jacopo b98
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domenica 29 settembre 2013
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capolavoro realistico sull'assurdità della guerra
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Nel campo d’addestramento di Parris Island del corpo dei Marines, un gruppo di giovani vengono addestrati dal tremendo sergente maggiore Hartman (Ermey, un ex addestratore vero del corpo di Marines, chiamato da Kubrik come consulente e poi assunto come attore dopo averlo visto all’opera). Uno di loro, Palla di Lardo (D’Onofrio) impazzisce e dopo aver fatto fuori l’istruttore si spara in testa. Il marine Joker (Modine), compagno di Palla di Lardo, viene finalmente inviato nell’agognato Vietnam. Lì scoprirà gli orrori della guerra ed imparerà a non avere paura. Dal romanzo di Gustav Hasford, anche sceneggiatore con Michael Herr e Kubrik (ma Lee Ermey si scrisse i propri dialoghi da solo), è uno dei capolavori del regista, l’unico film (forse insieme a Orizzonti di Gloria) realista nella carriera dell’autore.
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Nel campo d’addestramento di Parris Island del corpo dei Marines, un gruppo di giovani vengono addestrati dal tremendo sergente maggiore Hartman (Ermey, un ex addestratore vero del corpo di Marines, chiamato da Kubrik come consulente e poi assunto come attore dopo averlo visto all’opera). Uno di loro, Palla di Lardo (D’Onofrio) impazzisce e dopo aver fatto fuori l’istruttore si spara in testa. Il marine Joker (Modine), compagno di Palla di Lardo, viene finalmente inviato nell’agognato Vietnam. Lì scoprirà gli orrori della guerra ed imparerà a non avere paura. Dal romanzo di Gustav Hasford, anche sceneggiatore con Michael Herr e Kubrik (ma Lee Ermey si scrisse i propri dialoghi da solo), è uno dei capolavori del regista, l’unico film (forse insieme a Orizzonti di Gloria) realista nella carriera dell’autore. Ma non è un film antimilitarista: è la cronaca fredda e distaccata, di un realismo sconvolgente, di una guerra senza senso. E se le scene di violenza fisica, in particolare il suicidio di Palla di Lardo, sono impressionanti, quelle più psicologiche sono sconvolgenti per la forza del cinema di Kubrik che qui non offre consolazioni e racconta in modo oggettivo. È il film più asciutto di Kubrik: i caldi zoom di Barry Lyndon e gli eccessi di Arancia Meccanica qui lasciano posto a poche carrellate tremolanti e a primi piani immobili. Anche la fotografia è grigia, con qualche scorcio di rosso per via dei fuochi e delle esplosioni. È un film crudo e non esagerato, anche il commento musicale è asciugato e l’ironia di Arancia Meccanica, lascia posto a desolanti brani piuttosto fastidiosi da sentire, se si fa eccezione per l’ultima ironica scena in cui i Marines cantano la Mickey Mouse March. Attori magnetici e bravissimi tra cui spicca il già citato Ermey al suo esordio sul grande schermo, il cui doppiatore italiano è di Eros Pagni, cantante lirico, l’unico in grado di urlare sempre durante il doppiaggio. Girato interamente in studio. Le scene più significative sono il suicidio di Palla di Lardo e l’episodio del cecchino vietnamita che si rivela essere una ragazzina.
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filippo catani
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lunedì 8 aprile 2013
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nati per uccidere?
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Un gruppo di giovani soldati americani viene addestrato da un terribile sergente a diventare membri dei marines e combattere nella guerra del Vietnam. Uno di questi soldati si ritroverà prima inviato di guerra poi in prima linea durante la cosiddetta offensiva del Tet.
Tra i migliori film di sempre contro il militarismo e tra i migliori fra quelli che hanno raccontato la follia della guerra in Vietnam, Full Metal Jacket deve gran parte della sua fama alla tirata che a inizio pellicola il terribile sergente Hartman riserva ai suoi sottoposti in un mix di umiliazioni, razzismo, stupidaggini e slogan scurrili da caserma. Questi poveri ragazzi provenienti da varie zone d'America e del tutto alieni a quel genere di vita, dovranno fare i conti con il terribile addestramento e in particolare con uno di loro (il soldato Palladilardo) che è quanto di più lontano possa esserci dalla guerra.
