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albert
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domenica 9 febbraio 2025
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norimberga
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Probabilmente il miglior film di Stanley Kramer. Diretto nel 1961 quando la Guerra Fredda era cominciata da una quindicina d'anni e il mondo era bipolare. Kramer dirige un film quasi totalmente ambientato in un'aula di tribunale di Norimberga dove si giudicarono i crimini dei nazisti. Per prima cosa facciamo notare la particolarità che è uno dei pochissimi film dell'epoca, che non fosse un kolossal alla "Ben Hur", a durare tre ore. Ciò è potuto accadere proprio perché il film pone dei dilemmi etici di validità universale, che, per essere sviscerati nelle loro sfaccettature e nel loro contesto storico, abbisognano di tempo; infatti il film non annoia, perché è in un continuo crescendo emotivo, che coinvolge sempre di più lo spettatore.
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Probabilmente il miglior film di Stanley Kramer. Diretto nel 1961 quando la Guerra Fredda era cominciata da una quindicina d'anni e il mondo era bipolare. Kramer dirige un film quasi totalmente ambientato in un'aula di tribunale di Norimberga dove si giudicarono i crimini dei nazisti. Per prima cosa facciamo notare la particolarità che è uno dei pochissimi film dell'epoca, che non fosse un kolossal alla "Ben Hur", a durare tre ore. Ciò è potuto accadere proprio perché il film pone dei dilemmi etici di validità universale, che, per essere sviscerati nelle loro sfaccettature e nel loro contesto storico, abbisognano di tempo; infatti il film non annoia, perché è in un continuo crescendo emotivo, che coinvolge sempre di più lo spettatore. Vengono processati quattro giudici tedeschi, che nelle loro sentenze condannarono parecchie persone sulla base della dottrina nazista e nel nome del loro amore per la patria tedesca. Chi li giudica deve capire quanto erano responsabili delle loro azioni e soprattutto se fossero a conoscenza di ciò che accadeva nei campi di concentramento. Solo uno si è reso conto di avere commesso dei crimini e assieme all'autoaccusa, si pente del suo passato. Quest'ultimo è interpretato da Lancaster con una recitazione che evidenzia tutta la sua dignità recuperata. Il resto del cast è veramente ottimo. Si va da uno Spencer Tracy, che è sempre una sicurezza, ad un Maximilian Schell, che vinse l'oscar per l'intensità della sua interpretazione. Ottima performance anche per Montgomery Clift, che,nella sua testimonianza di una decina di minuti, fornisce una delle migliori prove della sua carriera. Da segnalare anche la sicurezza interpretativa di Richard Widmark e di Marlene Dietrich. Alla fine il giudice interpretato da Lancaster si complimenta col giudice per averli condannati, dimostrando un grande senso di giustizia. Prevarrà poi, però, la realpolitik per cui il nemico, in epoca di Guerra Fredda diventerà l'URSS e i quattro giugici, condannati all'ergastolo, alla data dell'uscita del film erano già liberi.
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luigi chierico
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sabato 23 aprile 2016
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poderoso
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Dopo oltre 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ci viene riproposto questo poderoso e coraggioso film prodotto appena 13 anni dopo dal terzo processo svoltosi nel 1948 a Norimberga contro 4 giudici tedeschi accusati di aver contribuito con le loro sentenze al genocidio e alla pulizia etnica antiebraica con la condanna alla sterilizzazione di massa e con la condanna, anche senza processo,alla deportazione nei famigerati campi di concentramento,divenuti di sterminio.Vedendo questo poderoso “Vincitori e vinti”siamo chiamati ad esprimere un giudizio sul film,sulla Storia di quel periodo,sulla Civiltà dell’intera umanità.La Germania ha vissuto la pagina più nera della sua Storia,ha calpestato ed offeso i suoi geni: Beethoven, Wagner,Kant,Goethe, Freud ed Einstein,mentre i nomi di Himmler Goebbels,Goering sono destinati ad essere dimenticati.
