giuseppe gullo
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venerdì 20 gennaio 2023
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la 3 a di chiusa sclafani -
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Le emozioni che suscita questo lungometraggio sono varie:allegria,tristezza, malinconia. Un film senza sonoro che dopo 100 anni continua a fare rumore.
Da vedere
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helpius
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mercoledì 5 giugno 2019
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un'attardata recensione cinematografica chaplin, the kid (1921)
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UN'ATTARDATA RECENSIONE CINEMATOGRAFICA
Chaplin, The Kid (1921)
Del capolavoro di Chaplin del 1921 non parlerò se non dicendo quello che tutti sanno e hanno ripetuto all'infinito, che si tratta di un capolavoro assoluto della cinematografia del muto. E vorrei aggiungere per conto mio che è il capolavoro irraggiungibile della cinematografia di tutti i tempi con un uso del mezzo filmico insieme artigianale e perfetto, una direzione e una costruzione delle scene formidabile e ormai leggendaria, una interpretazione di tutti gli attori, dai protagonisti, Charlie the Tramp a Coogan the Kid, fino alla madre dolente Edna Purviance, ai rapitori dell'auto di lusso, alla donnetta che porta in carrozzella la sua bambina e che punisce a ombrellate il vagabondo che cerca di farle crescere fraudolentemente la figliolanza, al medico condotto che visita il bimbo ammalato, ai policemen col corto bastone tra le mani, ecc.
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UN'ATTARDATA RECENSIONE CINEMATOGRAFICA
Chaplin, The Kid (1921)
Del capolavoro di Chaplin del 1921 non parlerò se non dicendo quello che tutti sanno e hanno ripetuto all'infinito, che si tratta di un capolavoro assoluto della cinematografia del muto. E vorrei aggiungere per conto mio che è il capolavoro irraggiungibile della cinematografia di tutti i tempi con un uso del mezzo filmico insieme artigianale e perfetto, una direzione e una costruzione delle scene formidabile e ormai leggendaria, una interpretazione di tutti gli attori, dai protagonisti, Charlie the Tramp a Coogan the Kid, fino alla madre dolente Edna Purviance, ai rapitori dell'auto di lusso, alla donnetta che porta in carrozzella la sua bambina e che punisce a ombrellate il vagabondo che cerca di farle crescere fraudolentemente la figliolanza, al medico condotto che visita il bimbo ammalato, ai policemen col corto bastone tra le mani, ecc. ecc. Qui però vorrei soffermarmi sull'ultima riedizione-restauro del 2016 operata dalla benemerita Cineteca di Bologna, che ha realizzato un prezioso cofanetto che oltre al film offre un secondo DVD di approfondimenti e rarità e un libretto di memorie chapliniane, di documenti (come la lettera di Simenon a Chaplin quando rivide il film nell'edizione sonorizzata del 1972) insieme a un'antologia critica. Tuttavia - occorrerà dirlo - la riedizione sonorizzata del 1972 realizzata da Chaplin con l'inserimento di una colonna musicale di sua creazione di grande bellezza e suggestione, merita un appunto che qui rivolgiamo a chi non può più replicarci, allo stesso Chaplin. Egli soppresse alcune scene, quella della sosta di Edna davanti alla chiesa da cui esce una giovanissima sposa sacrificata a un vecchio per un matrimonio di interesse e di convenienza, inadatta al ritmo del film, su cui non c'è da discutere, mentre il Golgota che appare nella scena precedente (che anch'essa avrei visto soppressa per la stessa ragione) rimane come testimonianza a contrario sulla supposta origine ebraica di Chaplin. Viceversa non si può non rimpiangere e dissentire dalla soppressione di un'altra sequenza che