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Un gruppo di giovani soldati americani viene addestrato da un terribile sergente a diventare membri dei marines e combattere nella guerra del Vietnam. Uno di questi soldati si ritroverà prima inviato di guerra poi in prima linea durante la cosiddetta offensiva del Tet.
Tra i migliori film di sempre contro il militarismo e tra i migliori fra quelli che hanno raccontato la follia della guerra in Vietnam, Full Metal Jacket deve gran parte della sua fama alla tirata che a inizio pellicola il terribile sergente Hartman riserva ai suoi sottoposti in un mix di umiliazioni, razzismo, stupidaggini e slogan scurrili da caserma. Questi poveri ragazzi provenienti da varie zone d'America e del tutto alieni a quel genere di vita, dovranno fare i conti con il terribile addestramento e in particolare con uno di loro (il soldato Palladilardo) che è quanto di più lontano possa esserci dalla guerra. Scontata quindi già una tragedia durante l'addestramento, la macchina da presa si sposta in Vietnam. Quì il tutto è percorso da sagace ironia (mamma ha detto che posso spendere solo 5 dolla per le prostitute) che si aterna alla drammatica realtà come il soldato che non esita a farsi vanto di come uccide donne e bambini o il colonnello che ricorda al soldato Jocker il motto sul suo elmetto: nato per uccidere. Questo perchè ci vogliono uomini del genere finchè ci saranno persone che credernno a quella cosa insulsa che si chiama pace. I soldati che marciano alla fine canticchiando le notte della marcetta di Topolin viva topolin sono la giusta chiusura per un film che attraverso la drammaticità e la sprezzante ironia cerca di mettere alla berlina tutti coloro che credono nel potere risolutivo della guerra e dell'esercito e ci mostra come generazioni di ragazzi siano state rovinate e mandate al macello per una guerra inutile che si è pure trasformata in un pantano che ha riservato una clamorosa confitta.
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ibracadabra 8
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martedì 29 gennaio 2013
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hatman vs palla di lardo
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l' ennesimo capolavoro,del genio esce dopo alcuni anni da " l'altro capolavoro SHINING, la tempistica che il genio si prende da un film all' altro ,fa da specchio alla sua meticolosita' alla attenzione ai piccili dettagli(,o ai grossi) vedi storia vera ,agli studi e approfondimenti. il film è tratto dal romanzo «Nato per uccidere» di Gustav Hasford,ma il realismo, l 'orrore ,della guerra che con la pellicola il maesrto è riuscito a dare è una leccata di baffi per gli amanti del genere.
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l' ennesimo capolavoro,del genio esce dopo alcuni anni da " l'altro capolavoro SHINING, la tempistica che il genio si prende da un film all' altro ,fa da specchio alla sua meticolosita' alla attenzione ai piccili dettagli(,o ai grossi) vedi storia vera ,agli studi e approfondimenti. il film è tratto dal romanzo «Nato per uccidere» di Gustav Hasford,ma il realismo, l 'orrore ,della guerra che con la pellicola il maesrto è riuscito a dare è una leccata di baffi per gli amanti del genere.il film nella prima parte è il duro addestramento "eufemismo" cui i soldati vengono sottoposti, una totura psicofisica dal sadico maniaco guerrafondaio "cattolico"serg. hartman(povero palla di lardo) un grande vincent d'onofrio.nella seconda parte cè tutta la storia dei soldati americani che si scannano con i"musi gialli" senza neanche sapere il perchè,carna da macello alo sbaraglio
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michaelmyers98
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giovedì 20 settembre 2012
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nati per uccidere.
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Senza dubbio il miglior film di guerra mai girato. Qui Kubrick mette in scena la parabola di alcuni soldati capitati in un centro di addestramento nelle grinfie di un fanatico. Ma dovranno passare anche sul campo di battaglia in Vietnam, e sarà un esperienza che non dimenticheranno mai. Un film che indaga su quanto il gioco della guerra piaccia alla gente, specialmente al popolo USA. Nel corso della pellicola vedremo come le menti delle reclute perdano ogni contatto con la realtà, facendoli diventare degli esseri "nati per uccidere". La prima parte, nel campo di addestramento, è morbosa e ossessiva, mentra la seconda, nel Vietnam, è quasi surreale nella sua violenza.