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Dopo oltre 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ci viene riproposto questo poderoso e coraggioso film prodotto appena 13 anni dopo dal terzo processo svoltosi nel 1948 a Norimberga contro 4 giudici tedeschi accusati di aver contribuito con le loro sentenze al genocidio e alla pulizia etnica antiebraica con la condanna alla sterilizzazione di massa e con la condanna, anche senza processo,alla deportazione nei famigerati campi di concentramento,divenuti di sterminio.Vedendo questo poderoso “Vincitori e vinti”siamo chiamati ad esprimere un giudizio sul film,sulla Storia di quel periodo,sulla Civiltà dell’intera umanità.La Germania ha vissuto la pagina più nera della sua Storia,ha calpestato ed offeso i suoi geni: Beethoven, Wagner,Kant,Goethe, Freud ed Einstein,mentre i nomi di Himmler Goebbels,Goering sono destinati ad essere dimenticati.La Storia citerà il nome del caporale austriaco andato al potere per coprire di vergogna la Germania.Durante la proiezione del film più volte il presidente del tribunale si chiede, come tutti,perché mai gli imputati,quattro illustri magistrati,non si siano ribellati,obbedendo ciecamente ad un pazzo.La stessa domanda tuttavia ce la facciamo ancora tutti noi,certo non si immaginava fin dove arrivavano le atrocità, tuttavia nulla hanno fatto i popoli civili e la Chiesa per evitare sul nascere che il male si diffondesse.I protagonisti di questo spettacolare film testimoniano in modo ineccepibile la tragedia vissuta,i dubbi e le responsabilità di cui sopra.Il grande regista Stanley Kramer ha messo di fronte una serie di così grandi attori ad accusarsi,a difendersi,a giustificarsi,ad ammettere che non è possibile fare una graduatoria di merito.Il presidente del tribunale Dan Haywood,americano,è interpretato dal grandissimo Spencer Tracy che con la sua pacatezza,distaccato dagli eventi,va alla ricerca di una spiegazione,quella a cui mai nessuno è giunto:”ma perché”.La sua interpretazione è in conflitto con quella dei 4 giudici tedeschi che è stato chiamato a giudicare:Ernest Janning,Emil Hahan, Warner Lampe e Friederich Hastatter,come lo è con l’americano colonnello Tad Lawson che sta all’accusa e con l’avv.Hanhs Rolfe che difende E.Janning.Burt Lancaster è l’imputato su cui maggiormente si sofferma l’accusa, una interpretazione sublime del giudice imputato E.Janning,sconvolgente la sua parte che vive anche fisicamente quando dirà:”fece della mia vita escremento”.All’accusa Richard Widmark,accanito sostenitore della responsabilità dell’intero popolo tedesco offre uno spettacolo che fa rabbrividire,ma purtroppo vero ed è spontaneo chiedersi“Chi è immune da colpa nell’intera Umanità Civile?”.Bravissimo come sempre.La parte più difficile dell’avv.Hanhs Rolfe,che deve difendere l’indifendibile è stata data all’ottimo Maximilian Schell,che non solo compie benissimo e strategicamente il compito di difensore,trasformandosi in accusatore verso tutte le nazioni che non sono scevre da gravi colpe e trascuratezze o di coinvolgimento,ma lo fa benissimo come attore protagonista al punto da conquistare l’ambita statuetta,l’Oscar.Ancora un altro indimenticabile attore della vecchia Holliwood è Montgomery Clift nella parte di Rudelph Petersen,per lui e la sua vicenda non ho parole.Ottima la presenza della bellezza misteriosa di Marlene Dietrich.Il bianco e nero è di rigore e la foto durante un incontro tra il giudice e la signora Bertholt(M.Dietrich)pone il contrasto in maniera perfetta: tutto è bianco tutto è nero.
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filippo catani
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mercoledì 16 ottobre 2013
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giudici nazisti alla sbarra
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Norimberga 1948. Quattro magistrati che prestarono servizio sotto Hitler devono ora affrontare un processo da parte degli alleati per i crimini perpetrati. Il tribunale è presieduto da un anziano giudice americano che oltre ad essere interessato ad appurare la verità cerca anche di capire come sia stato possibile che così tante persone avessero subito il fascino di Hitler.
Un film poderoso sia per la sua durata, sia per i temi trattati e anche per lo straordinario cast che impreziosice questa pellicola. Durante il processo si ascoltano testimonianze raccapriccianti che restituiscono bene quale fosse il clima in Germania dopo il 1933 (avvento di Hitler) ma soprattutto dopo il 1935 e le Leggi di Norimberga non per niente appositamente scelta dagli Alleati come sede delle varie sessioni processuali.
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Norimberga 1948. Quattro magistrati che prestarono servizio sotto Hitler devono ora affrontare un processo da parte degli alleati per i crimini perpetrati. Il tribunale è presieduto da un anziano giudice americano che oltre ad essere interessato ad appurare la verità cerca anche di capire come sia stato possibile che così tante persone avessero subito il fascino di Hitler.
