luigi chierico
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giovedì 13 giugno 2013
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l'espiazione. 77 anni senza conoscere l’amore
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L’eterno dilemma meglio il libro o il film ?
La risposta è sempre la stessa: meglio il libro.
La ragione di base sta in questo : quel che devi dire dei sentimenti, degli stati d’animo, dei paesaggi, del dolore lo devi dire con tante, tantissime parole per pagine e pagine, mentre col cinema lo devi esprimere con una sola immagine, è lo spettatore che deve…immaginare con la sua fantasia.
Si legge ad esempio : “Anche gli alberi avevano qualcosa di insolito, almeno per quanto riusciva a scorgerne. La quercia era troppo gibbosa , l’olmo troppo rado, e in quella loro stranezza parevano alleati”, e sullo schermo una veloce, anonima fotografia senza voce.
Tantissime le parole in questo libro, tre episodi in 380 pagini.
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L’eterno dilemma meglio il libro o il film ?
La risposta è sempre la stessa: meglio il libro.
La ragione di base sta in questo : quel che devi dire dei sentimenti, degli stati d’animo, dei paesaggi, del dolore lo devi dire con tante, tantissime parole per pagine e pagine, mentre col cinema lo devi esprimere con una sola immagine, è lo spettatore che deve…immaginare con la sua fantasia.
Si legge ad esempio : “Anche gli alberi avevano qualcosa di insolito, almeno per quanto riusciva a scorgerne. La quercia era troppo gibbosa , l’olmo troppo rado, e in quella loro stranezza parevano alleati”, e sullo schermo una veloce, anonima fotografia senza voce.
Tantissime le parole in questo libro, tre episodi in 380 pagini. Dei 78 anni di Briony, narrati pochi giorni.
Impossibile trasferire sullo schermo una montagna di parole, parole, parole.
Il romanzo piace solo per come la vicenda è narrata, vicenda che, a mio parere, non avrebbe meritato tanto spazio.
Il film offre buone immagini ed una fedele trasposizione, ma non commuove così come la storia del romanzo non convince.
Una bugia troppo grande detta da una bimbetta di 13 anni del 1935 ! a cui tutti hanno creduto, ingenuamente, in una Londra di Scotland Yard !
La scelta degli attori non mi è piaciuta pur apprezzandone le doti e le capacità, oltre al fascino della Knightley, qui sprecato.
Il film avulso dalla conoscenza del romanzo e, senza andare per il sottile, non delude lo spettatore che si sofferma su una trama interessante e su alcune immagini che vanno dallo sfarzo di una villa ad uno squallore di una ritirata bellica e di un ospedale.
E il film, come il romanzo, inizia con una bugia per terminare con una bugia, passata come pietà e richiesta di perdono nel narrare una verità con una bugia.
Per la lettura del libro riporto il giudizio di un’ottima commentatrice, da me tanto apprezzata, Luana Cau: “Non avrei mai creduto che potesse essere stata scritta una storia (così bella), in un modo così tanto doloroso e con uno stile così perfetto in cui suoni, significati e simboli danzano attorno ad un drammatico filo conduttore fatale.”
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mr cinefilo
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martedì 10 maggio 2011
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atonement
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Posto che il romanzo da cui è tratto è inarrivabile per una trasposizione cinematografica, Espiazione valutato di per sè come film è un capolavoro, bravissimi gli attori, ottima la fotografia e la colonna sonora oltra ad una scenografia azzeccata. Riesce a commuovere quasi come il libro
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eugenio
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giovedì 17 gennaio 2013
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il deleterio potere della parola
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La parola rappresenta il mezzo d’eccellenza per esprimere i nostri punti di vista, i pensieri, le occasioni di dialogo, costituisce istanza di confronto, istituzione per l’uso della vita, un forte segnale che trasmette i nostri versi, la nostra storia, le nostre emozioni. La parola che trova il suo naturale mezzo di espressione nella scrittura è testimonianza del tempo che viviamo, memoria di eventi passati ma anche prova di astrazioni creative e esercizi di immaginazione, di fantasia,di estro. Tuttavia, ogni scrittore sa che quando sfrutta la forza della parola per fini personali alterando l’ordine naturale degli avvenimenti, rischia di percorrere una strada inesorabilmente senza ritorno…
Inghilterra, primi anni 30.
