La maledizione della prima luna

Roberto Nepoti

Il titolo originale suona Pirates of the Caribbean, come un celebre tour di Disneyland. Bene: che cosa ci si può aspettare da un film che tematizza l'attrazione di un parco di divertimenti, scritto dagli sceneggiatori di "Shreck" e prodotto da Jerry Bruckheimer per la casa di Paperino &. co? Ovvio, un baraccone per bambini accompagnati dagli adulti (o viceversa); un po' disegno animato coi personaggi in carne e ossa, un po' videogame. C'era una volta un pirata buono, chiamato Jack Sparrow (Depp), che voleva recuperare la "Perla Nera", il vascello rubatogli da un pirata cattivo di nome Barbossa (Rush). Senonché questi rapì anche la bella Elizabeth (Knightley), figlia del governatore di Port Royal.
Allora Jack si alleò col giovane e irruente Will Turner (Bloom), innamorato della damigella in pericolo, per sconfiggere Barbossa, capitano di una ciurma di pirati maledetti che, alla luce lunare, si tramutavano in scheletri. Niente paura: La maledizione della prima luna non ne fa, non più di un gioco elettronico.
Col videogame ha in comune la struttura iterativa, l'uso degli oggetti magici (nel caso, monete), l'invulnerabilità dei personaggi, che consiste nella possibilità di morire e rinascere. Come avviene nei cartoon, giustappunto. Ben consapevole di tutto ciò, ogni componente del cast agisce in coerenza. Lo fanno gli sceneggiatori, che infarciscono la storia di citazioni dal "Peter Pan" disneyano (le ombre che duellano, come Peter e Uncino; la figlia del governatore sulla passerella della nave, come Wendy); aggiugendoci però, per i palati fini, riferimenti a classici pirateschi come "Il corsaro dell'Isola Verde". Lo fa il regista Gore("The Ring")Verbinski, arrampicando la cinepresa sull'albero maestro o tuffandola in mare, nel panico alla sola idea che lo spettatore possa annoiarsi per una frazione di secondo. Ci aggiunge del suo Johnny Depp, che gigioneggia nella parte dell'impunito fascinoso confondendo un po' il bucaniere con la rockstar (si è "ispirato" a Keith Richards degli Stones).
Sono decenni che Hollywood prova, di tanto in tanto, a rilanciare il vecchio filone dei tempi di Douglas Fairbanks e Erroll Flynn in chiave nostalgico-ironica; ma, per ora, aveva infilato soltanto "flop". Invece La maledizione della prima luna si è rivelato un "hit" colossale, andando all'arrembaggio delle tasche dei minorenni (che in America lo vedono due o tre volte). Insomma: i filibustieri son tornati di moda. Fuor di metafora, naturalmente.

di Roberto Nepoti, naturalmente.