Ivo il tardivo

Gian Luigi Rondi

Alessandro Benvenuti e i suoi personaggi curiosi: questa volta si tratta di un ritardato mentale, Ivo il tardivo, appunto, che dopo aver vivacchiato da solo in un casolare di campagna vien fatto ricoverare in una sorta di ospizio per gente come lui ad opera di una ragazza di buona famiglia dedita a questo tipo d’imprese umanitarie. Dalla strada, dove inseguiva certi suoi sogni creativi, all’ospizio, dove tutto è regolato e quasi irregimentato, per Ivo il tardivo è un grosso salto, vicino alla frattura, ma agli inizi un po’ vi pongono riparo dei sentimenti caldi che ha cominciato a nutrire per la sua benefattrice; sennonché, a un certo punto, sospettato ingiustamente di un furto che è stato commesso proprio nell’ospizio, preferisce tornarsene alla solitudine del suo casolare dove adesso, però, grazie al dono che ha potuto sviluppare della sua creatività (in pittura, in affreschi murali) trova molti estimatori ed amici. [...]

di Gian Luigi Rondi, articolo completo (2287 caratteri spazi inclusi) su Il Tempo 27 ottobre 1995