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La parola rappresenta il mezzo d’eccellenza per esprimere i nostri punti di vista, i pensieri, le occasioni di dialogo, costituisce istanza di confronto, istituzione per l’uso della vita, un forte segnale che trasmette i nostri versi, la nostra storia, le nostre emozioni. La parola che trova il suo naturale mezzo di espressione nella scrittura è testimonianza del tempo che viviamo, memoria di eventi passati ma anche prova di astrazioni creative e esercizi di immaginazione, di fantasia,di estro. Tuttavia, ogni scrittore sa che quando sfrutta la forza della parola per fini personali alterando l’ordine naturale degli avvenimenti, rischia di percorrere una strada inesorabilmente senza ritorno…
Inghilterra, primi anni 30. Briony, ragazzina curiosa dalla fervida fantasia e dal promettente futuro di scrittrice, vive spensierata nella residenza di casa Tallis con la sorella maggiore Cecilia (Keira Knightley) innamorata del giovane Robbie (Mc Avoy) di umili origini. Le giornate sono scandite dalla scrittura, sua valvola di sfogo e mezzo di evasione dall’alienazione monotona del tempo e da lunghe passeggiate nei campi di proprietà familiare dove spesso si trova partecipe passiva degli incontri “segreti” tra la sorella e il giovane Robbie. Briony è sola, infelice e nel pieno del delicato periodo adolescenziale laddove la metamorfosi psico-fisica in atto contribuisce a rendere maggiormente sfocate l’innocenza infantile in declino. Incerta sul da farsi e animata da uno spirito di gelosia istintivamente infantile, accusa di violenza sessuale Robbie, colpevole di aver abusato della coetanea cugina da poco ospite nella villa. Inutile sarà il tentativo di Cecilia di discolparlo (dopo quattro anni in galera il giovane si arruolerà combattendo per il fronte francese) , troppo grande l’errore commesso dall’avventata sorella che, per espiare a quel grave torto, deciderà di prestare i suoi servizi come infermiera in un ospedale che accoglie vittime di guerra. Cecilia lascerà invece Villa Tallis conducendo un’esistenza solitaria e lontana dagli agi della giovinezza borghese. La lontananza tra i tre protagonisti in cui il triste sfondo della seconda guerra mondiale costituisce la cornice storica di un dramma pesante e incolmabile rappresenterà solo l’inizio di un crescendo dove incombe pesante la scure della verità. Un pesante fardello che potrà essere rimosso solo con lo strumento con cui tutto è iniziato e poco importa se questa presa di posizione diretta e sicura giungerà solo quando oramai tutto è stato deciso.
Dall’omonimo romanzo dello scrittore inglese Mc Ewan, Espiazione di Joe Wright, segue abbastanza fedelmente la trascrizione bibliografica (ovviamente ridotta per esigenze cinematografiche) apparendo suddiviso in tre piani distinti che tendono a intersecarsi fornendo un’originale rappresentazione del disfacimento psicologico di una giovane ragazza, condannata a espiare, forse senza mai essere perdonata, un torto che la segnerà per tutta la vita. Dai timidi inizi alla residenza estiva di Tallis dove la noia e l’inutilità di giornate vuote e uguali scandiscono il breve periodo di Briony, all’atrocità vivida della guerra con i suoi morti e mutilati sino alla sofferta redenzione, Espiazione rimanda per tematiche trattate a quel filone di romanzi ottocenteschi (non a caso il regista diresse la trasposizione di Orgoglio e Pregiudizio) incentrati sul sofferto rapporto di coppia minato da accuse infondate ma il fascino – se così si può definire - del libro (reso purtroppo solo in parte dal film) trascende la trama in sé trattando temi universali come la verità, la giustizia e la resa dei conti attraverso il punto di vista di una ragazzina. Così, se la guerra è solo cornice e mezzo unificatore di tre esistenze segnate, altrettanto lo sono quelle parole proferite ad alta voce di una donna oramai in preda alla demenza senile, parole difficili da pronunziare che saranno un sordo grido in un deserto: mute e inascoltate.
