Questo"Un bambino di nome Gesù-L'attesa"(Franco Rossi, soggetto di Francesco Scardaamaglia, che firma anche la sceneggiatura co lo stesso Franco Rossi e co Vittorio Bonicelli", 1989, seconda parte di minsierie TV-ma a destinazione anche decisamente filmica- poi"completata"da "Un bambino di nome Gesù-Il mistero", si ispira, come il primo film, precedente di un anno precedente e come il sequel successivo di due anni, ai"Vangeli apocrifici", ossia"segreti", non"falsi", come si era cerrcato, per molto tempo, di far credere....Come si sa, l'infanzia di Gesù non viene narrata propriamente, se non "per cenni"nei Vangeli canonici, dunque ogni ricostruzione spettacolare è appunto affidata agli Apocrifi, Qui, quando Joshua, ormai un po'più grande(nella prima parte aveva sette anni), essendo giò tornato a Nazareth, aiuta Jeder, un giocatore d'azzardo inseguito dai creditori,che non lo denuncia mai a Erode pur avendone avuta la possibilitù, ha comunque continue premonizioni rispetto al futuro suo e della "storia della salvezza", e viene braccato sempre da Zefir, sicario di Erode Antipa.
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Questo"Un bambino di nome Gesù-L'attesa"(Franco Rossi, soggetto di Francesco Scardaamaglia, che firma anche la sceneggiatura co lo stesso Franco Rossi e co Vittorio Bonicelli", 1989, seconda parte di minsierie TV-ma a destinazione anche decisamente filmica- poi"completata"da "Un bambino di nome Gesù-Il mistero", si ispira, come il primo film, precedente di un anno precedente e come il sequel successivo di due anni, ai"Vangeli apocrifici", ossia"segreti", non"falsi", come si era cerrcato, per molto tempo, di far credere....Come si sa, l'infanzia di Gesù non viene narrata propriamente, se non "per cenni"nei Vangeli canonici, dunque ogni ricostruzione spettacolare è appunto affidata agli Apocrifi, Qui, quando Joshua, ormai un po'più grande(nella prima parte aveva sette anni), essendo giò tornato a Nazareth, aiuta Jeder, un giocatore d'azzardo inseguito dai creditori,che non lo denuncia mai a Erode pur avendone avuta la possibilitù, ha comunque continue premonizioni rispetto al futuro suo e della "storia della salvezza", e viene braccato sempre da Zefir, sicario di Erode Antipa. Prosegue l'alternanza tra presente e futuro, che non è (ammesso che siano tali, ossia due dimensioni-con Bergson e Einstein abbiamo acquisiio una nuova valenza del tempo, che non è più categoria fondante assoluta della conoscenza umana, com'era fino aKant), nel senso dell'esperienza quotidiana di colui che sarà il"Messia"e, appunto, la sua vita propriamente messianica, successiva. Certo che Franco Rossi, precedetneente regista de"L'Odissea"che ha sempre frequentato i classici dell'antiquità, noin rinuncia a un'alternanza tra sequenze"intime", quasi"segrete"e le totali da "tout spectacle", per cos^ dìire, e l'esito va valutato a seconda dei gusti(il gusto esteticamente inteso, ovviamente)degli spettatori. Se le musiche, ossia il sound-track non supportano sempre in maniera adeguata l'azione scenica, bisogna però dire che "suggeriscono"; che riescono a stimolare la partecipazione allo spettacolo, dove regista e sceneggiatori tgengono a ricordarci che non si tratta di "vicende meramente terrene", dunque infondono al rutto quel carattere di sospensione e di mistero che indubbiamente è necessario, Oltre a Matteo Bellina, come Gesù bambino, cè l'allora giovane interprete Alessandro Gassman, Maria del Carmen Sanmartin come Maria, Irene Papas nel ruolo di Maria anziana, Bekim Fehmiu come Giuseppe, Pierre Clementi nella parte del sicario Zefir, trovo quanto basta. Dunque un cast che garantisce qualità , anche se il successo della serie è stato non scarso ma neppure travolgente... El Gato
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