porta a un diapason di emotività il racconto dell'abbandono del neonato. Dunque vediamo: dopo il furto dell'auto su cui la madre lo ha abbandonato, i due rapinatori se ne liberano nuovamente e il piccolo viene trovato casualmente in un cantone da un riluttante Charlie che fa di tutto per sbarazzarsene, fino a meditare di infilarlo in un tombino. Ma all'improvviso la puntura di uno spillo lo riconduce alla realtà dolorosa di quell'innocente: allo spillo è attaccato un biglietto che dice di prendersi cura della povera creatura abbandonata. Charlie si commuove e lo prende con sé avviandosi col suo nuovo fardello. Nell'edizione del 1921, c'era qui uno stacco con la madre appoggiata a un parapetto mentre preda del rimorso medita di tornare a riprendersi il figlio o, chissà, forse di uccidersi, quando un bimbetto lì accanto che fa i suoi primi incerti passi, sfuggito alla sorveglianza della balia, va ad aggrapparsi alle sue vesti. La scena è di un'emozione profonda, la donna si inchina a guardare e vede il piccolo che tira la sua gonna; le mani di lei, che scivolano dal parapetto per prenderselo in braccio, sono come ali di farfalla. Ma la sequenza, perfetta in ogni suo particolare, è stata sacrificata. Bene, a dispetto dell'autore, io invece nel restauro ce l'avrei rimessa senza esitare, mentre, inclusa nel capitolo degli approfondimenti e rarità, tagliata dalla consecutio filmica, perde molto della sua bellezza. Ciò dimostra, se ve ne fosse bisogno, che il lavoro sull'opera dei classici (in questo caso del cinema) offra sorprese analoghe a quelle che una volta i critici facevano sulle varianti degli scrittori da loro studiati. Non ci sono obiezioni sugli altri tagli, tutti documentati nel secondo DVD, e in particolare sulla lunga sequenza del ricevimento con l'incontro fortuito dei due ex amanti, certamente datata al gusto e al ciarpame melodrammatico del cinema muto d'allora. Un'ultima osservazione va fatta al commento musicale riorchestrato e adattato da Timothy Brock. Anni fa, credo fosse il 2011, ebbi modo di ascoltarlo dal vivo con l'orchestra da lui diretta in una memorabile (quanto meno per me) proiezione della Febbre dell'oro organizzata dall'Istituzione universitaria dei concerti dell'Università La Sapienza a Roma. Da allora il nome di Timothy Brock è associato a quello di Chaplin per l'impegno musicale al servizio della sua arte. Ebbene confesso che questa volta la rielaborazione dei temi musicali per questo film, pur considerato l'impegno ad adattarli alla diversa velocità della pellicola e alla necessità di colmarne i vuoti, lascia una sorta di retrogusto dolciastro. Diciamola sinceramente: le musiche di Chaplin hanno tutte qualcosa che si ricollega al fragore del circo e dei suoi spettacoli rumorosi, con tutte le approssimazioni del caso che a un orecchio musicalmente educato può anche risultare fastidioso. Ma non è così: gli arpeggi, le finiture e i merletti poco si adattano alla creatività chapliniana e in questo caso creano appunto quel senso di insoddisfazione che contrasta con la partitura filmica. Perché The Kid è una tragedia moderna raccontata da un'anima candida che non conoscere il dramma e che ne narra la storia quasi inconscia di quel che racconta. Una controprova ci è offerta da quei due minuti di registrazione del 1972 in cui lo stesso Chaplin dirige il pezzo d'apertura, l'ouverture del suo The Kid. Quanto vigore, quanta primitività nel suo spartito musicale! E che lezione per tutti noi che abbiamo perduto il senso genuino della bellezza. BusterCharlie
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great steven
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mercoledì 24 settembre 2014
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un vagabondo e un discolo in giro per i quartieri.
