il cinefilo
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martedì 23 novembre 2010
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buongiorno paolomiki...
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Innanzitutto mi sono stancato di sentirmi dire,dai bambini come te,che gli opinionisti come il sottoscritto assegnano al film in questione dei voti alti solamente perchè sono diretti da un regista famoso(questa cretinata sarebbe ora che finisse)e non sulla base di una concisa analisi critica.
In secondo luogo mi sarebbe piaciuto vedere te,in quel periodo nel sud-est asiatico,a prenderti le bombe sulla testa e le scariche delle mitragliatrici sul corpo così almeno avresti capito perchè i"figli di papà"protestavano...bella la vita per chi se ne resta in pantofole tra le mura sicure di casa propria e detta lezioni di etica agli altri,non è vero? i miei omaggi.
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Innanzitutto mi sono stancato di sentirmi dire,dai bambini come te,che gli opinionisti come il sottoscritto assegnano al film in questione dei voti alti solamente perchè sono diretti da un regista famoso(questa cretinata sarebbe ora che finisse)e non sulla base di una concisa analisi critica.
In secondo luogo mi sarebbe piaciuto vedere te,in quel periodo nel sud-est asiatico,a prenderti le bombe sulla testa e le scariche delle mitragliatrici sul corpo così almeno avresti capito perchè i"figli di papà"protestavano...bella la vita per chi se ne resta in pantofole tra le mura sicure di casa propria e detta lezioni di etica agli altri,non è vero? i miei omaggi...
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ivan91
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sabato 20 novembre 2010
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vietnam e follia
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un piccolo gioiello che tuuti doverebbero guadare per riflettere sulla brutalità della guerra e su come quasta possa portare gli uomini a diventare speietati assassini
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tony montana
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domenica 17 ottobre 2010
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kubrick colpisce ancora
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Non tutti sono in grado di trasformarsi da «pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta merda» a dispensatori di morte che pregano per poter entrare in combattimento. Ma dopo otto settimane, arriva il momento di dare il bacio d’addio alla propria fidanzata e dare il buongiorno al Vietnam. E al soldato “Joker” è anche andata di lusso, visto che è riuscito a farsi assegnare un incarico come inviato di guerra per il giornale militare Stars & Stripes. Ma anche lui finisce per essere coinvolto nell’offensiva del Tet del 1968… Tratto dal romanzo di Gustav Hasford, Full Metal Jacket è un film nettamente diviso in due parti (ma qualcuno ha fatto giustamente notare che i capitoli sono tre: l’addestramento, la giungla e l’assedio della cittadella, con le prostitute a dividere i capitoli), che prima ancora di farci vedere una singola sequenza di combattimento ci ha già mostrato tutto l’orrore della guerra.
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Non tutti sono in grado di trasformarsi da «pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta merda» a dispensatori di morte che pregano per poter entrare in combattimento. Ma dopo otto settimane, arriva il momento di dare il bacio d’addio alla propria fidanzata e dare il buongiorno al Vietnam. E al soldato “Joker” è anche andata di lusso, visto che è riuscito a farsi assegnare un incarico come inviato di guerra per il giornale militare Stars & Stripes. Ma anche lui finisce per essere coinvolto nell’offensiva del Tet del 1968… Tratto dal romanzo di Gustav Hasford, Full Metal Jacket è un film nettamente diviso in due parti (ma qualcuno ha fatto giustamente notare che i capitoli sono tre: l’addestramento, la giungla e l’assedio della cittadella, con le prostitute a dividere i capitoli), che prima ancora di farci vedere una singola sequenza di combattimento ci ha già mostrato tutto l’orrore della guerra. La prima parte, quella dedicata all’addestramento a Parris Island, è leggendaria. A questo non sono estranei Lee Ermey – che interpreta con convinzione ed efficacia il Sergente Maggiore Hartman (ottimamente doppiato da Eros Pagni) – e Vincent D’Onofrio nel ruolo del soldato “Palla di Lardo” – prima, vittima abituale del sergente istruttore per via della sua imbranataggine, e poi, inquietante e metodico cecchino ( la sequenza nei bagni con l’angosciante espressione folle di Palla di Lardo è entrata negli annali del cinema ). Ma dare solo a loro due il merito dell’efficacia dei primi 45 minuti di pellicola non sarebbe corretto nei confronti della sceneggiatura di Kubrick, Hasford e Michael Herr, perfettamente in grado di trasmettere