maurom
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martedì 6 aprile 2004
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schifezza
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Mi sono annoiato. Forse è la seconda volta in 35 anni di memoria di visione di films che non arrivo alla fine. Allucinante.
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claudio vergara
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martedì 30 marzo 2004
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incomprensibile
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alex
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domenica 28 marzo 2004
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da dimenticare....
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La cosa più stupida è andare al cinema per svagarsi e vedere un film considerato intelligente. Credo sia scemo, sia chi lo ha ideato, sia chi lo va a vedere. Non ho mai visto un film più deprimente. Lo abborro!
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alessandro pesce
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giovedì 19 febbraio 2004
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dogville
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DOGVILLE
Deve avere davvero tanta sfiducia nel cinema, Lars Von Trier.Prima si inventa il Dogma che già di per sé esclude molte componenti del linguaggio cinematografico.Poi lo abbandona e destruttura, reinventandoli, due stilemi come quello del melodramma e del musical in “dancer in the dark”.Adesso gira in un unico ambiente- set dove pochi arredi senza pareti rappresentano gli esterni e gli interni e soltanto il mutamento delle luci fa distinguere il giorno dalla notte.Viene subito da pensare a un linguaggio teatrale, che da un lato imita quello di Thornton Wilder in “Our town”,( di cui tra l’altro ha lo stesso sfondo storico e ambientale e la stessa trovata degli attori che fingono di muovere oggetti che non vediamo)e dall’altro allude al teatro epico di Bertolt Brecht ( e pare che l’idea del soggetto l’abbia avuta ascoltando il testo di Jenny dei pirati).
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DOGVILLE
Deve avere davvero tanta sfiducia nel cinema, Lars Von Trier.Prima si inventa il Dogma che già di per sé esclude molte componenti del linguaggio cinematografico.Poi lo abbandona e destruttura, reinventandoli, due stilemi come quello del melodramma e del musical in “dancer in the dark”.Adesso gira in un unico ambiente- set dove pochi arredi senza pareti rappresentano gli esterni e gli interni e soltanto il mutamento delle luci fa distinguere il giorno dalla notte.Viene subito da pensare a un linguaggio teatrale, che da un lato imita quello di Thornton Wilder in “Our town”,( di cui tra l’altro ha lo stesso sfondo storico e ambientale e la stessa trovata degli attori che fingono di muovere oggetti che non vediamo)e dall’altro allude al teatro epico di Bertolt Brecht ( e pare che l’idea del soggetto l’abbia avuta ascoltando il testo di Jenny dei pirati).
Ma una voce fuori campo ( nell’edizione italiana quella di Giorgio Albertazzi) che introduce e spiega i vari capitoli in cui si divide il film ci fa piuttosto pensare a un libro messo in scena.?
Ma insomma, che sia teatro filmato o che sia letteratura rappresentata, non è cinema, ma è comunque un’artificio di indubbio fascino di cui non si perde un attimo tanto tesa è l’attenzione a cui induce la serrata regia.Un esercizio inutile e provocatorio , forse, ma che sa come catturarci.
I contenuti, anch’essi provocatori, offrono una triplice lettura a scatola cinese.E’ la storia di un’ennesima martire, come la Selma di Dancer in the dark, che, entrata come “ diversa” in un microcosmo dalle ferree leggi ( la Dogville del titolo,un posto da cani e dove solo il cane si salva) ne viene prima cautamente accettata poi schiavizzata violentata e ripudiata a tradimento. Ma è anche una immagine allegorica dell’odiata America con le sue contraddizioni , le ipocrisie, le colpe storiche e attuali.Infine c'è il discorso sul Potere che incide nei rapporti umani , e sul male che, se permea il tessuto umano, non dà possibilità reali di affrancamento
Non so se questo film sarebbe stato possibile senza Nicole Kidman; che sia la piu’ brava interprete contemporanea d’oltreoceano si sapeva ma cosi’ indispensabile non la immaginavo.E perdipiù, complice la regia, riesce ad emanare ventate di glamour in un contesto che rifiuta ogni possibile ammiccamento fascinoso, il che è tutto dire.
Sandro
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pugnochiuso
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venerdì 5 dicembre 2003
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capolavoro
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Punto e a capo. Ogni volta che Von Trier si mette dietro la macchina da presa siamo sicuri di essere davanti ad un evento. Questa volta ancor di piu', ad un capolavoro, al capolavoro di quest'anno(forse in co-abitazione con Mystic river). Opera minimale nella visione ma pregna di significato nel messaggio. Ancor piu' straordinaria se pensiamo che in un'epoca dominata da blockbusters e quindi da vertiginose cifre in fase di produzione, tale idea poteva essere pensata e realizzata da chiunque con un badget ridotto (a parte, ovviamente, il cast stellare). Sempre piu' brava e bella la Kidman.
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