Bordertown |
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Un film di Jacob Hair, Albert Calleros, Oreste Canestrelli, Gavin Dell, Ray Claffey, Jack Perkins, Bob Bowen.
Con Hank Azaria, Nicholas Gonzalez, Judah Friedlander, Missi Pyle, Alex Borstein.
continua»
Animazione,
durata 21 min.
- USA 2016.
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C'era una volta in Mexifornia
di Dave SanFeedback: 5626 | altri commenti e recensioni di Dave San |
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venerdì 17 aprile 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Bordertown si discosta dallo stile grafico dei suoi parenti (Family guy, The Cleveland Show, American Dad!). Conserva però lo stesso stile corrosivo. Incarnato da personaggi caricaturati sino all'estremo, in senso comico. La serie potrebbe ricordare American Dad in un contesto capovolto. Il patriarca di quest'ultima è un repubblicano patriota che vive il sogno americano da una posizione privilegiata. Malgrado le disavventure che assillano questi eroi, Stan incarna un'America vincente e solare. Al contrario Bud rappresenta quell'identità conservatrice che parte degli Usa, è costretta a deporre. Una società ancora più assortita è alle porte. L'America del Nostro deve fare i conti con la pervasività di una cultura che si insinua. El Coyote è l'emblema "coatto" di questo processo. Nelle scene di apertura, riesce sempre a introdurre clandestini in barba a Bud. Ernesto invece è la sua "nemesi". Immigrato Messicano e vicino di Bud, giardiniere e imprenditore zelante. Entrambi, nemici/amici, si trovano travolti da peripezie spassose e grottesche che li uniscono o li dividono secondo le logiche della trama. I personaggi femminili fanno spesso da mediatori. Le consorti di Bud ed Ernesto sono buone amiche. Propense ad arginare le gesta scombinate dei mariti. Gert invece è una sorta Stewie, cinica e capricciosa. Intorno a questi, gravitano altri personaggi più o meno legati alle problematiche di frontiera o semplicemente simboli dell'America (UE, Mondo). L'Italia stessa oggi è un pò "frontiera" di suo... In un'ottica di genere, Bordertown sorride su certe politiche di confine e riesce farci sghignazzare. Utilizzando un protagonista che incarna i migliori cliché delle maschere tragicomiche. Lo Stan di American Dad, risulta forse più "accettabile". Meno scottante per un'identità nazionale in qualche modo scalfita. Tuttavia Bud detiene quella perseveranza testarda che lo rende esilarante al pari di Willy Coyote e altre icone iellate che restano sempre in piedi. Peccato che la serie non si sia rinnovata. La carica faceta e demenziale che vi aleggia, difficilmente annoia. Forse urta... ma alla fine, le migliori caricature di rado primeggiano per equilibrio o assertività.
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