ricoric
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martedì 26 febbraio 2013
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una discesa negli inferi dell'uomo
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Un viaggio intrapreso da un “uomo” che ha perso la direzione e l’orientamento nella propria vita. Questa è in sintesi la trama del film, attraverso il racconto narrativo dell’avventura del capitano Willard.
E il viaggio, come quasi sempre in letteratura, è metafora del viaggio in se stessi. Lo stesso film lo suggerisce con qualche escamotage narrativo, con il capitano Willard che rompe lo specchio (simbolo della dualità fra osservatore ed osservato) e che guarda nella macchina da presa in alcune sequenze iniziali; tutto ciò per rompere l’oggettività e la divisione tra spettatore ed eroe. Il capitano Willard, di cui siamo a seguire le vicende, non è che quindi l’uomo, qualsiasi uomo che si immerge nella sua parte più oscura e ne comincia il viaggio, come lo spettatore è chiamato a fare attraverso il percorso filmico.
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Un viaggio intrapreso da un “uomo” che ha perso la direzione e l’orientamento nella propria vita. Questa è in sintesi la trama del film, attraverso il racconto narrativo dell’avventura del capitano Willard.
E il viaggio, come quasi sempre in letteratura, è metafora del viaggio in se stessi. Lo stesso film lo suggerisce con qualche escamotage narrativo, con il capitano Willard che rompe lo specchio (simbolo della dualità fra osservatore ed osservato) e che guarda nella macchina da presa in alcune sequenze iniziali; tutto ciò per rompere l’oggettività e la divisione tra spettatore ed eroe. Il capitano Willard, di cui siamo a seguire le vicende, non è che quindi l’uomo, qualsiasi uomo che si immerge nella sua parte più oscura e ne comincia il viaggio, come lo spettatore è chiamato a fare attraverso il percorso filmico.
La potenza del film è quella di voler raccontare non solo una vicenda di guerra, ma l’essenza stessa dell’uomo, condannato nella sua vita a dibattersi e perdersi tra il bene ed il male una volta perduta la capacità di riconoscerli, con una trasfigurazione del bene in azioni a proprio vantaggio, e da cui scaturisce un male “necessario ed ipocritamente giustificabile”; uomo diviso tra soprusi e gesti nobili, tra cinica indifferenza a portare dolore disgrazia ad altri uomini e la ricerca del proprio disperato piacere.
Attraverso una successione di questi stadi di discesa all’inferno, ovvero discesa negli inferi umani, si dipana il racconto: bombardare allo scopo di poter fare surf, rendersi autori di una strage per leggerezza di per poi prendersi cura di un cucciolo, cercare il piacere di un mango per poi rischiare di essere sbranati dalla stessa natura, cercare di sollevarsi dalle proprie tragedie attraverso il sesso ed il suo desiderio inappagato.
L’uomo si aggira nei gironi dell’inferno di cui però lui stesso è il costruttore, attraverso il ruolo di distruttore. Emblematica l’ultima tappa prima dell’arrivo al capolinea: un ponte costruito ogni notte per essere distrutto da altri uomini, in uno sterminio fine a se stesso, metafora di ciò che il VietNam stesso ha rappresentato nella cultura contemporanea, della stessa insensatezza delle oscurità dell’uomo.
Kurtz di tutto ciò rappresenta il sommo sacerdote, l’astrazione stessa di uomo perduto e delle sue conflittualità, e per questo esercita un così grande fascino malato ed è quindi venerato nell’ultimo girone della discesa agli inferi. Ciò che divorò Kurtz, ed è lui a raccontarlo, è questa stessa conflittualità senza possibilità di uscita insita nell’umanità di cui era stato testimone: il taglio delle braccia operato a bambini che erano stati appena vaccinati contro la poliomelite. Amore e morte. Eros e Thanatos. Archetipi di cui l’uomo è composto. Per questo Apocalypse Now è così disturbante, perché è un viaggio a ritroso nelle profondità della giungla dell’uomo e dell’umanità, nei conflitti di cui essa è composta, conflitti che hanno scritto attraverso i secoli la storia del mondo.
