Semana Santa

Questa volta il serial killer non agisce a New York o a Los Angeles, ma a Siviglia nella caliente Andalusia, durante la guerra civile spagnola. L'arma che usa è adeguata alla nuova location delle sue gesta. Trattasi infatti di Banderillas, sì, quelle usate per ferire la schiena del toro durante le corride. L'assassinio agisce durante i giorni della settimana santa, appunto. Fra gli agenti incaricati delle indagini c'è anche la fascinosa Maria, interpretata da Mira Sorvino. Sarà lei a riannodare il filo, sottile, che unisce tutti i delitti. Malgrado l'ottima sceneggiatura, tratta dal romanzo omonimo di David Hewson, la regia non regge e il copione pasticcia tra i vari piani narrativi. 

Una agente della polizia investigativa spagnola arriva a Siviglia durante la Settimana Santa per indagare con due colleghi su tre omicidi che sembrano commessi da un assassino periodico, ma che in realtà sono opera di una setta di fanatici religiosi che, nascondendo più di uno scheletro nell'armadio del loro passato franchista, hanno soppresso alcuni indiscreti impiccioni. Europateracchio criminale in pepata salsa spagnola: sangue e arena, memorie feroci della guerra civile, sfarzosi riti della Passione con processioni melodrammatiche, vescovi e penitenti incappucciati, crocefissi, ceri accesi. Regia di mestiere scalcinato per una sceneggiatura confusamente artificiosa e magniloquente. Tra una M. Sorvino spaesata in trasferta e interpreti filodrammatici fa macchia una A. Valli autorevole e misteriosa di siccitosa energia.