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Senza dubbio il miglior film di guerra mai girato. Qui Kubrick mette in scena la parabola di alcuni soldati capitati in un centro di addestramento nelle grinfie di un fanatico. Ma dovranno passare anche sul campo di battaglia in Vietnam, e sarà un esperienza che non dimenticheranno mai. Un film che indaga su quanto il gioco della guerra piaccia alla gente, specialmente al popolo USA. Nel corso della pellicola vedremo come le menti delle reclute perdano ogni contatto con la realtà, facendoli diventare degli esseri "nati per uccidere". La prima parte, nel campo di addestramento, è morbosa e ossessiva, mentra la seconda, nel Vietnam, è quasi surreale nella sua violenza. Attori convintissimi su cui spicca uno schizzatissimo Lee Ermey, che raggiunge lo zenit nel discorso iniziale purtroppo molto abusato da molti componenti della mia generazione, che sicuramente non conoscono nemmeno il film.
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paolo 67
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venerdì 10 agosto 2012
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può la guerra essere bella?
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In «Full metal jacket» (tratto dal romanzo «Nato per uccidere» di Gustav Hasford, un veterano del Vietnam), Kubrick esplora le contraddizioni, la dualità dell'uomo come l'ansia di vita e la pratica di morte. Nelle intenzioni di Kubrick non un film contro la guerra come era stato «Orizzonti di gloria» – sebbene il regista fosse stato contrario alla guerra in Vietnam –, ma un'opera senza posizione morale o politica, un'analisi distaccata della guerra come fenomeno. Una delle cose che al regista piacevano in una storia di guerra è la mancanza di un atteggiamento morale facilmente distinguibile: «Mi piace l'onestà omerica, quando Joker dice: non mi sono mai sentito così vivo».
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In «Full metal jacket» (tratto dal romanzo «Nato per uccidere» di Gustav Hasford, un veterano del Vietnam), Kubrick esplora le contraddizioni, la dualità dell'uomo come l'ansia di vita e la pratica di morte. Nelle intenzioni di Kubrick non un film contro la guerra come era stato «Orizzonti di gloria» – sebbene il regista fosse stato contrario alla guerra in Vietnam –, ma un'opera senza posizione morale o politica, un'analisi distaccata della guerra come fenomeno. Una delle cose che al regista piacevano in una storia di guerra è la mancanza di un atteggiamento morale facilmente distinguibile: «Mi piace l'onestà omerica, quando Joker dice: non mi sono mai sentito così vivo». D'altra parte egli riteneva che la guerra fosse «una delle poche situazioni che restano in cui gli uomini si alzano e parlano per quello che ritengono essere i loro principi». Un film estremamente riuscito e centrato nel tono documentaristico, molto secco e molto bello, dalla fotografia superba (di Stanley Kubrick stesso senza intermediari, non poteva essere altrimenti, di una profondità di campo che rapisce lo sguardo) uno dei successi più grandi di Kubrick che manifesta le sue ossessioni e esplora nuovamente la psicosicità insita nella natura umana e che l'ha contraddistinta in tutta la sua storia.
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rongiu
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sabato 4 febbraio 2012
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sông hương
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Sông Hương \ il fiume dei profumi /
I lavori di Stanley Kubrick proiettano lo spettatore, inevitabilmente ed aggiungo fortunatamente, in realtà storico-temporali certe, vere, propositive, prive di mistificazioni e se aggiungo dinamitarde sotto tutti i punti di vista, non penso di essere lontano dalla sua “mente”. In Full Metal Jacket la narrazione è forte, sovversiva, terroristica, violenta, intimidatoria; “obbliga”, “coinvolge” ed “inizia” le esperienze sensoriali in un processo mentale immediato e concreto. E’ con queste realtà che l’uomo, padrone e preda dei propri sensi deve necessariamente misurarsi.
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Sông Hương \ il fiume dei profumi /
I lavori di Stanley Kubrick proiettano lo spettatore, inevitabilmente ed aggiungo fortunatamente, in realtà storico-temporali certe, vere, propositive, prive di mistificazioni e se aggiungo dinamitarde sotto tutti i punti di vista, non penso di essere lontano dalla sua “mente”. In Full Metal Jacket la narrazione è forte, sovversiva, terroristica, violenta, intimidatoria; “obbliga”, “coinvolge” ed “inizia” le esperienze sensoriali in un processo mentale immediato e concreto. E’ con queste realtà che l’uomo, padrone e preda dei propri sensi deve necessariamente misurarsi. E’, sempre lo stesso uomo, che perde la sua connotazione di genere per assurgere e trasmigrare in Soggetto/Storia - Protagonista/Narratore. Così mi par di capire.
