ctizen k
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domenica 19 agosto 2012
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citizen kane. il film capolavoro!
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In Italia uscito con il nome di "Quarto potere" è la storia di un magnate che prima di morire dice una parola: "Rosebud" sulla quale indagheranno dei giornalisti. Il film dalle tinte noir e dalle forti scenografie è una danza per gli occhi. Il film è ricco di particolari e non manca di poetica. Geniale per le tecniche di ripresa e per come Wells riusciva a mettere le luci al posto giusto. Si vede chiaramente un Wells anche un po cinico con se stesso e antipolitico se vogliamo dove l'infanzia e il gioco sono ciò che nella vita ha sempre ricordato. Cast eccezzionale e regia impeccabile per un capolavoro unico. Io personalmente lo reputo il film dei film e l'ho fatto vedere al cineforum della mia facoltà.
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In Italia uscito con il nome di "Quarto potere" è la storia di un magnate che prima di morire dice una parola: "Rosebud" sulla quale indagheranno dei giornalisti. Il film dalle tinte noir e dalle forti scenografie è una danza per gli occhi. Il film è ricco di particolari e non manca di poetica. Geniale per le tecniche di ripresa e per come Wells riusciva a mettere le luci al posto giusto. Si vede chiaramente un Wells anche un po cinico con se stesso e antipolitico se vogliamo dove l'infanzia e il gioco sono ciò che nella vita ha sempre ricordato. Cast eccezzionale e regia impeccabile per un capolavoro unico. Io personalmente lo reputo il film dei film e l'ho fatto vedere al cineforum della mia facoltà. In una sola parola Immenso. O.W. riesce oltretutto a recitare benissimo e a far recitare gli altri attori in maniera sublime e "anti-hollywodiana".
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leonardo96
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domenica 8 luglio 2012
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solo una persona può decidere il mio destino: io.
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Basta vederlo, sentirne le musiche, osservare le riprese che dall’alto scavano gli sguardi dei personaggi, per capire che è un capolavoro.
Il titolo originale è “Citizen Kane” ma in italiano è stato tradotto con “Quarto Potere”: ciò sottolinea l’importanza che riveste il quarto potere, ossia l’influenza dei mass media sul pubblico.
Orson Welles, attore, sceneggiatore, regista, è un geniale direttore d’orchestra che dirige il tutto con maestria unica: ci mostra la morte di un noto magnate della stampae, Charles Foster Kane, e il dipanarsi della sua vita, tra passato e presente, secondo i giudizi e le opinioni dei conoscenti.
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Basta vederlo, sentirne le musiche, osservare le riprese che dall’alto scavano gli sguardi dei personaggi, per capire che è un capolavoro.
Il titolo originale è “Citizen Kane” ma in italiano è stato tradotto con “Quarto Potere”: ciò sottolinea l’importanza che riveste il quarto potere, ossia l’influenza dei mass media sul pubblico.
Orson Welles, attore, sceneggiatore, regista, è un geniale direttore d’orchestra che dirige il tutto con maestria unica: ci mostra la morte di un noto magnate della stampae, Charles Foster Kane, e il dipanarsi della sua vita, tra passato e presente, secondo i giudizi e le opinioni dei conoscenti.
I motivi per cui è un capolavoro sono ovvi.
Le tematiche profonde e taglienti: il leggendario sogno americano e l’arrivismo per realizzarlo; l’amore materiale contro l’amore personale; l’orgoglio e il desiderio di un uomo di controllare il mondo, le menti e ogni singola cosa;
la morte, conclusa con la fatidica parola “Rosabella”, e il percorso a ritroso per scoprire chi sia; il potere, il successo, l’amore, uniti e in contrasto.
Le riprese impeccabili, precise, in sintonia con le immagini. Un film che può suscitare emozioni anche solo con la vista, senza l’uso della parola, grazie a un notturno bianco e nero.
Il personaggio di Kane, trovato, plasmato, forgiato e abbellito da Welles con un accurato lavoro di cesellatura.
