celtico88
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giovedì 29 novembre 2007
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il più grande film di kubrick
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E' il tipico film di Kubrick struttarato in due parti come per asempio Arancia meccanica o Barry Lindon.
La la prima parte visualizza come i marin's riescano a creare una perfetta macchina omicida anche nell'individuo più innocuo.
La seconda perte porta lo spettatore in Vietnam per constatere di fatto quello che può fare un essere umano ad un'altro essere umano con delle motivazioni.
il film è davvero bello e la parte che mi ha maggiormante impressionato è stata la scena finale per il semplice motivo che i marin's dopo aver ucciso altri esseri umani e dopo aver perso dei compagni cantavano allegramente tutti insieme la marcia di Walt Disney.
Comunque auguro a tutti una buona visione.
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(di fabrizio/bukettes)
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piernelweb
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domenica 25 novembre 2007
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born to kill
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Strutturato in due parti distinte questo ennesimo capolavoro del geniale Stanley è una profonda riflessione sul rapporto fra l'uomo e la guerra. La prima mezzora, ambientata al campo di addestramento dei marines di Parris Island, è la narrazione eloquente della simboloca spogliazione dalle vesti civili, la fase della creazione di soldati, non più uomini, "born to kill". Il ritmo vertiginoso dettato dai tempi e dai modi di addestramento del sergente Lee Ermey (interpretazione eccezzionale) disegna la prova di forza mentale, virile e fisica tragicamente necessaria per affrontare il campo di battaglia. Kubrick celebra l'inadeguatezza dell'uomo alle armi attraverso il dramma del soldato palla di lardo, vittima più che carnefice di fronte all'atto bellico.
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Strutturato in due parti distinte questo ennesimo capolavoro del geniale Stanley è una profonda riflessione sul rapporto fra l'uomo e la guerra. La prima mezzora, ambientata al campo di addestramento dei marines di Parris Island, è la narrazione eloquente della simboloca spogliazione dalle vesti civili, la fase della creazione di soldati, non più uomini, "born to kill". Il ritmo vertiginoso dettato dai tempi e dai modi di addestramento del sergente Lee Ermey (interpretazione eccezzionale) disegna la prova di forza mentale, virile e fisica tragicamente necessaria per affrontare il campo di battaglia. Kubrick celebra l'inadeguatezza dell'uomo alle armi attraverso il dramma del soldato palla di lardo, vittima più che carnefice di fronte all'atto bellico. Il resto del film che si svolge in Vietnam, restituisce l'abilità tecnica di un Kubrick padrone degli spazi e degli scenari bellici che sublima nella lunga sequenza del cecchino, straordinaria per intensità e crudezza. Il soldato Jocker, nel famoso finale, cederà anche lui alle regole della battaglia perdendo quello scampolo di integrità morale che ancora custodiva con orgoglio. La fine della dignità, la sconfitta dell'uomo nei confronti di sè stesso.
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hollywoodstefano
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sabato 24 novembre 2007
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stanley kubrick's full metal jacket
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Kubrick ci regala un film strano,atipico e contradditorio.Un film sul vietnam senza il vietnam.Quì sta il lavoro di Kubrick che si differenzia da Coppola,da Cimino da Stone e elimina la jungla:in full metal jacket essa è assente del tutto.Il film si divide in due parti la prima ancora più tragica della seconda.L'addestramento militare(condotto da un vero sergente uno storico R.Lee Emey)ha lo scopo di annullare la personalità di ogni ragazzo e farlo divenire una macchina da guerra il cui unico scopo è uccidere al servizio dell'america.Kubrick realizza un film freddo,freddo come la critica all'esercito e alla guerra stessa del vietnam inutile e odiata da tutti ma che è stata combattuta.Colpisce molto l'abbigliamento di Joker al fronte con l'elmetto born to kill e la spilla pacifista sul petto!Una contraddizione che fa riflettere sul fatto che questi giovani siano stati costretti a fare una guerra inutile e priva di senso.
