Mi sposo prima io

Cosa succede quando un ragazzo sui 35 anni che vive in California è affetto dalla sindrome di Peter Pan e il mondo intero lo mette alle strette perché affronti il grande passo? Dopo due anni di relazione, Ashley sente incalzare il ticchettio dell'orologio biologico e trascina a sua insaputa il fidanzato Charlie Porter allo show televisivo dello psicologo Dottor Bob per parlare delle rispettive aspettative sul futuro.
Il fratello gemello di Charlie, Greg decide da un giorno all'altro di chiedere la mano della nuova ragazza, un'ex porno star che conosce da meno di ventiquattr'ore. Come se non bastasse, i futuri suoceri - di cui il marito è niente meno che reduce dalla guerra del Vietnam - lo mettono all'angolo e lo accusano di nutrire un sentimento di mera lussuria per la figlia. Travolto, se non addirittura paralizzato dagli eventi, Charlie consegna le sorti del suo destino nelle mani di una partita di hockey da tavolo che disputa contro Ashley.
Un'esile commedia low-budget dagli inattesi effetti giocata sulla relatività della vita e degli schemi che la società - anche quella d'oltreoceano - impone ai giovani. La rivoluzione però questa volta trova risposta nei versi scritti da un poeta tutto italiano che recitano: "Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia!. Chi vuol essere lieto, sia: di doman non c'è certezza". Sarà compito del nostro protagonista, quindi trovare il suo personale equilibrio tra il messaggio trasmesso da Lorenzo de' Medici nel lontano 1400 e la mentalità "mordi e fuggi" dell'epoca moderna. 