Titolo originale | L'immortel |
Anno | 2010 |
Genere | Poliziesco, |
Produzione | Francia |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Richard Berry |
Attori | Jean Reno, Kad Merad, Jean-Pierre Darroussin, Marina Foïs, Richard Berry, Joey Starr Venantino Venantini, Joséphine Berry, Max Baissette de Malglaive, Luc Palun, Martial Bezot, Lucie Phan, Laurent Casanova, Boris Baum, Jean-Jérome Esposito, Cédric Appietto, Fani Kolarova, Denis Braccini, Dominique Thomas, Moussa Maaskri, Philippe Magnan, Gabriella Wright, Jessica Forde, Catherine Samie, Carlo Brandt, Daniel Lundh, Guillaume Gouix, Claude Gensac. |
Uscita | venerdì 5 novembre 2010 |
Distribuzione | Eagle Pictures |
MYmonetro | 2,34 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 29 maggio 2019
Sopravvissuto per miracolo ad un terribile agguato, Charly Matteï cerca la sua vendetta personale. Ispirato a veri eventi accaduti nel mondo della mafia marsigliese. In Italia al Box Office L'Immortale ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 761 mila euro e 428 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO NÌ
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Charles Matteï è in auto, gioca con suo figlio e il cane ascoltando Pavarotti. Lascia il suo bambino a un angolo e va a parcheggiare fiero della sua nuova vita, ma il suono di "e lucevan le stelle" si confonde con quello del suo passato: 22 colpi di mitra che lo crivellano ferocemente. Ma non morirà. Comincia così la storia de L'Immortale.
È girato a Marsiglia, ispirato da fatti reali e dal romanzo omonimo di Franz-Olivier Gisbert, L'immortale di Richard Berry, esperto attore francese che passa facilmente dalle penne della sceneggiatura alla macchina da presa. Per il cast ha scelto Jean Reno nel ruolo di Matteï, un ex padrino marsigliese che vuol passare dalla mala alla buonavita ma nel viaggio di redenzione i bastoni fra le ruote verranno da un ex amico boss ipocondriaco (Kad Merad) fronteggiato da una brava detective portatrice "insana" di una storia torbida (Marina Foïs).
Sullo sfondo di una Marsiglia crepuscolare Richard Berry, insieme a Matthieu Delaporte e Alexandere de la Patelliere, imposta un gangster movie d'oltralpe giocando sulla "famiglia". Quella buona di madri premurose e nonne comprensive e quella cattiva del clan, di pippate di coca su torte di compleanno e di boss uccisi a già visti colpi di sportello con sottofondo del "Rigoletto" o della "Lucia di Lammermoor". Aggiungeteci a questo una regia scattante, muscolare e a tratti eccessiva nell'estetica delle tante morti e avrete un buon film di genere ma che stenterete a riconoscere nello scaffale delle innumerevoli pellicole simili. L'immortale gozzoviglia su piatti già pronti come consunti Padrini d'annata, Quei Bravi Ragazzi, d'oltretalpe stavolta, e emuli di Tony Montana in Scarface. Pur contando su una grande tradizione di "noir marsigliesi" come Justin de Marseille o Borsalino, L'immortale non ha una sua identità precisa.
L'ossessione di essere action fagocita quella di costruire un noir solido che in partenza ha un bel soggetto, grandi attori e un'idea feconda: puoi chiudere col passato ma non è detto che lui voglia chiudere con te. Brillano solo Jean Reno, preciso e di casa nel genere (Leon e Ronin) e Marina Foïs, volto autentico e sofferto come la sua valida prova. Bravi interpreti ai quali però va stretto un film che è un lungo inseguimento su strade e campagne francesi che lasciano scie di sangue ma pochi ricordi nello spettatore perché non c'è modo di affezionarsi adeguatamente ai personaggi, troppo impegnati a vendicarsi.
In una delle sfide centrali, Matteï pronuncia parole interessanti: "La morale non è mai originale". Peccato che non lo sia nemmeno il film.