la durezza dell’addestramento, la sua forza “spersonalizzante’” («Qui non si fanno distinzioni razziali: qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani. Qui vige l’eguaglianza: non conta un cazzo nessuno!»). Attraverso i dialoghi da loro scritti diventa perfettamente comprensibile l’ipocrisia insita nell’ideologia militare, quella che ti porta a scrivere «born to kill» sull’elmetto anche se ti sei appuntato un simbolo della pace sulla divisa; grazie al modo in cui hanno orchestrato gli eventi ci si rende perfettamente conto di come il singolo individuo non ci metta molto a perdersi nell’inferno della guerra, finendo per restare «in riga con gli altri, e avanti per la grande vittoria». Nella seconda parte, quella in Vietnam, non si può negare ci siano un paio di scene eccessivamente retoriche, ma la grande capacità del film è quella di presentare adeguatamente le diverse reazioni che i ragazzi spediti in guerra possono avere in situazioni critiche: da quello che si trasforma in un Rambo psicopatico («Come faccio a sparare su donne e bambini? È facile: vanno più lenti, miri più vicino!») al fotografo cui tremano troppo le mani per scattare; da quello che in fondo la prende alla leggera («Volevo essere il primo ragazzo del mio palazzo a fare centro dentro qualcuno») a chi ancora ci crede («Almeno sono morti per una buona causa: la Libertà»). Dal canto suo, Kubrick – regista sempre molto attento al tema della de-umanizzazione – è eccezionale nel creare inquietudine nello spettatore ogni volta che c’è in scena il sergente Hartman, ci presenta con particolare vigore le varie sezioni dell’addestramento e sa rendere sconvolgente ma non melodrammatico il finale della prima parte. Una volta “sul campo” alterna ottimamente le scene di riposo a quelle di battaglia, dando un buon ritmo alla pellicola e inchiodando lo spettatore ogni volta che si apre il fuoco. E poi c’è quel cecchino… quella lunga sequenza d’assedio in cui la tensione è palpabile come in nessun altro film e Kubrick riesce a far girare la macchina da presa attorno allo stesso set senza mai stancare, usando ralenti ed effetti sonori in modo da far rimbombare nelle orecchie e nello stomaco degli spettatori ogni colpo sparato. Forse l’utilizzo di finte interviste ai protagonisti è una soluzione semplice per fare critica alla guerra e all’ideologia militare, ma in questo caso la realizzazione è efficace e per nulla banale. Attraverso le parole dei ragazzi, e della voce fuori campo che – ben dosata – sottolinea alcuni momenti del film, traspare chiaramente come non sia la politica che a loro interessa: «sono vivo, e non ho più paura». Capolavoro.
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paolomiki
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mercoledì 29 settembre 2010
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quanti fuochi
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Troppi fuochi improbabili in quella quantità che sembrano solo fatti apposta per risaltare l'effetto lume di candela della fotografia. La prima parte è meravigliosa ma la seconda sembra molto confusa piena di battute che sembrano essere copiate da qualche giornale di sinistra pacifista vicino ai figli di papà che vanno a manifestare senza sapere cosa vogliono.Tre stelle solo per questo, ma non mi scandalizzo se ne vedo assegnare cinque.Dopotutto seduto nella sedia della regia non c'era mica un registruncolo qualunque!!!
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weach
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lunedì 30 agosto 2010
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uccidi, uccidi te lo comando!!!!
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Quella di Stanley Kubrick è guerra decisa contro le mostruosità della violenza in genere sia espressa con la guerra che con l'esercizio del potere ,che con il controllo , che con la sottomissione e con ogni altro mezzo .
Questa crociata contro la violenza e lo schema ideleogico della guerra è costante nella sua filmografia.: vedi Orizzonti di gloria, Il dottor Stranamore , Full Metal Jacket sia in qualche modo Shining.
Il principio d'azione - reazione che alimenta nei secoli tutta la violenza dell'umana civiltà ,sintetizza con ogni probabilità un progetto occulto che "superficialmente viene bollato come la stupidità dell'uomo" ma che in realtà ha una chiara matrice ideologica ispirata dal comando,controllo ,distruzione, reazione ,contrapposizione.
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Quella di Stanley Kubrick è guerra decisa contro le mostruosità della violenza in genere sia espressa con la guerra che con l'esercizio del potere ,che con il controllo , che con la sottomissione e con ogni altro mezzo .
Questa crociata contro la violenza e lo schema ideleogico della guerra è costante nella sua filmografia.: vedi Orizzonti di gloria, Il dottor Stranamore , Full Metal Jacket sia in qualche modo Shining.