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vince
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giovedì 9 ottobre 2008
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esercizio di stile
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Il film c'è:
Bello il soggetto,
ma come dubitarne vista la paternità della storia originale;
bravissimi ed egregiamente diretti gli attori,tutti;
emozionanti le sottolineature, ma mai fuori misura, della fotografia;
incredibile, davvero, la colonna sonora (anche se, in non rari momenti, eccheggia qualche nota alla Nyman);
intrigante ed avvincente anche il montaggio:
in cui brevi flashback
ripropongono stesse scene con prospettive diverse, spesso opposte.
Forse solo un pò troppo lunga,
per il fatto che aggiunge veramente poco alla storia,
la parte che ci mostra la vita di James McAvoy in guerra.
Ma il film purtroppo parla di sentimenti:
e di sentimenti forti;
forte come è l'amore e soprattutto forte e corroborante come sa essere il senso di colpa.
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Il film c'è:
Bello il soggetto,
ma come dubitarne vista la paternità della storia originale;
bravissimi ed egregiamente diretti gli attori,tutti;
emozionanti le sottolineature, ma mai fuori misura, della fotografia;
incredibile, davvero, la colonna sonora (anche se, in non rari momenti, eccheggia qualche nota alla Nyman);
intrigante ed avvincente anche il montaggio:
in cui brevi flashback
ripropongono stesse scene con prospettive diverse, spesso opposte.
Forse solo un pò troppo lunga,
per il fatto che aggiunge veramente poco alla storia,
la parte che ci mostra la vita di James McAvoy in guerra.
Ma il film purtroppo parla di sentimenti:
e di sentimenti forti;
forte come è l'amore e soprattutto forte e corroborante come sa essere il senso di colpa.
Alla luce di questi temi il film risulta freddo, spersonalizzante;
quasi a farci intendere che esista una paura personale del regista ad affrontare tali demoni, i quali non gli permettono di portare fino in fondo un compito così bene iniziato.
Si lascia andare a belle trovate: inquadrature particolari ed efficaci che sottolineano però solamente la volontà di non volere affrontare affatto il problema, che viene così aggirato, e non riuscendo in conclusione a squarciare quel guscio che ogni spettatore si porta anche al cinema;
e alla fine, il tutto risulta un pò troppo...tecnico.
Ben organizzato a tavolino è poi ben realizzato:
accantonando completamente la possibilità di lasciarsi andare all'improvvisazione:
a quell'atmosfera creativa che un set,
e un "fare" piuttosto di un "pensare",
sa e deve dare.
E il tutto appare come un bell'"esercizio di stile" a cui assegnare un bel 7 con riserva.
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fabio
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venerdì 28 gennaio 2011
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un romanzo per espiare
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Da un bel libro di Ian McEwan. Il film segue la stessa scansione narrativa del libro: prima parte a casa Tallis, seconda in guerra e terza dal romanzo di Briony e sua finale espiazione. E come nel libro la prima parte è la più riuscita, ma nel film si risente decisamente di più lo stagnamento della nella seconda. I due giovani attori c'hanno saputo fare fino a quando era possibile. Buona idea di mandare in sottofondo il rumore dei tasti battuti sulla macchina da scrivere quando nella mente di Briony si crea un romanzo.
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queen251
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lunedì 6 agosto 2012
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espiazione...
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Per me un film pacato, tranquillo, abbastanza scorrevole; salvo, a tratti, impennarsi in sequenze di una lunghezza esasperante. Convincente la prova della ragazzina gelosa. Sempre in forma Keira Knightley. Bello, simpatico e bravo James McAvoy... Ma io sono in qualche maniera di parte, quindi il mio giudizio su di lui deve essere tenuto in poco conto dagli altri lettori.