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IL MONELLO (USA, 1921) diretto da CHARLES S. CHAPLIN. Interpretato da CHARLES S. CHAPLIN – JACKIE COOGAN – EDNA PURVIANCE – HENRY BERGMAN – TOM WILSON – LILLITA MACMURRAY – MAY WITHE – RAYMOND LEE – CHARLES RIESNER – JULES HANFT – JACK COOGAN SR. – FRANCK CAMPBEAU § Una giovane abbandonata, vittima di un perfido seduttore, affida il figlioletto alla pietà altrui. Lo raccoglie Charlot, povero vetraio e vagabondo dal gran cuore che, fra mille sacrifici e astuzie, riesce ad allevare il bambino sottraendolo all’orfanotrofio. Per aiutare il padre adottivo, il monello rompe i vetri. Intanto la madre del piccolo, che ha fatto carriera come cantante ed è diventata ricca, è alla ricerca del pargolo e promette un lauto premio a chi glielo riporterà.
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IL MONELLO (USA, 1921) diretto da CHARLES S. CHAPLIN. Interpretato da CHARLES S. CHAPLIN – JACKIE COOGAN – EDNA PURVIANCE – HENRY BERGMAN – TOM WILSON – LILLITA MACMURRAY – MAY WITHE – RAYMOND LEE – CHARLES RIESNER – JULES HANFT – JACK COOGAN SR. – FRANCK CAMPBEAU § Una giovane abbandonata, vittima di un perfido seduttore, affida il figlioletto alla pietà altrui. Lo raccoglie Charlot, povero vetraio e vagabondo dal gran cuore che, fra mille sacrifici e astuzie, riesce ad allevare il bambino sottraendolo all’orfanotrofio. Per aiutare il padre adottivo, il monello rompe i vetri. Intanto la madre del piccolo, che ha fatto carriera come cantante ed è diventata ricca, è alla ricerca del pargolo e promette un lauto premio a chi glielo riporterà. Il padrone dell’ospizio sottrae il bimbo a Charlot e va a riscuotere la ricompensa lasciando Charlot affranto. Ma il buon girovago riuscirà alla fine a ricongiungersi al piccolo e alla madre, che lo hanno fatto ricercare. Primo lungometraggio di Chaplin, estesamente autobiografico per quanto riguarda la sua infanzia povera nei quartieri popolari di Londra. Nella sua miscela di patetico e di comico (anche grottesco) quante generazioni di bambini ha fatto ridere e piangere? La sequenza del sogno è risolta da Chaplin, con rischio calcolato, in un incantevole stile naif dai trucchi artigianali. Tenero, umoristico, realistico, lirico. Straordinario esordio del piccolo, grande attore J. Coogan (1914-1984). Un successo che dura da novantatre anni. Non si riscontrano significative cadute di ritmo e i tempi comici sono assolutamente e pienamente rispettati, suddividendo il divertimento non in compartimenti stagni e isolati l’uno dall’altro ma in blocchi narrativi che seguono l’avvicendarsi scorrevole e fluido della storia che mantiene compatta la materia della sceneggiatura, composta dallo stesso Chaplin, che si occupò inoltre del montaggio, delle musiche, della produzione e del soggetto. Fotografia in superba filigrana di Roland Totheroh. Scenografia di Charles D. Hall, che ricostruisce i sobborghi britannici con autentica sincerità e puntiglio rigoroso, senza lasciare nulla all’immaginazione né errori da malgiudicare da parte dei critici troppo severi e meticolosi. Oltre all’interpretazione del protagonista, impeccabile come in tutte le altre sue valorosissime opere per serenità, professionalità, metodo e abnegazione, anche gli altri attori brillano di luce propria nell’incarnare personaggi complessi ma pur sempre gradevoli: Coogan si adatta con disinvoltura nella parte del giovanissimo discolo che scampa a varie disavventure e trova nel vagabondo un genitore putativo che sa amarlo, rispettarlo e cullarlo a dovere; E. Purviance, una delle attrici feticcio di Chaplin (che fra l’altro tenne nel suo libro-paga per tutta la vita dopo che ella fallì nel tentativo di farsi una carriera da attrice drammatica), incanta con la sua femminilità procace ed elementare nel rappresentare una donna non del tutto sconfitta dalla vita e anzi capace di ergersi con forza e prendere risoluzioni vincenti