“Quarto potere” è un film perfetto, nel senso etimologico latino (perfectum = portato a termine) in cui tutto è compiuto, realizzato; un film dove la morte ci allontana dal mondo e dalla realtà.
Il cittadino Kane, nonostante il potere e il successo, non è riuscito a dominare la morte; Charles Foster Kane ha avuto tutto dalla vita, ma è morto pronunciando “Rosabella”…
manca ancora qualcosa a completare il quadro: un anello che unisce la catena della morte con quella della vita, il principio di tutto.
È un cerchio lineare, con una ciclicità sfolgorante che troneggia nel proprio barocchismo.
Non è un film, è un’opera d’arte; Welles non è un cineasta, è un genio.
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great steven
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lunedì 25 giugno 2012
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il più grande film di sempre. bravissimo, orson!
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QUARTO POTERE (USA, 1941)
Diretto da ORSON WELLES
Interpretato da ORSON WELLES – JOSEPH COTTEN – DOROTHY COMINGORE – RAY COLLINS – PAUL STEWART – EVERETT SLOANE – RUTH WARRICK – WILLIAM ALLAND – GEORGE COULOURIS
Muore Charles Foster Kane, magnate dell'editoria statunitense. Parte immediatamente un’indagine di giornalisti decisa a scoprire il significato dell’ultima parola da lui pronunciata ("Rosebud", bocciolo di rosa) che forse meglio di qualunque altra può spiegare il significato della sua vita enigmatica e travagliata. Attraverso gli scritti e i racconti di tutti quelli che lo conobbero, il capo dei giornalisti Randolph Thompson raccoglie indizi fondamentali: dalle memorie del banchiere Tatcher viene a scoprire che fu lui ad avviarlo alla carriera giornalistica prelevandolo dalla famiglia all’età di otto anni; dal caporedattore Bernstein sa che Kane era un uomo più attaccato al denaro che agli interessi del proprio giornale ma comunque interessato all’audience e che fu un propagandista della 1° guerra mondiale; il migliore amico e collega Jedediah Leland gli dice delle sue manie di grandezza e del suo smisurato ottimismo; la seconda moglie Susan Alexander ne parla come un uomo possessivo, ruvido e prepotente; il maggiordomo Raymond lo descrive infine come un padrone eccentrico, forse matto.
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QUARTO POTERE (USA, 1941)
Diretto da ORSON WELLES
Interpretato da ORSON WELLES – JOSEPH COTTEN – DOROTHY COMINGORE – RAY COLLINS – PAUL STEWART – EVERETT SLOANE – RUTH WARRICK – WILLIAM ALLAND – GEORGE COULOURIS
Muore Charles Foster Kane, magnate dell'editoria statunitense. Parte immediatamente un’indagine di giornalisti decisa a scoprire il significato dell’ultima parola da lui pronunciata ("Rosebud", bocciolo di rosa) che forse meglio di qualunque altra può spiegare il significato della sua vita enigmatica e travagliata. Attraverso gli scritti e i racconti di tutti quelli che lo conobbero, il capo dei giornalisti Randolph Thompson raccoglie indizi fondamentali: dalle memorie del banchiere Tatcher viene a scoprire che fu lui ad avviarlo alla carriera giornalistica prelevandolo dalla famiglia all’età di otto anni; dal caporedattore Bernstein sa che Kane era un uomo più attaccato al denaro che agli interessi del proprio giornale ma comunque interessato all’audience e che fu un propagandista della 1° guerra mondiale; il migliore amico e collega Jedediah Leland gli dice delle sue manie di grandezza e del suo smisurato ottimismo; la seconda moglie Susan Alexander ne parla come un uomo possessivo, ruvido e prepotente; il maggiordomo Raymond lo descrive infine come un padrone eccentrico, forse matto. Ed ecco che nella scena finale si viene a scoprire il mistero di Rosebud: è il nome dello slittino che Kane utilizzava da piccolo per giocare, nient’altro che un ricordo dell'infanzia che aveva abbandonato troppo presto. Quante ragioni si possono individuare perché Citizen Kane abbia raggiunto e mantenuto per tempo incalcolabile la prima posizione nella lista dei 100 film migliori d’ogni epoca? Una domanda da un milione di dollari, in effetti, ma si può provare a dare una risposta, diciamo così, incompleta: per il fatto che mai ci fu un regista così giovane che riuscì a condensare in una sola pellicola un patrimonio tanto vasto di complesse