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Jean Reno è un boss della mafia marsigliese in cerca di redenzione dopo una vita di omicidi che vive con il figlio e la nuova moglie ma che ha anche una figlia ed una ex moglie ora legata all'amico di una vita, avvocato. Per interessi legati al traffico di droga, un ormai ex amico boss ordina la sua esecuzione che però fallisce nonostante 23 colpi dando così vita all'immortale [...] Vai alla recensione »
In "Io vi troverò",di Pierre Morelle sullo script di Luc Besson,Liam Neeson salva sua figlia caduta nella rete dei trafficanti di vite umane,consumando una violenta e metodica vendetta. In "Giustizia privata",Gerard Butler pareggia il conto della sua famiglia massacrata perseguendo ed eliminando i responsabili con feroce determinazione.
L’introduzione de L’immortale, muta e breve, traccia con chiarezza sufficiente la situazione narrativa di partenza del film e semina una buona dose di curiosità nello spettatore: un padre di famiglia di nome Charly Matteï viene crivellato di colpi in un parcheggio sotterraneo mentre il suo bambino aspetta che esca, sul marciapiede.
I film sulla criminalità ambientati a Marsiglia negli anni Settanta sono stati una pagina importante del cinema francese. Con questo film Richard Berry racconta una storia vera tratta dal romanzo di Olivier Gisbert avvalendosi di un cast di primissimo ordine, il protagonista è Jean Reno. Ma il film onestamente stenta a decollare, è noioso, le riprese non funzionano, bravi attori [...] Vai alla recensione »
Questo"L'Immortel"di Richard Berry, 2010(il regista è anche cosceneggiatore), tratto da un romanzo di François.Olivier Gisbert, a sua volta ispirato da una fatto reale(il boss marsigliese Jacky Imbert, "miracolosamente"sopravvissuto a un attentato in un parcheggio di Marseille, a.D.1977), è esempio notevolissimo di un"polar"che diviene anzi è [...] Vai alla recensione »
Per chi ama il genere di cui è stato grandissimo maestro Sergio Leone, e oggi Quentin Tarantino, vedendo il film non avrà perso il suo tempo. Tradimento, vendetta, violenza, cinismo, potere, corruzione, sangue, morte e anche, perché no!, buoni sentimenti, vengono ben trattati, anche se alla francese. La trama del film riesce a ben catturare lo spettatore con un Jean Reno che ricorda parecchio il Leon [...] Vai alla recensione »
Bel film. Senza grande originalità, senza personaggi approfonditi, tutto raccontato seguendo degli schemi abbastanza consolidati. Ma con un buon piglio narrativo, un racconto incalzante, scene d'azione mai tirate alle lunghe. Il cinema che nessun regista italiano riesce a fare, purtroppo. E comincio a temere anche il cinema che nessun critico italiano riesce a capire.
In questo film Jean Reno recita la parte che più gli riesce, il killer. E' di nuovo protagonista, come in Leon, mitico film con Besson regista. Ecco, appunto, manca Besson come regista, che sappia fare un montaggio che, insieme alle musiche, faccia la differenza tra un qualunque noir, come questo, e un bel film,con la forma del Noir e il contenuto della commedia.
Gangster movie tipicamente francese, dal ritmo e dalle atmosfere chiaramente d'oltralpe, ed è un genere ed un modo di far film che adoro. Marsiglia si presta ad accogliere la storia e non è la prima volta che film di questo tipo vengono girati li. Premetto che la storia piace ma avrebbe potuto essere migliore, con personaggi migliori e meno stereotipati.
Passi un buon paio d'ore ma il film è scontato e banale.....
Un personaggio che "romanticamente" lascia il segno. Un malandrino di quelli che piacciono alle donne! Un suo codice morale, che idealmente è (o sembra) giusto. Jean Reno sempre magistrale!!! Che bello essere uomo brutto e non più giovane così affascinante.... quando mai vedremo un film con una donna con tali caratteristiche fisiche???
Gangster movie d'azione. Buon aritmo, prende abbastanza. Nulla di innovativo o speciale, ma si lascia guardare volentieri.
