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Il regista italiano Massimo Dallamano, ispirandosi al grande ed ineguagliato romanzo " IL ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde, diede vita nel 1970 a questa riedizione della vicenda , adattata ai tempi moderni. L'attore che venne scellto per il ruolo di Dorian fu Helmut Berger, in quel momento molto richiesto dal cinema italiano ed internazionale ed all 'apice del suo successo. Helmut possedeva tutte le caratteristiche, fisiche psicologiche ed intrinseche, per poter dar vita al personaggio di Dorian ed alle sue numerose sfumature di stampo luciferiano. Alla vicenda viene data un'impronta decisamente , oltrechè cruenta in alcuni episodi, di stampo erotico. IL giovane e sfrontato Dorian, conscio delle sue doti sovrannaturali e della sua immortale (?) bellezza, passa senza scrupoli da un'avventura all'altra e senza alcun rimorso ed alcuni casi , unisce l'utile al dilettevole, circuendo donne ricche e ben disposte per defraudarle del loro patrimonio. Gli sono accanto in questo lungo excursus Lord Henry, interpretato da Herbert Lhom, noto al grande pubblico per essere stato l'antagonista di CLoseau nel ciclo della Pantera Rosa, Il pittore Basil Hailword ( R. Todd) ed altri personaggi che ondeggiano tra lo stupore, l'ammirazione e l'invidia per l'Eterno giovane , bello e spietato. Atmosfere rese più che degnamente, senza stravolgere la narrazione di Wilde e modificarne gli intenti. Piccolo gioiello del cinema italiano da riscoprire.
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