conoscenze tecniche (il camera car, che consiste nel porre la telecamera su un carrello manovrabile attraverso un filo, è uno degli esempi); per il fatto di aver provato, e pure senza aver fallato, a racchiudere in un termine una vita tanto arrovellata, appassionata e furente di un uomo che poteva essere enorme e mediocre al tempo stesso; per la sceneggiatura (Welles in collaborazione con Joseph Mankiewicz, che vinsero l'Oscar nel 1942), che ha fatto il miracolo sperimentando per la prima volta nella storia del cinema la narrazione a blocchi, costruendo una storia all'indietro da decifrare come uno scritto geroglifico. E la fotografia in bianco e nero ha una poesia che il colore non avrebbe mai eguagliato in termini di soavità e meraviglia. O. Welles, allora appena ventiseienne, concepì ciascuna inquadratura come fosse un quadro. Lasciò ai suoi successori la novità della storia raccontata con ricorso all'analessi e per mezzo dei personaggi che, a turno, narrano la propria versione personale. Fra gli interpreti, Cotten (alla sua 2° esperienza) è perfetto e capacissimo nella parte dell'amico sottomesso ma pur sempre fedele al protagonista. Il film arrivò nelle sale italiane solo nel 1948, e un doppiaggio di una certa rilevanza fu effettuato solo nel 1965, sotto la supervisione di Emilio Cigoli.
Drammatico; giudizio personale: 10 (eccellente)
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rescart
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venerdì 20 aprile 2012
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un oscar mancato
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Nel 1941 Oscar Wilde diresse il suo primo film, “quarto potere”, il cui protagonista, citizen Kane, era ispirato ad un magnate dell’editoria ambizioso e senza scrupoli , divenuto famoso agli inizi del ‘900 e allora ancora vivente. Wilde con questo film metteva alla berlina la vita dissoluta e autoritaria di un uomo che ebbe comunque il merito di portare i giornali statunitensi a tirature prima inimmaginabili. Ma questo senza freni morali nè rispetto per le persone che finivano nel mirino delle sue inchieste scandalistiche e senza curarsi di ricercare la verità: quello che contava era solo vendere piu’ copie del giornale. Per questo il regista e i suoi collaboratori finirono nel mirino dell’F.
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Nel 1941 Oscar Wilde diresse il suo primo film, “quarto potere”, il cui protagonista, citizen Kane, era ispirato ad un magnate dell’editoria ambizioso e senza scrupoli , divenuto famoso agli inizi del ‘900 e allora ancora vivente. Wilde con questo film metteva alla berlina la vita dissoluta e autoritaria di un uomo che ebbe comunque il merito di portare i giornali statunitensi a tirature prima inimmaginabili. Ma questo senza freni morali nè rispetto per le persone che finivano nel mirino delle sue inchieste scandalistiche e senza curarsi di ricercare la verità: quello che contava era solo vendere piu’ copie del giornale. Per questo il regista e i suoi collaboratori finirono nel mirino dell’F.b.i. sospettati di comunismo e Wilde pagò il suo coraggio di denunciare tale amoralità con l’esclusione da futuri incarichi come regista cinematografico di qualità. Ma la più grande delusione per lui fu quella di vedersi negato, contro tutte le aspettative del momento, il premio Oscar, che vinse invece lo sceneggiatore di Quarto potere. Come a dire: un film nato da un’idea valida, ma realizzato in modo imperfetto. Wilde in seguito fece pubblica ammenda per alcune scene del film, come quella che dipingeva in modo forse un po’ squallido la donna con cui Kane si legò dopo un poco felice matrimonio. Alla morte del magnate la moglie legittima di Kane fece di tutto perché la convivente non partecipasse al funerale dell’uomo con cui pure aveva condiviso circa due decenni. E si trattava di un’attrice di buon talento, sprecato però dalla megalomania dell’affermato compagno, come allude il film di Wilde. C’è da dire che Wilde non fu completamente ostracizzato dall’ambiente “hollywodiano”, ma quello che accadde fu che lui dovette adattarsi a tale ambiente, non viceversa. Tranne che in questo capolavoro che rimase ineguagliato, vista anche la piega decisamente commerciale che da allora prese la cinematografia statunitense.