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giulio dispenza
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mercoledì 16 gennaio 2013
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la storia di un legame infinito
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Diversi avvenimenti visti da una visione razionale e realistica e gli stessi visti da una visione ingenua e fantasiosa di una ragazzina appena adolescente, porteranno alla distruzione di un amore nascente. Nell'Inghilterra negli anni precedenti al secondo conflitto mondiale, viene raccontata la storia di Cecilia e Robbie, che dopo essersi innamorati sono costretti a separarsi e a non rivedersi mai più. Il regista racconta la storia di Briony, divisa in tre tappe principali che rappresentano il suo cammino verso la maturità e infine verso il rimorso che proverà per tutta la vita avendo incriminato Robbie, per un reato che non aveva mai commesso. Sul punto di morte decide di scrivere un romanzo per dare un finale alternativo alla storia d'amore che aveva distrutto anni addietro.
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Diversi avvenimenti visti da una visione razionale e realistica e gli stessi visti da una visione ingenua e fantasiosa di una ragazzina appena adolescente, porteranno alla distruzione di un amore nascente. Nell'Inghilterra negli anni precedenti al secondo conflitto mondiale, viene raccontata la storia di Cecilia e Robbie, che dopo essersi innamorati sono costretti a separarsi e a non rivedersi mai più. Il regista racconta la storia di Briony, divisa in tre tappe principali che rappresentano il suo cammino verso la maturità e infine verso il rimorso che proverà per tutta la vita avendo incriminato Robbie, per un reato che non aveva mai commesso. Sul punto di morte decide di scrivere un romanzo per dare un finale alternativo alla storia d'amore che aveva distrutto anni addietro. Il regista riesce a raccontare, attraverso un'eccellente tecnica di regia e montaggio utilizzando spesso lunghissimi piani di sequenza, un'avvincente storia d'amore. Attraverso equivoci, incongruenze e percorrendo la spietatezza della guerra porterà lo spettatore a trattenere il fiato fino all'ultimo.
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jayan
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venerdì 8 marzo 2013
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un capolavoro, una storia drammatica d'amore
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Un altro capolavoro di Joe Wright, dal romanzo omonimo di Mac Evan. Sorprende la capacità creativa del regista che, pur tenendosi fedele al romanzo, riesce a creare un capolavoro di immagini, interpretazioni straordinarie, una scenografia spettacolare, una sceneggiatura ottima, una storia che ti entra nel cuore e ti commuove fino in fondo.
Briony trascorre la sua adolescenza nella noia della grande mansione inglese dei genitori, insieme alla sorella Cecilia e al suo fidanzato Robbie. Ha la passione della scrittura e una grande immaginazione. Comprende male ciò che Robbie fa a Cecilia, immagina che sia uno psicopatico che violenta le donne, scambiando un'altra persona per lui come colui che aveva violentato la cugina e accusandolo alla polizia.
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Un altro capolavoro di Joe Wright, dal romanzo omonimo di Mac Evan. Sorprende la capacità creativa del regista che, pur tenendosi fedele al romanzo, riesce a creare un capolavoro di immagini, interpretazioni straordinarie, una scenografia spettacolare, una sceneggiatura ottima, una storia che ti entra nel cuore e ti commuove fino in fondo.
Briony trascorre la sua adolescenza nella noia della grande mansione inglese dei genitori, insieme alla sorella Cecilia e al suo fidanzato Robbie. Ha la passione della scrittura e una grande immaginazione. Comprende male ciò che Robbie fa a Cecilia, immagina che sia uno psicopatico che violenta le donne, scambiando un'altra persona per lui come colui che aveva violentato la cugina e accusandolo alla polizia. Robbie va in prigione e in seguito si arruola per sfuggire all'inferno del carcere, ma va a finire in un altro inferno: quello della seconda guerra mondiale, sul fronte francese. Da lì inizia la separazione di Cecilia da Robbie, il loro odio per Robbie e il grande senso di colpa che divora Briony, che aveva deciso di andare volontaria a fare l'infermiera durante la guerra a Londra. Soltanto alla fine della sua vita, lei, divenuta scrittrice di successo, avrà il coraggio di rivelare la verità, il suo errore che aveva causato una simile tragedia. Ma è troppo tardi. Entrambi sono morti. E allora Briony scrive un finale diverso e li fa rivivere felici fino alla fine dei loro giorni. Il potere della scrittura. Le distorsioni provocate dalla fantasia sulla realtà. La tristezza della realtà.