Quando il bene e il male non riescono più ed essere distinti si avviluppano in un gorgo di follia da cui, una volta risucchiati, non è più possibile riemergere. Nessuna salvezza. Il film è emblematico di questa visione (auto)distruttiva dell’uomo, tanto parziale in linea generale riguardo all’uomo, quanto tristemente reale.
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greyhound
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venerdì 4 gennaio 2013
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la scoperta dell'abisso
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Apocalypse Now è una pellicola potente, metafisica e probabilmente la più carica di significati simbolici tra tutte quelle dirette da F.F. Coppola. Non a caso deve moltissimo al romanzo "Cuore di tenebra" scritto da J. Conrad, di cui è una versione aggiornata e modificata.
Il viaggio che il Capitano Willard compie risalendo il fiume verso il territorio cambogiano non è un semplice spostamento fisico da un luogo all'altro, ma una vera e propria risalita all'interno dell'anima del Colonnello Kurtz (un lento percorso di avvicinamento alla sua filosofia e pensiero) ed anche dell'animo umano più in generale; si potrebbe, infatti, affermare che Willard sia un novello Dante Alighieri impegnato in un personale attraversamento dei gironi infernali.
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Apocalypse Now è una pellicola potente, metafisica e probabilmente la più carica di significati simbolici tra tutte quelle dirette da F.F. Coppola. Non a caso deve moltissimo al romanzo "Cuore di tenebra" scritto da J. Conrad, di cui è una versione aggiornata e modificata.
Il viaggio che il Capitano Willard compie risalendo il fiume verso il territorio cambogiano non è un semplice spostamento fisico da un luogo all'altro, ma una vera e propria risalita all'interno dell'anima del Colonnello Kurtz (un lento percorso di avvicinamento alla sua filosofia e pensiero) ed anche dell'animo umano più in generale; si potrebbe, infatti, affermare che Willard sia un novello Dante Alighieri impegnato in un personale attraversamento dei gironi infernali. Si passa, per esempio, dai momenti più "spensierati" in presenza di Robert Duvall, un Tenente Colonnello più occupato a trasferire un pezzo di Stati Uniti in Vietnam che a condurre efficaci operazioni militari, a situazioni di cupezza assoluta come quella vissuta presso il ponte che delimita il confine vietnamita-cambogiano (struttura che come la tela di Penelope, sebbene a ritmi invertiti, viene costruita di notte e distrutta di giorno), luogo di disperazione nel quale i soldati sono abbandonati a loro stessi e senza più guida ed il cui unico scopo è letteralmente scappare (coloro i quali si gettano in acqua all'assalto dell'imbarcazione ricordano le anime dell'Inferno che volevano fermare Dante). Il tutto passando per il "girone dei lussuriosi" nelle scene di presenza delle conigliette di Playboy (in particolar modo se si guardano le parti tagliate presenti nella versione Redux).
Una volta giunti in presenza del "regno" di Kurtz è come se si fosse di fronte all'incarnazione fisica del Male che, tuttavia, con i suoi ragionamenti esercita un fascino sinistro e malsano (per utilizzare la definizione dei generali) su Willard ed anche sullo spettatore. Ciò che emerge, però, è che lo stesso Colonnello sia ormai un uomo spezzato e distrutto al suo interno, incapace ed impossibilitato allo stesso tempo di abbandonare la via intrapresa anni prima, la cui unica speranza di rendenzione sia la morte. Ed il fatto rilevante è che Kurtz sia consapevole di essersi spinto nell'abisso ed aver visto e contribuito a far emergere i peggiori istinti dell'uomo. Non a caso, prima di morire, ripeterà ossessivamente la parola "orrore" e Willard troverà su un suo manoscritto il consiglio finale: "Gettate la bomba. Sterminateli tutti!":
E così, come in un momento di catarsi, giungeranno i bombardieri portatori del fuoco purificatore. Bombardieri, non a caso, richiamati dal segnale in codice "Onnipotente" (che nella versione in lingua originale si traduce come "Lord Almighty", ovvero l'espressione religiosa per indicare Dio). Come a significare che fosse tale figura a dover cancellare il male degli uomini.
In un aggettivo: capolavoro.