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(di antowina)
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budmud
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giovedì 22 marzo 2012
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bello senz'anima
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Sinceramente sono rimasto deluso e credo di essere l'unica voce fuori dal coro: forse non l'ho capito ma non mi ha trasmesso nessuna emozione. Credo che me lo riguarderò sul grande schermo (di casa) per vedere se anche ad una seconda visione mi lascia indifferente. Penso che farò il record sul NON d'accordo con il mio giudizio, ma non voglio dire una cosa per l'altra. Non do il voto per questo motivo. Arido.
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chaoki21
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giovedì 16 febbraio 2012
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capolavoro
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un film avanti di 1000 anni
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luca scialò
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giovedì 1 settembre 2011
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critica all'arrivismo, più che ai media
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Un gruppo di giornalisti vuole ricostruire la vita di Charles F. Kane, magnate ereditiero dalle umili origini, ma con la passione del giornalismo, che mise in piedi un giornale di successo molto diffuso a New York e a San Francisco. La sua fama crescente lo portò a creare altri quotidiani e ad avviare alcune stazioni radio, diventando l'uomo più potente d'America. Tale successo lo rese però avido, anche negli affetti privati e fu proprio uno scandalo privato a stroncarne la promettente vita politica.
Esordio col botto per Orson Welles. Passato alla storia erroneamente come film di critica contro il potere dei media, è invece un lungometraggio critico nei confronti dell'arrivismo e del cinismo capitalista.
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Un gruppo di giornalisti vuole ricostruire la vita di Charles F. Kane, magnate ereditiero dalle umili origini, ma con la passione del giornalismo, che mise in piedi un giornale di successo molto diffuso a New York e a San Francisco. La sua fama crescente lo portò a creare altri quotidiani e ad avviare alcune stazioni radio, diventando l'uomo più potente d'America. Tale successo lo rese però avido, anche negli affetti privati e fu proprio uno scandalo privato a stroncarne la promettente vita politica.
Esordio col botto per Orson Welles. Passato alla storia erroneamente come film di critica contro il potere dei media, è invece un lungometraggio critico nei confronti dell'arrivismo e del cinismo capitalista. Ebbe 8 nomine agli Oscar ma vinse solo quella alla sceneggiatura.
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simone spitaleri
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lunedì 21 marzo 2011
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il film
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Citizen Kane, la più grande opera d'arte cinematografica fin dall'invenzione dei Lumiere. Se un giovane americano, nato in uno sputo gelato del Wisconsin, di nome Orson, avesse deciso di ereditare la piccola fabbrica automobilistica di suo padre invece di diventare uno dei padri della storia cinematografica, oggi noi assisteremmo ad un cinema con caratteristiche forse molto diverse. Welles racconta la storia di un uomo che non è mai esistito ma che infondo esiste da sempre, Charles Forster Kane, un bimbo che da quando giocava a palle di neve, ne ha fatta di strada. Un uomo che ha avuto TUTTO, che ha sfruttato al massimo la sua unica e preziosissima vita, una vita che ha rivoluzionato l'America, una vita che all'ultimo istante della sua vita ripudia.
