I soliti sospetti |
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Un film di Bryan Singer.
Con Stephen Baldwin, Kevin Spacey, Chazz Palminteri, Gabriel Byrne, Benicio Del Toro.
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Titolo originale The Usual Suspects.
Giallo,
durata 106 min.
- USA, Germania 1995.
- Lucky Red
uscita giovedì 30 novembre 1995.
MYMONETRO
I soliti sospetti
valutazione media:
4,07
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Low profile, styledi Dave SanFeedback: 5626 | altri commenti e recensioni di Dave San |
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venerdì 11 ottobre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Questa pellicola allora poteva suonare quasi pittoresca. Il colpo di scena finale un gong improvviso, estemporaneo. Un cumulo di criminali di media taglia. Un confronto all’americana. l’imprenditore di turno sospettato n° 1. La polizia che li torchia per risalire a una strage avvenuta all’interno di una nave da carico, sostanzialmente per eliminare IL testimone. Un insieme di avvenimenti che sembra incastrare il più in vista tra i sospettati. Il cinema americano, non di rado, si mostra smaliziato. Non fosse altro che le loro produzioni hanno procacciato all'economia regolare un certo rientro economico, quindi valore. Poco male, se il risultato educa alla giustizia e alle incrostazioni di pertinenza. Tornando alla storia. DI SEGUITO, SI SVELA LA TRAMA. Brevemente: la testa di una potente organizzazione criminale si trova nella tana del lupo, si giostra gli inquirenti (e noi) facendosi passare per un invalido, truffatore di mezza tacca. Dopo la sua deposizione esce dal commissariato e in uno sguardo d'intesa col suo legale affiliato, la verità, si svela. Per la polizia ufficialmente il caso sembrerebbe chiuso, ma un barlume risveglia l'agente David Kujan, troppo tardi. Dieci anni prima di The Wire o The Shield, in maniera più cinematografica (The Wire è una serie TV) erano già sufficientemente noti i meccanismi mimetici di certi consorzi. Il pezzo grosso che si occulta dietro soliti sospetti, con pavoni di turno, bluff o paraventi marionetta. Non si racconta qui, d’inquietanti e facciosi Jocker o di ragazzi di strada in stile “Magliana”. Kevin Spacey impersona un diavolo post-moderno che ci racconta di questo fantomatico Kaiser Söze, uno spauracchio da videogioco o da fumetto. Con quale ritmo narrativo! Il cineasta ci ha regalato un thriller vivace e noir insieme, con un cast eloquente. In un lampo, infine, Singer ci regala una sequenza eccelsa: i soliti sospetti che si scrutano loschi, sparpagliati davanti al tribunale con Verbal Kint claudicante, a ridosso della fermata di una subway.
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