Un film poderoso sia per la sua durata, sia per i temi trattati e anche per lo straordinario cast che impreziosice questa pellicola. Durante il processo si ascoltano testimonianze raccapriccianti che restituiscono bene quale fosse il clima in Germania dopo il 1933 (avvento di Hitler) ma soprattutto dopo il 1935 e le Leggi di Norimberga non per niente appositamente scelta dagli Alleati come sede delle varie sessioni processuali. Uomini di cultura, persone oneste e integerrime finirono con l'abbracciare l'ideale nazionalsocialista per cercare di vendicare l'umiliazione delle clausole imposte dalla pace di Versailles e dal fallimento della repubblica di Weimar. Silenziosi e compiacenti milioni di tedeschi non si opposero alle deportazioni, alle sterilizzazioni e ai progetti di eugenetica. La difesa purtroppo la conosciamo bene: noi non sapevamo o comunque stavamo eseguendo degli ordini. Raccapriccianti sono i veri filmati che vengono proiettati durante il processo con le immagini terrificanti che i soldati si trovarono davanti una volta liberati i campi di concentramento e sterminio. Nonostante questo purtroppo c'è ancora chi nega che tutto questo sia realmente esistito che sei milioni di ebrei siano così spariti nel nulla. Così anche nel film solo uno dei quattro magistrati quello con più acume riconosce tardivamente i propri errori e di essersi prestato a giustificare e mandare avanti uccisioni politiche e altro. Una pagina terrificante della storia mondiale e tedesca in particolare che Kramer ci restituisce in pieno attraverso il personaggio del giudice che leggendo libri, parlando con le persone e visitando i luoghi delle adunate si chiede come sia stato possibile tutto ciò. Un film potente e corale che si avvale di mostri sacri del calibro di Tracy, Lancaster e della Ditrich solo per fare i nomi più importanti. Insomma come si dice spesso in questi casi: un film per non dimenticare mai questa terribile pagina di storia.
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[+] per non dimenticare
(di arnaco)
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mezzotoscano
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sabato 29 novembre 2008
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rispondo al commento di giorgio
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Alla fine l'ex giudice nazista Janning (Lancaster)viene condannato e, a processo concluso, chiede e ottiene un colloquio con il giudice americano Haywood (Tracy) che l'ha condannato.
Riporto il testo di tale colloquio che si svolge nella cella di Janning.
Haywood - Lei voleva parlarmi?
Janning - C'è qualcosa che vorrei darle: un diario dei miei processi. Vorrei darlo a qualcuno di cui possa fidarmi e che ho imparato a conoscere durante il processo.
H. - Grazie, ne avrò la massima cura.
J. - So quali pressioni sono state fatte su di lei. Lei sarà criticato a non finire, la sua sentenza sarà impopolare ma, se questo può interessarle, lei ha il rispetto di almeno uno degli uomini che ha condannato.
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Alla fine l'ex giudice nazista Janning (Lancaster)viene condannato e, a processo concluso, chiede e ottiene un colloquio con il giudice americano Haywood (Tracy) che l'ha condannato.
Riporto il testo di tale colloquio che si svolge nella cella di Janning.
Haywood - Lei voleva parlarmi?
Janning - C'è qualcosa che vorrei darle: un diario dei miei processi. Vorrei darlo a qualcuno di cui possa fidarmi e che ho imparato a conoscere durante il processo.
H. - Grazie, ne avrò la massima cura.
J. - So quali pressioni sono state fatte su di lei. Lei sarà criticato a non finire, la sua sentenza sarà impopolare ma, se questo può interessarle, lei ha il rispetto di almeno uno degli uomini che ha condannato. In nome di ciò che v'è di giusto al mondo, il suo verdetto è stato giusto.
H. - Grazie. Ciò che lei ha detto in tribunale doveva esser detto.
J. - Giudice Haywood, il motivo per cui le ho chiesto di venire... Tutta quella gente... Milioni di persone... Io non pensavo che si giungesse a tanto. Lei deve credermi, lei deve credermi!
H. - Lei doveva capirlo la prima volta in cui condannò a morte un uomo pur sapendolo innocente.
Mi sia consentito rammentare questo colloquio perché ne ritengo attuale il significato, particolarmente in un periodo storico e in una nazione in cui, da parte di numerosi politicanti, si tenta continuamente di mettere in discussione non solo i giudici in quanto persone (e pertanto fallibili) ma la stessa autonomia del potere giudiziario.