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Citizen Kane, la più grande opera d'arte cinematografica fin dall'invenzione dei Lumiere. Se un giovane americano, nato in uno sputo gelato del Wisconsin, di nome Orson, avesse deciso di ereditare la piccola fabbrica automobilistica di suo padre invece di diventare uno dei padri della storia cinematografica, oggi noi assisteremmo ad un cinema con caratteristiche forse molto diverse. Welles racconta la storia di un uomo che non è mai esistito ma che infondo esiste da sempre, Charles Forster Kane, un bimbo che da quando giocava a palle di neve, ne ha fatta di strada. Un uomo che ha avuto TUTTO, che ha sfruttato al massimo la sua unica e preziosissima vita, una vita che ha rivoluzionato l'America, una vita che all'ultimo istante della sua vita ripudia. Infelice, solo, fallito, rimpiange la sua infanzia, la sua slitta, la sua Rosabella. Quei venti minuti iniziali, che ti fanno capire che stai per assistere a due ore di arte, ci narrano la vita di quest'uomo, una vita che per il resto del film verrà raccontata così bene che quel Charles ti sembrerà di averlo conosciuto davvero. Welles introduce innumerevoli innovazioni cinematografiche in questa sola perla del cinema: i flashback, una novità ASSOLUTA per quei tempi e che oggi ci viene offerta in quasi ogni film, la focalizzazione interna, mai nessuno si era mai concentrato così approfonditamente su una sola persona. E poi tante tecniche come l' angolazione delle inquadrature, la profondità di campo, il grandangolo...Una storia fantastica, il più grande messaggio morale che un uomo può trasmettere: il vuoto interiore non si colma con l'accumulo di oggetti materiali, Welles vuole sbattere in faccia a tutti le ambiguità del sogno americano, che poi è il sogno di tutto il mondo. Unica "piccola" pecca del film? L'interpretazione di Welles, non mi ha mai convinto davvero.
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ivan91
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mercoledì 8 dicembre 2010
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sfolgorante film
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bellissimo una capolavoro del cinema mondiale. orson wellws davvero mgnifico HA CREATO UN FILM IMMORTALE
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nick castle
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venerdì 29 ottobre 2010
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il grande cittadino kane...
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Al suo esordio, Orson regala (per chi lo aprezza...) un cosiddetto capolavoro, che affascinò diverse generazioni di cineasti, tanto che Truffault afferma che senza questo film lui non sarebbe diventato regista. Bah, affermazione piuttosto forte. In sostanza il vecchio Orson ci propone la vita di Charles Kane (personaggio ispirato dalla personalità di William Randolph Hearst), magnate della stampa, cresciuto con un tutore cui i genitori lo affidarono per assicurargli gli studi e per gestirgli la sua eredità. Tra gli eccessi e gli sprechi, Kane perde la moglie e un figlio, la seconda moglie, fino a rimanere solo nel suo immenso castello di 20.
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Al suo esordio, Orson regala (per chi lo aprezza...) un cosiddetto capolavoro, che affascinò diverse generazioni di cineasti, tanto che Truffault afferma che senza questo film lui non sarebbe diventato regista. Bah, affermazione piuttosto forte. In sostanza il vecchio Orson ci propone la vita di Charles Kane (personaggio ispirato dalla personalità di William Randolph Hearst), magnate della stampa, cresciuto con un tutore cui i genitori lo affidarono per assicurargli gli studi e per gestirgli la sua eredità. Tra gli eccessi e gli sprechi, Kane perde la moglie e un figlio, la seconda moglie, fino a rimanere solo nel suo immenso castello di 20.000 metri, per poi morire pronunciando come ultima parola "Rosabella", che altro non è che il suo slittino posseduto da bambino, simbolo di un infanzia perduta. Allora il film divenne famoso per alcuni trucchetti di regia, che altro non sono che degli scopiazzamenti dallo stile del cinema europeo, infatti si denotano grandissimi debiti all'espressionismo di Fritz Lang. Tutta la sua avanguardia è però dilatata in poco meno di dieci minuti, le cosidette inquadrature sofisticate sono una briciola in tutta la pellicola, lenti deformanti, obbiettivi predecessori dei grandangolari attuali, composizione dell'immagine (unire più immagini in una) sono cose che oggi non si portano all'attenzione purtroppo, dato che buona parte della forza del film stta lì. Per il resto è un normale film degli anni quaranta. La storia forse non conta neanche così tanto, però per certi versi è interessante e quà e là appassionante, anche se 100 minuti di chiacchiere e atteggiamenti di potere assoluto sono troppi per il 1941.
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