale ‘primo piano’ del romanzo sul corpo dilaniato di un bambino.
La terza parte rappresenta, se vogliamo, una soluzione narrativa geniale della più complessa macchina romanzesca. Niente party, niente feste, ma un’intervista rapida, incalzante, che mette alla prova una straordinaria Vanessa Redgrave. E tanto basta. Beninteso, il film di Wright non è un capolavoro, ma è più che dignitoso, e sicuramente non è un film ‘mancato’.
Non me ne voglia l’autore della vostra recensione, se lo esorto ad abbandonare certe espressioni, tra lo psicologico e il filosofico («Espiazione riflette sul pensiero visionario dell’adolescenza, sull’educazione dell’artista e sul processo di purificazione dell’identità»), che potrebbero tanto essere adottate per altri film, quanto spiegare l’opera integrale di James Joyce. Voliamo basso, e godiamoci i film fatti bene.
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