Vagando attraverso una desolata Manhattan nel mezzo della vigilia di Natale come il giovane Holden di David Salinger, Frankie Bono (Allen Baron) è saturo di odio verso tutto e tutti. Doveva concentrarsi su Troiano (Peter Clume), il boss mafioso di medio livello della città di di New York e suo contratto. Ma l'essere tornato in quella città, in particolare intorno alla vigilia di Natale, non gli fanno certo bene, tormentato da ricordi non proprio piacevoli della sua infanzia, comincia lentamente a perdere la messa a fuoco della sua missione; così mentre Troiano va a Long Island per le vacanze, Frankie decide di schiarirsi le idee facendosi una lunga passeggiata per questa città odiata, e perdersi tra la gente indifferente, prima che arrivi il tempo di tornare al lavoro.
Il film 'Cronaca di un assassinio' in inglese 'Blast of Silence' conosciuto anche in italia con il titolo 'Un colpo di silenzio' e faytto vedere nottetempo su fuoriorario molti anni fa, all'epoca che fu girato cioè nel 1961 fu subito scaricato, cinematograficamente parlando fu gettato come le persone colpite dai loro killer e gettate in qualche discarica. Questo film sparì rapidamente senza lasciare traccia, solo per essere rianimato nel corso dei decenni successivi, in qualche cinema d'essai americani e dai cinefili francesi, (recentemente The Criterion Collection ne offre la versione restaurata). Guardando la cosa dal punto da un certo punto di vista, non è difficile capire perché il film è stato a malapena visto dal pubblico di allora, essendo una distribuzione di qualche produttore esecutivo di New York uno dei quali, Dan Enright, si era distinto come una figura particolarmente disonesta e falsa negli scandali del noto programma di allora Quiz Show. In realtà, 'Cronaca di un assassinio' deve essere sembrato addirittura perverso ai dirigenti di hollywood, dato che il suo protagonista attore/regista non era una stella conosciuta, ma un grassoccio, 26 anni, non-attore la cui prima regia era stata un paio di episodi di 'Hawaiian Eye' e come assistente alla regia di quel mediocre film 'Cuban Rebel Girls' (1959) che ebbe come protagonista il divo Errol Flynn e anche suo ultimo film.
Ma 'Cronaca di un assassinio' è uno spedito noir molto violento per i canoni di allora e forse anche per quelli odierni girato a low-budget che poteva fare qualche dollaro se i dirigenti sapevano fiutare l'affare.
Naturalmente, nessuno pensava in termini di "film noir", per di più nessun film americano prima, made in Hollywood o altrove, aveva fabbricato del nichilismo puro come fece in modo magistrale questo film. Il disagio della solitudine fisica morale e spirituale del protagonista che hanno operato al cuore del noir divenne più pronunciato quando la forma cominciò a delinearsi nel 1940 attraverso le situazioni le atmosfere e la fotografia stessa, dallo 'Lo sconosciuto del terzo piano' (1940), passando per il 'Il mistero del falco', a 'Vertigine' (Laura) 'La fiamma del peccato' (Double Indemnity), 'La scala a chiocciola', 'Lo specchio scuro', 'The Killers', 'Il grande sonno' e tanti altri ancora fino a concludersi nel 1958, con 'L'infernale Quinlan' qui al contrario il noir nacque in un modo nuovo, non erano più situazioni o atmosfere ma divenne la sua superficie dominante emotiva, infettando tutto, consumando ogni personaggio del film, piuttosto che semplicemente il suo protagonista.
In precedenza, nei noir più celebri, non importa quanto contorto l'eroe o gli avversari potrebbero essere stati dal di dentro, gli sceneggiatori riuscirono sempre a bilanciare il loro paesaggio umano con le cosiddette persone "normali", di solito sotto forma di poliziotti, fidanzate, e altri astanti assortiti.
Ma in 'Cronaca di un assassinio', Allen Baron ignorò le regole e partorì un film dissociato, una brutta visione della realtà, che a differenza dei suoi più vicini predecessori spirituali,il magnifico 'Un bacio e una pistola' (Kiss Me Deadly) (1955) di Aldrich e l'altrettanto magnifico 'Assassinio per contratto' di Irving Lerner (Murder Irving By Contract-1958, film che più di tutti spinse Scorsese al mestiere di filmmaker, e alcune sitazioni saranno riprese in modo palese in 'Taxi Driver'), qui Barron non ricorre a una simbologia grottesca o facile.