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Kubrick ci regala un film strano,atipico e contradditorio.Un film sul vietnam senza il vietnam.Quì sta il lavoro di Kubrick che si differenzia da Coppola,da Cimino da Stone e elimina la jungla:in full metal jacket essa è assente del tutto.Il film si divide in due parti la prima ancora più tragica della seconda.L'addestramento militare(condotto da un vero sergente uno storico R.Lee Emey)ha lo scopo di annullare la personalità di ogni ragazzo e farlo divenire una macchina da guerra il cui unico scopo è uccidere al servizio dell'america.Kubrick realizza un film freddo,freddo come la critica all'esercito e alla guerra stessa del vietnam inutile e odiata da tutti ma che è stata combattuta.Colpisce molto l'abbigliamento di Joker al fronte con l'elmetto born to kill e la spilla pacifista sul petto!Una contraddizione che fa riflettere sul fatto che questi giovani siano stati costretti a fare una guerra inutile e priva di senso.Dopo la gioventù bruciata di Platoon, la follia di Apocalypse Now arriva l'annientamento del carattere dei soldati che non avviene al fronte ma bensì in addestramento.Oltre ad una regia superlativa come di norma per Kubrick, vanno ampliamente citate le interpretazioni degli attori un Modine eccellente nel rappresentare un personaggio particolare come Joker ma soprattutto va fatta menzione di uno spettacolare D'Onofrio che ci regala Palla di Lardo.Per chi non ha visto questo film guardi la faccia di D'Onofrio nei bagni insieme a Joker e capirà benissimo perchè ho fatto questo commento.
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ragingbull
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venerdì 28 settembre 2007
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ti mette in riga
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Su questo film c'è da fare una lunga riflessione.Considero questo film un capolavoro anche se ritengo sia troppo esasperante.Il grande Kubrick non fà altro che tenere premuto il piede sull'accelleratore senza mai mollarlo.Magari è ossessionato dal fatto che non vuole assolutamente tralasciare alcuna sfumatura sulla brutalità della guerra.Comunque tanto di cappello alla sua straordinaria regia e alle interpretazioni degli attori.Indimenticabile il finale:i soldati che marciano accompagnati dalla celeberrima "marcia di Topolino".
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giorgio92
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domenica 2 settembre 2007
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fantastico!
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Full Metal Jacket è uno dei più+ bei film che abbia mai visto!! coinvolge, fa immedesimare nelle reclute che devono sorbirsi ogni genere di angherie dal sergente Hartman.Finirete anche voi, però, per amare questo personaggio, che a forza di maltrattare quei poveretti, comincia a fare ridere per le sue pesanti, ma talvolta esilaranti offese! CONSIGLIO VIVAMENTE A TUTTI DI VEDERLO
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(di rpp)
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sergente hartman
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mercoledì 8 agosto 2007
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capolavoro mi permetto di citare frasi celebri
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troppo bella l'interpretazione del sergente hartman e secondo quale punto di vista fa morire dal ridere oppure fa rattristare vedendo come un uomo possa ridursi alla follia.la frase che piu mi piace è quando il soldato joker dice (chi sei tu john wayne e io chi sarei ?e il sergente hartman va fuori di testa e inizia ad urlare "chi ha parlato chi cazzo ha parlato chi è quella lurida checca pompinara che ha firmato la sua condanna a morte" .questa frase mi è piaciuta veramente tanto .io l' ho visto in inglese,francese,italiano ,tedesco ,spagnolo e portoghese questa parte dell'addestramento ,ma vi assicuro che la voce dl doppiaggio di eros pagani è eccezzionale davvero unica
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massimo rocca
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martedì 7 agosto 2007
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azione e dramma: un capolavoro!
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La spersonalizzazione dell'uomo/soldato e l'atrocità della guerra sono rappresentate da Kubrick in due parti nettamente divise: sia posta attenzione sul fatto che la prima è necessaria per l'altra!
Hartman (Lee Ermey), per quanto grottesco è sergente istruttore dei Marines anche nella vita reale, ha il compito di spersonalizzare le reclute. Il film inizia con un taglio "a zero" per tutti, tutti uguali, tutti destinati ad essere miseramente appiattiti al ruolo di macchina di morte. Il soldato è sottoposto ad un addestramento che è un processo più psicologico che fisico: è necessario che abbandoni il concetto di sè (hanno tutti dei soprannomi ridicoli, così il compito è più facile) e si identifichi come parte di qualcos'altro più grande e invincibile: il "corpo" dei Marines.
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La spersonalizzazione dell'uomo/soldato e l'atrocità della guerra sono rappresentate da Kubrick in due parti nettamente divise: sia posta attenzione sul fatto che la prima è necessaria per l'altra!
