ultimoboyscout
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domenica 31 luglio 2011
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in guardiola!
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Ambientato per metà in un palazzo della Roma bene e per metà in esterna, è un film allegro e scanzonato, senza particolari pretese in cui spiccano tre personaggi principali maschili: Fabrizi il portiere del palazzo, Sordi ricco inquilino e DeFilippo fruttivendolo a domicilio. Tutti e tre accomunati dal vizietto tipico dell'italico maschio: sono tre pappagalli! Maldestri, bonari, impacciati e fondamentalmente innocui. Mentre Fabrizi appare come il personaggio onnipresente e di punta, simpatico, istrionico e a ruota libera e DeFilippo risulta sopra le righe, Sordi è invece del tutto sprecato, imbrigliato in un ruolo che gli va stretto, che lo limita, gli mozza talento e capacità. A divertire sono più che altro le varie protagoniste femminili, forse le vereattrazioni dle film, tute dmestiche a servizio nel palazzo in questione, ognuna impicciata nelle più fantasiose disavventure domenicali.
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Ambientato per metà in un palazzo della Roma bene e per metà in esterna, è un film allegro e scanzonato, senza particolari pretese in cui spiccano tre personaggi principali maschili: Fabrizi il portiere del palazzo, Sordi ricco inquilino e DeFilippo fruttivendolo a domicilio. Tutti e tre accomunati dal vizietto tipico dell'italico maschio: sono tre pappagalli! Maldestri, bonari, impacciati e fondamentalmente innocui. Mentre Fabrizi appare come il personaggio onnipresente e di punta, simpatico, istrionico e a ruota libera e DeFilippo risulta sopra le righe, Sordi è invece del tutto sprecato, imbrigliato in un ruolo che gli va stretto, che lo limita, gli mozza talento e capacità. A divertire sono più che altro le varie protagoniste femminili, forse le vereattrazioni dle film, tute dmestiche a servizio nel palazzo in questione, ognuna impicciata nelle più fantasiose disavventure domenicali. Costruito con tanti piccoli episodi, offre una panoramica di macchiettee parodie tipiche dell'epoca il tutto sotto l'occhio vigile di Fabrizi. Niente di speciale, il titolo è assolutamente fuorviante.
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figliounico
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giovedì 27 aprile 2023
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cinema popolare
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Una commedia del 1955 di Bruno Paolinelli, un autore minore e dimenticato del neorealismo italiano, che rappresenta la quotidianità della gente comune in un giorno di festa attraverso le vicende intrecciate degli abitanti di un condominio dei Parioli a Roma. Quello di Paolinelli è un cinema popolare, quando il termine aveva ancora un senso, ovvero quando in Italia esisteva ancora un popolo e si poteva mettere in scena la vita della povera gente per un pubblico di povera gente che non aveva alcuna remora a riconoscersi nella donna di servizio o nel militare di leva in libera uscita, quando l’esser poveri ma onesti, insomma, era considerato un valore e non una vergogna. La corruzione della società civile era appena iniziata con il boom economico ed in Parlamento si contrapponevano forze politiche che, sebbene da prospettive ideologiche diverse, facevano entrambe appello al popolo.
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Una commedia del 1955 di Bruno Paolinelli, un autore minore e dimenticato del neorealismo italiano, che rappresenta la quotidianità della gente comune in un giorno di festa attraverso le vicende intrecciate degli abitanti di un condominio dei Parioli a Roma. Quello di Paolinelli è un cinema popolare, quando il termine aveva ancora un senso, ovvero quando in Italia esisteva ancora un popolo e si poteva mettere in scena la vita della povera gente per un pubblico di povera gente che non aveva alcuna remora a riconoscersi nella donna di servizio o nel militare di leva in libera uscita, quando l’esser poveri ma onesti, insomma, era considerato un valore e non una vergogna. La corruzione della società civile era appena iniziata con il boom economico ed in Parlamento si contrapponevano forze politiche che, sebbene da prospettive ideologiche diverse, facevano entrambe appello al popolo. La borghesia pariolina è sullo sfondo, dipinta come classe padronale cinica, tirannica, ipocrita ed ottusa. Il dramma si alterna alla farsa con alcuni siparietti comici tra il portiere dello stabile, Aldo Fabrizi, e lo squattrinato nullafacente e mezzo ladro, che però ci tiene a dirsi cleptomane, Peppino De Filippo. Il film oggi è un documento storico che testimonia, meglio dei filmati di repertorio dell’epoca o di un docufilm, come eravamo e soprattutto come ci vedevamo attraverso lo specchio del cinema, che, pur riflettendo un’immagine deformata della realtà, per mere esigenze di cassetta, dal senso del grottesco o da un romanticismo esasperato da romanzo d’appendice o meglio da fotoromanzo, ci restituisce un piccolo affresco, veritiero nell’essenza, dell’Italia degli anni ’50.
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andrew77
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lunedì 12 luglio 2010
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un film un po' noioso
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Chi guarda per la prima volta questo film troverà questo prodotto cinematografico appena sufficiente. Chi è abituato agli effetti speciali del XXI secolo troverà il film piuttosto spento sia come colori che come argomentazione trattata. Il problema sostanziale è che questo film nn possiede alcuna trama, è un monotono susseguirsi di scene con protagoniste modeste e genuine ragazze dell'epoca che sognano di trovare un marito. Gli uomini nel film appaiono con il chiodo fisso di provarci, mentre le donne vivono di sogni, paure ed illusioni.
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