Kubrick non ama proporsi spesso, Shining è del 1980, Full Metal Jacket è del 1987. Sette anni; sette lunghissimi anni, ma perché? Perché, probabilmente, il “Monolite” ha bisogno di tempo per aggiungere un nuovo / vero tassello all’universo cinema. Mi piace pensare che tutta l’opera di Kubrick, è impegnata a difendere una Eusocialità continuamente minacciata da micro/macro Poteri economico/politici.
Il film.
L’istruttore Gerheim protagonista del romanzo “The Short-Timers” di Gustav Hasford a cui fa riferimento Kubrick, si trasforma nel temibile Sergente Maggiore Hartman \ Ronald Lee Ermey /. Chi è Hartman? Ricordate l’ ”I want you for U.S. Army?” con l’indice dello Zio Sam puntato? Bene, Hartman è figlio degenero di quell’idea. (quanti Hartman ci sono in giro?) E’ un militare istruttore nato per distruggere la personalità umana con annessi e connessi. E’ talmente bravo da diventare vittima dei suoi stessi “canoni”.
Conosciamolo meglio in questo breve dialogo:
Sergente Hartman: I tuoi genitori hanno anche figli normali?
Soldato Palla di Lardo\ Vincent D’onofrio /: Signorsì, signore!
Sergente Hartman:Si saranno pentiti di averti fatto! Tu sei talmente brutto che sembri un capolavoro d'arte moderna! Come ti chiami sacco di lardo?
Soldato Palla di Lardo:Signore, Leonard Lawrence, Signore.
Sergente Hartman:Lawrence? Lawrence come, d’Arabia?
Soldato Palla di Lardo:Signor no, Signore.
Sergente Hartman:Il tuo è un nome da nobili! Tu sei di sangue reale?
Soldato Palla di Lardo:Signor no, Signore!
Sergente Hartman:E tu li succhi i cazzi?
Soldato Palla di Lardo:Signor no, Signore!
Sergente Hartman:Balle! Tu ti succhi una pallina da un capo all'altro del tubo per innaffiare!
Soldato Palla di Lardo:Signor no, Signore!
Sergente Hartman:Non mi piace il nome Lawrence, solo finocchi e marinai si chiamano Lawrence! D'ora in poi tu sarai "Palla di Lardo"!
Soldato Palla di lardo:Signor sì Signore.
Sergente Hartman: Mi trovi carino, soldato Palla di Lardo? Ti sembro buffo?!
Soldato Palla di Lardo:Signor no, Signore!
Sergente Hartman:Allora strappati dal grugno quel sorriso da stronzo!
Soldato Palla di Lardo:Signorsì, Signore!
Sergente Hartman:...Bene, prenditela pure comoda, tesoro!
Soldato Palla di Lardo:Signore, ci provo, Signore!
Sergente Hartman:Palla di Lardo, ho deciso di darti tre secondi, esattamente tre fottuti secondi, per toglierti quel sorriso da cretino dal muso! In caso contrario ti strappo le palle degli occhi e ti fotto il cervello!... Uno... Due... Tre...
Soldato Palla di Lardo:...Signore, non ci riesco, Signore!
Sergente Hartman:Balle! Mettiti in ginocchio, sacco di merda! [Palla di Lardo si mette in ginocchio] Strangolati da solo! [Palla di Lardo si strangola con entrambe le mani] Ma no, con la mia mano, brutto stronzo! [Palla di Lardo fa per prendere la sua mano] Non mi tirare la mano! Ho detto di strangolarti da solo! Chinati davanti e fatti strangolare! [Palla di Lardo poggia il collo sulla mano di Hartman e si fa strangolare] Hai finito di sorridere?!
Soldato Palla di Lardo:Signorsì, Signore..!
Sergente Hartman:Balle! Non ho sentito quello che hai detto!
Soldato Palla di Lardo:...Signorsì, Signore..!
Sergente Hartman:Balle! Non ti sento ancora! Urla come se li avessi davvero!
Soldato Palla di Lardo:...Signorsì, Signore!
Sergente Hartman:Basta così, alzati in piedi! Palla di Lardo, è meglio che metti il culo in carreggiata e cominci a cacarmi anelli con brillanti su un piatto d'argento se no sarò costretto a fotterti di brutto!