di fronte alle avversità che le si parano innanzi; H. Bergman, altro grande ammiratore di Chaplin e suo inossidabile compagno di scena (di ben ventuno anni più vecchio di lui), è un ipocrita e fedifrago guardiano del dormitorio, che tenta di sottrarre al protagonista i soldi per il ritrovamento del fanciullo. Le scene da ricordare: Charlot che trova il neonato avvolto in fasce dopo che è stato lasciato in strada da due malviventi automobilisti; la cura del bambino quando è ammalato, con la presenza del dottore che gli prescrive la giusta terapia; la sfida contro il bulletto, che porta poi Charlot a malmenare il suo robusto fratello che gli aveva promesso di picchiarlo se il suo parente le avesse prese dal monello; la sequenza onirica in cui compaiono gli angeli, fra cui c’è anche L. MacMurray, seconda moglie dell’attore/regista; la colluttazione con i camionisti dopo la fuga sui tetti (in cui Chaplin si mette perentoriamente alla prova con le sue eccezionali doti acrobatiche) e il bacio in bocca col bambino, spezzacuori e strappalacrime insieme; il finale allegro e consolatorio in cui il trio principale si ricongiunge ed entra nel locale di lusso. Il monello venne prodotto dalla Charles Chaplin Production e fu girato a partire dal luglio 1919, in un periodo che non fu particolarmente felice per l’attore/regista, a causa dell’insistente e infedele moglie Mildred Harris e alla morte del figlio appena nato, scomparso dopo tre giorni di vita a causa di evidenti malformazioni fisiologiche e fisiche. L’opera rischiò di finire sotto sequestro unitamente ai beni di Chaplin nella causa di divorzio intentatagli dalla moglie: Charles, previdente, consegnò in custodia una copia dei negativi al fratello maggiore Sydney, terminò il montaggio della pellicola spostandosi in incognito (per quanto la sua popolarità lo consentisse) in diverse località, fra alberghi e studi tecnici. Seguendo ciò che il grande genio del cinema scrisse nella sua autobiografia, egli notò J. Coogan all’Orpheum Theatre di Los Angeles, un locale vaudeville dove stava recitando il padre di questi. Il giorno seguente, parlando con gli altri membri della sua troupe della performance di Coogan, gli venne in mente il soggetto di questa pellicola e scritturò Coogan. Quando la lavorazione del film cominciò, Jackie si rivelò perfetto: Chaplin trovò spontaneo, naturale e decisamente plasmabile alle sue indicazioni il bambino. Distribuito dalla First National Pictures, il film venne presentato a New York il 21 gennaio e successivamente il 6 febbraio 1921, venne esportato nei vari paesi del mondo. Costato 650mila dollari, ne incassò complessivamente 2 milioni e mezzo, classificandosi al secondo posto tra le pellicole di maggiore incasso del 1921, giusto dietro a I quattro cavalieri dell’Apocalisse. Nel 2011 è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, tra i film ritenuti culturalmente, storicamente o esteticamente significativi. Tutti pregi e vanti di cui questo capolavoro può senza ombra di dubbio fregiarsi a pieno titolo. Fu rieditato nel 1971 dall’autore che eliminò alcune brevi scene e vi aggiunse una partitura musicale di sua composizione. Restaurato con tecniche fotochimiche e digitali dall’Immagine Ritrovata di Bologna e della Dyte.
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toty bottalla
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giovedì 17 luglio 2014
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semplicemente meraviglioso!
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Il monello di chaplin è un'opera eterna dal valore artistico inestimabile, ogni altra valutazione colorata di gratitudine e ammirazione risulterebbe superflua, a completare la meraviglia: la colonna musicale dello stesso chaplin, struggente e incantevole, un film che in un prossimo futuro ancora lontano sarà visto e goduto come noi abbiamo fatto, al di là del tempo e dei tempi! Saluti.
