lbavassano
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martedì 7 marzo 2017
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occasione sprecata
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Gli oggetti che lasceremo dietro di noi, l'accumulo di cianfrusaglie, dei ricordi della nostra vita, che parleranno della nostra vita, a saperli ascoltare, che porranno domande a chi avrà la pazienza di cercare le risposte, l'umano interesse a farlo. E' questo lo spunto da cui parte il film di Silvio Soldini, quello che gli dà l'abbrivio, peccato che poi scelga un'altra strada, più scontata. Brave comunque le interpreti di un film tutto al femminile, che del cinema "al femminile" non evita gli stereotipi, e belle le immagini delle periferie urbane. Bellissima la colonna sonora.
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stefano capasso
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domenica 20 luglio 2014
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i viaggi dell'anima
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Ho visto Le acrobate di Silvio Soldini, un film che definirei magico con tanti collegamenti simbolici e coincidenze che si ritrovano e si verificano grazie allo spirito magico delle protagoniste della storia. Elena, biologa, vive a Treviso. E’ divorziata ed ha un compagno che la riempie di attenzioni, ma che non le dà quello che cerca. La sua vita malinconica cambia quando investe una vecchia signora, Anita. E' una donna scorbutica che vive in una casa piena zeppa di oggetti del passato, al buio come fosse una strega. Elena si interessa a lei, la va a trovare e riesce a conquistare la sua fiducia. Ma poco dopo Anita muore e Elena si trova a gestire lo sgombero della casa.
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Ho visto Le acrobate di Silvio Soldini, un film che definirei magico con tanti collegamenti simbolici e coincidenze che si ritrovano e si verificano grazie allo spirito magico delle protagoniste della storia. Elena, biologa, vive a Treviso. E’ divorziata ed ha un compagno che la riempie di attenzioni, ma che non le dà quello che cerca. La sua vita malinconica cambia quando investe una vecchia signora, Anita. E' una donna scorbutica che vive in una casa piena zeppa di oggetti del passato, al buio come fosse una strega. Elena si interessa a lei, la va a trovare e riesce a conquistare la sua fiducia. Ma poco dopo Anita muore e Elena si trova a gestire lo sgombero della casa. Non sa nulla di lei, nessuno pare sapere. L’ unico contatto con quelli che lei immagini parenti è una foto in una lettera che viene da Taranto. Elena parte e là incontra Maria, che vive una vita molto diversa dalla sua. E' del sud, caotica, sempre a corto di soldi, un marito assente e una figlia, Teresa, che è la sua unica ragione di vita. Vite apparentemente opposte accomunate da una malinconia di base per ciò che la vita non riesce a dare loro. L'incontro tra le due donne porterà ad un viaggio di scoperta spinto dai sogni di bambina Teresa e dalla sua curiosità. Ognuna di loro possiede la capacità di cogliere l'attimo, seguirlo e creare magicamente una nuova prospettiva delle cose.
E' tutto un pò magico in questo film, anche alcuni protagonisti che scompaiono improvvisamente, ma soprattutto lo è l''atmosfera generale, l'emozione che tiene uniti gli eventi del film, alla ricerca di una verità che sta sempre per essere rivelata e che alla fine si scopre non esserci.
E non è una delusione, anzi è il momento per capire che la curiosità, la spinta a cercare, è il vero motore della vita, è ciò che fa sentire vivi e che lascia spazio alle possibilità.
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mapi's
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domenica 13 aprile 2008
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film emozionante
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bello, intenso e le protagoniste superlative
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ciakman
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giovedì 23 agosto 2007
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esempio di un film che poco racconta....
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Spinto da un altro regista alla visione di questo, a suo dire, capolavoro del nostro cinema, ne sono rimasto di molto deluso. Non tolgo niente alla narrazione anche se non aggiunge nulla di nuovo al già visto ed alle volte la trovo un pò troppo noiosa. I temi trattati sono ben più seri e profondi da dedicargli un film, diciamo che può essere un discreto memorandum, un appunto sul frigo dei malesseri sociali, ma di certo non un loro affresco o una lor disamina. Bravi, anzi, bravissime le attrici. Credo infine che si potesse trovare un finale più esplicativo, o meglio, renderlo maggiormente esplicativo: per esempio le due protagoniste potevano assistere,da lontano, al rito del seppellimento del bambino e, guardandosi, prendere coscienza della loro piccola ma, importante, fuga dal quotidiano.
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Spinto da un altro regista alla visione di questo, a suo dire, capolavoro del nostro cinema, ne sono rimasto di molto deluso. Non tolgo niente alla narrazione anche se non aggiunge nulla di nuovo al già visto ed alle volte la trovo un pò troppo noiosa. I temi trattati sono ben più seri e profondi da dedicargli un film, diciamo che può essere un discreto memorandum, un appunto sul frigo dei malesseri sociali, ma di certo non un loro affresco o una lor disamina. Bravi, anzi, bravissime le attrici. Credo infine che si potesse trovare un finale più esplicativo, o meglio, renderlo maggiormente esplicativo: per esempio le due protagoniste potevano assistere,da lontano, al rito del seppellimento del bambino e, guardandosi, prendere coscienza della loro piccola ma, importante, fuga dal quotidiano.
Bhe forse sono stato troppo duro....me ne scusi il regista...d'altronde ha fatto film molto più belli ed intensi.
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