Soldato Palla di Lardo: Signorsì, Signore!
In seguito Palla di Lardo darà un meraviglioso saggio di quanto imparato da Hartman. E’ coadiuvato in questa performance da una calibro 7.62 la famosa Full Metal Jacket!
Nella seconda parte del film è il sodato Joker a narrare gli errori/orrori di un esercito allo sbando. \ Molte scene sono forti e molte verità ancora avvolte nel mistero / Dunque, Kubrick propone le sue riflessioni al pubblico e lo fa riversando nel lavoro severità, tecnicismo, pignoleria.
Quanto è costata la lotta al comunismo? Io non lo so. Una cosa la so. Tanti soldati non hanno potuto raccontare del Sông Hương \ il fiume dei profumi / così come tanti bimbi la riva dello stesso fiume non l’hanno mai raggiunta.
Luckiness!
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tiamaster
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giovedì 27 ottobre 2011
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soldato palla di lardo strangolati da solo!!!
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"soldato palla di lardo strangolati da solo!!!"
Quella sopra citata è una frase di una delle più grandi e famose scene del film e del cinema.Full metal jacket è l'ennesimo capolavoro di kubrick,un film incedibile,storico e assolutamente un capolavoro.Kubrick ha una dote che ogni regista invidia:vede.Vede oltre a quello che si vede,i suoi non sono film umani ma un incredibile e pazzesca discesa nella psicologia umana,serve citare "2001 odissea nello spazio" e "arancia meccanica"??questo film è uno sguardo irripetibile sulla follia umana,un capolavoro del genere guerra,un cult che è più di un semplice film.
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pilats
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giovedì 8 settembre 2011
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un concentrato di epicità e di realismo
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questo è sicuramente un capoloro. un film di guerra, ma anche sulla guerra. kubrik sa infatti mescolare benissimo ad azione, sparatorie, addestramenti, insulti, una profonda moralità sulla guerra. film nettamente diviso in due parti davvero ben congegnate: il reclutamento e il fronte vietnamita. trama semplice ma per nulla scontata. secondo me il maggior motivo per la grande riuscita di questo colossal è il realismo. il regista non sorvola su nulla e questo è davvero un gran pregio. le scene di guerra e di vita quotidiana nell'esercito sono rappresentate ottimamente e con molto fedeltà, anche perchè praticamente tutti i personaggi sono soldati semplici e perchè non ci sono scene di eroismo "bellico puro", solo, diciamo, il classico cameratismo virile militare.
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questo è sicuramente un capoloro. un film di guerra, ma anche sulla guerra. kubrik sa infatti mescolare benissimo ad azione, sparatorie, addestramenti, insulti, una profonda moralità sulla guerra. film nettamente diviso in due parti davvero ben congegnate: il reclutamento e il fronte vietnamita. trama semplice ma per nulla scontata. secondo me il maggior motivo per la grande riuscita di questo colossal è il realismo. il regista non sorvola su nulla e questo è davvero un gran pregio. le scene di guerra e di vita quotidiana nell'esercito sono rappresentate ottimamente e con molto fedeltà, anche perchè praticamente tutti i personaggi sono soldati semplici e perchè non ci sono scene di eroismo "bellico puro", solo, diciamo, il classico cameratismo virile militare. ottima la scelta e la caratterizzazione dei personaggi e le relazioni che li collegano, dando vita a dialoghi bellissimi e coinvolgenti. ciò rende film ancora più movimentato, avvincente, e se vogliamo, anche più vicino a noi spettatori. il massimo del realismo e, di conseguenza, della bravura di kubrik, viene probabilmente raggiunto nello spiegare come, in guerra, gli uomini vengono trasformati in autentiche macchine della guerra; (born to kill)e ancora di più nella scena del cecchino, semplicemente epica e travolgente. ma passiamo alle (pochissime) pecche del film. la prima è che probabilmente è un film che non può piacere a chi odia i film di guerra, anche se è un mega-classico del cinema. secondo me all'inizio della seconda