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laurel martin
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giovedì 29 agosto 2013
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capolavoro
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Capolavoro di Chaplin..in questo film rivive la sua infanzia infelice e solitaria,un film commovente e divertente
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andrea levorato
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martedì 1 novembre 2011
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il primo lungometraggio del maestro chaplin
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Il monello *****
Produzione: USA 1921
Genere: Commedia, Drammatico
Attori principali: Charles Chaplin, Jackie Coogan
Regia: Charles Chaplin
Trama:
In preda al panico una donna abbandona il suo neonato (Coogan). Charlot (Chaplin), un vagabondo, lo prende con sé e lo cresce, ma dopo 5 anni la madre lo rivuole indietro.
Mini recensione:
È il primo lungometraggio di Chaplin. Lo stile di story telling è il suo inconfondibile: tra dramma e comico, Chaplin racconta un’infanzia difficile, segnata da un abbandono e descrive il complicato e strambo rapporto tra il bimbo e il vagabondo, dove c’è comunque amore.
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Il monello *****
Produzione: USA 1921
Genere: Commedia, Drammatico
Attori principali: Charles Chaplin, Jackie Coogan
Regia: Charles Chaplin
Trama:
In preda al panico una donna abbandona il suo neonato (Coogan). Charlot (Chaplin), un vagabondo, lo prende con sé e lo cresce, ma dopo 5 anni la madre lo rivuole indietro.
Mini recensione:
È il primo lungometraggio di Chaplin. Lo stile di story telling è il suo inconfondibile: tra dramma e comico, Chaplin racconta un’infanzia difficile, segnata da un abbandono e descrive il complicato e strambo rapporto tra il bimbo e il vagabondo, dove c’è comunque amore. Il muto anche a decenni di distanza non si percepisce, grazie anche allo splendido tema musicale, ideato dal regista stesso. Perfette le prove di Chaplin (e quando mai non lo è stato?) e dell’adorabile Coogan.
Quando una pellicola del genere si dimostra sempre fresca, anche ad una tale distanza di anni (parliamo del 1921), trattando tematiche sempre così attuali c’è un solo modo per descriverla: capolavoro.
Interpretazioni:
Charles Chaplin *****
Jackie Coogan *****
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reservoir dogs
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venerdì 10 dicembre 2010
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sensibilità e delicatezza da antologia
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Un vetraio trova per caso un piccolo in fasce abbandonato, decide di accudirlo e crescendo il bambino lo "aiuterà" nella sua professione: mentre l'uomo ripara i vetri rotti, il piccolo li rompe.
Ma il dottore che visita il piccolo ammalatosi di "poche cure e attenzioni" chiama l'orfanotrofio per affidarlo in mani "migliori", il padre adottivo farà di tutto perchè ciò non avvenga.
La madre che intanto è diventata una famosa cantante ricerca il figlio un tempo lasciato.
Il cinema di Chaplin è tutto una danza degli uomini e della cinepresa che si sposta con inquadrature velocissime, nel film è presente la sua vena "anarchica": il poliziotto e le altre autorità sono i cattivi che minano la felicità dei due.
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Un vetraio trova per caso un piccolo in fasce abbandonato, decide di accudirlo e crescendo il bambino lo "aiuterà" nella sua professione: mentre l'uomo ripara i vetri rotti, il piccolo li rompe.
Ma il dottore che visita il piccolo ammalatosi di "poche cure e attenzioni" chiama l'orfanotrofio per affidarlo in mani "migliori", il padre adottivo farà di tutto perchè ciò non avvenga.
La madre che intanto è diventata una famosa cantante ricerca il figlio un tempo lasciato.
Il cinema di Chaplin è tutto una danza degli uomini e della cinepresa che si sposta con inquadrature velocissime, nel film è presente la sua vena "anarchica": il poliziotto e le altre autorità sono i cattivi che minano la felicità dei due.