Il principio d'azione - reazione che alimenta nei secoli tutta la violenza dell'umana civiltà ,sintetizza con ogni probabilità un progetto occulto che "superficialmente viene bollato come la stupidità dell'uomo" ma che in realtà ha una chiara matrice ideologica ispirata dal comando,controllo ,distruzione, reazione ,contrapposizione.
Ma chi è l'ispiratore di questo disegno criminoso indegno?
Chiaramente il potere costituito, quello dominante , al servizio di una ristretta gerarchia ,in particolare la labby finanziaria che usa il potere per muovere interessi , provocare ingerenze ,pianificare la storia dell 'umana sofferenza.
Kubrick disse nel 1981 più o meno questo della guerra "Quante energie perse nel nulla... quanta intelligenza affossata,quanti sogni violati...ho cercato di capire ma ancora non riesco ....posso solo denuciare ed attendere un risveglio dell' umanità "
Il film , liberamente tratto dal romanzo The Short Timers di G. Hasford ,narra dell' ideologia della guerra , che attimo per attimo, viene inculcata nella testa di 17 giovani americani inermi in un campo di addestramento dei Marines .
Kubrick affronta il tema con la sua consueta genialità facendo una "denuncia contro" che in certi momenti è satira, in altri dramma , in altri ancora disperazione , in altri ancora consapevolezza di non avere scampo dentro quella macchina da guerra schiaccia anime .
Petali di libertà ,creatività , umanità si disperdono nel nulla dentro questo male oscuro mentre il regista da corpo alla sua denuncia con puntualità lucida, evidenziando la follia di questo mondo guerrafondaio , "psicanalizzandolo" con la sua cinepresa attenta.
Pause di goliardia , brani musicali energetici contenuti nella colonna sonora del film sono strumentali e smussano per un attimo la durezza del film "contro" ,facendo l'opera "più digeribile"... Kubrick sa che per dialogare con il suo pubblico deve anche saper viaggare più leggero "ma senza perdere il bandolo della matassa".
Capolavoro autentico da vedere e rivedere , qui c'è li miglior Kubrick.
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ambrogino
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lunedì 23 agosto 2010
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bellissimooooooooooo
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uno dei migliori film di stanley kubrick
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rhino
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martedì 17 agosto 2010
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kubrick racconta la verità
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Ogni singolo soldato a questo mondo almeno una volta si è svegliato con un senso di insicurezza, di vuoto... perché quello che fa ogni singolo giorno ha una spiegazione rara, e cioè la verità, quella di una guerra senza senso, di puro omicidio di massa, insomma di tutto quello che Stanley mostra, perché lui mostra la verità. Capolavoro assoluto.
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chriss
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mercoledì 11 agosto 2010
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non sono convinto...
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Amo il cinema di Stanley Kubrick. Le sue opere cinematografiche sono diventate, negli anni, dei veri e propri cult. Kubrick era originale oltre che maniacale. Tutt' oggi, la critica, gli riconosce di aver esplorato quasi tutti i generi del cinema: guerra, amore, sesso, storia, fantascienza e così via. Però, col dovuto rispetto per uno dei miei registi preferiti, (assieme a Sergio Leone ), col tempo ho avuto più di un dubbio su Full Metal Jacket. Non credo che, tale film, sia un capolavoro assoluto del cinema o una delle sue migliori opere. Penso pure che, nel genere trattato, ( la follia della guerra ), gli siano superiori sia Platoon, sia Apocalipse Now.