parte del film, si perde un po' di "velocità" e di "ritmo", il tutto viene però smentito quando cominciano le scene di battaglia vera. in particolare, ripeto, la scena del cecchino. il film è sicuramente volgare e pieno di parolacce, ma tutto ciò non deve infastidire gli spettare o fargli sgradire kubrik, bensì quotare ancora di più il regista per il suo realismo. inoltre c'è moltissima violenza, ovviamente, ma non è mai gratuita e non c'è mai sadismo. ma fino a che non si vede la scena finale, non si è visto veramente film. è lì infatti che si ascende all'apice dell'epicità (scusate il bisticcio). la marcia dei marines mentre si canta la marcetta di topolino è una trovata semplicemente straordinaria che coinvolge e pervade ancora di più lo spettatore. bellissime pure le frasi conclusive dal protagonista "joker". ottima la colonna sonora. attori sensazionali e magnetici, in particolare, non serve dirlo, il sergente hartman
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cinemalife
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giovedì 25 agosto 2011
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la guerra di kubrik
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È così che Stanley Kubrik racconta il genero bellico. Uomini trasformati in macchine da guerra, fatti per uccidere, born to kill. E lo spiega attraverso un impressionante pellicola per volgarità e crudeltà. Si può dividere il film in due distinte parti: inizialmente giovani ragazzi ma futuri marines vengono duramente addestrati dal severo generale Hartman, che sfoggia orgogliosamente il proprio disprezzo nei confronti delle giovane reclute e del loro aspetto fisico, della loro infima importanza all’interno della società e via dicendo. Fra di essi si distingue Joker che anni più tardi finisce in Vietnam, dove si combatte l’atroce guerra che vede schierati, fra gli altri, gli Stati Uniti. Ritrova un compagno d’addestramento, poi la morte se lo prende.
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È così che Stanley Kubrik racconta il genero bellico. Uomini trasformati in macchine da guerra, fatti per uccidere, born to kill. E lo spiega attraverso un impressionante pellicola per volgarità e crudeltà. Si può dividere il film in due distinte parti: inizialmente giovani ragazzi ma futuri marines vengono duramente addestrati dal severo generale Hartman, che sfoggia orgogliosamente il proprio disprezzo nei confronti delle giovane reclute e del loro aspetto fisico, della loro infima importanza all’interno della società e via dicendo. Fra di essi si distingue Joker che anni più tardi finisce in Vietnam, dove si combatte l’atroce guerra che vede schierati, fra gli altri, gli Stati Uniti. Ritrova un compagno d’addestramento, poi la morte se lo prende. Infine fa fuori un cecchino, sa che uccidere è ingiusto, ma si sente bene. È una macchina da morte ed è forte.
Un film tipicamente rientrante nello stile del grande regista: riprese, montaggio, colonne sonore. Si ritrovano in tutte le sue pellicole. Si rimane stupefatti da come riesca a gestire temi ostici come quello della guerra, condannandoli – o lodandoli, a seconda del caso – con semplicità, linearità, senza bisogno di grandi scenografie. Dialoghi sintetici, ma perfetti. E complimenti alle corde vocali del generale Hartman.
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viola96
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giovedì 18 agosto 2011
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la guerra di kubrick.
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Bisognerebbe andare all'apice della cultura americana della guerra,del conflitto,del dolore e dell'autorità,per comprendere veramente quest'immensa epopea bellica di un Kubrick strepitoso.Questo tassello nel suo immenso puzzle di conoscenza,Kubrick lo dedica all'esplorazione della violenza e all'esternazione fugace di essa.Ma Kubrick non si serve della guerra come veicolo per raccontare una vera e propria storia di guerra.Kubrick punta alla parte esterna alla guerra,alla preparazione del conflitto,all'addestramento dei soldati.Addestramento devastante e impressionante,dove il simbolo del potere massimo,l'autorità militare prepara delle macchine da guerra per la macelleria del Vietnam.