Alcuni dei summenzionati politicanti, addirittura, negano autorità al potere giudiziario adducendo la bizzarra tesi che, non essendo eletti dal popolo, i giudici non sono rappresentativi.
Bella cultura giuridica, nulla da dire, in un paese "culla del diritto"!
A mio avviso dovrebbe essere messa in discussione proprio la rappresentatività di chi - anche se eletto dal popolo - dice simili idiozie.
Infatti non è difficile prevedere quanto devastanti sarebbero le conseguenze se dovesse prevalere la tesi che vorrebbe il potere giudiziario subalterno rispetto a quello politico.
Concludo con un'osservazione terra-terra: i giudici sono pagati con i soldi di tutti i cittadini e la maggioranza dei cittadini vuole la legge uguale per tutti.
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mezzotoscano
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giovedì 2 ottobre 2008
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paradigmatico
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Questo film dovrebbe essere riproposto in prima serata almeno una volta a semestre, non solo per rinnovare lo sdegno contro la barbarie nazista ma come allarme contro quanti, nel nostro paese, insistono pervicacemente nell'opera di delegittimazione del potere giudiziario.
[+] la giustizia non è sempre pulita, purtroppo
(di giorgio)
[ - ] la giustizia non è sempre pulita, purtroppo
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mezzotoscano
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domenica 18 novembre 2007
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l'ultima battuta
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Un film appassionante e mai noioso, con un cast eccezionale di stars che fanno onore alla loro fama; lo si dovrebbe riproporre più spesso ma temo che, soprattutto nell'Italia d'oggigiorno in cui v'è chi vorrebbe assoggettare il potere giudiziario a quello politico, l'ultima battuta del film risulterebbe indigesta a molti, per cui le future apparizioni sul teleschermo saranno, temo, sempre più rare.
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iago
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lunedì 17 luglio 2006
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vincitori o vinti.
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Un film che mostra, come dice lo stesso Spencer Tracy, il lato più sconvolgente della politica nazista: individui normali che attivamente presero parte a crimini e massacri, in un clima infuocato e con teorie naziste che in modo più o meno latente ancora serpeggiano tra noi è inmportante ricordare che non soltanto fanatici e irresponsabili ordirono e si resero complici di tali nefandezze. Alla giusta severità che emerge da questo film fa riscontro
l'indigeribile realtà dell'esito di quelle condanne e il doppio volto di un paese come Stati Uniti che inorridisce di fronte ai crimini nazisti ma che non esita a coprirli nel momento in cui il clima internazionale cambia. Ma la vergogna e la colpa degli Stati Uniti come ricorda nel film l'avvocato della difesa è la vergogna di un intero periodo storico e dei capi Europei che o per sottovalutazine o per sotterraneo accordo si inchinarono ai vantaggi che la politica di Hitler concedeva e non compresero la potenza malvagia e distruttrice che ne sarebbe seguita.
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Un film che mostra, come dice lo stesso Spencer Tracy, il lato più sconvolgente della politica nazista: individui normali che attivamente presero parte a crimini e massacri, in un clima infuocato e con teorie naziste che in modo più o meno latente ancora serpeggiano tra noi è inmportante ricordare che non soltanto fanatici e irresponsabili ordirono e si resero complici di tali nefandezze. Alla giusta severità che emerge da questo film fa riscontro
l'indigeribile realtà dell'esito di quelle condanne e il doppio volto di un paese come Stati Uniti che inorridisce di fronte ai crimini nazisti ma che non esita a coprirli nel momento in cui il clima internazionale cambia. Ma la vergogna e la colpa degli Stati Uniti come ricorda nel film l'avvocato della difesa è la vergogna di un intero periodo storico e dei capi Europei che o per sottovalutazine o per sotterraneo accordo si inchinarono ai vantaggi che la politica di Hitler concedeva e non compresero la potenza malvagia e distruttrice che ne sarebbe seguita. "Vincitori e Vinti" è interessante per molti aspetti: l'accurata analisi storica e la potenza espressiva del cast rendono quest'opera avvincente e imbarazzante per gli spettatori che assistono inermi di fronte alle atroci verità svelate e che si sentono, come del resto anche il giudice che presiede il processo, ansiosi di risalire alla genesi di questa "epidemia" che coinvolse interi popoli della terra. In realtà una risposta convincente non riuscirà a darla nemmeno il personaggio interpretato da Burt Lancaster, poichè non esiste spiegazione plausibile che giustifichi lo sterminio di esseri innocenti.
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