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Amo il cinema di Stanley Kubrick. Le sue opere cinematografiche sono diventate, negli anni, dei veri e propri cult. Kubrick era originale oltre che maniacale. Tutt' oggi, la critica, gli riconosce di aver esplorato quasi tutti i generi del cinema: guerra, amore, sesso, storia, fantascienza e così via. Però, col dovuto rispetto per uno dei miei registi preferiti, (assieme a Sergio Leone ), col tempo ho avuto più di un dubbio su Full Metal Jacket. Non credo che, tale film, sia un capolavoro assoluto del cinema o una delle sue migliori opere. Penso pure che, nel genere trattato, ( la follia della guerra ), gli siano superiori sia Platoon, sia Apocalipse Now. Mi sembra un film ben fatto, ma solo per una buona metà. L' altra non mi ha colpito più di tanto. Analizziamo. Il film parte alla grandissima: le reclute vengono sottoposte a duri addestramenti dal capo Hartman, un sergente ( maggiore ) istruttore amante della disciplina e dei metodi formativi. L' interpretazione di Ronald Lee Ermey è mostruosa, oltre che esilarante. Questo è un fatto accertato che non può esser messo in discussione. Né tantomeno io voglio farlo, in quanto è sotto gli occhi di tutti il talento che dimostrò. Anche i soldati, in questa prima parte, svolgono una funzione determinante. Almeno due di loro meritano considerazione: Joker e Palla di lardo. Il soldato Joker ( non a caso porta questo nome ) è più interessato a fare del giornalismo che ad uccidere i soldati nemici. Egli si burla di tutti, persino di Hartman. Palla di lardo, invece, è un uomo goffo con problemi di peso che fa fatica ad inserirsi nel gruppo. Il buffo è che impazzirà nel momento in cui avrà imparato tutto. La svolta del film è la morte di Hartman per mano del soldato peggiore che era diventato il migliore. Certo, il fatto che Joker lo abbia assistito in tutto e per tutto, proprio come un angelo custode, è di vitale importanza per il ciccione. Ciò che ha scatenato la sua ira dovrebbero esser state le condizioni mentali con cui era arrivato ad essere uno dei migliori, se non addirittura il migliore: l' isolamento, la vita sempre internata, la claustrofobia, la collera, il maltrattamento subito da Hartman e soldati e via dicendo. Insomma, in questa prima parte, tutto è al suo posto. Anzi, il film aveva dato l' impressione di avere una marcia in più rispetto ad altri film sul Vietnam e sulla follia della guerra. E' la seconda parte, a mio avviso, a non essere all' altezza della prima. In questa si vedrà un unico scontro a fuoco tra un gruppo di soldati americani ed un cecchino nemico ( peraltro una donna, il che stupisce ). Francamente, mi sarei aspettato di più o perlomeno, qualcosa di diverso. La follia della guerra, ben messa in scena nella prima parte del film, si consuma lentamente nella seconda con una misera battaglia tutti contro uno. Il film era partito forte, quindi ci si sarebbe aspettato qualcosa di altrettanto forte. Sale subito e scende in picchiata poco dopo. Proprio come il percorso di una parabola. Attenzione, però: con questo non voglio dire che il film non sia ben fatto, anche dal punto di vista della regia. Anzi, e' un ottimo film, ma non lo considero un capolavoro assoluto nel suo genere. Ho detto solo il mio pensiero, il che può benissimo esser confutato. Comunque il concetto è che nessuno può farmi cambiar idea: la seconda parte non è minimamente all' altezza della prima. Mi sarei aspettato di più. Insomma, è mancato il coniglio venir fuori dal cilindro. Qui ho finito...Chriss
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joker 91
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lunedì 21 giugno 2010
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kubrick e la guerra
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come sempre il maestro non ne sbaglia uno di film,dopo capolavori come arancia meccanica,shining,spartacus ed il mitico 2001 odissea nello spazio kubrick ci regala ciò che secondo lui è il vietnam, lo fa con un altro capolavoro,modine azzeccatissimo per il ruolo come del resto tutti gli altri nessuno escluso.
A voi la guerra secondo kubrick,molto diverso da Apocalipse now è forse un po inferiore al film di coppola comunque resta e rimane un capolavoro
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marvelman
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giovedì 20 maggio 2010
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precisazione
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Tutti i commenti negativi a mio nome su questo film che compaiono su questo forum non sono miei ma opera di utenti che hanno voluto costruirmi una pessima ma soprattutto FALSA reputazione tra gli altri utenti, infatti sono stati scritti prima che il sito introducesse la registrazione con nickname e password, tempi in cui bastava copiare il nome da una persona e scrivere sotto false sembianze...credo il responsabile sia un idiota con il quale ho avuto divergenze sul forum de "Il Cavaliere Oscuro" che è il mio film preferito...chiunque sia a conoscenza di commenti negativi a mio nome su forum di assodati capolavori del cinema, sui quali MAI e poi mai mi permetterei di scrivere cose del genere, è GENTILMENTE pregato di segnalarmeli.
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Tutti i commenti negativi a mio nome su questo film che compaiono su questo forum non sono miei ma opera di utenti che hanno voluto costruirmi una pessima ma soprattutto FALSA reputazione tra gli altri utenti, infatti sono stati scritti prima che il sito introducesse la registrazione con nickname e password, tempi in cui bastava copiare il nome da una persona e scrivere sotto false sembianze...credo il responsabile sia un idiota con il quale ho avuto divergenze sul forum de "Il Cavaliere Oscuro" che è il mio film preferito...chiunque sia a conoscenza di commenti negativi a mio nome su forum di assodati capolavori del cinema, sui quali MAI e poi mai mi permetterei di scrivere cose del genere, è GENTILMENTE pregato di segnalarmeli...grazie in anticipo dall'unico vero e inimitabile MARVELMAN
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