Quello che più colpisce di questo film è la fotografia e una regia veramente bella da vedere. La trama è banale ma piacevole da seguire. Reno, dopo una vita passata ad ammazzare gente, mette su famiglia e dice basta, ma i suoi vecchi amici - collaboratori, questa scelta non va bene e lo vogliono uccidere. Lui sopravvive, ma gli rapiscono il figlio, ed inizia a vendicarsi. Vai alla recensione »
Sono d'accordissimo con astromelia quando dice deja vu. Personaggi mafiosi descritti in modo decisamente mediocre (non rispecchiano la realtà) e storia decisamente banale. Avrebbero potuto spendere questi soldi in modo decisamente diverso...Jean Reno poi...sprecato per un film del genere.
JEAN RENO ritorna all'unico personaggio che gli calza a pennello,il cattivo dal cuore buono,dopo un paio di film defilati,ma niente di nuovo, troppe lacune e scadimenti su luoghi comuni,la trama risulta fantasmagorica, dopo cella 211 e il profeta, difficile proporre qualcosa di nuovo e convincente,e di questi tempi sarebbe meglio evitare tutta quella violenza efferata nei movies,tralasciando d'inser [...] Vai alla recensione »
concordo con @brian77; film semplice e senza grande originalità, ma piacevole e in certe scene anche ironico nonostante sia un film sulla mafia francese!
La trama del film è nel titolo e nella frase di lancio, non c’è altro da raccontare. Non ho capito perché mai il film inizi con le note della Tosca “e lucevan le stelle” quando, a mio avviso, sarebbe stato molto più adeguato far ascoltare l’urlo di Rigoletto, pieno di rabbia :“sì vendetta tremenda vendetta”, anche perché pure nella vicenda del film vi sono dei cortigiani “vil razza dannata”.
film convincente da vedere sicuramente bravi gli attori storia sufficiente
Non un gran film, probabilmente meglio il romanzo: il film risulta prevedibile nella sua linearità; Jean Reno viene colpito da circa una ventina di pallottole ( e sopravvive?? Impossibile!), non muore e cerca vendetta, andando a scovare uno per uno i suoi assassini. La prima cosa che viene in mente? Naturalmente Kill Bill; orchestrato nella stessa maniera ( dato che i suoi assassini erano anche i suoi [...] Vai alla recensione »
Non sono un grande esperto ma adoro i film, e vedo sempre volentieri quelli di Jean Reno. In questa opera cinematografica Reno dimostra la sua affabilità in questo genere di personaggi. Silenzioso, deciso, determinato e con la piccola venatura di umanità che traspare qua e là. La sua grande capacità stà nel saper dare espressione al suo viso che all'apparenza e sempre lo stesso, poco espressivo ma [...] Vai alla recensione »
Un film abbastanza bello,molto bravo Jean Reno.Per gli appassionati dei noir francesi da vedere... Comunque siamo lontani dal film 36 Quai des Orfevres,quello era un cult....
Ben girato, con un ottimo inizio, belle interpretazioni ed una storia non originale ma interessante. Da vedere
Non sa se condannare il crimine o se puntare alla redenzione. Marcia fra i due estremi su una gamba sola e raccatta piagnistei e macelleria allo stesso tempo. Reno sempre uguale. Bravo Merad. Regia inutilmente scoppiettante.
Anche Hitchcock salterebbe sulla poltrona. Lui che adorava le storie inverosimili, purché elettrizzanti. E qui è una scarica continua di adrenalina pura. A Marsiglia il boss, da tre anni redento, della mala Charly Matteï, assalito da otto sicari mascherati in un garage, si ritrova con ventidue proiettili in corpo. Ma sopravvive, si rimette in sesto e naturalmente prepara la feroce vendetta.
Il gangster Charly Mattei ha deciso di cambiar vita, dedicandosi alla famiglia; ma qualcuno gli ficca in corpo una ventina di pallottole. Lui sopravvive e comincia a saldare il conto. Frattanto, attraverso i flashback, impariamo molte cose sul suo passato. Entra in gioco anche una poliziotta, vedova di un collega. Si tratta di un solido noir alla vecchia maniera, ambientato a Marsiglia e montato con [...] Vai alla recensione »