Lietta Tornabuoni
La Stampa
È il primo film italiano a presentare un uomo dei servizi segreti come co- autore d'una delle stragi che tra il 1969 e il 1980 provocarono nel nostro Paese oltre cento morti, oltre settecento feriti. Le “stragi di Stato” e la “strategia della tensione”, magari remote o ignote per le ultime generazioni, non sono certo una novità per le vittime e i loro cari, per magistrati, politici, poliziotti o giornalisti, non sono una novità neppure per il cinema (Segreto di Stato di Giuseppe Ferrara, il film più recente, è del 1994): ma Le mani forti, opera prima dello sceneggiatore Franco Bernini, attraverso un personaggio parla dell'istituzione (che sia il Sid, l'Ufficio Affari Riservati del ministero dell'Interno o il Sismi), e ne parla senza escludere persone vere, storie vere, vere ambiguità. [...]
di Lietta Tornabuoni, articolo completo (4022 caratteri spazi inclusi) su La Stampa Marzo 1997
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