Hartman (Lee Ermey), per quanto grottesco è sergente istruttore dei Marines anche nella vita reale, ha il compito di spersonalizzare le reclute. Il film inizia con un taglio "a zero" per tutti, tutti uguali, tutti destinati ad essere miseramente appiattiti al ruolo di macchina di morte. Il soldato è sottoposto ad un addestramento che è un processo più psicologico che fisico: è necessario che abbandoni il concetto di sè (hanno tutti dei soprannomi ridicoli, così il compito è più facile) e si identifichi come parte di qualcos'altro più grande e invincibile: il "corpo" dei Marines. Il più debole, Palla-di-lardo (Vincent D'Onofrio) non sopporta lo stress psicologico, uccide il sergente e poi si spara. La follia e la morte chiudono la prima parte lasciando un messaggio che è anche un presagio del seguito. L'attenzione si ferma sul soldato Joker (Mattew Modine), narratore della parte relativa alla guerra. Ossevatore privilegiato perchè l'unico che conserva spirito critico, le imitazioni di John Waine sono lo strumento ironico per il distacco dalle circostanze. Non è un caso che svolga funzioni giornalistiche, benchè Stars and Stripes appaia, per ovvi motivi, fortemente controllato dal governo. "Lo stemma della pace rappresenta la dualità dell'uomo, Signore!" replica Joker alle questioni poste da un comandante, che indispettito non riesce a capire. Joker, brillante recluta, non trovò d'altra parte nemmeno la comprensione di Hartman essendosi arruolato come giornalista. Segnali di distacco dai quadri dell'esercito sono l'evidenza che anche nei vertici l'atteggiamento critico non può penetrare. La guerra rappresentata come gratuita brutalità: il soldato che dall'elicottero spara a zero sui civili è il risultato del processo di spersonalizzazione. Il soldato inserito nel contesto civile vietnamita appare goffo, sbruffone, si fa rubare la macchina fotografica e va a puttane, non parla la lingua e non capisce il contesto. Precursore dopo quarant'anni di un turista comune? La scena finale è onirica, una città distrutta rappresenta meglio la guerra anche se sarebbe più credibile immaginare la giungla come scenario. Il manipolo è decimato da un cecchino, la morte non è improvvisa, si soffre, ci si nasconde, si aiuta il compagno o si pensa a salvare sè stessi? Questa fase è immersiva un capolavoro di azione e dramma. Joker uccide il cecchino da breve distanza, lo guarda negli occhi, sceglie coscientemente di uccidere per sottrarlo al dolore di una ferita mortale. Non è la morte che dà un soldato è una scelta umana. Spietata analisi (benchè ovvietà) della mentalità militare ma lontana, per fortuna, dalla retorica pacifista.
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nicolò
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venerdì 4 maggio 2007
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gli orrori del vietnam in un capolavoro di kubrick
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Con "Apocalypse Now" il miglior film sul Vietnam. Un magistrale affresco con cui Stanley Kubrick coglie l'occasione di dire no a tutte le guerre. E lo fa con una sceneggiatura perfetta - ispirata ad un romanzo di Gustav Hasford, anche collaboratore allo script - e attori straordinari, tra cui un memorabile Vincent D'Onofrio nella parte di Pyle "Palla di lardo". Il film è sostanzialmente diviso in due parti: c'è la prima, quella migliore, incentrata sull'addestramento tenuto da un severo sergente bianco (Lee R. Ermey), e la seconda, sugli orrori della guerra. Inutile dire che la prima è più incisiva, straordinaria, sensazionale: riassume perfettamente la filosofia di Kubrick. E in essa c'è anche più violenza, poichè il personaggio di Ermey, per allenare i cadetti, ricorre a qualsiasi tipo di violenza, psicologica e fisica.
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Con "Apocalypse Now" il miglior film sul Vietnam. Un magistrale affresco con cui Stanley Kubrick coglie l'occasione di dire no a tutte le guerre. E lo fa con una sceneggiatura perfetta - ispirata ad un romanzo di Gustav Hasford, anche collaboratore allo script - e attori straordinari, tra cui un memorabile Vincent D'Onofrio nella parte di Pyle "Palla di lardo". Il film è sostanzialmente diviso in due parti: c'è la prima, quella migliore, incentrata sull'addestramento tenuto da un severo sergente bianco (Lee R. Ermey), e la seconda, sugli orrori della guerra. Inutile dire che la prima è più incisiva, straordinaria, sensazionale: riassume perfettamente la filosofia di Kubrick. E in essa c'è anche più violenza, poichè il personaggio di Ermey, per allenare i cadetti, ricorre a qualsiasi tipo di violenza, psicologica e fisica. E il pubblico - ma anche Eros Pagni che lo doppia nella versione italiana - ha fatto di tutto per renderlo memorabile. Non ci si dimentica di lui neanche quando Pyle lo fa saltare con un fucile e poi si suicida, anche se manca ancora un'ora alla fine del film.
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(di alessandro)
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sottocollo
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martedì 1 maggio 2007
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un capolavoro tutto urlato
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Il miglior film di guerra mai realizzato.
é un film sul vietnam, ma il vietnam qui non c'è. Totalmente assente. C'è solo la guerra, che arriva dura e cruda in faccia allo spettatore senza dargli tregua. In confronto a FMJ, Apocalypse Now deve umilmente inginocchiarsi.
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biella9
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martedì 24 aprile 2007
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gran film
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