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bruce85
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lunedì 22 ottobre 2012
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risposta all'errorino
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Concordo con Riccardo la musica che si sente all'inizio del film è the end dei Doors.Il film nel complesso è apprezzabile e descrive come pochi gli orrori della guerra del Vietnam,ma poi ho la vaga impressione che si dilunghi in maniera inopportuna,screditando di conseguenza la pellicola che nelle prime battute è stata diretta con egregia destrezza illustrando anche l'inopinabile.Tiro le somme nel dire che a mio modesto parere il lungometraggio poteva essere "tagliato" eliminando tronconi e dialoghi che danno ad esso un enfatizzato senso di pesantezza ed in alcune parti di noia e tetraggine.
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paranoidcineland
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lunedì 23 luglio 2012
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apocalypse now, capolavoro subito
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Il capolavoro di Francis Ford Coppola lascia qualcosa nella mente. Marlon Brando, Robert Duvall e Martin Sheen, vanno a costruire un cast da pelle d'oca, ok, ma non è solo questo. Francis Ford Coppola si immerge con enorme successo nei tramonti caldi del Vietnam con una regia da brividi, ok, ma non è solo questo. Vittorio Storaro con la sua tavolozza dei colori va a dipingere un quadro destinato a diventare di valore inestimabile, una fotografia la sua che lascia a bocca aperta, ok, ma non è solo questo. Allora cos'è? Apocalypse Now ha disegnato nuove frontiere cinematografiche, nuovi schemi, nuovi orizzonti. Il capolavoro prende il nome di Apocalisse.
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alex2044
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lunedì 25 giugno 2012
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i capolavori non invecchiano
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Ho rivisto ,ieri sera, il finale . Un film memorabile. I capolavori non in vecchiano.
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marameo
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domenica 24 giugno 2012
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un archetipo
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Un film universale e atemporale, mitico e perfetto archetipo
uno dei film che più amo da sempre
ha il coraggio di indagare a fondo nel Cuore di tenebra che c'è nell'essere umano, senza ipocrisie o facili risposte
Ha una fotografia bellissima e tante frasi celebri che riassumono l'orrore, la follia, la vacuità dell'agire umano
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marco petrini
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mercoledì 20 giugno 2012
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legend!
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Quello che dipinge da maestro Coppola è un quadro dei tanti che compongono una guerra, visto con occhi molto invasivi; superbo Robert Duvall, grande Marlon Brando e ottimo Martin Sheen. Capolavoro oramai divenuto un cult!
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brando fioravanti
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venerdì 6 aprile 2012
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indiscutibile
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Un colonnello dopo avere vissuto l'orrore del Vietnam si mette a capo di un gruppo di selvaggi. Impossibile ritornare alla realtà, nei sentimenti umani cè un limite. La guerra non è più vista solo nella sua brutalità momentanea, ma anche nei suoi permanenti danni psicologici. Un incubo sensa ritorno.Ineguaiabile nel suo stile, fotografia bellissima. Scene incredibilmente spettacolari e adrenaliniche, La telecamera è fissa nell'elicottero durante l'attaccco alla spiaggia. Memorabile il colonello nella sua passione sfrenata per il surf.
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wolf-3
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domenica 5 febbraio 2012
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perfezione
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la regia di Coppola unitamente alla recitazione di Marlon Brando rasenta la perfezione. Non parliamo poi della magnificenza delle immagini (R. Duval che suona "alla carica" come una "giacca blu", mentre gli elicotteri sorvolano accompagnati dalla "Cavalcata delle Walchirie". E i DOORS, che pervadono tutto il film, come esperienza psichedelica.
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break
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giovedì 15 dicembre 2011
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vivido
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Anche Coppola con il suo "Apocalyspe Now" vira particolarmente sul psicologico, (lo stesso fece Cimino con "Il Cacciatore") ma oltre questo il film è caratterizzato da una fotografia fenomenale "illuminante" e una costruzione perfetta. Un impatto visivo fortissimo che probabilmente cela in parte quelli che sono i difetti del film. Un protagonista poco convincente, una trama non eccezzionale e un finale assurdo se non patetico in cui entra in scena in insolito Marlon Brando in penombra.
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