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E. Molinaro,pochi anni dopo il grande successo ottenuto con il Vizietto, realizza il secondo capitolo della saga gay. La vicenda resta una commedia rosa , con mille sfumature camp, ma si tinge di giallo, sempre e comunque in chiave ironica e con il consueto garbo.
Albin , un ineguagliabile M.Serrault, in arte Zazà Napoli, star del locale la Cauge aux Folle, dopo aver appreso da Renato, un impagabile U.Tognazzi, che il suo fascino è in declino, a causa dell’età che avanza, decide di prendersi una rivincita. Non volendo accettare il fatto compiuto, compie l’ennesimo colpo di testa; indossa uno dei suoi migliori abiti da sera, si trucca come se dovesse andare in scena e si reca sul lungomare in un bar molto frequentato , esibendo le sue grazie. Convinto di aver agganciato un aitante giovanotto, più che soddisfatto della presunta conquista , cerca di svincolarsi dallo sconosciuto, ma visto che l’apparenza inganna, entrerà suo malgrado in un ingranaggio molto più grande di lui, un vero e proprio intrigo internazionale, decisamente superiore alle sue forze.
I due si rivolgeranno alla polizia e qui inizia una divertentissima sarabanda durante la quale la famigerata coppia vivrà emozioni mai provate; faranno vestire come loro gli uomini della scorta, fuggiranno ad alta velocità da misteriosi inseguitori, Albin avrà più di una crisi di nervi, fino a raggiungere la casa materna di Renato in Italia. Località montana e remota, civiltà rurale vecchio stampo e società strettamente matrilineare. L’anziana madre di Renato è impersonata dalla Grande P.Borboni; Dura, impenetrabile ed autoritaria, non conosce la verità e crede che Albin sia una donna. Dunque le impone le usanze del luogo e la sottopone a stressanti ed interminabili corvèè. Renato, in questo frangente, si vendica degli anni trascorsi a subire i suoi capricci da primadonna. Lieto fine divertente e con una nota di romanticismo. Gradevole secondo capitolo, ben concepito e realizzato.
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