Per tutto il film, i personaggi secondari sono in un modo o un altro, la decomposizione stessa della morale di Frankie Bono: un armaiolo (Larry Tucker) che tenta inizialmente di strappare a Frankie altra grana per il prezzo di una 0,38 col silenziatore, e altri ulteriori tentativi di spremere il protagonista anche se viene ucciso in una delle scene più brutali del cinema di quel periodo; una vecchia conoscenza di Frankie (Molly McCarthy) che lo prende per pietà e lo invita nel suo appartamento per celebrare il Natale, solo per cacciarlo di casa prima di essere da lui violentata.
In realtà, il personaggio che sembra il meno meritevole di odio e proprio Frankie Troiano, l'uomo che è stato assoldato per uccidere, che vivendo un'esistenza stabile alla periferia di New York provoca in Frank un odio ancora piu forte per questo boss.
Mentre lo seguiamo attraverso ogni aspetto del suo lavoro, la narrazione ci fa entrare all'interno di una psiche danneggiata che è comunque di grande di aiuto nella sua competenza "lavorativa".
Il killer lo sentiamo ancora prima di vederlo in scena, da un onnipresente voce fuori campo (nella versione americana un non accreditato Lionel Stander, che rende ancora più potente la figura del protagonista)
Solo quando Frankie cede ai sentimenti di nostalgia del suo passato e di rimpianto per una vita che voleva che fosse, solo allora il suo talento, la sua abilità nell'attuazione della riuscita del suo contratto comincia a vacillare, segnando la sua fine quando in un fugace momento di dubbio supremo, informa i suoi mandanti che non può più fare il compito assegnatogli.
Ma piuttosto che perseguire questa nuova prospettiva e rinnovare il suo personaggio come avrebbe potuto fare in un normale film convenzionale, il rammarico passa presto e Frankie procede con il suo lavoro (come farà Vince Edwards in 'Assassinio per contratto'), solo che ora vive con la terribile conseguenza della sua debolezza momentanea.
'Cronaca di un assassinio' va oltre ogni precedente noir che usavano il chiaroscuro per descrivere umori del protagonista e atmosfere situazionali, rifuggendolo pesantemente a favore di un realismo più vicino a qualcosa come 'Ombre di Cassavetes, e un altro grandissimo film 'Crime of Passion' di Gerd Oswald 1957 film sconosciuto ai più che forse ricorderanno il regista per aver diretto 'Giovani senza domani' (1956).
Dovendo lavorare con budget limitato, Baron ha scelto di utilizzare, come pochi registi di prima, il potenziale espressivo della città di New York, portando la sua cinepresa per le strade del centro di Manhattan poco prima di Natale, poi al Rockefeller Center, Harlem, Brooklyn, e Staten Island. Che si trattasse di una strategia consapevole o il risultato di non avere risorse per creare un ambiente per il suo racconto, la fotografia piuttosto desolata della città fatta da Merrill S. Brody (che è stato anche il produttore del film) ha lavorato enormemente a vantaggio di Barron.
Se il film si può dire di avere un difetto, è in alcuni momenti la voce fuori campo, a volte in modo superfluo sottolinea e commenta l'azione. Ma dove ci si potrebbe aspettare una certa goffaggine in un film no-budget da un regista alle prime armi, Blast of Silence è un notevole e insolito pezzo di film d'artigianato girato in modo magistrale.
Nato nel 1935 (ed attualmente ancora in vita), Allen Baron ha avuto una costante e prosaica carriera dopo aver scritto e diretto questo film. Nel 1964 ha diretto un altro bel film dal titolo 'Terror in the City', poi per tutto il 1970 e '80 il suo nome è stato legato a molti telefilm di successo, elencando i più conosciuti: Charlie's Angels, New York New York, Automan, Foxfire Light, Love Boat, Barnaby Jones, Hazzard, Fantasilandia, La famiglia Brady, Arnie, Nancy, Mister Roberts. Se Barron ora è un nome, è stato per la televisione.
Una volta salutato come il nuovo Orson Welles dai critici francesi e da molti estimatori del noir, al momento del rilascio del film, non ha mai raggiunto la fama e popolarità che meritava in quanto il film, (sebbene la Universal ne detenga ancora tutti i diritti e la proprietà) non è mai stato supportato dai distributori o studi cinematografici di Hollywood, ed è un grandissimo peccato.
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