Mentre B.Keaton riteneva che i suoi personaggi dovessero combattere per perseguire la via della correttezza, Chaplin non si fa scrupoli ad "infrangere la legge" per il bene proprio ed altrui.
Da antologia la scena del sogno nonostante la povertà della scenografia che rende al meglio la sensazione favolistica.
Al suo primo lungometraggio Chaplin tratta di ciò che più conosce; l'abbandono da piccoli e la paura dell'orfanotrofio e lo fa con una delicatezza e una sensibilità che lo contraddistinguerà per sempre nel cinema.
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greta jackson
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mercoledì 13 ottobre 2010
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capolavoro
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grande Chaplin,grande film!Il primo film autobiografico e il primo lungometraggio di Chaplin;qui raggiunge l'apice dell'emozione quando gli assistenti sociali vogliono portargli via il bambino e Charlot sale per i tetti del paese per riprenderlo,è,una scena forte,con una musica indimenticabile che fa venire la pelle d'oca,musica composta da Chaplin!!é un film del 1921,ma ancora oggi commuove fino alla lacrima e prova che Chaplin merita di essere inserito nell'olimpo dei più grandi artisti del '900.Grazie Charlie
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il cinefilo
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domenica 12 settembre 2010
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il primo commovente lungometraggio di c.chaplin
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TRAMA:Una donna abbandona disperata il suo neonato che,per una catena di eventi,finisce per essere accudito dal vagabondo Charlot...COMMENTO:Charles Chaplin(regista,sceneggiatore,attore,produttore e ideatore del tema musicale)si trova alle prese,con questo film,con il suo primo lungometraggio(che si è rivelato un successo enorme ed è un mito ancora oggi).
Questo grande classico rivela l'incredibile dote che l'attore-regista farà emergere in tutti suoi capolavori futuri e cioè la capacità di far convivere,nella storia raccontata,il tragico con il comico anche se,in questo caso,il primo elemento prevale nettamente sul secondo rendendo quest'opera una delle più tristi e commoventi del suo cinema.
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TRAMA:Una donna abbandona disperata il suo neonato che,per una catena di eventi,finisce per essere accudito dal vagabondo Charlot...COMMENTO:Charles Chaplin(regista,sceneggiatore,attore,produttore e ideatore del tema musicale)si trova alle prese,con questo film,con il suo primo lungometraggio(che si è rivelato un successo enorme ed è un mito ancora oggi).
Questo grande classico rivela l'incredibile dote che l'attore-regista farà emergere in tutti suoi capolavori futuri e cioè la capacità di far convivere,nella storia raccontata,il tragico con il comico anche se,in questo caso,il primo elemento prevale nettamente sul secondo rendendo quest'opera una delle più tristi e commoventi del suo cinema.
C.Chaplin descrive un mondo in cui gli innocenti,per sopravvivere,sono costretti a trascorrere le loro esistenze nell'illegalità e tormentati dall'autorità(il poliziotto che insegue Charlot e il ragazzino)ed è questo l'aspetto terribile della vicenda che viene portata sullo schermo.
Il tema della sopravvivenza è uno degli argomenti principali del cinema di C.Chaplin e lo si può notare,con tonalità,tecnica,quadro storico e stile diversi tra loro anche nei futuri film del regista intitolati TEMPI MODERNI e MONSIEUR VERDOUX.
IL MONELLO è stato una rivelazione,all'epoca,anche per la presenza del giovane(e strepitoso)Jackie Coogan nei panni del ragazzino adottato da Charlot e la sequenza del pugilato tra bambini che si trasforma in uno scontro tra il leggendario vagabondo e il fratello di uno dei ragazzini è semplicemente indimenticabile.
L'attore-regista stava passando una pessima esperienza coniugale durante la lavorazione del film(forse anche a causa della morte del suo primo figlio)ed è difficile stabilire se questa vicenda abbia avuto una qualche forma di"peso"sulla drammatica storia che il regista portò sullo schermo.
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