Joe Wright riesce sempre (come nel seguente e originalissimo Anna Karenina), ad ogni romanzo da cui tra un suo film, a instillare qualcosa di nuovo e di intenso.
Un film da non perdere, premio Oscar per la splendida musica e Miglior Film e ai Golden Globe.
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hanzo sun
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giovedì 14 giugno 2012
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siamo uomini e siamo capaci di tutto
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un ottimo film drammatico!!! ci mostra sentimenti nobili e sentimenti oscuri. noi Uomini siamo capaci di grandi gesti e di cose orribili.
il film é ben girato e ben montato, gli attori sono bravissimi. keira stupenda come al solito. la bambina davvero inquietante.
p.s. ho visto pessime recensioni da una parte del pubblico, vorrei dare un consiglio a costoro: usate mymovies anche prima di vedere un film.
dalle vostre recensioni si capisce che é il genere di film che non vi aggrada. ora, liberi tutti di avere generi preferiti, ma andare a vedere film alla cieca e rimanere delusi é un po come cercarsela. ripeto usate mymovies vi garantisco che mi ha risparmiato la visione di innumerevoli c----e che mi erano state consigliate.
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skarlet85
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lunedì 14 gennaio 2008
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bella confezione ma c'e' di piu'?
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E' raro guardare un film dopo aver letto il romanzo da cui e'stato tratto ed accorgersi che e' stato ben trasposto,che si e' rispettata la sua struttura ,che gli attori hanno esaltato con la loro bravura i personaggi tanto da sostituirsi all'immagine che ti eri fatta di loro quando eri immersa nel romanzo.Ancora piu' raro è,dopo tutto questo,rimanere perplessa e avvertire un senso di tradimento.La confezione è degna delle migliori opere holliwoodiane:Attori attraenti e capaci,Keira assolutamente indimenticabile col vestito verde e le spalle nude,Mcavory col viso pulito da principe azzurro,erotismo e sensualita' mai esibiti ma emozionanti etcc...Ma alla fine del film,quando esci dalla sala con la sensazione che ti abbiano dato un pugno sullo stomaco per la tragicita' del finale ti chiedi se dietro la bellissima Knightley e la allucinata Briony ci sia qualcosa di piu' profondo.
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E' raro guardare un film dopo aver letto il romanzo da cui e'stato tratto ed accorgersi che e' stato ben trasposto,che si e' rispettata la sua struttura ,che gli attori hanno esaltato con la loro bravura i personaggi tanto da sostituirsi all'immagine che ti eri fatta di loro quando eri immersa nel romanzo.Ancora piu' raro è,dopo tutto questo,rimanere perplessa e avvertire un senso di tradimento.La confezione è degna delle migliori opere holliwoodiane:Attori attraenti e capaci,Keira assolutamente indimenticabile col vestito verde e le spalle nude,Mcavory col viso pulito da principe azzurro,erotismo e sensualita' mai esibiti ma emozionanti etcc...Ma alla fine del film,quando esci dalla sala con la sensazione che ti abbiano dato un pugno sullo stomaco per la tragicita' del finale ti chiedi se dietro la bellissima Knightley e la allucinata Briony ci sia qualcosa di piu' profondo....Beh,io personalmente non l'ho trovato.Non basta qualche scena di guerra per ricreare la tragicita' della guerra,non basta l'illusione dell'amore per parlare d'amore e soprattutto non basta mostrare qualche scena in ospedale tra gravi ferite per ricreare il sentimento di colpa e di cercato castigo di Briony.Nè la Redgrave nel finale per giungere all'espiazione.Alla fine il pugno allo stomaco lo avverto per la sensazione di aver visto l'ennessimo film potenzialmente bello finire nelle maglie del businness.
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(di verdeacqua84)
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(di matrikola85)
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