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Bisognerebbe andare all'apice della cultura americana della guerra,del conflitto,del dolore e dell'autorità,per comprendere veramente quest'immensa epopea bellica di un Kubrick strepitoso.Questo tassello nel suo immenso puzzle di conoscenza,Kubrick lo dedica all'esplorazione della violenza e all'esternazione fugace di essa.Ma Kubrick non si serve della guerra come veicolo per raccontare una vera e propria storia di guerra.Kubrick punta alla parte esterna alla guerra,alla preparazione del conflitto,all'addestramento dei soldati.Addestramento devastante e impressionante,dove il simbolo del potere massimo,l'autorità militare prepara delle macchine da guerra per la macelleria del Vietnam.Il soldato Joker sa che la guerra (non) è bella,anche se fa male,come cantava De Gregori,no.Il sergente istruttore è un automa della socirtà americana,un uomo(se così si può chiamare) dedito alla decomposizione umana del cervello,per una preparazione serrata ad un qualcosa di inevitabile(in questo momento).Il soldato Palla di Lardo non è attento alle regole,è un illuso,un bonaccione.Catapultato all'inferno diventa un corpo privo di vita.Così come Joker,o come il soldato Biancaneve.Tutte pedine nelle mani di un mondo che non sa smettere di fare del male,o non vuole.Un mondo che non si è rassegnato alla sua bellezza e che quindi cerca di (auto)distruggersi,mandandosi messaggi subliminali o liminali con frequenza costante.Non ci sono eroi,solo martiri.Ma i martiri a Dio,non gli hanno fatto mai cambiar giudizio,diceva Gaber.E aveva pienamente ragione.La contemplazione dell'Altissimo è dovere dell'istruttore,che agisce nel nome di un Dio invisibile,che nelle macerie del Vietnam non mette piede e gira gli occhi verso il nulla.Verso uno spazio bianco.Forse,la miglior sequenza di questo capolavoro è la genesi del soldato semplice Palla di Lardo:Stanco delle angherie dell'istruttore,si ribella e nasce come soldato perfetto.Quando capisce di non riuscire a sopportare la sua nuova vita si fa carnefice di sè stesso.Un respiro ampio apre le fondamenta del Vietnam,dove si svolge la seconda parte del racconto di quel geniaccio di Kubrick.Si cambia tono,ma non realtà.Non ci stiamo addestrando,ora siamo cresciuti,ora combattiamo.Ma perchè combattiamo?Chi siamo?Cosa vogliamo?Sono domande senza senso,una risposta non l'avrai mai.Ma è meglio se continui a farle,perchè di altre non ne hai.Non è una contemplazione della bellezza della vita,quella di Kubrick,come in altri film di guerra("La sottile linea rossa" su tutti).Anzi."Full Metal Jacket" è un grido disperato verso un'umanità che si è pian piano smarrita,e che come icona ha la distruzione di massa,senza alcuna pietà per nessuno e per niente(Quando il soldato Joker domanda,nell'orrore del Vietnam,a un soldato se uccide anche donne o bambini,questo gli dice che sono molto più facili da colpire,in quanto corrono meno in fretta e sono bersagli elementari).Un mondo senza scampo dalle insidie di sè stesso.Kubrick,probabilmente,realizza il suo capolavoro.Una lucida riflessione sulla follia umana e su di una violenza collettiva senza ragione e senza scopo alcuno.Macelleria pura.E allora,i soldati Joker,Biancaneve,Palla di Lardo e gli altri,con gli sguardi cari a Kubrick(quello che hanno al massimo della loro cruda realtà,gli ominidi di "2001",il Nicholson di "Shining" e l'Alex DeLarge di "Arancia Meccanica") potrebbero essere i nostri padri,i nostri nonni,i nostri figli,o i figli dei nostri figli.Un mondo del genere può produrre soltanto del marcio,senza dubbio.Un mondo in cui l'Onnipotente ci ha voltato le spalle e ci guarda,magari sorridendo.Ma non è il Dio che ci hanno insegnato a venerare e rispettare.Esso è il God of War.Il Dio della Guerra.L'ultima sequenza di questo profetico capolavoro rappresenta il massimo del Kubrick pensiero,ampliato al reale.I soldati(così chiamati quando sono partiti,ora il loro nome è reduci,per dirla alla Faletti del bellissimo "Io sono Dio",ambientato in Vietnam e che,probabilmente,deve moltissimo a questo grandissimo film) concludono la loro marcia,mentre nell'aria riecheggia una delle più famose melodie di Topolino.Un piccolo omaggio alla cultura americana delle origini.Quella da conoscere,se si vuole sul serio comprendere la bellezza di Full Metal Jacket.Forse,nella top 10 dei migliori film della storia del Cinema.Senza dubbio,nella top 5,dei film del mio cuore.Voglio concluderla qui questa recensione,perchè forse sono stato un pò logorroico,con una piccola riflessione:Che futuro c'è in un mondo in cui la violenza(Egitto,Libia,Siria)continua ad essere l'unico veicolo di comunicazione con le altre parti del mondo?Meditate,uomini,meditate.A mandarvi questo invito,è un certo Stanley Kubrick.
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